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Autore: Cherry_Illusion    21/01/2021    0 recensioni
(SangCheng; Spoiler Finale)
Quando Jiang Cheng si rese conto di quel piccolo e inutile dettaglio che trasformava una tragedia in premeditazione, il più grande terrore di essere solamente parte di un grande piano si palesò in lui.
Genere: Angst, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri, Jiang Wanyin/Jiang Cheng, Nie HuaiSang
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Suono delle macerie che lente si frantumavano sempre un po' di più a suolo. Tutti erano fuggiti dal tempio, quasi tutti. Una persona, viva, era rimasta all'interno e il pianto silenzioso della più grande tra le giade n'era la prova.
Turbamento era l'emozione che si leggeva sui loro volti, il sollievo di chi aveva compreso che non esistesse più il nemico, il dolore di chi aveva compreso di aver perso un amico. Niente sarebbe potuto essere più reale, la più pura rappresentazione di una tragedia, se solo non ci fosse stato un attore.


Jiang WanYin si rese conto per la prima volta di quanto fosse semplice manipolarlo in quello stesso istante, mentre la polvere ancora non si era del tutto depositata a terra. Se ne rese conto quando smise di preoccuparsi della salute del suo amato nipote, quando si rese conto di come quella situazione sembrasse sbagliata. Forse era stata la paura, forse era stato il pericolo, forse era stata la sicurezza di avere dei nemici. Nessuno si era preoccupato di un errore, di un uomo che non avrebbe dovuto trovarsi li con loro. Perché se tutti avevano un motivo per trovarsi in quel luogo, Nie Huaisang non aveva alcuna scusa plausibile per aver avuto il coraggio di giungere da solo in quel tempio.
Così rimase a guardarlo alzarsi per allontanarsi da Zewu Jun che, seduto, stava ancora piangendo. La veste sporca di sangue, parte di quello che doveva essergli uscito dalla ferita inflitta da Su She e parte di quello di Jin GuangYao, e terra. Un ventaglio di carta aperto e usato già per farsi aria. Aveva un'espressione turbata, il pallore di chi aveva appena rivisto un fantasma eppure le labbra increspate in un leggero sorriso.
Si mosse senza rendersene conto, passi così veloci da sembrare per un momento una corsa. Non si preoccupò dello sguardo di nessuno, non si preoccupò di alcun giudizio. Quando afferrò il polso sottile di quell'uomo che era stato un tempo l'amico con cui si era divertito a guardare suo fratello fare cavolate, non c'era più il divertimento di tanti anni prima nel suo sguardo.

<< Nie Huaisang. Ti sei preso gioco di tutti noi? >>

In quale senso, scusami? -

L'aveva rivisto in tante occasioni, un piagnucolone che chiedeva perennemente aiuto all'interno della residenza dei Jin. La persona che aveva di fronte non era la stessa che si era trovato davanti per tutto quel tempo. Non c'era quel perenne disagio, quella paura di prendersi delle responsabilità in quello sguardo. Gli venne rivolto un sorriso, poi una mano si poggiò sul suo viso. Una piccola mano che accarezzò la sua guancia.

Quando gridai, era vero che fosse stato Su She a colpirmi con la spada? Quando avvertì Zewu Jun, era vero che Jin GuangYao si fosse mosso? -

Quella persona gli rubò le parole dalle labbra, lasciandolo in totale silenzio. Avrebbe desiderato vedere in quegli occhi grigi qualcosa di diverso dal più totale vuoto, non vi era soddisfazione, ma nemmeno dolore. Non c'era nulla, solo il gelo più crudele che avesse mai potuto vedere nell'animo di una persona.

