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Autore: evelyn80    22/01/2021    4 recensioni
Raccolta di piccole one-shot partecipanti alla Challenge "Just stop for a minute and smile" indetta da Soul_Shine sul forum di EFP.
Vari momenti divertenti con protagonisti Terry Kath e/o Danny Seraphine, la mia BROTP nel fandom dei Chicago.
Il capitolo n° 10, "Invasioni barbariche", partecipa anche alla Challenge "Real life challenge" indetta da ilminipony sul forum di EFP
Il capitolo n° 17, "Disastri enologici", partecipa anche alla sfida "Prompts, our Wires" indetta da Soul Dolmayan sul sito di EFP
Il capitolo n° 19, "Io ce l'ho più grosso", partecipa anche alla Challenge "Let's Hope this Challenge will make this Christmas right" indetta da Asmodeus EFP sul Forum di EFP
Genere: Comico, Commedia, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Danny Seraphine, Nuovo personaggio, Terry Kath
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Make me smile'
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Los Angeles, 10 maggio 1975

 

Terry stava approfittando della bella giornata di sole, e dell'intervallo di tempo di quindici giorni tra un concerto e l'altro, per lavare la sua automobile e quella di Greta. Entrambe le auto avevano dannatamente bisogno di una rinfrescata – sporche com'erano della polvere rossa che, nelle giornate di vento, proveniva dal deserto – e il chitarrista, in canottiera e pantaloni bianchi di una tuta, in mano il tubo di gomma per innaffiare, aveva praticamente allagato tutto il giardino facendo il bagno pure a se stesso.
Per fortuna Greta non era a casa, altrimenti le sue urla avrebbero invaso tutto il vicinato.
Aveva appena finito di risciacquare le carrozzerie dal sapone, e aveva preso la pelle di daino per asciugarle e togliere tutti gli aloni, quando si sentì apostrofare.
«Ehi, fratello? Ma non sei ancora pronto?!».
Terry si voltò di scatto in direzione della voce: Danny, vestito di tutto punto, i capelli tenuti tirati indietro da un'abbondante dose di gel e i baffi alla fu manchu sistemati alla perfezione così come il pizzetto, lo osservava dal marciapiede, i gomiti appoggiati alla staccionata che delimitava il suo giardino.
Il chitarrista lo fissò con sguardo interrogativo e l'altro si sbatté la mano sulla faccia, esasperato.
«Non dirmi che te lo sei dimenticato!».
«Che cosa?», chiese Terry, incerto.
«Alle undici in punto abbiamo appuntamento alla KCRW per un'intervista sul nostro ultimo album!».
Il ragazzone si grattò la testa con la pelle di daino fradicia, come a voler ricordare qualcosa che inesorabilmente gli sfuggiva. Poi, all'improvviso, la voce di Jimmy Guercio gli risuonò nelle orecchie: “Mi raccomando: sabato dieci maggio alle undici in punto!”. Ora che ci pensava, in effetti, aveva sentito il loro produttore pronunciare quelle specifiche parole qualche giorno prima; ma lui non aveva minimamente prestato attenzione a niente di quello che aveva detto in precedenza, e quindi non aveva la più pallida idea di cosa avrebbero dovuto fare quel giorno a quell'ora.
«Ehm... scusa, fratello, ma me ne ero completamente dimenticato».
«Non è che, per caso, non hai proprio ascoltato quello che ci ha detto Guercio l'altro giorno?», chiese Danny in tono ironico, conoscendo la scarsa capacità di concentrazione dell'amico e compagno di band.
Per tutta risposta, Terry stese le labbra nel suo enorme sorriso equino, confermando la supposizione del batterista.
«Arrivo subito, dammi il tempo di cambiarmi», disse infine, buttando la pelle di daino nel secchio pieno di acqua saponata e sparendo dentro casa.
Danny guardò l'orologio: erano le dieci e mezzo, quindi avevano ancora mezz'ora, ma la sede della KCRW era a Santa Monica, vicino al campus dell'omonima Università, e avrebbero dovuto attraversare buona parte della città affrontando il traffico dell'ora di punta. Se non fossero partiti entro dieci minuti sarebbero arrivati di sicuro in ritardo, e Guercio avrebbe fatto loro uno dei suoi soliti cazziatoni. Ormai c'era abituato, perché con Terry era sempre di norma arrivare in ritardo, ma stavolta non aveva nessuna voglia di farsi rimproverare per colpa di qualcun altro.
Così, dopo soli due minuti passati a passeggiare nervosamente su e giù sul marciapiede, Danny mise le mani a coppa davanti alla bocca per amplificare la propria voce e gridò:
«Allora? Si può sapere quanto ci metti?! Dobbiamo muoverci!».
Terry si affacciò ad una delle finestre del primo piano, con un asciugamano arrotolato attorno ai capelli bagnati e il torso nudo.
«Ehi, non mettermi fretta! Fammi almeno mettere qualcosa addosso!».
Cinque minuti dopo, il chitarrista uscì di casa chiudendosi l'uscio alle spalle. Indossava un paio di jeans scoloriti e una canottiera bianca tutta traforata, che gli andava decisamente stretta e non riusciva a contenere il suo ventre prominente.
Danny la ricordava: il chitarrista era solito indossarla qualche anno prima, quando era ancora magro.
«Ma cosa cazzo ti sei messo?».
«È il meglio che sono riuscito a trovare. Se tu non mi avessi messo fretta forse, nell'armadio, avrei trovato qualcosa di più adatto!», replicò Terry incrociando le braccia sul petto ampio.
Danny si sbatté la mano sulla fronte per la seconda volta, ma poi precedette l'amico e salì in macchina. Il tempo passava, e lui non voleva assolutamente arrivare in ritardo, non quel giorno.

