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Autore: IndianaJones25    22/01/2021    2 recensioni
È una luminosa e calda giornata estiva di fine Ottocento quando, in una casa di Princeton, nel New Jersey, nasce l’unico figlio del professor Henry Jones Sr. e di sua moglie Anna.
Nel corso dei venticinque anni successivi, il giovane Junior vivrà esperienze indimenticabili e incontrerà persone straordinarie, in un viaggio di formazione che, tappa dopo tappa, lo porterà a diventare Indiana Jones, l’uomo con frusta e cappello, il più celebre archeologo del mondo…
Genere: Avventura, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Abner Ravenwood, Henry Jones, Sr., Henry Walton Jones Jr., Marion Ravenwood, René Emile Belloq
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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VI.
VIENNA, IMPERO AUSTRO-UNGARICO, NOVEMBRE 1908

   E dire che Indy era stato messo in guardia nientemeno che da Sigmund Freud e da Carl Gustav Jung in persona, riguardo le possibili e tragiche implicazioni di un innamoramento. Forse avrebbe fatto meglio a prestare orecchio a loro e alla loro scienza, anziché restare impressionato davanti a quei due uomini che discorrevano in piena libertà di argomenti che, di solito, erano totalmente banditi dalla sua vita, un tabù da passare sotto  completo silenzio.
   In verità, Anna avrebbe preferito che non ne parlassero davanti a lui; Henry, al contrario, aveva obiettato che era molto meglio che Junior imparasse quelle cose fin da piccolo, anziché farci i conti da solo una volta diventato più grande, senza sapere a che cosa stesse andando incontro di preciso. E, così, dopo la fine della cena, era rimasto seduto a tavola con loro, annusando l’odore asprigno dell’interminabile sigaro di Freud e ascoltando i due psicanalisti intervallarsi in una specie di monologo alternato e dai ritmi serrati.
   L’amore, il sesso, l’attaccamento… concetti nuovi e proibiti, da fargli girare la testa.
   Solo che, invece, la testa gliel’aveva fatta girare - e il cuore glielo aveva fatto battere impazzito - una bellissima ragazzina che aveva conosciuto alla pista di pattinaggio. Avevano volteggiato insieme per tutto il pomeriggio, piroettando sul ghiaccio e sfidando l’aria fredda dell’inverno, giunto con largo anticipo, che arrossava le guance e screpolava le labbra; e Indy si era a poco a poco reso conto di un fatto che, fino a quel momento, non lo aveva mai riguardato: si era innamorato di lei, e adesso non riusciva più a togliersela dalla testa.
   Ripensava al suo sorriso, alla sua voce deliziosa, a quegli occhi che si riempivano di lieto divertimento ogni volta che lo vedevano compiere una qualche ardita acrobazia seguita dall’immancabile volo con atterraggio duro. Quel riso che lo aveva accompagnato per tutto il pomeriggio gli risuonava ancora nelle orecchie.
   Allora ciò che era successo dopo era stato tutto così ovvio e naturale che nemmeno era servito rifletterci.
   Le aveva fatto recapitare un bigliettino, a cui lei aveva risposto quasi subito. Le aveva chiesto di poterla rivedere; a quel punto, però, lei aveva obiettato e messo innanzi le prime difficoltà che si opponevano a quel proponimento: anche se sarebbe stata molto felice e lusingata di poterlo incontrare di nuovo, in casa sua non si poteva semplicemente suonare il campanello e chiedere il permesso di accomodarsi come se nulla fosse.
   Ma Indy non era il tipo da fermarsi davanti ai primi ostacoli.
   Camminando adagio per non svegliare miss Seymour, era sgusciato dalla sua stanza in piena notte e, affrontando le buie e gelide strade viennesi, si era diretto verso la dimora di Sophie. L’avrebbe rivista come desiderava e, se si fosse resa necessaria una fuga d’amore, l’avrebbe rapita e portata con sé, verso una nuova vita. Poco importava che lui avesse solo nove anni e lei sette; e importava ancora meno che, il suo nome completo, fosse Sophie Marie Franziska Antonia Ignatia Alberta, principessa di Hohenberg, figlia dell’Arciduca Francesco Ferdinando d’Austria-Este e nipote dell’Imperatore Francesco Giuseppe d’Asburgo-Lorena. Che cosa potevano mai valere, l’età e tanti nomi altisonanti, dinnanzi alla forza dell’amore?
