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Autore: Juls18    22/01/2021    4 recensioni
Il richiamo ad un'antica tradizione sconvolge il pianeta di Wonder. La regina del regno della Luna ha deciso, infatti, che a occuparsi dell'istruzione della sua giovane figlia Milky sarà una principessa reale, scelta appositamente per l'occasione, una "Principessa Istitutrice" appositamente scelta da un gruppo di sette saggi. Questa scelta porterà con se lo stravolgimento della vita di due principesse, di due regni, e di due famiglie reali. Chi otterrà il compito, poi, dovrà vivere per tre anni nel regno della Luna, a stretto contatto con la giovane principessa e anche con il principe Shade, erede al trono. Un posto ambito da molte principesse. Ma chi otterrà il compito, sarà preparato alle conseguenze che ciò comporterà? E soprattutto, alla fine dei tre anni, sarà solo la giovane principessa Milky ad avere imparato, o anche la sua istitutrice?
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Milky, Nuovo Personaggio, Regina Maria, Rein, Shade
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 12

 

Lady Vivian era andata di buon mattino dalla regina. Era sua abitudine andare a parlare con la sovrana prima della colazione per organizzare gli impegni della giornata e assicurarsi che tutto fosse sempre in ordine. Non era insolito per la regina accogliere la sua dama ancora in veste da notte, e quella mattina non faceva eccezione. Moon Maria stava sorseggiando una tazza di the nel suo soggiorno quando la donna arrivò

-Vivian, cara. Buongiorno-

-Buongiorno vostra maestà-

-Passato una buona nottata?-

-Come sempre altezza-

-Mi fa piacere. Allora, cosa abbiamo in programma quest’oggi?-

-Niente di particolare, altezza. Ci sono alcuni nobili che desiderano salutarvi, avete una visita all’ospedale della città, il pranzo con i vostri figli e la principessa Rein e al momento il pomeriggio è libero-

-Preferirei che rimanesse tale. Data la cena di stasera, vorrei riposare un poco oggi pomeriggio. Anche se non assicuro la mia partecipazione alla serata-

-Come desiderate maestà-

-Tutto pronto per stasera?-

La donna annuì

-Si maestà, hanno accettato tutte coloro a cui ho mandato l’invito-

-Notizie dai Dunnel?-

La donna fece un gesto di impazienza con la testa

-Come al solito si lamentano del fatto che è uno scandalo che non siano stati invitati, loro dall’alto della loro casata e delle loro illustri persone-

-Mi dispiace avervi messo in questa situazione-

-Non vi preoccupate, maestà. Piuttosto che averli come miei ospiti preferirei essere strappata del mio titolo e ruolo qui a corte-

Moon Maria ridacchiò

-Credo lo preferirei anche io fossi al vostro posto. Tuttavia è colpa mia se sei sotto attacco di quei due perfidi pettegoli. Bisognerà come al solito dargli un contentino per farli sentire speciali-

Lady Vivian rifletté un poco, prima di parlare

-Potreste invitarli alla rappresentazione teatrale del mese prossimo-

La regina si meravigliò di quella proposta

-È risaputo che i Dunnel odiano il teatro-

-Ma non potrebbero rifiutare un invito reale, altezza-

Moon Maria scoppiò a ridere

-Così sia allora. Sarà decisamente divertente-

Lady Vivian sorrise alla sua regina. Le donne si conoscevano ormai da quasi trent’anni. Vivian era stata una debuttante assieme alla regina, che allora era ancora una duchessa. Aveva assistito a tutta la fase di corteggiamento dell’allora principe Skyler e del loro innamoramento. Era stata presente al matrimonio e da quando Moon Maria era diventata regina era diventata la sua dama di compagnia. Lady Vivian aveva scelto di non sposarsi e di dedicare tutta la sua vita alla sua amata regina e di quella scelta non si era mai pentita. Con la regina avevano quasi un rapporto di sorellanza più che di amicizia e non esisteva suddito più fedele di lei. Era il braccio armato a corte della regina, era attraverso lei che Moon Maria esprimeva pareri su persone o situazioni senza mettere in discussione il suo ruolo imparziale di sovrana. Tutti sapevano che ciò che diceva lady Vivina era molto spesso diretta espressione della regina, quindi si poteva dire che la dama di compagnia fosse la donna più potente all’interno della corte. E le sue famose cene erano quanto di più atteso da parte della nobiltà, che speravano sempre di ricevere un invito. Questa volta, però, le persone invitate erano decisamente diverse da chi di solito era abituata ad invitare. La regina, infatti, aveva chiesto alla sua dama di organizzare una serata di svago per la principessa e altre ragazza più o meno della sua età, perché desiderava che Rein facesse amicizia con alcuni membri della nobiltà e iniziasse ad avere un circolo tutto suo. Per questo aveva anche organizzato quella colazione, per cercare di capire con chi la principessa potesse avere più feeling e con chi no

-Maestà volevo dirvi una cosa-

-Ditemi cara-

-Ieri sera sono arrivati a corte i marchesi Eldelberry-

-Ma non dovevano essere ancora in viaggio di nozze?-

-Lo erano maestà. A quanto pare hanno deciso di concluderlo prima-

-E sono passati per caso dalla corte?-

-No maestà, hanno avuto il buon gusto di dire che sono venuti apposta. Sono mortificati per essere mancati al ballo, ma la loro carrozza, a quanto pare, ha subito un guasto durante il viaggio e si sono dovuti trattenere in una locanda per quasi una settimana prima che la carrozza fosse sistemata-

-Cose che possono succedere, temo, quando si viaggia-

-Maestà, se posso, mi sono presa la libertà di invitare la marchesa alla cena di questa sera-

-La nuova marchesa di Eldelberry… cosa sapete di lei?-

-Molto poco, onestamente. Si dice sia una donna graziosa e molto gentile-

-Con la gentilezza quindi avrebbe conquistato il cuore di uno degli scapoli più ambiti del regno?-

-E anche con il suo atteggiamento discreto e timido. Pare che il marchese ne sia rimasto folgorato all’istante-

-Sono contenta per loro. Ma prima di diventare marchesa chi era?-

-Viscontessa Fanny du Navalen, maestà-

Moon Maria sgranò gli occhi, meravigliata

-Da viscontessa a marchesa, un notevole salto nella gerarchia nobiliare. I suoi genitori saranno entusiasti di questa unione-

-A quanto pare anche la vecchia marchesa Eldelberry ama la sua nuova nuora-

-È riuscita a conquistare anche quella vecchia arpia? Quella giovane deve essere piena di talenti nascosti-

-Così pare-

Moon Maria rifletté un attimo.

-Avete fatto bene ad invitarla. Dopotutto lo scopo di questa sera è far si che la principessa Rein conosca quante più gentildonne possibili e il marchesato di Eldelberry è uno dei più potenti e influenti del regno, e averli amici è sicuramente meglio che averli come nemici. Avete agito bene, Vivian-

-Grazie maestà-

Moon Maria appoggiò la tazza vuota sul tavolino e si alzò dalla poltrona

-Bene, direi che come convenevoli questa mattina abbiamo fatto anche più del dovuto. Sarà meglio che mi prepari per le udienze. Organizzate intanto l’ordine di apparizione, la sala del trono andrà più che bene-

-Certo maestà. Vado ad avvisare il ciambellano-

Lady Vivian si inchinò e uscì dalla stanza, pronta ad iniziare la giornata eseguendo gli ordini della sua regina.

 

 

Thomas si stava maledicendo. Erano passate quasi due ore da quando erano lì, lui e il suo stramaledetto principe. Quella mattina Shade lo aveva letteralmente tirato giù dal letto. Era entrato nella sua stanza, aveva spalancato le finestre facendo entrare la brezza mattutina, gelata dato che il sole non era ancora sorto, e gli aveva tolto le coperte di dosso. Se non si fosse trattato di Shade probabilmente il pavimento della sua camera ora sarebbe ricoperto del sangue del malcapitato. Invece si trattava di Shade è l’ultima cosa di cui voleva essere accusato era di avere assassinato l’erede al trono. Perciò aveva provato ad essere civile, ma quando aveva chiesto spiegazioni per quel comportamento disumano e illegale, Shade non gli aveva risposto, gli aveva solo ordinato di vestirsi e di raggiungerlo nella sala di allenamento delle guardie reali

-Che ci dobbiamo andare a fare a quest’ora del mattino laggiù?-

Shade si era voltato e aveva sfoderato uno dei suoi sorrisi più accecanti, e per chi lo conosceva bene come lo conosceva lui, quel sorriso era simbolo di morte, perché era il sorriso finto che usava con i membri della corte

-Ci alleniamo naturalmente-

Aveva semplicemente detto Shade. E Thomas era sbiancato. Allenamento voleva dire solo una cosa: ore interminabili di scherma solo lui e il principe, senza esclusioni di colpi

-Allenamento? Adesso? Perché?-

Shade non aveva risposto, era uscito dalla stanza lasciandolo così. Thomas si era vestito il più velocemente possibile e aveva raggiunto la sala dopo solo dieci minuti. Shade era già lì, senza camicia e con la spada in mano. Lo stava aspettando. Thomas si fece avanti, e controvoglia, si trovò a sfoderare la sua arma e andare incontro all’amico.

-Spero tu sia pronto Thomas. Ho molta rabbia da sfogare questa mattina-

Prima che Thomas potesse rispondergli, Shade scattò in avanti, attaccandolo. I pronti riflessi di Thomas gli consentirono di parare e neutralizzare l’attacco di Shade. Il principe non ci stava andando piano con la spada, notò allarmato Thomas. Shade, infatti, era terribilmente serio e arrabbiato, e Thomas temette di essere proprio lui la causa di tutto

-Si può sapere cosa ti ho fatto?-

Gli chiese, mentre i due continuavano ad attaccarsi e a parare a vicenda. Shade non rispose per i primi minuti, concentrato solo sugli affondi e le parate. Thomas sapeva che con quel lunatico di un principe bisognava solo aspettare quando era in quello stato. Gli avrebbe risposto, quando avrebbe avuto voglia di farlo. Dopo molti attacchi a quanto pare.

-Ti ricordi quando l’altro giorno mi sei venuto a cercare?-

-Parli della tua fuga? Ovvio che mi ricordo-

I due parlavano e attaccavano, in una danza che sembrava infinita

-Ebbene, non credi di avere tralasciato qualcosa di importante da dirmi su quella giornata?-

Thomas parò un colpo di Shade e ripartì all’attacco. La mossa prese in contropiede il principe, che si ritrovò costretto a parare in fretta e nel farlo, perse l’equilibrio, finendo a terra. Thomas si affrettò a dargli la mano per aiutarlo ad alzarsi, ma Shade lo allontanò

-Si può sapere cosa avrei dimenticato di dirti? E perché tutta questa rabbia nei miei confronti?-

Shade si alzò, si diede una spolverata ai calzoni e ritornò in posizione di attacco. Thomas si preparò e seguì un'altra decina di minuti di attacchi e parate in silenzio. Ad un tratto Shade fece una mossa, Thomas si preparò a difendere, ma all’ultimo Shade cambiò la traiettoria di attacco, facendo perdere il controllo al capitano che finì per fare un brusco movimento con la mano per parare il colpo e fu la sua volta di finire per terra. Shade gli puntò la lama alla gola.

