Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Arkady    18/01/2021    1 recensioni
Dal capitolo 4:
- Stai bene? - Mi chiede
- Non. Farlo. Mai. Più!! - Riesco a dirgli con voce strozzata, tra un colpo di tosse e un altro.
- Come hai fatto a bere? Non dirmi che sei una di quelle che deve tapparsi il naso con la mano? -
- Mi hai preso completamente alla sprovvista, mi sono pietrificata! –
Troppo tardi penso che, detta così, può sembrare che io abbia paura. Cosa, ovviamente, falsa! Che sia chiaro!
- Se avessi saputo che avevi paura, non ti avrei fatto questo scherzo. –
Ecco, appunto.
- Io non ho paura! - dico, in perfetto stile bimba di quattro anni.
- Si, certo che no. - mi risponde accondiscendente.
Genere: Demenziale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 11: Chiarimenti e dichiarazioni

 
Avviso: scene leggermente erotiche verso la fine del capitolo, che ci saranno da questo capitolo in poi.
 
Giovedì 10 marzo
Come da accordi, siamo usciti anche oggi.
Mi è venuto di nuovo a prendere sotto casa, e dopo qualche passo mi ha preso per mano.
È una sensazione bellissima.
Oggi però, ho deciso che bisogna mettere in chiaro come stanno le cose.
Dopotutto, lui non vuole relazioni tra compagni, eppure mi ha proposto una sfida al solo fine di baciarmi.
Quindi gli piaccio, e credo sia inutile ribadire che anche a me lui piace.
Il tempo passato insieme finora è stato molto gradevole. Direi che tutte le premesse per iniziare ad essere una coppia ci siano, no?
Sono giorni che mi arrovello su questo.
Non ne ho ancora parlato a nessuno, scaramanzia forse? Non saprei, forse è semplicemente paura.
 
- Ele va tutto bene? -
La sua domanda mi riporta sulla Terra. Devo essermi persa nei miei rimuginamenti.
Bene, è arrivato il momento. Forza e coraggio.
- Lore - comincio - cosa siamo noi due? -
- Un ragazzo e una ragazza? - risponde lui. 
Mi innervosisco, io cerco di fare un discorso serio e lui se esce così?
Sto per rispondergli male, quando mi volto a guardarlo e vedo la sua aria confusa. Temo non abbia capito cosa intendevo.
- No, cioè si, ok. Siamo un ragazzo e una ragazza. Ma questi due stanno assieme? Sono solo amici? O cosa? -
- Oh - 
Mmm, risposta eloquente. 
Davvero queste paranoie me le sono fatte solo io?
- Tu credi che siamo solo amici? - mi chiede
Ma che diamine! Non si risponde a una domanda con un'altra domanda!
Decido di rispondergli lo stesso, ho già capito.
Con lui se non faccio io la prima mossa stiamo freschi.
- Io di certo non vado in giro a baciare i miei amici. Quindi no, per me non siamo solo amici. Ma io avevo chiesto a TE cosa siamo. -
- Nemmeno io vado in giro a baciare le mie amiche. Anche per me noi due non siamo semplici amici, ma non credevo fosse necessario dirlo a parole. -
- Dunque? -
- Dunque cosa? Al momento direi che ci stiamo frequentando, no? -
 
Frequentando. Beh, cosa potevo pretendere?
Mi ha detto lui che ha sempre e solo frequentato le ragazze, senza "regolarizzare" la cosa. Avrei dovuto immaginarlo. 
Rimango in silenzio per un po', ora che la sua risposta non è quella che avrei voluto sentire, voglio solo tornare a casa.
 