   In un modo o nell’altro c’era riuscito. Era riuscito a sgusciare attraverso le guardie, i domestici e gli invitati alla festa in corso al Palazzo Imperiale e aveva raggiunto le stanze di Sophie.
   La bambina non era sembrata affatto sorpresa di trovarlo lì. Evidentemente, aveva capito anche lei che, quel ragazzino arrivato dalla lontana e tanto favoleggiata America, era un tipo fuori dal comune, proprio come doveva essere stato il suo prozio Rodolfo, che per amore si era addirittura tolto la vita. Era scesa dal letto, si era infilata una sopravveste di seta sopra la camiciola da notte e gli era venuta incontro, scalza. Avevano parlato, forse a lungo o forse soltanto per pochi istanti; e Indy, ascoltando le sue argomentazioni, aveva dovuto accettare che, la loro, sarebbe stata una storia d’amore impossibile.
   Sophie però non aveva voluto dirgli addio come se non si fossero mai incontrati. Gli aveva donato una catenina d’argento a cui era attaccato un piccolo medaglione con dentro un suo ritratto.
   «Così potrai vedermi sempre e non ti dimenticherai mai di me» gli aveva detto, facendogli una carezza sul viso.
   Poi lo aveva gratificato con un bacio sulla guancia e lo aveva aiutato a fuggire.
   Solo che la ritirata, al contrario dell’assalto, era andata male e, adesso, si trovava al cospetto nientemeno che dell’Arciduca in persona. Era stata Sophie stessa, quando si era resa conto che Indy era stato catturato da alcune guardie che lo avevano notato mentre cercava di sgusciare per lo scalone, a chiedere che fosse condotto da suo padre, anziché arrestato. E, dinnanzi all’augusto genitore della ragazzina, il giovane Jones aveva persino avuto l’ardire di insistere nel suo folle innamoramento e chiederla in sposa.
   «Apprezzo il tuo coraggio, ragazzo» disse Francesco Ferdinando, lanciandogli un lungo sguardo, profondo e penetrante. «Il mondo sarebbe un posto migliore, se tutti gli uomini fossero di valore e coraggiosi proprio come lo sei tu. Tuttavia, devi comprendere che non sempre le storie d’amore sono realizzabili. Tu ami mia figlia e forse lei ama te. Ma questo non è possibile che avvenga. Sei abbastanza maturo da capire che - al di là del fatto che, per via della sua età, Sophie non sia ancora pronta per il matrimonio - c’è un ostacolo anche maggiore, oserei dire insormontabile, che si frappone tra te e lei: mia figlia è una principessa, discendente di numerose nobili e antichissime stirpi; e, come tale, ha dei doveri, prima ancora che dei diritti. Essere di sangue nobile e appartenere a una famiglia reale non sempre può dare origine a delle fiabe. E il suo dovere è infatti quello di unire il proprio sangue alla nobiltà europea, rinunciando anche all’amore se necessario, per perpetuare le antiche dinastie e fare sì che continuino a risplendere. Capisci?»
   Indy annuì. Capiva il discorso, anche se non lo condivideva affatto.
   L’Arciduca gli si avvicinò e gli pose una mano sulla spalla. Lui sollevò lo sguardo e lo fissò dritto in viso.
   «Ragazzo mio, l’amore è una faccenda pericolosa. Le donne, poi, sono ancora più pericolose. Non bisogna cedere alle loro lusinghe, perché portano più guai che altro. Te ne ricorderai?»
   Indy annuì di nuovo.
   «Prometto che lo terrò a mente» riuscì a dire, con un filo di voce.
   Eppure, dentro di sé, era più che pronto a scommettere che non se ne sarebbe ricordato mai.
   Addio, allora, dolce Sophie. Che il tuo destino ti sia propizio e che possa permetterti di trovare davvero l’amore, nel solco già tracciato della tua esistenza.
   
 
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