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Autore: azdrubale    22/01/2021    0 recensioni
E se a viaggiare non fosse mai stata Claire, ma Jaime? E se Craigh na Dun permettesse il viaggio nello spazio, oltre che nel tempo? Una sequenza infinita di possibilità e di realtà parallele si aprirebbero innanzi agli occhi del viaggiatore che continua a parlare scozzese, che continua a non avere molto più di vent'anni, ma che non è più solo vincolato alla sua epoca. La difficoltà di adeguarsi, di comprendere e di dissimulare la sua diversità. Passato, presente e futuro si mescolano nel salto spazio/tempo che lo porta verso un destino del tutto inatteso.
Genere: Mistero, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Claire Beuchamp Randall Fraser, Jamie Fraser
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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«Questa volta ti prendo, ragazzo! Non la passerai liscia in questo modo!»
la corsa sfrenata su per la collina e la consapevolezza di non voler cedere il passo per non essere afferrato dalla collottola. Un bacio rubato sembra che debba costar caro al giovane Jaime, eppure non è il primo! La signora Fitz-Gibbons non aveva mai visto il giovane Jaime amoreggiare con la nipote, Laoghaire, nel retro di Leoch. La residenza medievale del clan MacKenzie impegna sempre così tanto l'anziana donna, che quasi mai riesce a spingere il naso fuori dalle cucine. Qualche giorno fa invece ha scelto di prendere il paniere e uscire personalmente per raccogliere le erbe aromatiche e li ha visti! A nulla è valso ripeterle che la giovane fosse consenziente per ognuno di quei baci. A nulla è valso tenersene a distanza, per farla smettere di starnazzare come una cornacchia. La donna ha richiamato l'attenzione di tutta la servitù e di Dougal, che ha colto l'occasione per trascinarlo con sé nel viaggio verso gli altri Laird.
«Dovevi tenertelo sotto il kilt, ragazzo»
«E così ho fatto. Ci stavamo solo baciando Dougal, non serve che tu mi faccia alcun sermone»
«Intanto se così fosse stato, ora non saresti a cavallo con noi»
«Non era niente»
«Aye, le donne!»
Diede un colpo di staffa al cavallo per avanzare lungo il sentiero che ci avrebbe condotto verso Inverness, passando per i giganti di pietra di Craigh na Dun.
«Ci accamperemo qui per la notte. Se una giubba rossa arrivasse dalla radura, lo sentiremo»
le parole rassicuranti di Dougal avevano spento i primari dubbi di alcuni uomini che dopo poco avevano già acceso il fuoco e rifocillato i cavalli. L'accampamento composto solo da uomini escludeva in ogni caso l'ipotesi di poter pisciare nelle vicinanze e seppure il giovane Jaime si fosse azzardato, con la scusa del whisky di tentare l'impresa, c'era già stato chi gli aveva lanciato contro una scarpa pur di evitare che una sola goccia della sua urina zampillasse sulle foglie secche.
«Vattene via da qui! Non voglio dormire con la puzza del tuo piscio»
«Cammina ragazzo, se osi rifarlo, ti rimando dal Creatore!»
epiteti dei più sconvenienti lo spinsero ridendo a risalire la collina e raggiungere il cerchio di pietre che si ergevano maestose ed antiche. Il fascino mistico non è qualcosa che si è in grado di percepire dopo molti calici di whisky e con la vescica piena. Voltandosi per controllare che fosse lontano abbastanza dall'accampamento e con il vento a sfavore, scelse di dar sfogo ai bisogni fisiologici coperto da uno di quei giganti massi di pietra. Il vento si era sollevato muovendo le foglie ed immerso nel buio, il giovane highlanders rimase fermo sui suoi due piedi sino a che non ebbe concluso, prima di alleggerire la muscolatura e sorreggersi con la destra contro il masso. Un forte turbinio lo invase, incrementando i fumi dell'alcool e l'instabilità sulle forti gambe che crollarono sotto il peso del corpo.

