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Autore: viktorkrumsupremacist    18/01/2021    0 recensioni
Nessuna trama solo Aone Takanobu (da Haikyuu) e Tyson (da Percy Jackson) che diventano migliori amichetti.
Genere: Commedia, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Tyson
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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SHOYO, LA TARTARUGA DI MARE MAGICA

Aone odiava la Meriwether. La Meriwether era una scuola progressista, o che si mascherava come tale, situata al centro di Manhattan. Le sue caratteristiche principali erano la retta esageratamente esosa che veniva chiesta ai genitori degli studenti iscritti (ma che loro erano disposti a pagare pur di togliersi di torno i loro figli), assolutamente non proporzionale a ciò che a quei ragazzini veniva insegnato, visto che Aone si sentiva più ignorante di quando in quella scuola ci era arrivato, e il fatto che a quanto pareva accogliesse solo ragazzini e ragazzine … speciali.

Lui rientrava benissimo in quella categoria. Chiunque ad una prima occhiata avrebbe potuto presumere che Aone fosse “problematico” o violento – non poteva farci nulla, era quella l’impressione che dava essendo enorme, gigante, a soli dodici anni. E sorrideva anche raramente, quindi non sembrava propriamente affabile. Anche i suoi coetanei tendevano a stargli alla larga visto che erano spaventati, e sebbene talvolta odiasse quell’isolamento da quando era arrivato in quella scuola cominciava ad apprezzarlo, visto che tutti i suoi coetanei erano veramente degli idioti. Non avrebbe mai fatto male a nessuno, ma se sembrare minaccioso gli avrebbe dato il vantaggio di essere escluso dai circoletti di quei ragazzetti viziati a cui tutto era perdonato perché erano ricchi e “speciali” allora che sembrasse anche King Kong ai loro occhi.

Aone non era “speciale” perché era violento o problematico: aveva semplicemente dei problemi di attenzione ed era dislessico, il ché lo rendeva inadatto a qualsiasi altra scuola, visto che, a quanto pareva, nella progettazione didattica non si teneva MAI conto di esigenze diverse da quelle delle “persone normali”.

Oh, e alcuni animali gli parlavano, poteva sentire le loro voci nella sua testa, cosa che a soli cinque anni gli aveva fatto guadagnare la sua prima seduta dallo psicologo, la prima di una lunga serie alla fine della quale aveva capito che era meglio mentire e dire che lo aveva fatto per ottenere l’attenzione di sua madre pur di non continuare con quella tortura.

Quel periodo aveva ovviamente avuto un’influenza sulla sua vita. Non solo in merito al rapporto con sua madre, ma aveva avuto anche per conseguenza il fatto che per anni aveva immotivatamente odiato tutti gli animali – odiava che lo rendessero diverso dagli altri, più che gli animali in sé per sé. Ora invece erano la sua cosa preferita al mondo. Potevano passare giorni senza che parlasse con una persona, ma non uno nel quale non facesse una lunga chiacchierata con la sua tartaruga di mare magica. Non aveva inventato lui quella specie! Era lui che si era presentato così la prima volta che si erano conosciuti.

La tartaruga di mare magica si chiamava Shoyo. Aveva un nome particolare, ma Aone non aveva molta fantasia, quindi aveva deciso di dargli quello del bambino che gliel’aveva regalata l’anno precedente, prima che cambiasse scuola. La tartaruga non aveva opposto obiezioni: di certo in un qualche modo doveva essere chiamato se dovevano convivere.

Fu tenendo Shoyo in mano che Aone si allontanò dalla sua classe. L’insegnante di scienze non gli avrebbe detto nulla, un po’ perché nei metodi educativi (fallimentari) della scuola rientrava il fatto di non impedire ai ragazzi di fare qualsiasi cosa volessero fare, anche durante le lezioni, un po’ perché quel giorno c’erano gli esami finali di ogni materia e lui lo aveva già superato. La donna infatti aveva detto loro che per superare il suo esame sarebbe bastato tenere in vita un animaletto a loro scelta, e quindi lui aveva portato da casa Shoyo.

Ora che aveva passato l’esame voleva stare fuori nel grande cortile pieno di alberi – l’unica cosa buona di quel posto – a godersi il sole in una delle rare giornate in cui non era coperto dai nuvoloni.

Ehi, tienimi all’ombra, gli disse Shoyo con la sua voce squillante in testa, sarò pure una tartaruga di mare magica ma non voglio seccarmi al sole!

