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Autore: gabryweasley    20/01/2021    4 recensioni
È un pensiero confortante sapere che certe cose non cambieranno mai. So già che quando rivedrò Tsuyoshi, fra pochi minuti, sarà lo stesso ragazzo di sempre. Ne ho la conferma mentre lo guardo attraversare la strada e venire nella mia direzione, i capelli pettinati, gli occhiali al loro posto e tutti i bottoni della sua giacca rigorosamente chiusi.
{Fa parte della serie: "Always" scritta con Deb}
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Akito Hayama/Heric, Tsuyoshi Sasaki/Terence
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Always'
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Fanfiction 01: Evidence di gabryweasley
Fanfiction 02: Really di Deb
Fanfiction 03: Strays di gabryweasley
Fanfiction 04: Endgame di Deb



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È un pensiero confortante sapere che certe cose non cambieranno mai. So già che quando rivedrò Tsuyoshi, fra pochi minuti, sarà lo stesso ragazzo di sempre. Ne ho la conferma mentre lo guardo attraversare la strada e venire nella mia direzione, i capelli pettinati, gli occhiali al loro posto e tutti i bottoni della sua giacca rigorosamente chiusi.
«Akito!» Alza una mano per salutarmi mentre si avvicina, poi mette le mani a coppa davanti alla bocca per scaldarle col suo stesso fiato.
Mi sollevo dal muro al quale ero appoggiato, accanto alla porta del locale che abbiamo scelto, per fargli capire di averlo visto.
È sempre uguale.
«Ciao amico, entriamo? Eh? Si gela.»
Annuisco e apro la porta del locale. Una volta dentro, un cameriere ci accoglie e ci indica un tavolo vuoto vicino alla finestra e prima di rivederlo per le ordinazioni, Tsuyoshi mi ha già parlato degli studi di legge, del tirocinio che lo porterà lontano da Tokio, di sua madre, del compagno di sua madre, di sua sorella, degli insegnanti di sua sorella, degli studi di Aya e dei progetti che hanno. E alla parola progetti capisco che è il mio turno. Che forse in questo stesso momento Sana starà raccontando i nostri progetti a Fuka e Aya. No, non forse. Sicuramente.
Respiro piano, mentre il cameriere porta via i menù.
«Io e Sana ci sposeremo.» riesco a parlare per primo stavolta e alzo gli occhi a guardarlo. Nel suo sguardo trovo una buona dose di compiacimento e affetto.
«Certo che vi sposerete Hayama, stai tranquillo. Io ne sono praticamente certo dalla sesta elementare.» Mi sta fissando con tenerezza, come si fissa un bambino mentre legge la letterina per Babbo Natale.
Non ha capito, Akito. Ricomincia. «Ci sposiamo, volevo dire. A breve.»
Sulla sua faccia cominciano a comparire in ordine la sorpresa, la gioia, l’esultanza e infine la curiosità. Ed è quest’ultima ad avere la meglio.
«Te lo ha chiesto lei? Come te lo ha chiesto? Ti ha organizzato una festa?»
«Non è stata lei. Sono stato io.»
«Oh beh, allora… Puoi aiutarmi! Sei mio amico, puoi aiutarmi.»
È come se fosse schiacciato da qualcosa di molto pesante. Lo vedo accasciarsi sempre di più sul tavolo, scosso da piccole risatine.
Aiutarlo a fare cosa? Vuole un massaggio?
Comincio a pungolarlo con un dito, cercando di farlo raddrizzare, senza successo. Ci riesce solo il profumo dei piatti appena arrivati. O forse l’eccessiva educazione nel non voler disturbare il lavoro del cameriere.
«Akito» Tsuyoshi prende le posate e le impugna ai lati del piatto, poi mi fissa. Gli brillano gli occhi. «Voglio chiedere anche io ad Aya di sposarmi.»
«In bocca al lupo.» Tiro un sospiro di sollievo e comincio a studiare l’angolazione giusta dalla quale afferrare il panino che hanno portato. Tsuyoshi ancora non mangia.
«Le hai comprato un mazzo di fiori? Hai organizzato una cena?»
Mangia Tsuyoshi. Perchè non mangi?
Scuoto la testa, mentre mordo e poi mastico il panino. Faccio un altro morso.
«Akito come glielo hai chiesto? Dammi un’idea!» urla, senza urlare, da sopra il suo piatto.
Esasperante. Ho solo persone esasperanti intorno. Faccio un altro morso, poi decido di rispondergli.
«Non gliel’ho chiesto. Le ho detto solo “sposami”.»
Tsuyoshi sbuffa, e comincia finalmente a mangiare. Poi mi punta contro la forchetta.
«Dovevo immaginarlo. Sei dispotico.»
Dispotico. Non mi sembrava di essere stato dispotico mentre Sana ancora respirava affannosamente nel mio collo. Ti amo. Sposami. Mi è sembrato il massimo del romanticismo. Fare l’amore e poi farlo ancora.
