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Autore: XI Dottore    20/01/2021    1 recensioni
Questa storia parla di un ragazzo qualsiasi che finisce catapultato in un altro mondo. Qui dovrà affrontare numerose sfide e difficoltà nel tentativo di ritornare al suo mondo dalla sua famiglia.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi rialzo lentamente. C'è...silenzio. Mi guardo intorno Izo è ranicchiato a terra che rantola dal dolore, il tizio dorme a terra dopo averci salvato e tutti gli abitanti che mi guardano stranamente in silenzio.

Sono un po' imbarazzato, non so come comportarmi. Mi sento osservato e oltre all'imbarazzo inizia a salire anche un pochino di ansia.

“Ehm...state...tutti bene? C'è qualche ferito?”.

Mentre parlo tutti continuano a fissarmi senza fiatare, come se non si fidassero di me. Abbasso lo sguardo, istintivamente passo la mano destra sul collo grattando qualcosa che in realtà non mi prude.

Mentre evado il muro del silenzio con lo sguardo, mi soffermo su Izo. Giusto. Mi avvicino preoccupato.

“Signor Izo, sta bene? Riesce ad alzarsi?”.

Lo aiuto a girarsi. Non è svenuto, provo a vedere se è vigile, in assenza di una torcia gli apro leggermente le palpebre e provo a vedere se reagisce agli stimoli.

“Se mi sente, segua il dito con lo sguardo”.

Muovo il dito in varie direzioni e le sue pupille seguono il mio dito, bene, sembra non ci siano danni.

“Ora la lascerò due minuti qui, vado a prendere il mio cavallo, ho delle medicine che potrebbero aiutarla per il dolore. Non si muova”.

Corro verso il cavallo poco fuori dal villaggio, lo slego, salgo in sella e parto. Pochi minuti mi bastano per fare ritorno al villaggio. Vedo Izo che nel mentre si è tirato su, mettendosi seduto, ha le gambe leggermente piegate e il capo chino tenuto tra le mani.

Fermo Rell appena arrivatogli affianco, scendendo molto velocemente, inizio a cercare le medicine nel borsone, mentre lascio lo sguardo su di lui. (fortuna che ieri sera ho studiato un po' altrimenti adesso sarei in difficoltà)

“Eccomi di ritorno, non deve alzarsi, se ha qualcosa di rotto potrebbe aggravarsi, potrebbe avere delle lesioni interne...”.

Izo si alza in piedi, sempre tenendo lo sguardo basso. Una volta completamente in piedi, alza lo sguardo, guarda la sua gente, guarda il dormiente a terra e poi...infine...me...

“Io sto benissimo...ma sarei stato meglio senza la vostra intromissione”.

Tolgo le mani dal borsone. Quelle parole mi hanno preso di sorpresa.

“Se non fosse stato per noi, ora lei sarebbe morto e il suo villaggio saccheggiato”.

“Lui non lo avrebbe veramente fatto. È già successo in passato, avrebbe continuato a picchiarmi e se ne sarebbe andato. Tu così invece li hai fatti infuriare e ora la loro ira si abbatterà su di noi e infine mi hai disonorato rendendo vano il mio sacrificio”.

“Gli si leggeva negli occhi che ti avrebbe tagliato la testa senza pensarci due volte. Non c'è onore in una morte senza senso”.

“Cosa ne sai tu di onore straniero? Con la mia morte avrei soddisfatto la loro sete di sangue, successivamente i miei cittadini avrebbero eletto un nuovo capovillaggio e...”.

“Che poi sarebbe stato a sua volta minacciato, picchiato e ucciso...in un ciclo senza fine?”.

“Cosa potremmo fare contro quella gente? Le guardie della capitale sono lontane e dalla città vicina non ci mandano soldati perchè sono già impegnati per i loro affari...Almeno morendo sarei riuscito a proteggere...”.