*

L'alba di un nuovo giorno illuminando il viso di Jaime, lo destò dal sonno in cui era caduto inconsapevolmente. Un sonno riposante, ma con lasciti confusi e un leggero mal di testa. Era caduto all'indietro, scomposto, con il kilt molto al di sopra delle ginocchia sotto il quale il vento soffiava a pieno ritmo, trovandosi a suo favore. È per la stessa ragione che si trovava anche privo del Fèileadh mòr con il quale teneva coperte le spalle la scorsa notte. Non era volato poi molto lontano, rimasto impigliato sotto il suo peso, macchiava lo strato d'erba sopra la sua testa puntando, in favore di vento, verso nord.
«shite!»
a denti stretti si mise in piedi e raccolse la lunga stoffa a quadri, avvolgendosi della calda lana delle Highland perché permetta ai suoi brividi di rientrare. Un hangover così non lo ricordava da tempo. Il viaggio ed whisky devono averlo intontito oltre il necessario, poiché tornare in piedi non risulta facile e quel grande masso torna ad essere un appiglio mentre tutt'intorno l'aria del mattino lo spinge a ridarsi un contegno ed allontanarsi da quel cucuzzolo tanto esposto. Abile nomade, non fatica a scendere nella boscaglia e ritrovare quella cunetta naturale nella quale i suoi compagni si sarebbero accampati, se non fosse che nulla del genere si palesa ai suoi occhi. La campagna è un'ampia radura tinteggiata d'arancio, con panorami sconfinati in pianura. Si volta ritrovando il circolo di grandi pietre, scorgendo l'oasi di verde in mezzo ad una terra più dura e sabbiosa. Il sole apparve limpido e magnifico in quell'oasi desertica che non aveva mai visto prima e nella quale continuò a camminare fino a che il sole si sollevò quasi al centro del cielo e la stanchezza ormai pesava pesantemente sulle gambe. Se fosse stato debole non avrebbe mai avuto tanta resistenza. Il cielo restava limpido ed il sentiero, inizialmente assente, era diventato un percorso tracciato dalla terra grigia e spianata. Non un cavallo, non un carro, neanche un animale aveva attraversato quelle terre e poi d'un tratto un suono si faceva sempre più vicino. Nessun trotto, non era un animale, era come se le ruote di un carro si fossero unite in un rombo che si faceva sempre più rumoroso man mano che si avvicinava. Jaime si voltò e vide questo luccicante e rumoroso carro basso avvicinarsi molto velocemente. Prese a camminare all'indietro senza distogliere lo sguardo dagli occhi della bestia e senza guardare più dove metteva i piedi, inciampò a bordo strada e rovinò per un paio di metri fuori dalla corsia, nella terra circostante dalla quale era uscito. Non si accorse della riduzione del rumore, si preoccupò di proteggersi il capo e coprirsi le grazie al vento, controllando di non aver nulla di rotto.
«Jesus H. Roosevelt Christ!»
una voce femminile in lontananza, uno schiaffo poderoso, ma non arrivava sulla pelle di Jaime, è un rumore che lo fa scattare a sedere e spingersi indietro con le gambe.
«Sta bene? Mi dispiace, forse l'ho spaventato, andavo veloce?»
La donna indossava una sottoveste chiara con un ampio scialle, delle scarpette basse ed i ricci mori liberi, ridenti, sulle spalle sottili. Il rossore divampò sulle guance del giovanotto che distolse lo sguardo e si costrinse a respirare a fondo e tornare in piedi
«Lassie, lei è...»
«Io cosa?... Sta bene? Ha battuto la testa?»
«No, non credo. Sto bene, ma dovresti metterti qualcosa addosso, ragazza»
«Cosa?»
sembrava perplessa e guardava sé stessa ed il giovanotto dai folti ricci rossi, alternando lo sguardo. Poi tese la mano verso di lui
«Io... mi scuso e vorrei scortarla in paese. Sono un dottore e vorrei assicurarmi che sia tutto ok. Sono il dottor Randall, Claire Randall».

* The end *
Eccoci qui. E' la mia prima one shot e la mia prima fanfiction 
🙈
Sto facendo il rewatch di Outlander e non ho potuto fare a meno di immaginare come sarebbe se...
Ho amato e continuo ad amare questa storia, questa coppia, riuscita (forse) meglio nell'adattamento televisivo di quanto sia descritta nei libri.
Evito di prolungarmi oltre, ma spero di poter presto leggere la tua opinione.
Intanto grazie per esser passat* di qui 💛

  
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