-Va bene, hai vinto. Ora posso sapere qual è il motivo di tutto questo risentimento nei miei confronti?-

Shade ritirò la spada ma continuò a fissare arrabbiato il suo capitano delle guardie. Thomas, per paura, non si mosse, ma rimase fermo immobile, sdraiato sul pavimento

-Solo un nome: Philip di Hoteval-

Thomas lo fissò un attimo perplesso, poi gli ritornò in mente la conversazione avuta con il conte e tutto quello che era successo dopo

-Oh si, già è vero. Lui sa come sono andati i fatti dell’altro giorno, già. Sicuro che non ti avevo avvertito?-

-No-

Thomas si concesse un secondo per riordinare i suoi pensieri

-Ok, va bene, ma a mia discolpa, ero assieme al conte quando mi è arrivata la notizia che sia tu che Rein eravate spariti. Ma non ti preoccupare, il conte è un uomo discreto e di certo non diffonderà alcun pettegolezzo e…-

-Oh lo so che non diffonderà alcun pettegolezzo. Me lo ha detto chiaro e tondo-

Thomas granò ancora di più gli occhi

-È venuto a dirti che lo sapeva?-

-No, pensava che io già lo sapessi e volessi una conferma sulla sua discrezione-

-E perché è venuto a cercarti?-

-Perché l’ho convocato io-

-L’hai convocato tu? E per cosa?-

-Per offrirgli un posto nel consiglio-

-Gli vuoi offrire un posto nel consiglio? E quale posto?-

-Ministro delle finanze-

-Che cosa?-

-Ora vuoi anche criticare le mie scelte?-

Thomas scosse il capo e si mise seduto, avendo scampato il pericolo avendo sviato il discorso con Shade.

-No anzi. Sono stupito nel senso giusto. Credo sia un’ottima idea, forse la migliore che tu abbia mai avuto-

Shade non gli rispose, si limitò a lanciargli la solita occhiataccia

-Andiamo non mi guardare così. Quindi abbiamo un nuovo ministro?-

-Ancora no, mi ha chiesto del tempo per rifletterci-

-Un altro punto a suo favore, non è uno che vuole la poltrona-

-No infatti-

Thomas si rialzò e si rimise in posizione. Shade fece altrettanto e i due riprese ad allenarsi.

-Credi accetterà?-

Chiese poco dopo Thomas

-Lo spero. Ho bisogno di uomini come lui-

-Meno male che ti ho fermato dall’ucciderlo l’altra sera-

-Non lo volevo uccidere-

-Ha osato ballare con la tua bella principessa-

Shade si fece per un secondo rosso in volto

-Rein non è la mia principessa-

-Certo, continua a crederlo-

Shade era così concentrato nel trovare un modo per rispondere a Thomas, che perse totalmente di vista il colpo in arrivo dell’amico e si trovò con un colpo al fianco, per fortuna dato con la parte piatta della lama. Shade lasciò andare un grido di dolore e si ritrovò a terra, la mano premuta contro il fianco. Thomas si precipitò al fianco dell’amico, terrorizzato. Aveva veramente ferito il principe? Già si immaginava la sua testa appesa ad una picca sulla cima del palazzo.

-Shade scusa io…-

Ma Thomas non poté finire la frase perché si ritrovò con il braccio del principe attorno al collo e si trovò trascinato per terra. I due iniziarono a lottare come bambini piccoli, tirandosi qualche pugno e calcio ma principalmente cercando di strangolarsi a vicenda. Non avevano veramente l’intenzione di uccidersi, o almeno era quello che Thomas sperava in cuor suo, solo era un modo per sfogare la rabbia repressa e forse farsi un po’ di sano male reciproco. I due continuarono per un pezzo così, fino a quando Shade prese il sopravvento e immobilizzò sotto di se il povero Thomas. Il capitano delle guardie alzò le mani, sconfitto

-Va bene, va bene, mi arrendo. Hai vinto tu-

Shade sorrise soddisfatto, senza dire niente. Thomas fece un sospiro

-Allora, possiamo considerare conclusa la mia punizione? Ti ritieni soddisfatto?-

-Direi di sì. Te le ho suonate abbastanza per oggi-

-Solo perché io ti ho lasciato vincere-

-Io non direi proprio. Sono superiore a te, dovresti ammetterlo una volta per tutte e smetterla di farti battere, ogni volta-

-Piano piano piano, principe da strapazzo. Siamo a 44 tue vittorie e 42 mie vittorie, non sei poi così tanto migliore di me, ti ho sempre battuto 42 volte-

-Ma io 44, anzi, con oggi saliamo a 45-

Shade si lasciò andare ad un sorriso soddisfatto e vittorioso. Thomas stava per rispondere a tono, quando dall’ingresso della stanza si sentì il suono di qualcuno che si schiariva la voce. I due si voltarono, stupiti verso la porta. Era insolito trovare qualcuno lì a quell’ora, ma quando videro chi era comparso sulla porta, entrambi rimasero pietrificati. Infatti l’ultima persona che si sarebbero aspettati di vedere aveva fatto la sua comparsa ed altri non era che la principessa Rein.

-Rein?-

Chiese meravigliato Shade. La turchina non parlò, ma i due videro le guance della donna imporporarsi. Parlò con un filo di voce, evidentemente imbarazzata

-Non pensavo di disturbarvi…io non credevo di…  posso passare dopo-

Rein abbassò lo sguardo. I due videro che sembrava indecisa se andarsene o restare lì. Shade e Thomas si guardarono, all’inizio non capendo quale fosse il motivo dell’imbarazzo di Rein. Poi, all’improvviso, i due capirono da dove poteva arrivare l’imbarazzo della principessa. Shade era seduto a cavalcioni sopra Thomas, ed era anche senza camicia. I due stavano ansimando per lo sforzo dell’allenamento prima e della lotta dopo, e in effetti, la situazione poteva sembrare terribilmente ambigua a qualcuno che non aveva assistito alla scena di lotta precedente. Senza perdere tempo, Thomas diede una spintone a Shade, il quale si ritrovò per terra a sua volta

-Altezza, no non disturbate. E non è come sembra-

Rein continuò a non guardarli e rispose con un filo di voce

-No cioè, io non penso niente di male, insomma, non che ci sarebbe nulla di strano o sbagliato nel caso ma…-

-No no no no no niente ma, principessa, te lo posso assicurare. Ci stavamo solo allenando-

Shade che si era ripreso e si era alzato, era corso verso la sua camicia e si stava rivestendo

-Rein, per favore. Stavamo lottando e io ho vinto, ecco quello che hai visto-

-Si esatto Rein. Era solo il risultato della lotta se eravamo in quella… posizione. A me piacciono le donne-

-E anche a me-

Disse Shade. Rein si voltò verso i due e alla fine, sempre imbarazzata, scoppiò a ridere in faccia ai due. I due si imbarazzarono più per la sua risata della turchina che non per il fatto di essere stati presi in un momento decisamente… fraintendibile

-Adesso siamo pari-

Disse Rein sempre ridacchiando

-Pari?-

Chiese Thomas, guardando Shade in cerca di aiuto, il quale si limitò a sollevare le spalle

-Per quello che è successo in cucina…-

Aggiunse Rein, spiegando. I due avevano ancora lo sguardo perso

-Quando mi avete visto le gambe-

Disse Rein, rinfrescando loro la memoria. I due improvvisamente ricordarono

-Giusto-

-È vero, me ne ero dimenticato-

Disse Shade

-Anche io-

Fece eco Thomas. I due si voltarono verso Rein che li fissava leggermente arrabbiata

-Come ve ne eravate dimenticati?-

Chiese, allibita. I due si limitarono a scambiarsi un’occhiata, perplessi. Entrambi sapevano che stavano per entrare in un campo minato, ma incuranti del pericolo, fecero un passo, che si rivelò essere decisamente un passo fatale.

-Non è stato poi qualcosa di così eccezionale direi-

Disse Shade guardando Thomas che fece un cenno affermativo con la testa. Rein spalancò la bocca, stupita e decisamente arrabbiata

-Oh, niente di eccezionale quindi-

Shade la guardò. Sapeva di avere detto qualcosa di tremendamente sbagliato da come aveva risposto la turchina, solo non capiva come lei potesse essersela presa così.

-Quindi mi volete dire, cari i miei uomini alpha, che le mie gambe sono qualcosa di assolutamente dimenticabile?-

Shade provò un senso di terrore così forte che si paralizzò, capendo immediatamente l’errore che aveva commesso. Cercò di rimediare, in qualche modo

-No certo che no, insomma, erano belle gambe, sono belle gambe solo….-

-Solo?-

Domandò la turchina, incrociando le braccia al petto.

-Solo…-

Shade guardò Thomas che gli fece chiaramente capire che era lui quello che si era messo in quel pasticcio e toccava a lui risolverlo

-Solo che.. non è che io ti pensi ogni singolo istante della giornata e quell’incidente mi era totalmente passato di mente-

Thomas si diede una manata sul volto. Come poteva essere così stupido quel dannato di un principe? Prima che Rein potesse replicare si intromise

-Quello che il principe qui vuole dire, e ti chiedo di perdonarlo perché evidentemente questa mattina ha il cervello totalmente scollegato, è che siamo gentiluomini, mia principessa. Abbiamo volutamente evitato di pensare a quell’incidente perché non volevamo ricreare motivo di imbarazzo tra noi e voi, vero Shade?-

Thomas diede una manata alla schiena di Shade, che si trovò ad annuire alle parole di Thomas

-Esatto, quello che ha detto lui, si, parola per parola-

-E ovvio che il nostro principe qui sia terribilmente impegnato durante il giorno da avere la mente occupata da altri pensieri e di certo se pensa a voi, cara la mia bellissima principessa, non può certo permettersi di pensarti in quel modo, così sconveniente. Giusto Shade?-

Shade riannuì

-Esatto-

Shade era profondamente imbarazzato. Voleva dire qualcosa, ma aveva paura di fare peggio. Alla fine disse, forse, la sola cosa capace di smorzare la rabbia di una donna

-Mi dispiace Rein. Non volevo offenderti in alcun modo o mancarti di rispetto. Perdonami per favore-

Rein lo guardò, poi si addolcì nello sguardo

-Perdonato. Ma solo perché Thomas ti ha salvato, ha recuperato lui la situazione, devi esserne cosciente-

Thomas gonfiò il petto sorridendo, orgoglioso di essere stato più bravo del principe in quel momento. E ora le sue vittorie erano 43. Quarantatré a quarantacinque, era ancora tutta recuperabile la sfida

-Sentito principe? Tienilo bene a mente. Ti ho salvato-

-Non tirare troppo la corda, capitano-

I due si guardarono un attimo in cagnesco e stavano probabilmente per riiniziare a lottare quando Rein attirò di nuovo la loro attenzione, schiarendosi ancora la gola. Shade la guardò, poi realizzando che era ancora mattino presto e che la sala di allenamento delle guardie reali era l’ultimo posto dove si sarebbe immaginato di vedere comparire la principessa che non poteva essere arrivata lì per caso, capì che Rein doveva essere lì per un motivo ben preciso

-Cosa ti porta qui Rein? Hai bisogno del mio aiuto?-

Rein, ricordandosi del motivo per cui aveva cercato sia Shade che Thomas, annuì

-Si, ho bisogno di tutte e due-

-Per cosa?-

-Mi serve la tua autorizzazione per potere uscire dal palazzo questa mattina-

Shade si meravigliò per quella richiesta

-Non hai bisogno del mio permesso Rein. Non sei prigioniera qui-

-Lo so, ma non volevo creare ancora panico come… l’altro giorno-

Intuendo l’allusione alla loro fuga, Shade si trovò d’accordo con lei

-Capisco. Dove desideri andare, se posso chiederlo?-

-Al villaggio. Ci sono alcune spese che devo fare, e qui viene la mia seconda richiesta. Avrei bisogno di un piccolo prestito se possibile-

Shade la fissò perplesso. Effettivamente Rein era lì senza praticamente un soldo. Era vero che essendo loro ospite non doveva preoccuparsi dei costi della sua permanenza, ma se desiderava qualcosa non poteva permettersela non avendo accesso ad alcun tipo di fondo personale.