“Questo lo hai già detto...ma...io non potevo stare a guardare una persona venire uccisa senza motivo. Non fa parte del mio carattere. Ti ho dato la possibilità di vivere ancora e trovare una soluzione definitiva al problema”.

“Soluzione? AH! Quelli erano solo una parte della banda...cosa pensi che faranno...torneranno...e...saranno molto più infuriati di oggi”.

“Ma una cosa, chi ha detto che dalla capitale non manderanno aiuti?”.

“Abbiamo mandato dieci uomini, nove sono morti qui vicino per colpa di quei briganti. Solo uno è riuscito ad arrivare alla capitale...e quella è stata la risposta”.

Mentre parla Izo respira pesante, si sente del dolore nella sua voce. Lo sguardo truce.

“Signor Izo mi ascolti. Lei non mi conosce, so che qui c'è l'usanza di diffidare degli sconosciuti e che secondo lei morire era l'unico modo di sopravvivere. Ma ora quello è il passato io ed il vostro amico steso li a terra vi aiuteremo. Mi sembra molto forte e non penso si rifiuterà di aiutarvi”.

“Sciocco. Moriremo tutti invece, tu non sei così forte senza quelle strane armi, che sono poco efficaci contro il chi oltretutto...e comunque...quello non è amico nostro, pensavo fosse con te”.

“Ehm...beh...non ho usato tutta la mia forza...comunque...quando si sveglierà gli chiederemo chi è. Ora. Mi permetta di curarla, liberiamo le persone e poi penseremo ad un piano”.

“Io sto bene, non ho bisogno di cure. Sleghiamo le persone”.

Lo sguardo di Izo, le sue parole, trasudano rassegnazione. Mentre sleghiamo le persone, non mi toglie quasi mai lo sguardo di dosso. Gli abitanti al mio tocco quasi saltano dallo spavento, come se temessero di essere nuovamente malmenate o uccise. Finito di slegare le persone Izo mi fa cenno di tirar su lo straniero addormentato a terra. Me lo carico in spalla a peso morto.

“Tornate nelle vostre case. Per oggi penso sia abbastanza. Chi è rimasto senza casa sarà ospite per la notte da chi ha posto, domani penseremo a qualcosa di più stabile. Tu...straniero...come ti chiami?”

“Igor”.

“Bene Igor, lui lo metteremo dentro casa mia, ho un po' di posto, lega il cavallo al palo e seguimi”.

“Bene”.

Le case del villaggio sono tutte disposte vicino l'una all'altra a formare due semicerchi attraversati a metà dalla strada principale e circondate dal piccolo recinto esterno. Entriamo dentro casa e appoggio lo straniero sopra una specie di materassino sottile e morbido sopra il quale c'è una coperta rettangolare sul pavimento. L'arredamento della casa è molto povero e spartano, quasi assente.

“Bene Igor, stasera potrai stare da me. Anche lui. Basta che domani ve ne andiate entrambi. Vi chiedo solo questo. Con i briganti me la vedrò io”.

“Ma non ci penso neanche...”.

“No Igor, tu non sei di qua. Quando andrai via, non sarà più un tuo problema, quindi non discutere”.

“Facciamo così, prima di tutto voglio sentire chi è lui. Una volta capite le sue intenzioni deciderò. Ti prego. Lasciati aiutare”.

Izo inizia a camminare avanti e indietro pensieroso grattandosi la testa.

“So già che me ne pentirò...va bene. Ma entro l'alba di domani voglio sapere tutto. Ora perdonami ma ho delle cose da fare”.

Con fare preoccupato e stizzito Izo esce di casa senza neanche aspettare una mia risposta.

Incominciamo bene...suppongo di dover portare pazienza...non pensavo che aiutare le persone fosse così difficile.

Mi siedo nell'angolo della stanza, intanto che aspetto che si svegli mi studio un po' di appunti che può sempre tornare comodo. Passano le ore e ancora dorme; ormai siamo a pomeriggio inoltrato. Stanco di aspettare esco di casa, prendo l'acqua dalle provviste e torno dentro...fuori di casa non c'era anima viva. Entro in camera faccio per tirare l'acqua in testa al pelato ma improvvisamente...