“Va bene” gli rispose lui ad alta voce, attirando l’attenzione di due ragazze davanti a lui, che lo guardarono come fosse matto, visto che aveva parlato da solo.

Aone le ignorò e andò fuori, scelse un posto sotto un albero coperto dall’ombra e si sedette. Attorno non c’era nessuno, visto che erano tutti impegnati con gli esami, docenti e studenti. Il silenzio era quasi assoluto, le voci risuonavano lontane, gli unici rumori che sentiva erano le fronde degli alberi che si muovevano e il vento lento che le attraversava, facendole ondeggiare.

Tienimi stretto, gli disse Shoyo, si sta così bene che potrei addormentarmi! Non dimenticarmi in qui in caso accadesse!

“Non potrei mai” replicò Aone accarezzandogli una delle zampe-pinne. Erano abbastanza lunghe, quindi era sicuro che Shoyo avesse sentito la rassicurazione che stava cercando di trasmettergli. Come se avesse potuto dimenticare il suo migliore amico da qualche parte poi.

Poco più lontano da lui, qualche minuto dopo, sedette un ragazzo. Per quanto si sforzasse, Aone non riusciva a guardarlo in faccia: era come fissare il sole troppo a lungo, dopo un po’ cominciava a sentire un’emicrania.

Il ragazzo era enorme, proprio come lui, ma stava piegato su se stesso e accarezzava qualcosa che teneva in mano, piagnucolando.

Seguendo un impulso che proprio non sapeva da dove gli veniva, Aone gli si avvicinò. Voleva cercare di capire perché il ragazzino stava piangendo. Probabilmente però aveva sbagliato approccio, perché quando gli si avvicinò il ragazzo lo guardò intimorito e piagnucolò qualcosa ancora più forte, qualcosa tipo “ti prego non prendermelo”.

“Perché piangi” chiese Aone, ma con un tono così piatto, privo dell’inflessione interrogativa, che la sua frase si sarebbe potuta prendere quasi per un’affermazione.

Il ragazzo si asciugò le lacrime dal viso col dorso della mano e gli mostrò quello che aveva tra le mani. Era, o meglio era stato, la scultura in metallo grande quanto un pugno di un cavallo.

“Me l’hanno rotta!” spiegò, scoppiando di nuovo a piangere.

“Sono cattivi” disse semplicemente Aone sedendoglisi accanto.

“Sì. Gli altri dicono sempre cose cattive a Tyson.” Rispose lui sconsolato.

“Chi è Tyson” chiese Aone, non prevedendo assolutamente cosa stava per succedere.

Shoyo gli rispose Tyson è chiaramente lui, scemo! Mentre l’altro ragazzo balzava in piedi, spaventato, facendo scappare gli uccellini situati sui rami più bassi dell’albero sotto cui si stavano riparando.

“La tua tartaruga parla!” urlò, attirando l’attenzione di un gruppo di studenti che ciondolava più lontano.

Aone stava per negare, ma Shoyo lo precedette.

Puoi sentirmi? Che bella notizia! Esclamò, il tono che trasudava entusiasmo. Perdonami, il nostro amico comune qui, Aone, è un angelo, ma è uno di poche parole. Mica si può conversare così! tu invece mi sembri più loquace.

Tyson annuì, anche se sembrava aver capito solo una parola su dieci di ciò che gli era stato detto.

“Siediti, per favore. Attirerai l’attenzione degli altri ragazzi” gli chiese Aone.

Tyson annuì. “Non voglio che gli altri mi guardino”.

Perché hai una statua di metallo di un cavallo? Gli chiese Shoyo.

“Ce lo ha chiesto di farlo la professoressa, per l’esame. Ma poi…” a quel punto si interruppe, il labbro inferiore che gli tremava pericolosamente.

L’hai costruito tu? Wow! Faresti una statuetta con le mie sembianze? Gli chiese ancora Shoyo.

“Oh… certo!” gli rispose Tyson sorridente. “Però non ho niente con me per fartela…”

“Ho molti pezzi di metallo a casa” intervenne Aone nella conversazione. “Puoi venire con me dopo scuola, pranziamo insieme e poi fai la statua a Shoyo”.

Tyson annuì. “Però non so dov’è casa tua…”

Ci vediamo qui dopo la fine della lezione e verrai con noi! Avrò una mia statua gloriosa d’oro, ma ci pensate! Io, Shoyo, grande re delle tartarughe magiche di mare! Ti sarò grato per sempre!

   
 
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