- Sai, Greta me l'aveva detto. - inizio con tono rattristato - Mi ha riferito quello che pensi sulle relazioni tra compagni di classe, ma speravo che avessi cambiato idea. -
- Infatti, ho cambiato idea. -
- Ma... - comincio
- Fammi finire! - mi interrompe lui, prendendomi il volto tra le mani. - Eleonora, avevo intenzione di chiederti di diventare la mia ragazza sabato sera, alla festa. Se te lo chiedessi ora, cosa mi risponderesti? -
- Ti chiederei che data teniamo. -
- Certo che hai proprio fretta di regolarizzare il tutto e farlo sapere al mondo intero! - dice con una risata, ancora nella stessa posizione.
- Perché tu no? - Gli chiedo, allontanandomi da lui
- Dove scappi? - mi chiede, riavvicinandosi - Per risponderti, comunque, volevo aspettare il momento più opportuno. Nel frattempo non mi pareva una tragedia frequentarci. E non lo intendo come lo sono state le mie storie precedenti, ma come un primo passo -
- Non mi piace frequentare i ragazzi, in attesa dell'ipotetico passo successivo. -
- Ma se mi hai detto che uno lo hai solo frequentato! -
- Appunto! - Gli rispondo, voltandomi dall'altra parte.
- 8 marzo. -
- Come? -
- Ho detto 8 marzo. È il giorno in cui finalmente sono riuscito a baciarti. - Mi dice abbracciandomi - Va bene? -
- Benissimo - gli dico sorridendo e poi baciandolo.
- Perfetto, ora che sei la mia ragazza, sappi che sono gelosissimo. Se anche solo ti guarda, quel Francesco, gli spezzo le gambe! -
Scoppio a ridere e mi stringo a lui.
 
 
...
 
 
- Davvero non lo hai ancora raccontato alle tue amiche? Pensavo che glielo avessi già detto in realtà. - mi chiede, sulla strada verso casa.
- No, non l'ho raccontato a nessuno. Volevo prima essere sicura che ci fosse qualcosa da raccontare. Tu, lo hai detto a qualcuno? -
- No, ma io sono un uomo. -
- E che vuol dire? Scemo! Comunque, non so se glielo dirò ancora... -
- Cosa? - Mi chiede lui interrompendomi e bloccandosi.
- Si, ecco... magari glielo dico tra un po'! -
- E no, mia cara! Sei la mia ragazza. Non ho intenzione di far finta di niente sabato alla mia festa, come mi sto costringendo a fare a scuola! - Quasi urla, poi sussurrando aggiunge - Volevo approfittarne per presentarti i miei amici e a mio fratello. -
- Allora domani lo racconterò a Valeria, Ambra e Greta. Vale credo che già sospetti qualcosa, per quanto riguarda Greta non so come la prenderà. -
- Perché? - 
- Non so, ho questa sensazione. - 
- Andrà tutto bene, vedrai. - Mi dice abbracciandomi e baciandomi la fronte.
 
 
...
 
 
Venerdì 11 marzo
Ed eccoci qui. La prima a cui volevo dirlo era proprio Greta, nonostante fosse la più problematica. Anzi proprio per quello. 
Ma a ricreazione non ce l'ho fatta. Ho avuto paura. Di cosa, sinceramente, non so.
Lorenzo, alla ripresa delle lezioni mi ha guardato facendomi il pollice alzato, io sconsolata ho scosso la testa. Le sue labbra hanno mimato un "coraggio".
Sono in ansia. Glielo devo dire. E devo farlo di persona.
Mi risolverei tutto mandando un messaggio, ma non lo trovo corretto. 
Un messaggio avrei potuto mandarlo anche ieri.
 
Mi faccio forza, prendo un foglietto di carta, ci scrivo sopra e lo passo a Ambra.
Io e Lorenzo ci siamo messi assieme. 
Semplice e conciso, come lei.
Lei non si scompone. Gira il foglietto, scrive qualcosa sul retro e me lo ripassa. 
Ce ne avete messo di tempo! Pensavo steste assieme già da settimane.
La guardo sorridente e lei mi fa l'occhiolino.
Mi sento un po' meglio ora. Più determinata.
Andrà tutto bene, come ha detto Lorenzo.
 
Come suona la campanella mi fiondo da Greta - Devo dirti una cosa. -
Lei mi guarda con aria interrogativa, poi sgrana gli occhi - Non dirmi che tu e Lorenzo... -
- Si - la interrompo io, con un sorriso a 32 denti.
Per fortuna lo ha detto lei, credo che mi sarei bloccata. 
Ma il mio sollievo è di breve durata, perché lei prende la cartella e se ne sfreccia via, guardandomi quasi con astio.
Io rimango a guardare la porta a bocca aperta.
 