“Ehi...che cosa vuoi fare con quella?”.

Sobbalzo, a quanto pare è già sveglio.

“Da quanto sei sveglio?”.

“Da quando sei uscito dalla camera. Ho fatto finta di niente per studiare la situazione ma non mi piace che mi si tiri l'acqua addosso appena sveglio”.

Lo straniero si mette seduto, sbadigliando rumorosamente, per poi alzarsi in piedi. Sempre sbadigliando si gratta la folta barba mentre allunga tutti gli arti a turno per sgranchirsi un pochino.

“Chi sei tu esattamente? Ti ho visto dormire su quel carretto oggi...come ci sei arrivato all'insaputa di tutti?”.

“Io mi chiamo Chuulun, vengo dalla capitale. Faccio parte della guardia del palazzo della Regina Fuyuko, sono stato inviato qui a seguito della richiesta di aiuto di questi abitanti”.

“Caspita, ecco perchè sei così forte. Ma...come mai la regina manda addirittura una guardia del suo palazzo per un villaggio così remoto e sperduto?”.

“Prima di tutto, tu come ti chiami invece straniero? Da dove vieni? Mi sembri lontano da casa...”.

“Io mi chiamo Igor. Vengo dallo Stato del Futuro, sono in viaggio per formarmi come Dottore. Dimmi di più di te”.

“Sono stato allontanato da palazzo su ordine del capo delle guardie per cattiva condotta, questa missione è solo una delle tante che mi sono state affidate ai confini dello stato, dovrebbe servire a farmi riscattare per il disonore arrecato al corpo delle guardie”.

“Che cosa hai fatto per disonorare tutto il corpo delle guardie?”.

“Prima dimmi la verità...se pensi che mi beva quella pessima bugia hai bassa considerazione di me; magari attacca con la gente comune. Se vuoi mentire in questo Stato a cariche pubbliche o guardie di alto livello dovrai imparare a non increspare così tanto il tuo chi...ti avrei scoperto anche da addormentato”.

“Anche te sai leggere il chi per capire se uno mente quindi?”.

“Eh già...è una dei requisiti minimi per noi guardie di palazzo”.

“Scusami, ma non posso dirti il vero motivo che mi spinge a viaggiare...ma posso assicurarti che ho intenti pacifici...”.

“Adesso stai dicendo la verità...capito. Comunque...sono...diciamo che sono stato allontanato in quanto sono stato trovato ubriaco di guardia...ripetute volte. La Regina mi ha visto una volta ed è bastata per farla infuriare con il mio capo che a suo volta si è infuriato con me”.

Come colpito da un'idea geniale Chuulun si fruga sulla cintura, prende una fiaschetta, che non avevo visto, toglie il tappo e cerca di bere...il disappunto sul suo volto si manifesta sotto forma di smorfia di stizza nell'apprendere che la fiaschetta è vuota. Così la chiude e la riattacca alla cintura”.

“Scommetto che ti sei fatto un goccetto anche venendo qua, vero?”.

“Il viaggio mi ha messo sete, così ho bevuto un sorso”.

“Come hai fatto a svegliarti giusto in tempo per stendere il brigante e poi tornare a dormire? Di solito da ubriachi si crolla nel sonno profondo e basta...”

“Ho attaccato qualcuno? Suppongo che il mio Inconscio abbia percepito una minaccia e abbia reagito mentre dormivo...oppure non ricordo perchè ero ubriaco, non saprei”.

Non riesco ad inquadrarlo, non so se fa il finto tonto perchè non si fida o se lo è veramente.

Gli tiro la borraccia con l'acqua.

“Tieni, bevi questa. Dopo una sbronza bisogna idratarsi”.

Beve trangugiando l'acqua fino a quasi finirla tutta, per poi ritirarmi indietro la borraccia. Si siede in un angolo.