-Perdonami Rein, non ho affatto pensato a questo. Farò in modo di ricavare una piccola rendita mensile per te dalle casse del tesoro-

Rein sbiancò sentendo quelle parole

-Shade no, per favore, non potrei mai… -

Sahde alzò una mano, fermandola

-No, non si tratta di una questione negoziabile. Sei una principessa e in questo momento fai parte a tutti gli effetti della famiglia reale, quindi è un tuo diritto. Per questo mese ancora non posso fare molto, ma dal prossimo avrai una tua rendita. Per le spese di oggi o di questo mese, rivolgiti pure al mio maggiordomo. Puoi usare la mia rendita personale come fosse tua-

-Shade… grazie-

Disse Rein, visibilmente commossa dalla generosità di Shade. Non era da tutti offrirsi di fare una cosa del genere. Avrebbe potuto dirle di rivolgersi ai suoi genitori per avere del denaro, invece avrebbe fatto in modo che una parte del tesoro del regno andasse a lei come piccola rendita. Era una offerta veramente generosa. I due si fissarono in silenzio, non sapendo cosa dire. Thomas, che era rimasto fermo e in silenzio durante quello scambio, dato che i due sembravano persi nel guardarsi negli occhi reciprocamente, decise di intromettersi

-E per quale motivo avevi bisogno di me, principessa?-

Rein lo guardò

-Come?-

-Hai detto prima che aveva bisogno di tutti e due. Risolta la parte principe, in cosa posso esserti utile io?-

-Oh sì, giusto, me ne stavo dimenticando. Potrei avere una piccola scorta per la mia uscita?-

-Direi di sì, anzi, sicuramente. Sono certo che avrò la fila di guardie che si proporranno per farti da scorta-

Rein gli sorrise

-Grazie-

-Bene, dato che ogni cosa è risolta, spero Rein mi vorrai scusare, ma grazie a questo allenamento imprevisto, ho bisogno di farmi una bella doccia-

-Si certo-

Disse Rein, non sapendo di preciso quale fosse la formula adatta da dire in quel momento. Thomas fece un piccolo inchino

-Bene, allora io mi congedo. Quando vorrai andare al villaggio fammi avvisare dalla tua cameriera. Ti farò trovare carrozza e scorta alla scalinata principale del palazzo-

-Grazie Thomas-

-Dovere, principessa, e per te è sempre un piacere. Shade, ci vediamo dopo-

Shade fece un cenno a Thomas e il capitano si ritirò dalla sala. I due principi rimasero fermi ad osservare la porta vuota per alcuni secondi.

-Andiamo anche noi Rein? La sala di allenamento non è un posto molto consigliabile per una principessa-

Rein annuì e i due si incamminarono, in silenzio. Un leggero imbarazzo calò su Shade. Non voleva certo farsi vedere in un momento del genere da Rein, comportandosi in un modo che nemmeno un bambino di dieci anni avrebbe avuto.

-Io…-

Rein lo guardò

-Io non mi comporto sempre così. Cioè, è stato solo… insomma Thomas ha la capacità di farmi innervosire in un modo unico e… diciamo che avevo bisogno di sfogarmi-

Lo scoppio della risata di Rein lo bloccò e lo fece imbarazzare ancora di più. Rein gli appoggiò distrattamente una mano sul braccio

-Perdonami Shade, è che vederti così imbarazzato è un’esperienza decisamente unica. È bello vederti sempre più umano-

Shade fu talmente tanto colpito da quelle parole che gli tornarono subito in mente le cose dette da sua madre. Rein aveva il potere di farlo essere se stesso, ed era vero

-Io sono terribilmente umano e… timido-

Rein lo guardò meravigliata

-Davvero? Tu timido?-

Shade annuì.

-Non ti credo, ti conosco bene ormai. Sei fiero, elegante, sempre perfettamente, e lasciatelo dire, quasi allucinatamente impeccabile. Timido proprio non ti si addice-

-Lo sono, è che, mascherandomi dietro il titolo di principe riesco a contenerla e a combatterla. Ma quando non devo essere il principe, la mia timidezza viene fuori. Come adesso con te-

Rein gli sorrise.

-Più che timidezza il tuo sembrava imbarazzo per esserti fatto beccare in un modo molto poco principesco-

Disse Rein con una leggera nota di divertimento nella voce. Shade la fissò allibito. Per caso la turchina lo stava prendendo in giro?

-Ti stai prendendo gioco di me?-

-Precisamente-

-Che comportamento poco principesco-

Rein ridacchiò

-E ti meravigli? Stai parlando con una delle gemelle del regno di Wonder, nota per essere una delle principesse meno principesche di tutti i sette regni-

-Direi che allora siamo proprio una bella coppia noi due-

-Direi proprio di si-

Shade rise e anche la turchina. I due rimasero in silenzio, mentre salivano la scalinata che conduceva agli appartamenti del primo piano

-Ho sempre odiato quando vi chiamavano così. Eravate decisamente fuori dagli schemi tradizionali, questo è vero, ma siete sempre state impavide e orgogliose di voi stesse. Eravate un duo decisamente esplosivo, tuttavia era impossibile starvi lontano-

-Un tornado che ti ha trascinato in molte imprese di salvataggio se non sbaglio. Quante volte mi hai salvato la vita?-

-Decisamente troppe. In effetti, ora che ci penso, dovrei chiederti un pagamento per i miei servigi-

-Cosa? Ma tu sei un principe, salvare le povere principesse in difficoltà è tuo dovere, anzi, il tuo solo e principale dovere-

Shade ridacchiò

-Direi che tu hai decisamente abusato di questo mio dovere-

-Direi che hai proprio ragione-

Shade le sorrise e Rein ricambiò. Erano arrivati davanti alla porta che conduceva all’ala dove si trovava l’appartamento della turchina. Shade stava per entrare nel corridoio quando la mano della principessa lo fermò. Shade la guardò perplesso. Questa volta fu il turno di Rein di arrossire

-Non c’è bisogno che mi accompagni proprio fino alla mia porta. Qui può bastare-

Shade non disse niente, ma la fissò

-Non ti offendere, ti prego, è solo che… insomma, se ci vedessero insieme vicino alla mia stanza così presto, potrebbero girare altre voci e direi che per il momento sarebbe meglio evitare-

Shade si trovò a concordare con Rein

-Certo, hai ragione-

I due si guardarono, un po’ imbarazzati. Shade alla fine sospirò

-Mi dispiace tanto Rein. Non vorrei mettermi al centro sempre dei pettegolezzi e…-

-Shade, non ti preoccupare. So come sono le corti, ci sono cresciuta anche io, ricordi? È solo che vorrei evitare almeno per un po’ di alimentare le voci che tra noi ci sia un legame particolare-

Shade si trovò ad annuire

-Certo, hai ragione, di nuovo. Bene allora, ci vediamo a colazione-

Rein gli sorrise

-Certo, a dopo-

Rein fece un passo, poi si fermò e si voltò verso di lui. Shade la guardò perplesso, Rein infatti, aveva un leggero rossore sulle guance.

-Posso fare qualcosa…-

Chiese lui preoccupato. Rein scosse la testa, aprì la bocca per parlare ma sembrò ripensarci.

-Rein? Mi stai spaventando…-

Alla fine la turchina si fece coraggio

-Solo una cosa e spero non ti offenderai-

-Perché mai dovrei farlo?-

Rein gli puntò una mano sul torace, ma lo guardò sempre negli occhi

-La tua camicia. Credo ti convenga allacciarla… meglio. Cioè credimi non è affatto spiacevole vederti così però credo potresti dare adito a qualche chiacchera si ti vedessero passeggiare per il castello vestito in questo modo. E non penso penserebbero che vuoi lanciare una nuova moda, non sarebbe affatto appropriata-

Shade la fissò perplesso, poi abbassò lo sguardo su se stesso e si vide. Nella fretta prima di mettere la camicia quando era comparsa Rein, aveva creduto di essersi allacciato per bene, invece solo due bottoni erano allacciati, per il resto il suo petto era totalmente visibile agli occhi di chiunque. Shade si fece rosso in volto

-Perché non me lo hai detto prima?-

Urlò quasi, mentre si affrettava a riallacciarsi la camicia, questa volta per bene. Quando riguardò Rein lei gli fece le spallucce

-Non lo so, infondo era un bello spettacolo-

Shade la guardò allibito, ma poi si lasciò andare ad un piccolo sorriso

-È per ripagarmi della brutta figura di prima, vero?-

Rein annuì

-Potrebbe. Avevo intenzione di farti tornare nella tua stanza così però… insomma, ho una coscienza anche io, alla fine-

Shade scosse la testa, ma non era arrabbiato, anzi, l’imbarazzo era anche praticamente svanito all’istante.

-Me lo merito, ma solo questa volta-

Rein gli regalò un sorriso

-Almeno ora siamo veramente pari. Tu mi hai visto le gambe io il petto-

Shade annuì

-Pari, va bene-

-Allora a dopo-

-A dopo-

Questa volta Rein aprì la porta e sparì dietro ad essa. Shade rimase un attimo a fissare la porta chiusa poi si girò e proseguì verso il suo appartamento. Tra tutte le situazioni in cui si era immaginato con la turchina, farsi sorprendere a lottare con Thomas, senza camicia e dopo riaccompagnarla con il petto praticamente scoperto, proprio non rientrava tra di esse.

-Complimenti principe, davvero un bel comportamento cavalleresco e regale. Sempre colpa di quel dannato di Thomas. Dovrei degradarlo veramente questa volta-

 

 

 

Philip era appena uscito dal suo appartamento e si stava dirigendo verso il giardino del palazzo reale. Tra le sue abitudini giornaliere, quello di camminare almeno una mezz’ora ogni giorno, la mattina presto, era quella che preferiva di più. Certo, a casa passeggiava tra i boschi che circondavano la sua abitazione, ma doveva ammettere che, in quanto a tranquillità, anche il giardino del castello era assolutamente imbattibile. Infatti nei giorni che aveva passato a corte, aveva scoperto che non erano molti i nobili che amavano passeggiare presto, e quindi lui si trovava praticamente con il giardino tutto a sua disposizione. E camminare nel silenzio lo aiutava a prendere decisioni importanti come quella che doveva prendere. L’offerta del principe del giorno prima era decisamente allettante. Un ruolo così importante nel consiglio del regno gli avrebbe aperto innumerevoli porte e avrebbe guadagnato in status e importanza. Inoltre, cosa non disprezzabile, avrebbe reso sua cugina un partito decisamente più allettante per molti nobili di alto rango, perché avere in famiglia un membro del consiglio reale poteva voler dire prestigio e potere. Tuttavia, tra gli inconvenienti, c’era il fatto di dovere vivere a corte e imbarcarsi in un lavoro impegnativo e quasi logorante. Philip amava la sua vita tranquilla, nel suo palazzo. Gli piaceva amministrare le sue terre, amava occuparsi dei raccolti e ci teneva ad avere un buon rapporto con i suoi fittavoli e gli piaceva la tranquillità e serenità che quella vita gli offriva. Tuttavia doveva pensare anche al bene di sua cugina. Era giusto privare una giovane della possibilità di vivere a corte? Poteva veramente permettersi di farla vivere quasi in segretezza, precludendole la possibilità di incontrare dei buoni partiti e farle fare un buon matrimonio? Era concentrato in questi pensieri, quando vide di non essere solo a camminare quella mattina per i giardini reali.  Davanti a lui, infatti, passeggiava, solitaria, una donna. Quando il conte si avvicinò a lei, si meravigliò di riconoscerla. La donna, sentendo i passi, si era fermata e si era voltata verso di lui, anche lei, evidentemente, meravigliata di non essere sola.