Ti ho sempre invidiato, Jiang Cheng. Quanta invidia ha riempito il mio cuore ogni istante in cui il mio sguardo si poggiava su di te. -

<< Invidia? Spero tu stia scherzando. Cosa dovresti invidiare di una persona che ha perso tutto? Vorresti incominciare a sognare i tuoi genitori morti ogni notte per caso? >>

Il suo tono sprezzante non ricevette l'effetto voluto. La sua mano era ancora stretta al Capo Setta Nie, mentre quella dell'altro era ancora sulla sua guancia ad accarezzarlo. Avrebbe desiderato vedere quell'uomo scostarsi da lui, ferito da parole così prive di tatto. Perché per quanto il suo ego fosse immenso, ricordava perfettamente quanto simili fossero loro due e adesso che non erano più due giovani, l'anima fiorita di Huaisang era appassita in quello sguardo grigio come la cenere.

Sei un bugiardo. -

Una sorta di magone gli bloccò il fiato. Tre semplici parole mormorate con quel sorriso eppure taglienti come la sciabola che pendeva dalla sua vita, inutile come ogni altro strumento di guerra nelle mani di quell'uomo.

Hai tuo nipote con te, l'hai sempre avuto. Adesso è tornato anche tuo fratello e con lui il suo amato. Non esiste alcun passato che possa divorare la tua mente con un presente così intenso. -

Quella piccola mano scivolò lentamente, fino ad abbandonare la sua guancia lasciandovi contro un senso di freddo pungente, poggiandosi contro il suo petto. Non sapeva perché non riuscisse a parlare, perché quelle parole lo facessero sentire come se fosse lui nel torto.

Se mi fossi preso gioco di voi, se avessi fatto tutto per egoismo, non pensi forse che avrei provato a tenere per me qualcosa? -

Una lieve spinta lo portò a fare qualche passo indietro, spostandosi di lato per lasciar nuovamente libero il passaggio a Nie Huaisang. La sua mano stringeva con talmente tanta forza quel polso sottile da sentire sotto le unghie quella pelle diventare sempre più calda, come se dovesse lasciarsi bucare da un momento all'altro.

<< Ti sei giocato di noi oppure non l'hai fatto? >>

Alzò la voce nel fargli quella domanda nuovamente, forse fisicamente si era arreso in parte, ma mentalmente non voleva lasciarlo impunito. Quegli occhi grigi non gli rivolsero più alcuna attenzione, puntati verso l'alba nascente che s'intravedeva oltre alle mura del tempio.

Il nostro amore estivo di tanti anni fa, Cheng, non determina la mia sincerità nei tuoi confronti. Arrivederci, Capo Setta Jiang. -

Serrò la mandibola Jiang Cheng. Avrebbe voluto gridare che non si poteva permettere di comportarsi in un simile modo con lui, che avrebbe dovuto renderlo partecipe di qualunque stupido piano avesse ideato fino a quel momento, di qualunque vendetta avesse avuto in mente e per qualunque motivo. Avrebbe voluto stringerlo con più forza, tenerlo bloccato lì con lui e dirgli che non era un semplice amore estivo il loro, dirgli che se non aveva mantenuto la sua promessa era per quello che era successo dopo, per la morte della sua intera famiglia e per il doversi occupare di Jin Ling. Avrebbe voluto fare molte cose, ma invece in quel momento fu lui il patetico uomo troppo impaurito dal mondo per poter fare qualcosa. Lasciò andare quel polso fragile, osservando il Capo Setta Nie allontanarsi con passo calmo, mentre inerme non era capace di muoversi dal posto in cui si trovava.

Forse si dovrebbe cantare una storia d'amore dal suo inizio, quando due giovani anime si sono incontrate per via di un gioco scontrandosi per la loro ingenuità e la loro diversità. Uno scudo fatto di regole e un ventaglio di carta strappato dall'abbandono erano stati messi da parte, per un istante, in un luogo dove mai sarebbe stato accettato un simile sentimento. Adesso, dopo tutti quegli anni, quello scudo e quel ventaglio sono stati riparati e nessuno più potrai filtrare tra le crepe e i tagli.
 

Note finali~

Mi sono lasciata ispirare un po' dalla musica, un po' dai sentimenti e anche un po' per il mio amore per la SangCheng!
Spero che vi sia piaciuta questa storia e vi ringrazio per la lettura! Fatemi sapere cosa vi è piaciuto, cosa non vi ha convinto o le sensazioni che vi ha lasciato addosso questa fic!
   
 
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