“Allora, dimmi che è successo oggi e com'è la situazione”.

Gli racconto tutti gli avvenimenti della mattinata, dei briganti, del suo intervento e delle parole di Izo. Chuulun si gratta il mento facendo passare le dita tra la barba mentre rifletteva sulla situazione; ha lo sguardo di uno scacchista che pensa alla prossima mossa.

“Da come racconti i tuoi movimenti, sembra che tu abbia ricevuto un vero e proprio addestramento militare...pari quasi al mio. Se non fosse per la piccola differenza nell'uso del chi li avresti anche sbaragliati da solo”.

“Suppongo sia inutile mentire per ora, quindi...si...ho ricevuto una sessione accellerata di addestramento per poter sopravvivere durante il mio viaggio. Prima di andare avanti ti chiedo una cosa, dato che sei una delle guardie di palazzo...se io dovessi incontrare la Regina, come posso farmi ricevere?”.

Chuulun scoppia in una risata fragorosa.

“Ahahaha...mi piace la tua innocenza...davvero...sei simpatico. La Regina non riceve mai nessuno. L'unico modo che avresti sarebbe irrompere a palazzo, eludere tutte le guardie e presentarti al suo cospetto...ed avresti giusto il tempo che passa da quando ti vede al suo attacco per parlare. So che al Nord Re Marcus riceve solo chi è abbastanza forte da sconfiggere la sua guardia...ma li sono dei barbari quindi forse li avresti più fortuna”.

“Aspetta...Re Marcus? Ma...quanti governanti ci sono qua?”.

“Ahahahaha...Vedo che hai molte domande. Facciamo così, pensiamo ad un problema alla volta altrimenti mettiamo troppi discorsi sulla tavola. Pensiamo prima a questo villaggio, dobbiamo escogitare un piano. Tu dammi supporto e io risponderò alle tue domande...il tuo chi...mi da una sensazione di fiducia...quindi voglio seguire il mio istinto”.

“Certo che ti darò supporto, anzi, speravo che tu mi potessi aiutare a salvarli. Izo mi ha dato fino all'alba per escogitare un piano”.

“Lascia fare a me, sono bravo con i piani”.

“Mi Fido. Anzi, aspettami qui un attimo che forse ho una cosa per te”.

Esco dalla stanza e poi di casa, faccio una carezza sul muso di Rell. Il sole inizia a calare e Izo dovrebbe tornare a breve. Metto il cibo di Rell nella musetta e gliela lego dietro la testa così che possa mangiare, in seguito penserò al bere, frugo nella sacca in cerca di qualcosa per il mio compagno, la trovo; ritorno in casa.

“Tieni, questa è per te. Fortunatamente nessuno si è accorto della mia aggiunta alle provviste”.

Gli lancio la bottiglia trovata nella sacca.

“Cos'è questo?”.

“Vino”.

“Davvero? Cosa ci fai te con il vino?”.

“Me lo tenevo in caso di serate fredde o festeggiamenti...ma...prendilo come regalo per una nuova collaborazione”.

“Questa la apriremo domani dopo aver sbaragliato quei briganti”.

Il tempo passa, il sole cala e arriva la notte, io e Chuluun accendiamo le luci sparse per casa, torniamo a sederci a terra in camera e ci confrontiamo su come sia meglio agire, dato che saremo due contro tanti dovremo essere più che preparati. Finchè non sentiamo aprirsi la porta. Entra Izo, con la stessa preoccupazione con la quale era uscito. Chuluun appena lo vede si alza e fa un breve e corto inchino in sua direzione come cenno di saluto.

“Buona sera signor Izo, la ringrazio per l'ospitalità”.

Izo ricambia l'inchino.

“Non mi ringraziare, non è necessario. Chi sei?”.

Chuluun si presenta e descrive brevemente il motivo per il quale si è presentato al villaggio.

Diciamo che non gli abbiamo detto proprio tutto tutto, Chuluun ha omesso qualche dettaglino scomodo.