- Che è successo? Di cosa parlavate? - mi chiede Valeria avvicinandosi
- Le ho detto che io e Lore stiamo insieme. -
- Finalmente! - mi dice lei prendendomi le mani e sorridendomi - Sono proprio contenta! -
- Ma era così evidente? - le chiedo
- Cristallino! - 
- Non capisco perché è scappata così. -
- Non saprei. – mi risponde guardando verso la porta.
 
 
...
 
 
In corriera, dopo aver raccontato a Valeria gli avvenimenti salienti delle ultime settimane (glissando sul discorso sfida), prendo il telefono e scrivo a Greta chiedendole il perché sia scappata così.
Il suo messaggio di risposta è lapidario: da quando?
Dall'8, ma lo abbiamo deciso ieri
Perché non me l'hai detto?
Perché ne abbiamo parlato ieri e ci siamo messi insieme. Volevo chiarire prima con lui e poi dirvelo.
E perchè l'8? Potevi scrivermelo.
Perchè l'8 ci siamo baciati. Volevo dirvelo di persona e non via sms.
Beh, il 9 avresti potuto dirmelo di persona a scuola, no? E invece mi hai sbolognato mille scuse per non uscire con me in questi giorni. Per tenermi tutto nascosto!
 
Ma che sta dicendo? Chiedo aiuto a Valeria, chiedendole che ne pensa e cosa dovrei risponderle. 
- Non riesco a capire perché se la prenda tanto. - le dico
- Non so Ele. A pensarci quando io e Ambra scommettevamo su quanto tempo sarebbe passato prima che vi metteste insieme... -
- Ehi! - la interrompo io - Addirittura ci avete scommesso! -
Lei ride - Proprio così! Comunque - continua - lei non dava mai la sua opinione. Solo una volta ha detto che secondo lei, invece, non sarebbe successo nulla. -
- Credi che a lei piacesse Lorenzo? - chiedo.
È un dubbio che ho già da un po'.
- Non so proprio. -
 
Non era mia intenzione tenerti all’oscuro. Oggi l'ho detto a tutte e 3. Ho voluto prima chiarire con lui SE ci fosse qualcosa da dire.
 
Mi spiace davvero litigare con Greta. E volevo evitare messaggiate simili, parlandone di persona.
Ma alla fine è anche colpa mia: effettivamente ho tenuto tutto nascosto. Ma io sono fatta così, non sbandiero le cose ai quattro venti.
Poi cosa avrei dovuto raccontare? Che mi ha chiesto di toccargli il culo? Sai che imbarazzo!
Non l'ho detto nemmeno a Valeria prima, che in effetti mi ha visto nel preciso momento in cui l’ho fatto. 
Voglio dire, sono comunque cose mie, no? Sono dettagli miei e di Lorenzo.
Avrei potuto dirle del bacio il 9 mattina, ma poi?
Mi avrebbe inondato di domande. Le stesse che mi sono fatta io per due giorni.
Già ero in ansia per i fatti miei, figurarsi se oltre alla mia coscienza a tartassarmi ci fosse stata anche lei.
E comunque, serve prendersela così?
Che le piaccia davvero Lorenzo?
Basta, domani gli chiedo cosa è successo in gita tra loro due!
 
 
...
 
 
Sabato 12 marzo
Greta stamattina a scuola è venuta a scusarsi. Ha detto che era nervosa per altro e la mia dichiarazione l'ha spiazzata. Anche perché, quando ne avevamo parlato a casa sua, le avevo detto che non c'era e non ci sarebbe stato nulla e si è sentita presa in giro.
Mi sono scusata anche io, le ho detto che quella volta era effettivamente così. Non le ho mentito, perché in quel momento non vedevo un futuro per la nostra relazione. Soprattutto dopo che lei mi aveva raccontato del discorso "fidanzati e compagni di classe".
La cosa che è nata dopo, non la sapevo definire con chiarezza nemmeno io, quindi non sapevo come esternarla ad altri.
Sono contenta che ci siamo chiarite, nonostante mi sia rimasto un piccolo dubbio sulla faccenda, che subito relego in un angolino dimenticato del mio cervello.
 