Non so come, ma Tsuyoshi riesce a capire quando quello che dico è solo una parte del racconto. Quando alzo gli occhi dal mio panino, non è più la forchetta ad essere puntata nella mia direzione ma il coltello. E lui è proteso sul tavolo verso di me, gli occhi che brillano di nuovo dietro gli occhiali.
«Ti ho visto sai?» dice «Cosa non mi stai dicendo Akito?»
Dì qualcosa Akito. Lo farà Sana comunque. Tsuyoshi è tuo amico.
«È successo il giorno dopo che quel criminale l'ha baciata in tv…»
«Oh. Quello! Mia madre urlava contro lo schermo!»
«Ero arrabbiato. Con me stesso… e con tutto il mondo.» Non dico dei baci che Sana ha preteso da me, della pelle sudata, del nostro incastro sempre perfetto, del desiderio che tutto quello che siamo duri per sempre. «Ma poi abbiamo fatto l'amore. E le ho detto di sposarmi.»
«Dispotico e presuntuoso.» Tsuyoshi sfoga la frustrazione per i miei difetti sul suo piatto, finalmente. «Dovevo immaginarlo appena lo hai detto, che non mi saresti stato d'aiuto. Non sei capace di…» sventola una forchettata di bistecca per aria «... queste cose serie».
Riprende a mangiare circondato dal fumo del piatto. Oppure è fumo che esce dalla sua testa e magari sta per esplodere a causa della mia proposta non proposta. Resta in silenzio per qualche minuto, guardando un punto imprecisato fuori dalla finestra, dando anche a me la possibilità di finire il mio panino.
«Bisogna comprare un anello, fare le cose come si deve...» lo sento dire dopo un po’, più a sè stesso che a me, stavolta.
«Ma io le ho dato un anello, dopo.» dico, bevendo un sorso di coca direttamente dalla lattina. Mi guarda, Tsuyoshi, come se non credesse alle suo orecchie.
«L’anello di mia madre. Me lo ha dato mio padre quando gli ho detto che ci saremmo sposati.»
«Oh. Beh, non hai pensato comunque a niente.»
Posa le posate, sposta il piatto e si accascia di nuovo sul tavolo.
Guarda quanta frustrazione mi sono risparmiato Tsuyoshi, mi verrebbe da dirgli.
Riprendo a pungolarlo, cercando qualcosa da dire. Invece riprende a parlare lui.
«Dovrò spostarmi da Tokio per un lungo periodo. E vorrei che Aya venisse con me.» sospira, ancora accasciato sul tavolo.
Faccio un gesto verso il cameriere per fargli capire che va tutto bene quando comincia a guardare nella nostra direzione con aria interrogativa. Non è morto, è frustrato.
«Voglio chiederle di sposarmi. Non credi che sia arrivato il momento anche per noi Akito, eh? Credo che anche Aya se lo aspetti.» parla a ruota libera, perso in un flusso di parole continuo. «Lo sapevo che tu e Sana vi sareste sposati presto. Era ovvio, sono felice per voi amico mio. Perchè che senso ha aspettare, no?»
Non rispondo, alzo lo sguardo verso la finestra. Fuori, una figura che conosco bene, cammina con le sue amiche.
«Guarda, c’è Aya.» dico, spostando una mano sul vetro e cominciando a salutare per attirare la loro attenzione. La notizia basta per risollevare Tsuyoshi dal tavolo.
È Fuka la prima a vederci. Indica nella nostra direzione e tutte e tre insieme vengono verso la finestra del locale. Sana si avvicina al vetro, di fronte a me, producendo un leggero rumore metallico quando ci appoggia le mani. L’anello di mia madre sul suo anulare.
«Ti accompagno io.» dico al mio amico, continuando a guardare la mano di Sana, appoggiando anche la mia sulla sua. «Ti accompagno a cercare un anello, a organizzare qualcosa.» Anche se non è la proposta quello che conta.
Tsuyoshi mi guarda disorientato, prima di sorridere e annuire, e poi voltarsi di nuovo verso Aya.
Attiro l’attenzione del cameriere, con la mano libera, per chiedere il conto. Mi rigiro verso la finestra e faccio capire a Sana che stiamo per uscire. Ti aspetto qui fuori, dice.
Che senso ha aspettare, no? «Tsuyoshi» lo chiamo, mentre ci alziamo e cominciamo a infilare le giacche. «Mi faresti da testimone?»
Di nuovo sul suo volto scorrono sorpresa, gioia, esultanza. Nessuno spazio per la curiosità ma solo per la consapevolezza della nostra amicizia.
«Assolutamente! Questa si che è una proposta, Hayama!» mi dà una pacca sulla spalla, avviandosi poi verso la cassa.





Buongiorno! ^^
Quinta shot della serie Always. Sono shot più leggere, poco impegnative. :D Ma scriverle è stato molto piacevole!
In Endgame, di Deb, Sana ha parlato di matrimonio e proposta alle amiche, qui Akito lo dice a Tsuyoshi, non immagnando assolutamente di procurargli tutta quella frustrazione. Si farà perdonare!
Credo che si sia capito, Always porta dritta dritta al matrimonio di Sana e Akito, spero che vi strappi qualche risata! :)
Vi lascio, e vi abbraccio forte! ♥
Mano sul cuore,
Gabry





   
 
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