Appena appreso che è l'uomo mandato dalla capitale per loro Izo cade sulle ginocchia in un pianto a metà tra la gioia e la tristezza.

“Un uomo solo...la capitale ci manda...un uomo solo...”.

“Con tutto il rispetto signor Izo, hai visto quanto è forte Chuluun, praticamente è come se la capitale ti avesse inviato un piccolo esercito”.

“Voi non avete idea di chi è il loro capo...”.

Chuluun si china verso Izo aiutandolo a rialzarsi.

“Non si preoccupi. Lei voleva un piano d'azione entro l'alba giusto...bene, noi le daremo non solo un piano, ma ben due modi in cui possiamo agire domani”.

“Prima spostiamoci in cucina, almeno potremo sederci decentemente”.

In cucina c'è un tavolo con quattro sedie, un fuoco con affianco una struttura in legno con dei cassetti e un pianale in pietra sopra.

“Sentiamo, ditemi i vostri piani”.

Prendo la parola per spiegare al meglio il piano di battaglia.

“Allora signor Izo. Abbiamo due piani in base a come si comporteranno loro; semplici ma efficaci. Non sappiamo quanti sono, ma sappiamo che se sono infuriati, domani verranno tutti; compreso il capo dei capi che tu temi tanto. Allora cosa faremo, li aspetteremo fuori dal villaggio, Chuluun che può usare il chi li affronterà frontalmente, mentre io li attaccherò dal lato con un attacco veloce e rapido...neanche capiranno cosa li ha colpiti. Infine li leghiamo tutti e li portiamo in città per sbatterli in gattabuia”.

“Mi sembra un pò scarsino come piano, se invece di domani decidessero di passare un altro giorno?”.

“Facile. Oggi hai detto che quando avete provato ad andare nella capitale per chiedere aiuto siete stati intercettati. Noi cercheremo l'avanguardia e ci faremo guidare al loro covo. Dopo di che li malmeniamo tutti”.

“E poi li portiamo in gattabuia”.

“Anche questo piano mi sembra fallace. Cioè, voi pensate di sconfiggerli? Sarete anche molto forti, ma loro sono comunque tanti”.

“Il numero non sarà un problema, posso stenderli in un attimo...e se anche le cose si mettessero male ho i miei assi nella manica”.

Chuluun ridacchiando guarda Izo per poi prendere la parola.

“Guardi, io durante il mio addestramento combattevo contro venti uomini contemporaneamente e se non vincevo, non mangiavo. Le basti sapere che ho digiunato solo la prima sera...e sapevo appena combattere. L'aiuto di Igor è solo per avere quella sicurezza in più di riuscire nella mia missione”.

“Va bene, dopotutto se la Regina ha mandato te vorrà dire che sai il fatto tuo”. Dice Izo in modo sbrigativo.

“Quindi, si fida del piano?”.

“No, ma a quanto pare non posso fare altro che riporre le mie speranza in voi. Igor, oggi forse sono stato molto duro nella mia reazione; in fondo tu non sei di qua e non conosci le nostre usanze. Però hai salvato la mia vita e quella dei miei cittadini quindi...ti ringrazio”.

Izo china leggermente il capo verso di me.

“Bene allora, direi di mangiare qualcosa e poi andare a dormire, che all'alba si comincia”.

La serata va avanti in maniera abbastanza silenziosa, giusto qualche chiacchera per definire meglio i piani di battaglia senza troppe “chiacchere di cortesia”.

“La stanza l'avete vista io mi metterò qui di lato, ci sono materassini e coperte per tutti, sceglietivi un angolo e dormite”.

Izo senza neanche troppi giri di parole spegne l'ultima luce e si gira per dormire, rassegnato al fatto che sarà la sua ultima notte.

Chuluun e io ci posizioniamo agli altri due angoli della stanza in modo da stare distanziati sia tra noi che da Izo, così mi metto a dormire con il piano di battaglia dell'indomani ben chiaro in mente.

 

   
 
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