 
...
 
 
È mezz'ora che fisso l'armadio disperata. Ho addosso solo le mutande, e quasi tutti i miei vestiti sono sul letto.
Non so che mettere!
Vorrei vestirmi carina e femminile, cosa che raramente faccio a scuola, ma non voglio nemmeno essere banale o estraniarmi dal mio vero io. Lorenzo mi ha detto che vuole presentarmi a suo fratello e ai suoi amici, quindi vorrei fare bella figura.
Guardo di nuovo i capi sparsi sul letto e appesi in armadio, completamente indecisa.
Mi viene da piangere!
 
In quel mentre passa mia madre davanti alla porta di camera mia.
- Eleonora! - esclama - ma ti pare il caso di stare così con la porta aperta? -
Bah, siamo da sole in casa, Fabrizio è da un suo amico, e papà è in viaggio per lavoro, chi dovrebbe vedermi?
- Mamma!! Non so cosa mettermi!!!! - dico con tono piagnucoloso
- Con tutti i tuoi vestiti non sai che mettere? - mi risponde lei entrando in camera e guardandosi attorno
- Ma non mi sta bene niente! -
- Finiscila! Questa maglia è carina, magari con quella gonna. -
- Non mi piace. -
- Allora... mmm... quella lì? - dice prendendo in mano una gonna nera - magari con una camicetta bianca. -
- Si, così mi scambiano per la cameriera! -
- Santa pazienza! - la sento borbottare.
Restiamo in silenzio per un po' continuando a guardare i miei vestiti, come se dal nulla potesse comparire quello che cerco.
- Ci sono! - esclama lei - Perché non metti quel vestito azzurro che abbiamo comprato lo scorso autunno? -
Ma di che parla?
- Come al solito non ti ricordi nemmeno cos'hai nell'armadio! - mi dice, dopo aver visto la mia faccia confusa.
Inizia a frugare nell'armadio e, nascosto in un angolo dietro altri vestiti, tira fuori un vestito verde acqua, che io ovviamente mi ero dimenticata di possedere: ha ancora il cartellino con il prezzo sopra.
- Chissà se mi sta - le dico prendendoglielo dalle mani.
 
È un vestito stretto sul seno, che lascia buona parte della schiena scoperta e si allaccia dietro il collo. Da sotto la fascia del seno, la gonna si apre ampia e termina a metà coscia.
Lo provo e devo dire che mi sta proprio bene.
- Stai proprio bene! - dice mia madre facendo eco al mio pensiero.
- Si - le rispondo - però che reggiseno ci metto sotto? Mi si vedrebbe la fascia sulla schiena. -
- Secondo me puoi andare così. Il vestito qui sopra è stretto e non si nota che non hai il reggiseno. -
- Ok, mi fido. – meno male che papà non c’è, dubito mi avrebbe fato uscire così - Che ne dici della giacca nera sopra? -
- Trovi sempre il modo di ficcare il nero ovunque. -
- Ma mamma! È un colore neutro! E poi abbino la giacca a scarpe e borsa, no? -
- E va bene. Ma dove si fa questa festa? Sicura che non avrai freddo? -
- No no tranquilla, è una festa in casa. -
- Stai attenta e non fare tardi. -
- Si padrona! - le rispondo io sghignazzando, mentre frugo tra i trucchi per trovare quello che mi serve.
Lei scuote la testa e si avvia verso la porta, non prima di avermi intimato di rimettere a posto tutti i vestiti sparsi in giro per la stanza.
- Mamma? - la richiamo quando è quasi uscita. Lei si volta e io le sorrido - Grazie mille. -
Sorride anche lei - Se non ci fosse la mamma, eh? -
- Sarebbe un guaio! - le rispondo ed entrambe ridiamo, mentre io la vado ad abbracciare forte.
 
Non vedo l'ora di vedere Lorenzo, e dall'altra parte sono nervosa al pensiero di conoscere suo fratello. 
Purtroppo loro due sono spesso da soli, loro padre (come il mio) è di frequente in trasferta per lavoro, mentre la madre è proprietaria di un negozio in città e quindi resta fuori casa tutto il giorno, partendo presto al mattino e tornando tardi la sera.
 