-Buongiorno contessa-

Disse Philip, facendole anche un piccolo inchino.

-Conte, vedo che siete un uomo mattiniero-

-Se c’è un’ora piacevole dove passeggiare in tranquillità quella è la mattina, mi aiuta a pensare e a schiarirmi le idee-

-Un’ottima abitudine, direi-

-E cosa porta voi qui di prima mattina, contessa Gaumont?-

Trudy lo fissò per qualche attimo.

-Anche io pensieri, temo. E la disperata necessità di trovare una risposta ad un dilemma-

-Spero abbiate trovato ciò che stavate cercando allora-

Trudy si lasciò andare ad un piccolo sospiro

-Temo di no purtroppo, ma almeno la vista mi ha risollevato lo spirito-

Philip la fissò, meravigliato. Trudy era una donna decisamente incantevole. Era una donna alta, bionda con dei bellissimi occhi verdi penetranti e ammalianti. Ci si poteva perdere dentro quel verde.

-Si, effettivamente la natura ha un potere calmante sullo spirito-

Disse Philip. Trudy gli fece un sorriso e annuì

-Concordo con voi. Anche se i problemi restano, camminare nel silenzio della natura regala una pausa rigenerante-

Philip gli si avvicinò e offrì il braccio alla contessa. La donna lo fissò perplessa per un attimo, poi però, accettò e i due si trovarono a camminare

-So di non conoscervi, ma dicono che sono bravo a risolvere problemi. Se posso aiutarvi in qualcosa, sentitevi libera di parlarne con me-

Trudy lo guardò perplessa

-Grazie per l’offerta, ma temo di potere essere la sola a dovere trovare una soluzione a ciò che mi affligge-

-Siete una donna risoluta-

-Più che altro discreta-

Philip la guardò sospettoso

-Non penserete che io vi abbia offerto il mio aiuto per scoprire i vostri segreti, spero-

-No assolutamente no, conte. Conosco la vostra reputazione e la vostra integrità. Non mi riferivo a quello è solo che ho fatto l’errore di essermi fidata una volta e non è finita bene-

-Una volta sola non fa la regola e non può farvi diventare così risoluta su un argomento-

-Vi assicuro che una volta sola è valsa come cento nel mio caso-

Philip la guardò meravigliato, ma si trattenne dal commentare. C’era una certa determinazione assoluta nella voce e nello sguardo della donna e lui non si sentì in dovere di replicare. I due passeggiarono in silenzio per alcuni minuti, godendosi i suoni della natura che li circondava

-Comunque conte, posso non avere accettato il vostro aiuto e spero non me ne vogliate, ma se volete posso offrirvi la stessa cosa che voi avete offerto a me. Non sarò così brava nel risolvere i problemi, ma sono un’ottima confidente-

Philip si trovò a sospirare

-Sono tormentato da una decisione che devo prendere-

-Che tipo di decisione?-

-Qualcosa che mi potrebbe stravolgere totalmente la vita-

-Un cambiamento radicale quindi-

-Si, sia per me che per mia cugina-

-Quindi anche lei ne sarebbe coinvolta-

-Si. Per lei sarebbe l’ideale temo-

Trudy ridacchiò

-Non vi vedo molto propenso verso questa possibilità-

Philip sospirò

-No, non sono molto propenso, lo ammetto, ma vedo i lati positivi tuttavia… dovrei rinunciare alla mia vita quotidiana, alla mia tranquillità. Mi chiedo se ne valga la pena-

-Un bel dilemma in effetti-

Philip annuì.

-Certo un impegno a corte è impegnativo, tuttavia io vi consiglio di pensarci bene. È vero che la tranquillità diminuirà considerevolmente, ma questo giardino vi può venire in aiuto, non convenite?-

Philip la fissò a bocca aperta

-Come fate a sapere che si tratterebbe di un impegno a corte?-

Trudy lo fissò, poi scoppiò a ridere.

-Perdonatemi conte, ma poteva trattarsi solo di questo-

-Non capisco come abbiate fatto ad indovinare-

-Tutti sanno che non siete un uomo che ama venire a corte quindi quando avete detto che si trattava di un impegno che vi avrebbe potuto cambiare la vita le possibilità potevano essere solo due: o un matrimonio o un impegno proprio qui a corte. O almeno queste erano le possibilità più probabili-

-E dato che sono vedovo avete escluso a priori l’ipotesi di un matrimonio?-

Trudy scosse la testa

-No, anzi. Conosco la vostra reputazione, come ho detto, se aveste corteggiato una donna e foste intenzionato a risposarvi, lo avremmo saputo. Avreste certamente reso pubblica la vostra intenzione-

Philip si meravigliò sempre più. Era decisamente meravigliato dall’intuito della donna

-Non mi aspettavo che voi poteste conoscermi così bene-

-Oh, non vi conosco affatto, invece. È che tutto quello che so di voi è che siete un uomo corretto, onesto e ligio all’etichetta. La mia è stata una semplice deduzione in base a ciò che sapevo di voi, il resto direi che è stata fortuna-

-Vorrei avere io la vostra fortuna allora. Mi aiuterebbe di più a capire le intenzioni delle persone-

Trudy si fece scura in volto e abbassò lo sguardo

-Fidatevi, non sono brava a capire le persone. Lo so fin troppo bene. Le persone non sono mai come appaiono, tranne in rari casi, come voi-

-Io non credo di essere così…-

-No conte, ve lo garantisco. Voi siete una di quelle poche persone corrette e integre che ormai abitano in questo regno. Il resto… tutti si nascondono dietro titoli e nomi altisonanti, sorrisi candidi e belle parole poi, appena possibile, ti buttano nella fossa dei leoni e ti guardano mentre vieni sbranato. Non ci sono persone corrette purtroppo, fate parte di una razza in estinzione signor conte-

Philip la fissò meravigliato per quello sfogo. Trudy aveva una tale rabbia nello sguardo che Philip ne fu atterrito. Eppure, dietro quell’odio così feroce, gli parve di cogliere un lampo di dolore

-Contessa, chi vi ha fatto così del male da vedere tutto così nero?-

Trudy alzò lo sguardò basita, sorpresa e spaventata. Lasciò andare in braccio di Philip e fece un passo indietro. Si portò una mano alla bocca e scosse la testa

-Io… io non … non avrei dovuto… perdonatemi-

Trudy si voltò e corse via. Philip rimase così meravigliato che quando si riscosse ormai la donna era già lontana. Philip era incredulo e meravigliato che una semplice domanda avesse avuto il potere di sconvolgerla così tanto. Qualsiasi cosa fosse successa alla donna era qualcosa che aveva il potere di spaventarla in un modo ancora molto profondo. Inconsciamente si ritrovò a sperare che qualsiasi cosa fosse, la donna fosse in grado di superarlo, perché quegli occhi verdi erano fatti per sorridere, non per esprimere dolore. E pensando alla donna, Philip riprese a passeggiare, dimenticandosi totalmente del suo dilemma e pensando solo a quell’incontro e a quella donna così piena di misteri. E si trovò a domandarsi cosa fosse successo e come avrebbe potuto fare per scoprirlo.

 

 

 

Trudy corse fino a quando non si chiuse la porta del suo appartamento alle spalle. Una volta arrivata, si accasciò al suolo e senza volerlo, si lasciò andare a dei profondi singhiozzi. Si portò una mano al collo, tirò la catena del medaglione che portava e lo strinse forte tra le mani. Non lo aveva mai tolto da quando gli era stato regalato. Fece per tirare con forza la catena, ma, come sempre, si trovò incapace di farlo. Piangendo lasciò andare il medaglione e si portò le mani sul volto, disperata. Come aveva potuto essersi ritrovata in quella situazione? Come aveva potuto permettersi di ritrovarsi così, con il cuore colmo di dolore, odio, risentimento e disillusione, sulle persone, sul mondo, su tutto. Come poteva essersi permessa di cadere in quel turbine senza fine, in quella spirale di cui aveva visto tutti i segni, ma data l’ingenuità e la sua fiducia ci si era buttata lo stesso, credendo di uscirne vincitrice e intatta. E ora era lì, sola, accasciata sul pavimento, in lacrime, di nuovo. E tutto perché, ancora una volta, aveva parlato senza pensare, si era lasciata andare a quel commento, e per di più con il conte Philip di Hoteval, un uomo. Cosa gli era saltato in mente? Come aveva potuto abbassare così la guardia? Forse era stata l’aria calma dell’uomo, la sua pacatezza o il fatto che sapeva che era un uomo onesto che si era lasciata andare. Ed erano errori che doveva evitare, anzi, sapeva di dovere evitare. Per fortuna non si era lasciata sfuggire niente, ma l’uomo era riuscito a sconvolgerla con una sola, semplice domanda. Le lacrime continuarono a scendere dai suoi occhi ancora per molto, prima che lei fosse in grado di calmarsi e riprendere il controllo su se stessa. Quando fu in grado di rialzarsi, si affrettò a raggiungere il piccolo bagno e si diede una sciacquata al volto. Quando si guardò allo specchio, gli occhi erano leggermente arrossati, così come le sue gote. Cercò di darsi una sistemata, si diede un po’ di cipria sul volto per mascherare il rossore e si sdraiò sul letto, con gli occhi chiusi, per cercare di attenuare il rossore degli occhi. Passò così una ventina di minuti e quando si alzò e si guardò allo specchio, il rossore era più lieve. Quando si considerò abbastanza presentabile si avviò verso la porta dell’appartamento e uscì. Appena fuori, si meravigliò di vedere anche la turchina uscire dal suo appartamento. Quando gli sguardi delle donne si incrociarono negli occhi di entrambe passò un attimo l’incertezza sul da farsi. Trudy si affrettò a fare un inchino alla principessa e attese. Non sarebbe stata certo lei a iniziare una conversazione. Era certa che la principessa passasse oltre e non le rivolgesse la parola, invece si meravigliò quando si sentì chiamare

-Contessa Gaumont, buongiorno-

-Buongiorno altezza-

-Non sapevo alloggiaste così vicina al mio appartamento-

-Non sapevo voleste saperlo, principessa, e come argomento di conversazione non è mai venuto fuori-

Rein, anche se un po’ scocciata, si trovò ad annuire.

