Da bambina, quando con la mia famiglia ci mettevamo in viaggio, dai finestrini dell'auto immaginavo me stessa correre sui tetti delle macchine in sosta sul ciglio della strada. Non so se a qualcuno di voi è mai capitato, forse sono l'unica, forse davo segni di squilibrio già allora (hahaah), fatto sta che mi faceva sentire libera, quasi mi sembrava di sentire il vento sul viso che con la sua forza sferzava i miei capelli.
Dovreste provarci se non l'avete mai fatto.
Stamattina però, durante l'ennesimo viaggio, nella situazione particolare che sto vivendo in questo periodo, stamattina la ragazzina che è in me, nonostante tutta la tristezza, voleva giocare. 
L'ho rifatto dopo tanto tempo. Ho immaginato me stessa volare sulle auto, sui muretti, sugli alberi e quella sensazione stupenda ha ripreso ad impossessarsi di ogni centimetro di me. Ho ripreso a respirare dopo una lunga apnea. Ma mi sono distratta.
Mi sono distratta solo un attimo e quando ho guardato al di fuori la mia proiezione aveva cominciato a zoppicare e investire ogni cosa che trovava sul suo cammino. Non riusciva più a spiccare quel balzo che l'avrebbe resa tutt'uno col cielo.
Non ho visto ferite, sangue o altro. Ho visto la fatica sul suo viso, il dolore mentre arrancava più veloce che poteva.
La stanchezza segnava ogni tratto della sua figura.
Per un attimo di distrazione.
Ecco, forse la vita è questa. Continuare e continuare senza perdere mai il filo, senza perdere la concentrazione, fare attenzione. Perché basta un attimo, un attimo di cedimento e ti troverai ad arrancare per tutta la vita.