 
...
 
 
Trucco e parrucco terminato. Ho deciso di non raccogliere i capelli, in modo che una volta tolta la giacca, questi coprano un po’ la scollatura sulla schiena.
Oggi mi passa a prendere Valeria, poi passiamo da Greta ed infine, finalmente, giungeremo alla festa.
Arriviamo tra gli ultimi, ma per una volta io ero puntuale (se non in anticipo) e la colpa del ritardo è di Greta.
Dopo aver fatto il nostro ingresso in sala, Lorenzo si avvicina e mi bacia davanti a un sacco di persone per me sconosciute.
Partono le urla e gli incitamenti da parte degli invitati appena ci stacchiamo, e lui inizia a ricevere pacche e battutine dai suoi amici.
Io invece vengo presa in braccio da Enrico, che urla - Allora sei tu la ragazza misteriosa! - facendomi volteggiare.
- Giù le mani dalla mia ragazza - interviene Lorenzo con un sorriso
- Potevi dirmi che era lei, invece di raccontar frottole! - Gli risponde Enrico riappoggiandomi a terra.
Io inizio a ridere, come se fossi ubriaca.
E mi sento un po' smarrita in mezzo a tutti questi sconosciuti che iniziano a stringermi la mano, presentarsi e dire cose tipo "non sai in che guaio ti sei messa", "Lorenzo è un ragazzo d'oro" e cose così.
Addirittura un ragazzo mi ha detto "mollalo e mettiti con me".
Ma che amici ha Lorenzo?
 
 
...
 
 
La serata prosegue tranquilla, anche se, a parte il saluto iniziale, non vedo Lorenzo da un po'.
La sua casa è davvero grande ed accogliente, l’ideale per fare delle feste, in effetti. Fa un gran caldo e quasi subito la giacca è andata a far compagnia al cappotto.
Mi addentro tra le stanze alla ricerca del bagno, quando qualcuno mi prende per la vita.
- Dove vai così poco vestita? - mi soffia nell'orecchio Lorenzo
- Alla tua festa di compleanno - gli rispondo sciogliendo l'abbraccio e facendogli la linguaccia.
- Wow - continua lui ri-abbracciandomi e facendo scivolare le braccia sulla mia schiena nuda - così sexy per me? - 
- E per chi altri? - gli rispondo sussurrando prima di baciarlo.
- Cercatevi una camera! - ci urlano alcuni suoi amici ridendo. 
 
Lorenzo li manda a quel paese, e continuando a stringermi a lui mi sospinge effettivamente in una camera.
Non ho tempo di guardarmi in torno per capire se è camera sua, perché ci stiamo baciando con foga.
Le sue mani scorrono dalla mia schiena nuda verso i miei seni, che sfiora solo con il pollice di entrambe le mani.
- ma sei senza reggiseno? – mi sussurra con voce roca ad un millimetro dalle mie labbra.
Sposta il suo sguardo verso il basso e ne accarezza uno con l’intera mano, poi torna a guardarmi e incatena i miei occhi ai suoi, mentre infila un dito ad uncino sotto la stoffa del vestito, in una muta richiesta di permesso a poterlo scoprire.
Sono eccitata come raramente lo sono stata.
Non dico o faccio niente e lui scosta piano il vestito, scoprendo il capezzolo. Esce un gemito sia a lui che a me quando lo stuzzica con un dito.
Mi rendo conto di aver buttato il petto in fuori, come a volerglielo avvicinare di più.
E lui si avvicina, con le labbra, baciandolo, succhiandolo e mordendolo piano.
Affondo le mani sulla sua nuca, spingendomelo contro e rovesciando la testa all’indietro.
È… è elettrizzante.
Nelle mie scarsissime esperienze con l’altro sesso, non avevo mai fatto questo.
- Lorenzo – soffio a mezza voce, e lui alza gli occhi verso i miei, rimanendo con la bocca ad un centimetro dal mio capezzolo.
L’aria calda del suo respiro mi solletica e fa partire un brivido dalla base del collo fino al fondo della schiena.
- l’altra è gelosa – mormoro in un tono che non saprei definire, né so come mi sia uscito.
Lui sogghigna e si sposta sull’altro seno, concedendogli lo stesso trattamento.
- credo siano pari, ora – sussurra allontanandosi per rialzarsi e restando un attimo ad osservarmi, prima di riavvicinarsi e baciarmi le labbra.
Mi stringo a lui e forte sento il suo amico premermi sulla pancia.
 