-Avete ragione. Chissà perché davo per scontato che se una situazione del genere fosse capitata me lo avreste fatto notare quando abbiamo parlato-

Trudy la fissò

-Diciamo che non era indispensabile fornirvi questa informazione-

Rein non commentò, tuttavia si limitò ad un sorriso di circostanza. Le due donne si osservarono, e Trudy osservò attentamente l’abbigliamento della principessa. Quella mattina Rein era principesca come sempre, indossava un abito bianco con sopra ricamati dei fiori di mille colori. Sopra di esso, Rein indossava una mantella, anch’essa bianca, che le copriva il busto. La principessa indossava anche dei guanti, bianchi anche quelli e sulla testa era stato fermato un cappello, in perfetto abbinamento con l’abito. I capelli azzurri erano stati raccolti e fermati sotto al cappello in una perfetta acconciatura. Quello, purché impeccabile, non era certamente un abbigliamento da palazzo

-State uscendo altezza?-

Chiese Trudy. Rein annuì

-Si, devo fare alcune compere in paese-

-Viaggiate sola?-

-Si, mi accompagna la mia cameriera e…-

-Che coincidenza allora. Pure io desideravo andare in paese e fare alcuni acquisti. Posso farvi io da compagnia dato che anche io andrei sola-

La turchina la guardò meravigliata e Trudy vide che si metteva sulla difensiva

-Io… certo, nessun problema contessa-

Trudy le sorrise, compiaciuta

-Grazie altezza. Prendo subito il mio soprabito se non vi dispiace-

Prima che Rein potesse rispondere Trudy sparì nella sua stanza. Corse veloce per prendere una mantellina e un cappello, afferrò il primo paio di guanti che trovò e fu subito fuori dalla stanza. Rein la guardava perplessa ma le fece un sorriso di circostanza

-Siete pronta contessa?-

Trudy annuì, mentre si allacciava la mantella. Rein si incamminò, uno sguardo perplesso, ma non disse niente. Le due donne si avviarono in silenzio lungo il corridoio e le scale e arrivarono nella grande sala d’ingresso del castello. Fermo in fondo allo scalone c’era Thomas che non appena vide Rein assieme a Trudy fissò perplesso sia l’una che l’altra

-Rein, Trudy, che bello vedervi insieme-

-La contessa si è offerta di accompagnarmi in paese dato che anche lei deve fare acquisti-

Thomas fissò Trudy, perplesso

-Ma che piacevole coincidenza-

Trudy guardò Thomas e sfoderò il suo sorriso migliore e più innocente possibile

-Pienamente d’accordo con te Thomas, è stata una pura coincidenza. Io uscivo dalla mia stanza, la principessa pure e dato che anche io dovevo andare mi sono offerta di accompagnarla-

L’uomo fissò sia l’una che l’altra donna

-Se vi fa piacere posso unirmi a voi-

Azzardò timidamente, neanche lui ben consapevole del perché si era proposto, ma solo un cieco non si sarebbe accorto dell’evidente tensione tra le due donne. Tuttavia Rein scosse violentemente la testa

-No Thomas, non potrei mai permettertelo. Tu hai talmente tanti impegni qui che scortare due donne a fare compere di certo non rientra tra le tue priorità. Sono certa che la scorta che mi hai assegnato basterà-

-Sicura? Perché preferirei venire con voi piuttosto che sorbirmi quel principe e…-

Rein ridacchiò ma scosse la testa

-Anche se apprezzo molto la tua offerta, non vorrai di certo che la regina ci faccia un’altra ramanzina, vero?-

Thomas scosse la testa

-No ti prego, per questo mese mi sono già preso abbastanza rimproveri. Allora signore, se i miei servigi non vi sono richiesti, andrei a fare il mio lavoro. Ma prima lasciate che vi presenti il conte Nicholanos che oggi sarà a capo della vostra scorta-

Un uomo in uniforme si avvicinò alle due donne e si inchinò

-Conte Nicholanos, è un piacere rivedervi-

Disse Rein sorridendo all’uomo. Il conte fece un altro piccolo inchino

-Bene, Nicholanos è il capo della vostra scorta. Ci sono altre quattro guardie con voi per oggi-

-Non credi di avere esagerato Thomas? Cinque guardie per scortare me?-

Disse Rein, visibilmente a disagio in quella situazione. Trudy guardò anche lei perplessa Thomas, in effetti era una scorta molto grande per una semplice uscita, tre guardie sarebbero bastate. Tuttavia Thomas assunse un’espressione determinata e irremovibile sul volto

-Mi dispiace principessa, ma siete sotto la mia tutela, quindi cinque guardie è il minimo che vi posso assegnare come scorta. In più sono anche sollevato del fatto che non andiate da sola in giro, Trudy ti affido la principessa per oggi-

-Non credo che la principessa abbia bisogno di essere affidata a nessuno, ma non ti preoccupare, farò del mio meglio-

Thomas sorrise alle due, poi scoccò un’occhiata molto seria alle sue guardie, un’occhiata che disse tutto quello che dovevano sapere e si avviò per le scale, diretto, presumibilmente, verso lo studio del principe. La principessa si avviò verso la porta d’ingresso e Trudy si affrettò dietro di lei. Ad attenderle fuori c’era una carrozza, a cui erano attaccati una coppia di cavalli marroni. Non appena il cocchiere le vide uscire, si affrettò a scendere e ad aprire la porta della carrozza. Per prima entrò Rein, subito dopo la contessa. Le due donne si misero una di fronte all’altra, in silenzio. Trudy osservava la turchina, senza nemmeno lei ben sapere cosa fare. Rein faceva di tutto per non guardarla, ma sentendosi osservata, alla fine, si voltò verso di lei

-Allora contessa, cosa dovete comprare al villaggio?-

-Devo andare a parlare con la modista per un abito-

-Dovete andare da lady Chandra?-

Trudy annuì

-Si è la migliore modista del paese-

Rein sospirò

-A quanto pare abbiamo la stessa destinazione-

Trudy la fissò perplessa

-Credevo che il vostro corredo di abiti fosse già stato ordinato-

Rein si fece leggermente rossa in viso

-Si è così-

-Allora cosa vi porta da lady Chandra?-

-Devo chiederle un nuovo abito-

-Un altro?-

Rein si lasciò andare ad un leggero sospiro

-Si, so che può sembrare finta modestia per voi, contessa, dato che mi credete una donna così falsa e priva di scrupoli, ma credetemi, non sono abituata a portare abiti così… decorati-

Rein indicò il suo vestito. Trudy la fissò meravigliata

-Non mi vorrete dire che state andando a chiedere un abito… semplice?-

Rein, imbarazzata, annuì

-Si è così. Credetemi sono terribilmente grata a sua maestà per tutto ciò che ha fatto per me, ma ammetterete anche voi che per insegnare alla principessina Milky o per una normale giornata a palazzo è tutto decisamente eccessivo. Vorrei un abito semplice, monocolore, senza ricami tulle o pizzo-

Trudy la fissò veramente stupita. Quale era quella donna che desirava indossare un abito modesto quando avrebbe avuto la possibilità di portare abiti decisamente più elaborati? Una parte di Trudy fu visibilmente colpita, in senso buono, da quell’atteggiamento. In effetti da quando aveva visto la principessa, aveva sempre notato che la principessa indossava abiti riccamente decorati. Erano di taglio semplice ma la lavorazione non lo era.

-Vi piace camminare, principessa?-

Rein fissò perplessa la contessa.

-Si, ogni tanto-

-Allora chiedete un abito da passeggio. Di solito sono più morbidi e più comodi e meno ricamati. E facendo questo, non offenderete lady Chandra o la regina-

Rein la guardò, grata

-Grazie, non avevo pensato a questo. Grazie-

Trudy annuì e distolse lo sguardo. In quel momento non era in grado di sostenere lo sguardo azzurro della principessa, perché sapeva che quello era lo sguardo sincero di chi era veramente grato del suggerimento, e lei si sentiva inadeguata. Si sentiva inadeguata perché iniziava veramente a pensare di essersi sbagliata sul conto della turchina, dato che, fino a quel momento, tutto ciò che le aveva detto si era rivelato vero.

-E voi cosa dovete chiedere alla modista?-

Disse ad un tratto Rein. Trudy la guardò, e questa volta fu il suo turno di arrossire

-Temo di andare per l’esatto opposto vostro. Devo ordinare un abito e lo vorrei elaborato-

-Non vi ho mai visto con abiti molto elaborati, ora che ci penso-

-Diciamo che alcune circostanze lo richiedono-

-Quali?-

Trudy la guardò e per un attimo pensò di confidarsi con Rein, di dirle tutto. Ma era meglio non farlo e lei lo sapeva bene

-Ho intenzione di fermarmi a corte, e il mio guardaroba necessita di nuovi abiti-

-Vi volete fermare?-

Trudy annuì

-Le circostanze lo richiedono-

-Quali circostanze?-

Trudy non rispose e si limitò a fissare il paesaggio esterno. Si sentiva lo sguardo della turchina addosso, ma preferì evitarlo. Temeva di dire troppo. Alla fine Rein sospirò

-Va bene contessa, tenetevi i vostri segreti. Spero solo che non vi vogliate fermare per me-

Trudy si lasciò andare ad un sorriso e ad un accenno di risata

-No principessa, non siete ancora così tanto importante per farmi fermare-

Rein sgranò gli occhi stupita della risposta

-Mi fa piacere saperlo, credo-

Trudy non si trattenne e si lasciò andare ad una risata. Rein la guardò, poi alla fine si lasciò andare anche lei ad una piccola risata. Quando le donne sentirono la carrozza fermarsi, stavano ancora ridacchiando. La porta della carrozza si aprì e il conte Nicholanos apparve

-Altezza, siamo nella piazza del villaggio. Dove volete andare?-

-Esattamente qui. Vorrei scendere-

L’uomo annuì poi si fece da parte in modo da far scendere le due donne. Per prima, però, si avviò Trudy

-Meglio che scenda io per prima-

Rein annuì e Trudy si avviò. Una volta scesa, la contessa si rese conto che molti occhi incuriositi la stavano fissando. Dopotutto era appena arrivata una carrozza scortata dalla guardia reale, era logico pensare di avere attirato l’attenzione. Trudy si voltò verso la carrozza

-Altezza, vi consiglio di tenere lo sguardo basso. Ci guardano in molti-

Rein annuì, e fece per scendere. Trudy si avvicinò al conte

-Conte Nicholanos, giusto?-

-Per servirvi-

-Bene, mettetevi a protezione della principessa e ordinate alle vostre guardie di fare da barriera ad occhi indiscreti. Non vogliamo certo l’intero villaggio qui a rendere omaggio alla principessa, giusto?-

-Dire di no-

-Ottimo, vedo che ci intendiamo bene noi due. Io e la principessa dobbiamo andare…-

Trudy diede uno sguardo alla piazza, fino a quando non individuò la bottega che cercava.

-Proprio là, in quella bella bottega, la vede?-

L’uomo fece cenno di si con la testa. Nel frattempo Rein era scesa, cercando di non farsi notare molto. Il viaggio a piedi era veramente breve, quindi se avessero fatto in fretta, le due donne potevano evitare di farsi troppo notare.