 

 

Prompt n° 34 - “Arrivo, dammi il tempo di cambiarmi.”

Prompt n° 42 - “È il meglio che sono riuscito a trovare.”

Prompt n° 50 - “Ehi, non mettermi fretta!”

 

 

 

Spazio autrice:

Ed eccomi con un nuovo capitolo, un'altra piccola sciocchezza che spero possa avervi fatto almeno sorridere. Quest'anno non me la sento di scrivere qualcosa di malinconico/triste in occasione dell'anniversario della morte di Terry, avvenuta il 23 gennaio 1978 (sono già 43 anni, ahimè); quindi ho deciso di commemorare questo giorno pubblicando questo capitoletto, mostrando un Terry vivo e vegeto al massimo delle sue capacità cognitive...
Passo subito a dare le spiegazioni di rito.
Nel 1975 i Chicago hanno davvero avuto 15 giorni di pausa dal loro tour americano nel mese di maggio, e visto che due mesi prima, a marzo, era uscito il loro ultimo album, Chicago VIII, ho immaginato che potessero aver sfruttato l'occasione per rilasciare qualche intervista.
La KCRW è la stazione radio più famosa di Los Angeles, ed ha sede vicino al campus dell'Università di Santa Monica, che ne è la proprietaria. Ho sempre ipotizzato che i Chicago vivessero tutti nella zona di Hollywood, ai piedi delle colline, quindi a buona distanza da Santa Monica che si trova invece sul mare.
La canottiera bianca traforata di Terry potete vederla in questa foto: https://i.pinimg.com/564x/30/3a/91/303a91cf0e9ada6e0578ef057ef9896b.jpg. Come potete notare il chitarrista era relativamente più magro quando la indossava, rispetto alla foto di inizio capitolo, che lo mostra intento a lavare le auto. Dico relativamente perché Terry non è mai stato un figurino, ha sempre avuto la tendenza ad ingrassare, cosa che poi effettivamente ha fatto quando ha smesso di stare attento alla linea, poco prima di morire.
Spero di aver strappato una risata.

 
  
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