La cosa mi blocca.
Beh, era abbastanza chiaro che sarebbe successo, dopotutto come sono eccitata io senz’altro lo doveva essere anche lui.
Però io… non sono pronta ad andare… oltre.
Non ne abbiamo mai parlato. O meglio, lui sa che sono vergine e io immagino che le sue due frequentazioni non si siano limitate ai baci. Ma non ho idea se oltre con quella Mary abbia fatto sesso anche con una, o entrambe, queste due.
E lui non ha idea che qualcosa oltre ai baci ho avuto modo di farlo anche io.
Devo essermi irrigidita, perché lui mi scosta piano e risistema la stoffa del mio vestito, coprendo nuovamente il mio seno.
- Credo sia il caso che tu ti rimetta la giacca. Sei una tentazione troppo forte, così –
Mi guarda dritto negli occhi, e io posso vedere sia la luce dell’eccitazione sia la determinazione che colora le sue successive parole.
- non voglio spingerti a fare nulla che non voglia fare anche tu –
Mi sorride e io sorrido di rimando.
- meglio tornare, allora – Sussurro io e mi incammino verso la porta, da cui esco senza aspettarlo.
 
 

 
 
Sono andata a rinfrescarmi in bagno e quando esco quasi corro a rimettermi la giacca addosso, notando come i miei capezzoli turgidi sembrino voler bucare la stoffa del vestito.
Perché diavolo ho ascoltato mia madre quando mi ha detto di venire senza reggiseno?
Almeno quello nasconderebbe la cosa.
Beh, poco male. Ora ho la giacca e va tutto alla grande.
Più o meno, mi sento ancora scombussolata e fremente.
Con una rapida occhiata vedo che Lorenzo non c’è nella sala, e raggiungo le mie amiche, sperando che nessuno chieda nulla.
- ce ne hai messo di tempo! – esclama Greta
- c’erano due chiusi in bagno – mento io, simulando che la cosa mi abbia contrariata
- e non eravate tu e Lorenzo? – mi chiede Valeria
Avvampo e scatto subito – ma ti pare? –
Inizio a sudare freddo e per nascondere il mio stato d’animo inizio a giocare con un orecchino.
- e poi è troppo presto – sussurro arrossendo.
Valeria mi posa una mano sul braccio e lo stringe piano, e io alzo lo sguardo sul suo.
- ti prendevo solo in giro. Ti conosco. – mi dice sorridendo, e io finalmente smetto di essere imbarazzata.
Anche se un po’ di senso di colpa mi rimane addosso, perché non è propriamente vero che lei mi conosce fino in fondo.
Non in questo campo.
 
 

 
 
- Ele? –
Mi volto verso la voce di Lorenzo, che è dietro di me assieme ad un altro ragazzo praticamente uguale a lui, se non fosse per il taglio di capelli e perché è più vecchio.
Mi presenta suo fratello, che dopo un brevissimo, cordiale e distaccato scambio di parole, se ne va.
- non offenderti: Leonardo non è uno di molte parole –
Mi sussurra Lorenzo un po’ impacciato e io gli rispondo con un sorriso luminoso.
Non riesco a dirgli nulla, perché Enrico attira l’attenzione di tutti urlando – momento regali! –
Si accalcano tutti attorno a Lorenzo e io ne approfitto per defilarmi e raggiungere la mia borsetta.
Visto che ora stiamo assieme, questa mattina ho intrecciato un braccialetto fatto con il filo di cotone rosso e nero, i colori della sua squadra.
So che non ha nessunissimo valore, ma mi è sembrata la cosa più sensata da fare.
Ho messo la mia quota nel regalo con gli altri e quindi spendere altri soldi non potevo. Anche se immagino che se avessi chiesto a mia madre me li avrebbe dati volentieri.
D’altra parte limitarmi a partecipare ad un regalo comune non mi pareva sufficiente, considerato che non sono più una semplice compagna di classe.
Nascondo il mio pacchettino, che grazie al cielo è piccolo, nella microscopica tasca della giacca nera e torno in mezzo agli altri a guardare divertita Lorenzo che apre i suoi regali.
 