-Principessa, da questa parte-

Trudy guidò Rein per la piazza, con il passo spedito. Sapeva che gli abitanti non avrebbero impiegato molto tempo a capire che la principessa era lì, ma almeno sperava che quando la voce si fosse diffusa, non si creasse una folla in attesa di vederla. Per fortuna arrivarono al negozio senza intoppi e una volta che la porta si chiuse dietro di loro, Trudy si sentì subito al sicuro. Lady Chandra, meravigliata dalla apparizione improvvisa delle donne, osservava la coppia visibilmente divertita

-Principessa Rein, che piacere vedervi qui. Se avessi saputo che avevate bisogno dei miei servigi vi avrei raggiunta io a palazzo-

-In verità ogni tanto, mi piace uscire da palazzo e venire a fare acquisti di persona. Diciamo che oggi ho semplicemente colto un’occasione-

-Lieta di sentirlo. Cosa posso fare per voi, altezza?-

Rein si voltò e guardò Trudy. La contessa era rimasta in silenzio e non aveva ancora aperto bocca da quando erano entrate.

-Veramente, lady Chandra, credo che la contessa abbia più urgenza delle vostre abili mani che non io. Prego, iniziate pure da lei-

Trudy alzò un sopracciglio sorpresa, ma non osò ribattere. La sarta, meravigliata, si rivolse a lei

-Cosa posso fare per voi contessa…-

-Gaumont, Trudy Gaumont-

Lady Chandra fece un piccolo inchino alla donna

-Avrei bisogno di un paio di vestiti a dire la verità. E non bisognerà risparmiarsi su stoffe, voglio vedere quale di più bello avete-

Trudy sentì lo sguardo di Rein su di se, ma non ci diede troppo peso. Era lì con uno scopo preciso, e niente e nessuno l’avrebbe distolta da esso. Sarebbe stata meravigliosa negli abiti nuovi e lei aveva tutta l’intenzione di brillare a corte, il più possibile. Questa era la sua prima mossa in quella nuova partita che stavano giocando, e questa volta avrebbe vinto, ne era sicura.

 

 

 

Shade guardava l’orologio del suo studio ogni cinque minuti. Si meravigliava di come il tempo stesse passando così lentamente quella mattina, di solito, infatti, quando iniziava a lavorare non faceva in tempo a fare neanche la metà di quello che si era prefisso che subito era ora di pranzo. Invece quella mattina era come se il tempo si fosse fermato, e non passasse mai.

-Non è che continuando a guardare l’orologio il tempo passerà più in fretta, sai?-

Shade si voltò verso Thomas

-Non capisco a cosa tu ti riferisca-

-Io invece credo che tu lo sappia perfettamente-

Shade guardò il suo “amico” e decise che era meglio non ribattere. Si rigirò e tornò al suo rapporto, che stava leggendo, infruttuosamente, da ormai mezz’ora.

-Non ci credo, nessuna risposta acida? Nessin “diavolo di un capitano, perché ti tengo ancora qua” e le solite cose che mi dici sempre? Direi che la cosa è grave-

-Thomas…-

Thomas ridacchiò prima di spostarsi dalla sua solita posizione e sedersi nella sedia vuota posta davanti alla scrivania

-Non puoi sederti-

-Non c’è nessuno-

-Potrebbe arrivare qualcuno però-

-Vorrà dire che in quel caso mi alzerò-

Shade alzò gli occhi al cielo ma non rispose, di nuovo. Oggi l’ultima cosa di cui aveva voglia era battibeccare con Thomas.

-Sta bene, è solo andata al villaggio-

-Lo so che sta bene, e non stavo pensando a lei-

-Come no-

Shade fulminò Thomas, ma l’amico gli rispose sfoderando il suo sorriso

-Puoi fingere quanto vuoi, ma non puoi farlo con me, e lo sai. Dillo che sei preoccupato e che non riesci a concentrarti, non c’è niente di male sai?-

-Io non sono preoccupato-

-Si invece-

-No ti dico-

-E invece si-

-No-

-Si-

-La vuoi fare finita?-

-No perché so di avere ragione. Quindi ammettilo-

-Non devo ammettere niente, soprattutto a te-

-Dai dillo-

-No-

-Shade...-

-Smettila Thomas-

-Andiamo cosa ti costa? –

-Niente ma non lo dirò perché è la verità-

-E invece no-

-Ti dico di sì-

-E dai-

-Smettila-

-Forza Shade esprimi le tue emozioni-

-Giuro che ora penso solo all’omicidio…-

-Forza dillo che sei preoccupato per lei-

-Smettila o ti faccio…-

Il suono di una gola schiarita li fece voltare entrambi. Ed già la seconda volta in un giorno che capitava. Shade stava veramente iniziando a pensare che la soluzione a tutti i suoi problemi sarebbe stata l’eliminazione fisica di Thomas. Tuttavia ora aveva cose più importanti a cui pensare perché sulla porta, immobile, c’era il conte Philip di Hoteval. Shade lo guardò meravigliato

-Conte, che ci fate qui?-

-Ho bussato e mi è stato detto che eravate libero quindi potevo entrare senza problemi. Ma dato che disturbo sarà meglio che mi congeda e ripassi in un momento più opportuno-

-No conte, non vi preoccupate, mi stavo solo divertendo a stuzzicare il nostro principe su una certa principessa e…

-Thomas guarda che ti faccio uccidere veramente-

Thomas gli regalò il suo più bel sorriso poi si alzò dalla sedia e, ignorando bellamente le parole di Shade o Shade in generale, si avvicinò al conte

-Sapete, oggi la principessa Rein è andata al villaggio per alcune commissioni e a quanto pare il nostro principe non riesce a concentrarsi sapendola sola fuori senza di lui-

-Thomas!-

Urlò quasi Shade, alzandosi di scatto dalla sedia e sbattendo i pugni sul tavolo. Tuttavia quella reazione fece ridere ancora di più Thomas, che si rivolse sempre al conte

-Visto? Questo è un lato di Shade che purtroppo vi toccherà conoscere presto, dato che a quanto pare, vi fermerete a corte con noi. Quando si arrabbia così per qualcosa che dico, vuol dire che ho ragione e lui lo sa-

-Thomas veramente io…-

Thomas alzò le mani e fece un piccolo inchino

-Va bene, va bene, la smetto. Ma non ci trovo niente di male al fatto che tu ammetta di essere preoccupato. È comunque la prima uscita al villaggio della principessa senza nessun membro della famiglia reale, ma ci sono cinque guardie reali con lei e non è sola, Trudy è con lei. Non c’è bisogno di temere niente-

-La principessa è con la contessa di Gaumont?-

Chiese Philip meravigliato. Thomas lo guardò perplesso

-Si, sono insieme. Conoscete Trudy?-

-L’ho vista qualche volta a corte negli anni, poi di nuovo al ballo e stamattina ci siamo incontrati nel giardino e abbiamo… conversato-

Thomas lo guardò perplesso

-Voi e Trudy avete conversato stamattina? In giardino? Da soli?-

- Ero uscito per una passeggiata mattutina, mi aiuta a schiarirmi le idee e l’ho incontrata per caso, tutto qui. Però se mi permettete capitano, credo di condividere la preoccupazione del principe. Penso che al suo posto, avrei la stessa preoccupazione-

Thomas fissò Philip profondamente ferito

-Ma come, conte, e io che speravo foste dalla mia parte-

Philip si lasciò sfuggire un mezzo sorriso

-Dovete capire che la principessa è stata l’argomento di conversazione sia del palazzo che fuori nel regno nelle ultime settimane, penso sia logico pensare che quando la notizia si spargerà al villaggio che la principessa ti trova lì una folla si formerà per vederla. Quindi capisco la preoccupazione del principe e la trovo perfettamente logica-

-Io non sono affatto preoccupato-

Disse Shade arrabbiato. Sia Philip che Thomas gli rivolsero un’occhiata poco convinta

-Si che lo sei-

-No Thomas-

-Si invece-

-Lo sembrate in effetti…-

Thomas sorrise fiero e appoggiò una mano sulla spalla del conte

-Lo sapevo che sareste stato un valido alleato, conte. È un piacere avervi a bordo-

-Grazie ma io…-

-Thomas il conte non ha ancora deciso, non prendere, come tuo solito, decisioni per gli altri-

-Se il conte è qui direi che è per comunicarti la sua decisione, giusto Philip?-

-Io, si infatti…-

-VISTO? Sentiamo conte, cosa avete deciso?-

Shade fulminò Thomas con lo sguardo, poi spostò la sua attenzione su Philip

-Conte, vi chiedo di perdonare la cattiva educazione di quest’uomo che infanga la mia rispettabile guardia reale. Prego, sedetevi e non badate a lui-

Thomas scossò un occhiataccia a Shade, ma riprese il suo posto dietro la sua sedia. D’un tratto l’atmosfera si era fatta formale e pesante. Shade guardava Philip che sembrava parecchio nervoso e inconsciamente, pensò che la risposta che sarebbe arrivata non sarebbe stata quella che sperava.

-Altezza, sono veramente onorato per l’offerta che mi avete fatto. Il posto da ministro è certamente notevole data la sua importanza ed è per me un onore personale sapere che avete pensato a me. Tuttavia, devo prima chiedervi alcune cose-

Shade fu sorpreso sentendo quelle parole, ma non si lasciò scoraggiare

-Certo, chiedetemi tutto ciò che desiderate-

-Se accettassi, posso contare sul fatto di avere ampia manovra di azione e di potere esercitare il mio ruolo anche se vado contro di voi? Posso pensare che voi rispetterete il mio ruolo e non mi imporrete di fare ciò che desiderate?-

-In pratica volete sapere se ho intenzione di mettere un burattino o se desidero avere un vero ministro?-

Philip annuì con il capo

-No, non è questa la mia intenzione. Ho scelto voi perché vi credo capace e adatto al ruolo, non perché ho intenzione di fare di voi un mio burattino. Di questo avete la mia parola, avrete ampia manovra di azione e se troverete una mia obiezione, ho l’abitudine di dibattere gli argomenti e cercare di risolvere le situazioni con la logica, non con la forza del mio titolo-

Philip annuì a quelle parole

-Bene, sapevo di non dovermi aspettare altro da voi, ma preferivo mettere le cose in chiaro prima di prendere una decisione-

-Se non c’è altro, allora posso pensare che accetterete?-

-Veramente ci sarebbe un’altra questione-

Shade lo guardò e si ritrovò ad annuire di nuovo

-Prego, chiedete-

-Avrò libertà di manovra nel potere decidere chi avere come assistenti o subordinati senza dovere per forza accettare qualcuno della nobiltà solo perché è nobile e privo di competenze?-

-Avrete tutta la libertà di potervi muovere come meglio riterrete opportuno, nessuno vi imporrà niente-

-Molto bene-

-Quindi posso…-

-Ci sarebbe solo un’ultima cosa, altezza-

-Ditemi-

Disse Shade che iniziava a spazientirsi leggermente da tutte quelle domande.