 

 
 
Sono accanto ad Enrico, che mi sta raccontando di come avesse intuito che ci fosse una ragazza, e nello specifico io, dietro al massaggiare continuo di Lorenzo e ai suoi strani impegni di quella settimana, quando qualcuno mi cade addosso sulle spalle.
Questo qualcuno si rivela essere il festeggiato, che ora sta sbraitando contro Michael che lo ha spinto e che continua a ridere.
- invece di guardarmi così, dovresti passare un po’ di tempo con la tua ragazza! – ribatte Michael, incurante dello sguardo omicida di Lorenzo.
Io arrossisco un po’ ma mi passa subito. Dopotutto è vero che stiamo assieme.
 
- ti ho fatto male? – mi chiede, sospingendomi verso la porta che dà al giardino.
- no, tranquillo – gli rispondo sorridendo.
Mi frugo nella tasca e gli porgo il mio pacchettino.
- cos’è? – mi chiede perplesso
- un ombrello – ribatto io – anzi no, un paio di scarpe! –
- spiritosa – borbotta lui, ma gli sorridono anche gli occhi, mentre scarta il regalo.
- l’ho fatto io – gli dico togliendoglielo dalle mani – è un braccialetto. –
- ah, pensavo fosse un’astronave – ridacchia lui e io scuoto la testa divertita – avevo capito mi avessi fatto il regalo assieme agli altri – mi dice, allungando verso di me il polso sinistro
Gli lego il braccialetto mentre gli spiego le mie motivazioni.
- non serviva – mi dice scuotendo il braccio per far girare il braccialetto – ma è stato un bellissimo pensiero, grazie –
- ti piace davvero? –
- si che mi piace! Perché dovrei mentire? – mi chiede quasi scandalizzato
- non hai altri braccialetti, collane, orologi o anelli – mormoro un po’ insicura
- nessuno me ne ha regalati di belli come il tuo – mi risponde, cingendomi la vita e attirandomi a sé in un abbraccio.
Appoggio la testa sul suo petto e lo sento prendere un respiro, come se volesse dire qualcosa, ma veniamo interrotti.
 
Valeria ci compare vicino, con il mio cappotto e la mia borsa in mano.
- mi spiace interrompervi, ma la madre di Greta è appena partita da casa, a momenti sarà qui – mi consegna i miei averi e con un sorriso continua – ti aspettiamo dentro, ok? Ciao Lorenzo, grazie per la festa. Ci vediamo a scuola lunedì –
- grazie a voi per il regalo – ribatte lui, guardandola poi andare via.
- mi spiace che te ne devi già andare –
- ci vediamo domani? – gli chiedo io con gli occhi a cuoricino
- domani gioco – mormora lui dispiaciuto – e gioco proprio, dato che il figlio del mister è in gita. -
- peccato –
- e se ti vengo a prendere dopo la partita? Ceniamo qui, così ti presento i miei. –
Provo più emozioni insieme: sono in ansia all’idea di conoscere i suoi genitori, sono felice per la proposta di cenare assieme, ho paura che finirò per cenare con pop corn e nutella, e mi sovviene un’idea.
- dove giochi? –
- nel quartiere qui vicino. Perché? –
- mi spiacerebbe se dovessi fare troppi km, ma se giochi qui non è un problema –
- non lo sarebbe stato comunque – ribatte lui
- a che ora? – chiedo, avviandomi verso il cancello per raggiungere Greta e Valeria
- la partita inizia alle 15.30, quindi finirà intorno alle 17.30. Più il tempo di fare la doccia e la strada, sarò da te non prima delle 18.30/19. Può andare? –
- perfetto – sussurro io, alzandomi sulle punte per salutarlo con un bacio sulle labbra.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Arkady