-Come ben sapete, altezza, sono l’ultimo parente rimasto in vita di mia cugina Charlotte-

-Certo, ne sono a conoscenza-

-Ovviamente mia cugina ha solo diciotto anni e sarebbe impensabile per me pensare di lasciarla tornare da sola a casa. Non è abbastanza grande per potere vivere senza l’appoggio di qualcuno o la supervisione di qualcuno più grande quindi mi vedo costretto a porre un’ulteriore condizione affinché io possa accettare l’incarico-

-Volete che vostra cugina viva qui con voi a palazzo?-

Philip annuì

-Si, la ritengo una condizione fondamentale per farmi accettare l’incarico-

Shade fissò Philip negli occhi prima di fare un cenno affermativo con il capo

-Non vedo il problema di avere anche vostra cugina qui con noi a corte. Di certo non separerò due membri della stessa famiglia quando posso evitarlo-

Philip si aprì in un sorriso grato. Shade si alzò, imitato dal conte

-Quindi adesso posso pensare di considerarvi a tutti gli effetti il mio nuovo ministro delle finanze e del tesoro?-

-Sarà un onore per me altezza. Accetto volentieri-

I due uomini si strinsero la mano. Shade era sollevato e contento. Philip sarebbe stata un’aggiunta eccezionale al suo consiglio e, sperava, fosse il suo primo vero passo da futuro re. Sarebbe stato il primo ministro scelto da lui, voluto da lui, e il primo passo verso il suo futuro governo. Si sentiva ottimista e fiducioso per il futuro. E anche Thomas lo sembrava

-Meraviglioso, conte Philip vi do il benvenuto ufficiale nel nostro piccolo club. Shade, credo che dovremmo festeggiare questo evento-

-Thomas non credo che…-

Ma Thomas era già sparito fuori dalla porta e chiamava a gran voce il cameriere personale di Shade. Il principe guardò Philip, leggermente mortificato

-Credo dovrete fare l’abitudine a Thomas e al suo carattere… esuberante-

Philip annuì, ma il conte sorrideva, per nulla turbato da quello spettacolo. Shade lo guardò meravigliato

-Non vi turba l’idea di avere al fianco un uomo così?-

Philip scosse la testa

-Crescendo con una cugina di sette anni più piccola di me si fa l’abitudine al caos. Credo che non faticherò a sentirmi a casa qui-

Shade si ritrovò concorde con lui

-Conte, credo che scelta migliore di voi non la potessi fare. Benvenuto nel mio consiglio-

-È un piacere essere qui altezza-

 

 

 

Rein osservava Trudy, in piedi, sul piedistallo di lady Chandra che si faceva prendere le misure per il suo abito nuovo. Ormai le donne erano là dentro da più di un’ora, avevano passato il tempo a scegliere stoffe, modelli e merletti e ora Rein si godeva la scena. Trudy era veramente una bellissima donna, con quei capelli biondi così setosi e lucenti e i grandi occhi verdi. Era sorprendente pensare che nessun gentiluomo si fosse ancora proposto, o almeno, se fosse fidanzata, Rein lo ignorava

-Contessa, permettere una domanda personale?-

Trudy la fissò perplessa, ma annuì

-Siete fidanzata?-

Per poco la donna non perse l’equilibrio. Trudy fissò i suoi occhi verdi sulla principessa e Rein si sentì terribilmente a disagio

-No principessa, non ho nessun pretendente al momento-

-Veramente?-

Trudy annuì, rossa in viso

-Ma siete bellissima! Possibile che nemmeno uno si sia mai proposto?-

Trudy la guardò. Rein era sicura che non le avrebbe mai risposto, invece si stupì quando la sentì parlare

-Ci sono state delle proposte solo… non andavano mai oltre il mio aspetto. Non voglio un uomo che mi voglia sposare solo per i miei capelli biondi-

Rein si trovò a capire la contessa. Non era insolito, nel loro mondo, che alcuni matrimoni fossero decisi solo in base all’aspetto fisico di una ragazza. Erano pochi gli uomini  che corteggiavano seriamente delle donne per conoscerle davvero, molti si fermavano solo all’apparenza.

-Capisco contessa, purtroppo il mondo è pieno di uomini terribilmente superficiali-

-E noi, sia che abbiamo un cervello oppure no, dipendiamo da loro-

Rein fissò Trudy e purtroppo si trovò d’accordo con lei. Nel loro mondo, il loro sfarzoso, sfavillante e luccicante mondo, il potere era quasi esclusivamente nelle mani degli uomini. Erano pochi, infatti, gli uomini che condividevano le scelte di vita e di gestione del patrimonio con le loro mogli, che molto spesso erano semplicemente relegate solo allo sfornare figli e ad occuparsi di loro o ad organizzare cene o balli. Non c’erano molte donne che gestivano la loro vita in completa autonomia e libertà, persino la regina, che regnava sul regno della Luna fin dalla morte del marito, era semrpe circondata da ministri e uomini che la consigliavano e le dicevano, il più delle volte, cosa fare. Era un mondo ingiusto, ma era quello dove vivevano

-Purtroppo è terribilmente vero. La possibilità di incontrare uomini intelligenti è decisamente bassa-

-Tuttavia credo che essere una principessa vi aiuti in questo no?-

Rein scosse la testa, violentemente

-Vi sbagliate, contessa. In me vedono solo un titolo e la possibilità di entrare in una famiglia reale. Sono veramente pochi gli uomini interessati a me come persona-

-Meno male che il nostro principe non è così-

Disse Trudy sorridendole in modo provocatorio. Questa volta, tuttavia, la turchina non era disposta ad accettare la provocazione, anzi

-Si, avete ragione. Siete fortunate, Shade è uno dei pochi interessato al carattere di una persona prima che al suo titolo. È sempre stato molto più interessato alle persone e premia chi lo merita invece di chi lo pretende per il nome che porta. È ammirevole-

Rein guardò Trudy negli occhi e si accorse di avere spiazzato la contessa. Si ritrovò a sorridere alla donna

-Non era la risposta che vi aspettavate?-

-In tutta onestà no. Credevo sviaste il discorso-

-E perché dovrei?-

-Per paura di tradirvi?-

Rein rise

-Non aspiro alla vostra corona, contessa, ma ammiro il principe Shade e negare un’evidenza non fa parte del mio carattere-

-Lo ammirate?-

-Moltissimo. A dire il vero credo di averlo sempre ammirato, fin da quando ero piccola e correva in aiuto mio e di mia sorella-

-Si dice che vostra sorella sia terribilmente innamorata del principe Shade-

Rein fissò Trudy, senza sapere cosa rispondere. Vedendo la sua espressione, Trudy rincarò la dose

-Sono anni che questa notizia gira tra al corte. La principessa rossa del regno del sole è follemente innamorata del principe della luna, un amore incrollabile, consolidato in anni. Non mi direte che sono solo…-

-I sentimenti di mia sorella sono chiari, è vero, ma dovete sapere una cosa. Fine è innamorata forse molto più dell’idea di Shade come principe che non del vero Shade-

-È quello che vi dite per tacitarvi la coscienza?-

Rein non rispose, colpita profondamente da quella frase. Da quando era nel regno della Luna, non aveva mai pensato a sua sorella, non aveva permesso a se stessa di lasciarsi andare a quei sentimenti. E ora, tra tutte le persone con cui avrebbe potuto parlare di questo, proprio con Trudy doveva tirare fuori quel discorso.

-Fine è decisamente incredibile come donna. E’ determinata, passionale, impulsiva e spudorata, praticamente tutto il contrario di ciò che sono io. Fine ha il potere di provare emozioni così forti per qualcosa e di dimenticarsene l’istante dopo. Mia sorella è proprio come il sole, lei brucia, vive e consuma ciò che ama. Credo provi veramente dei sentimenti per Shade, ma non credo sia quell’amore che intendete voi. Credo si sia talmente tanto cullata nell’illusione di sposare Shade, dell’idea del principe perfetto, che lo abbia talmente tanto idealizzato, che se dovesse passare del tempo vero con lui quell’illusione molto probabilmente svanirebbe all’istante-

-Oppure ne è veramente innamorata-

-Potrebbe essere contessa, avete ragione. Ma dovete sapere che mia sorella ha smesso di confidarmi i suoi veri pensieri da molto tempo ormai, quindi credo che dovremmo solo aspettare e vedere cosa gli eventi hanno in serbo per noi-

-Volete dirmi che ignorate veramente i sentimenti di vostra sorella?-

-Perché lei conosce i miei forse?-

Ribatté Rein, forse più bruscamente di quello che voleva. Trudy si ammutolì, e distolse lo sguardo. Chandra, che durante tutta la loro discussione era rimasta in silenzio, finì di prendere le misure della contessa e si limitò poi a fare un cenno alla donna che aveva finito. Trudy scese dal piedistallo e si avvicinò alla principessa.

-Altezza io…-

-Ogni famiglia ha i suoi lati nascosti, contessa. Voi avete i vostri segreti, io ho i miei. Nessun rancore-

Rein si avvicinò a Chandra

-Bene se ora siete libera, avrei bisogno di voi-

-Ai vostri ordini, principessa-

Rein sentì su di se lo sguardo della contessa, ma non vi diede peso. L’ultima cosa di cui aveva bisogno era far capire alla donna che ciò che le aveva detto l’aveva fortemente scossa. Sua sorella, chissà cosa stava facendo in quel momento, chissà cosa pensava veramente di lei. Chissà, se un giorno, sarebbero tornate a parlarsi veramente.

 

 

Appena Rein aveva finito di parlare con la modista e aveva chiesto i vestiti che desiderava, le due donne avevano fatto per dirigersi verso la porta del negozio, quando la sua improvvisa apertura le fermò. Sulla porta, c’era il capitano Nicholanos

-Capitano, cosa succede?-

-Principessa, vi sconsiglio di uscire da questa porta-

Rein lo guardò meravigliata

-E perché mai?-

-Una folla si è radunata qui davanti, altezza. La situazione potrebbe diventare pericolosa, sarebbe meglio…-

-Capitano, crede che gli abitanti siano qui per farmi del male?-

-No altezza, tuttavia la folla potrebbe…-

-Non ho nessuna intenzione di uscire da una porta secondaria a meno che non sia strettamente necessario. Credo che li guidi più la curiosità che non altro. E poi, dopotutto, gli abitanti mi conoscono, non è certo la prima volta che sono venuta qui-

-Altezza certo, tuttavia…-

-Principessa, permettetemi-

Rein si voltò verso Trudy

-È come se fosse la prima volta per gli abitanti-

-E perché mai?-

-Non penserete certo che le chiacchiere si diffondano solo a corte. Anche qui nel villaggio si sarà parlato di voi, anzi, ve lo assicuro, tutto il regno avrà parlato e parlerà ancora di voi-

-Sono perfettamente consapevole che l’intero pianeta parli di me, ma non capisco…-

-Si sono diffuse molte voci dal vostro arrivo, ma una le supera tutte, soprattutto dopo il ballo a corte-

Rein trasalì un attimo prima di porre la domanda

-Quale sarebbe?-

-Credo che tutti abbiano interpretato il ballo del principe con voi come una specie di… fidanzamento-

-Che cosa?-

Chiese allibita Rein, che si voltò verso Nicholanos, il quale fece un cenno con il capo, confermando le parole della contessa

-Io non sono fidanzata con Shade-

Urlò quasi Rein, in imbarazzo

-Si principessa, lo sappiamo, tuttavia le voci sono queste, al momento. Quindi credo che molti siano qui per vedere chi, secondo loro, diventerà la loro regina-

Rein divenne bordeaux in volto. Non sapeva cosa dire, o fare, o chi guardare. Nicholanos provò a parlare, ma la mano di Rein fu più veloce e lo fermò

-Scusatemi, non volevo… solo che proprio non ero preparata ad una cosa del genere. Molto bene, se le persone sono qui per vedermi, non mi tirerò indietro-

-Ma altezza-

-No capitano, nessun problema. Anzi, abbiamo sprecato anche fin troppo tempo qui a discutere. Fate avvicinare la carrozza il più possibile, aprite subito lo sportello e io e la contessa faremo il più in fretta possibile ad entrare. Andate-

Nicholanos si inchinò e andò ad eseguire gli ordini. Rein si voltò verso Trudy e sospirò

-Avrei preferito che mi aveste informata prima di questo-

-Credevo lo sapeste o lo immaginaste-

Rein scosse la testa

-No io… volevo solo comprare un vestito. Anzi, volevo anche andare a prendere dei libri ma direi che è meglio evitare-

Trudy la guardò perplessa ma non disse niente. La carrozza arrivò in poco tempo e Nicholanos riapparve

-Principessa, siamo pronti-

Rein annuì e poi si voltò verso Trudy

-Non vi dispiace se vado per prima, vero?-

La contessa fece cenno di no. Rein si affrettò ad uscire e in effetti rimase sbalordita dal numero di persone presenti in piazza. La folla era enorme, sembrava che tutti gli abitanti fossero lì, concentrati nella piazza, per vedere lei. Rein non aveva mai visto così tanta folla riunita per lei, solo per lei. Qualcuno urlò il suo nome quando la vide uscire, e presto la folla iniziò a chiamarla. Tuttavia Rein non si fermò, salì veloce dentro la carrozza e pochi secondi dopo arrivò anche la contessa. Non appena le due donne furono dentro, una guardia chiuse lo sportello e la carrozza si mise in movimento. L’andatura era lenta perché la folla impediva un rapido passaggio e molte persone si accalcarono attorno. La folla la chiamava in modo ancora più insistente, e la turchina, alla fine, si lasciò andare ad un sospiro. Guardò Trudy

-Contessa, spero che quello che sto per fare non alimenti ancora di più i vostri sospetti, ma credo di essere quasi obbligata-

-Principessa cosa intendete fare?-

Rein non le diede il tempo di una spiegazione. La turchina si avvicinò al finestrino della carrozza e iniziò a salutare con la mano e a sorridere. La folla, quando la vide salutare, si fece sentire ancora di più e iniziò a salutarla a sua volta. Rein sorrise grata per tutto quell’ondata di affetto così immeritata, secondo lei, che il popolo le stava dando. La carrozza ci mise quasi dieci minuti per fare il giro della piazza e prendere la strada pe il castello. Una volta presa, l’andatura si fece più veloce, ma Rein vide dei bambini correre dietro di loro, e li salutò ancora più calorosamente, ridendo vedendoli ridere. Quando anche i bambini furono persi di vista, Rein si rimise seduta e guardò la contessa. Trudy la guardava con uno sguardo che Rein non riuscì subito a decifrare, ma smise di sorridere.

-Andiamo contessa, dite quello che dovete-

Trudy si riscosse dai suoi pensieri

-No principessa, non ho nulla da dire. Siete stata splendida-

Rein la guardò perplessa

-Grazie, anche se temo stia per arrivare il vostro pungente commento-

Tudy sorrise

-Inizio a pensare che abbiate imparato fin troppo a conoscermi, altezza-

-Onestamente, credo siate la persona con cui ho passato più tempo a discutere negli ultimi giorni-

-Vero-

-E credetemi, faccio di tutto per evitarvi-

Rein si morse il labbro per essersi lasciata sfuggire quel commento e Trudy, vedendola, scoppiò a ridere.

-Finalmente principessa, qualcosa di cui non faccio affatto fatica a credervi-

Disse Trudy sempre sorridendo. Anche Rein sorrise

-Vedete contessa, io vi dico sempre la verità, forse vi dico anche troppo a quanto pare-

-È un mio potere principessa, riesco a fare parlare le persone, o almeno ci riesco con qualcuno-

Rein la guardò e si ritrovò a pensare che se magari si fossero incontrare in circostanze più tranquille le due sarebbero anche potute diventare amiche, anzi, buone amiche.

-Principessa, posso chiedervi una cosa e mi potete promettere di rispondermi in modo sincero?-

Rein la guardò e si ritrovò ad annuire

-La notte del ballo…-

-Non torneremo ancora a quel maledetto valzer, vero?-

Trudy scosse la testa

-No, parlo dopo il ballo. Perché eravate insieme al principe Shade di notte senza accompagnamento e per di più in abbigliamento da notte?-

Rein sbiancò. Come faceva lei a saperlo?

-Come lo sapete?-

-Vi ho visto-

-Mi avete visto…-

-Si principessa. Ho visto voi, il principe e il bacio-

Rein trasalì, sconvolta. L’aveva vista, li aveva visti. Aveva visto il bacio che aveva dato a Shade sulla guancia, quel bacio che non aveva nessuna intenzione di dare eppure il suo corpo si era mosso prima ancora che se ne potesse accorgere. Come poteva convincere qualcuno dell’innocenza del gesto, quando quel qualcuno non si fidava affatto di lei e delle sue parole? Rein decise che la soluzione migliore era quella di essere onesta e di raccontare i fatti come si erano svolti, con tranquillità e nel modo più diretto possibile. O almeno ci avrebbe provato, sperando che la contessa le credesse il minimo per non dare vita ad uno scandalo che avrebbe potuto distruggere lei e la sua reputazione

-Posso spiegare contessa quello che è successo e ciò che avete visto-

-Sono tutta orecchie, altezza-

Rein prese un respiro e poi fissò lo sguardo in quello della contessa

-Quella sera, dopo essere tornata in stanza, e dopo che l’adrenalina della serata era passata mi sono accorta di avere fame-

Trudy alzò un sopracciglio, ma Rein andò dritta

-Lo so che sembra assurdo, fidatevi lo è se lo racconto ad alta voce, ma quella sera non avevo mangiato quasi niente per il nervoso e la situazione e una volta tornata nella mia stanza avevo fame, molta fame. Così mi sono diretta alle cucine del castello, di notte, da sola e in vestaglia-

-Siete andata in cucina, da sola, di notte senza nessuno?-

Ripetè Trudy più a se stessa forse che non per una ulteriore conferma da parte della principessa

-Si è esatto-

-Come facevate a sapere dove andare?-

Rein guardò la donna con uno sguardo abbastanza incredulo

-Sono cresciuta in un palazzo reale, sembrano tutti diversi, ma molte strutture sono le stesse. So trovare la strada di una cucina se voglio-

-Ma come avete fatto?-

Chiese allibita Trudy, colpita da quel lato imprevisto della principessa

-Nel corridoio che porta alle nostre stanze c’è una porta nascosta. È una porta di servizio, la usano le cameriere. Mi è bastato trovarla e scendere le rampa di scale di fronte a me, era logico pensare di trovare la cucina sotto, nei sotterranei del palazzo, infatti una volta scesa era là dove immaginavo che fosse-

-Siete una donna piena di sorprese, lo ammetto-

Rein sorrise

-No, solo una donna che da bambina si divertiva a giocare a nascondino con la sorella in un castello. Conosco le logiche di palazzo, ero abbastanza certa di sapere dove stavo andando-

-Si ma in tutto questo cosa c’entra il principe? Come avete incontrato sua altezza? Non mi direte che anche lui…-

Rein annuì

-Si, era anche lui in cucina, anzi mi ha fatto prendere un bello spavento, sia lui che Thomas mi hanno…-

-Thomas? Cosa c’entra Thomas? E aspettate, c’era anche lui con voi?-

Rein annuì

-Si. A quanto pare se ricordo con esattezza, Thomas aveva voglia di un caffè, Shade di un the. I due si erano trovati insieme ed erano scesi in cucina quando mi hanno trovato lì. Mi hanno scambiato per un ladro, anche se devo ancora capire come abbiano fatto a pensare che un intruso si fosse intrufolato in cucina per rubare poi che cosa? Mi hanno anche puntato addosso le lame delle loro spade è stato terrorizzante e comico allo stesso tempo, credo-

-Che cosa hanno fatto?-

Chiese allibita Trudy che faticava seriamente a prendere sul serio la principessa, ma che credeva ad ogni parola della donna, era tutto troppo surreale per potere essere stato inventato in quel momento

-A loro discolpa posso dire che ero al buoi in cucina. Hanno pensato fosse un intruso, invece ero solo io, una principessa in vestaglia e pantofole che cercava da mangiare-

Trudy era sconvolta. Si stava immaginando la scena e tutto era terribilmente plausibile. E poi lei sapeva perfettamente l’amore incondizionato e la quasi dipendenza da caffeina di Thomas, quindi il dettaglio della principessa doveva essere vero, non se l’era potuto inventare. Ed era da escludere che in così poco tempo che si conoscevano, Rein sapesse già così tante cose personali e dettagli di Thomas. Quindi doveva per forza essere tutto vero, pur essendo assurdo e totalmente imprevedibile.

-Quindi eravate voi, in camicia da notte, in una cucina con due uomini?-

Rein aprì la bocca per replicare, ma in effetti non sapeva cosa dire. Si limitò ad annuire e ad abbassare lo sguardo.

-E cosa avete fatto poi in cucina?-

-Abbiamo mangiato. Panini, biscotti e bevuto una tazza di the-

-Come se niente fosse? E nessuno vi ha visti?-

-No, non c’era nessuno in giro per il palazzo, almeno nessuno in quella parte. Ora che ci penso è stato un caso decisamente insolito, ma il tutto si è rivelato essere uno spuntino di mezzanotte piacevole-

Disse Rein sorridendo. Trudy la guardò e non poté trattenere un sorriso anche lei

-E dopo?-

-Thomas è tornato al suo lavoro e Shade si è offerto di accompagnarmi in stanza… cioè fino alla porta, si è offerto di accompagnarmi alla porta della mia stanza, senza nessun doppio fine-

-E quel bacio?-

Rein la guardò e si sentì arrossire

-So che vi parrà assurdo, contessa, ma mi sono accorta di avergli dato un bacio solo quando le mie labbra erano già sulla sua guancia. Non so cosa mi sia preso, era stata una bella serata, mi ero divertita e poi trovarsi noi tre nelle cucine è stato piacevole passare anche solo un’ora in libertà, senza dovermi occupare di etichetta o se il vestito andava bene, o se i capelli erano ancora in ordine. Eravamo solo tre ragazzi intenti a mangiare, ridere e scherzare, in tranquillità. E quel bacio, io volevo solo ringraziarlo, ringraziare Shade di tutto ciò che aveva fatto per me. In realtà non volevo baciarlo, insomma non abbiamo quel tipo di relazione, ma è successo e basta. Il mio voleva essere solo questo, un grazie, solo non mi aspettavo di dargli un bacio, credetemi. È stato involontario, anche se non vi preoccupate, capirò se non mi crediate su questo, faccio fatica persino io a credere a ciò che ho fatto e che sia stato così spontaneo-

Trudy la guardò e invece di replicare o protestare, si trovò stranamente a capirla

-No principessa, vi sbagliate. Vi credo, conosco quella sensazione e so cosa intendete. Vi credo altezza-

Rein la guardò ma Trudy distolse lo sguardo

-Volete dire che è capitato anche a voi? E con chi?-

-Non credo vi riguardi, altezza-

-Io invece penso di si. Vi ho detto la verità, ora credo spetti a voi-

Trudy si voltò e Rein vide dentro gli occhi della donna rabbia, ma anche dolore

-So cosa vuol dire fare qualcosa prima ancora che il cervello si renda conto di cosa sta facendo. So quando è il corpo a muoversi senza la vostra intenzione, o almeno è quello che sembra. Solo permettetemi di dirvi una cosa principessa: di solito quando il corpo agisce così, senza che la mente se ne renda conto, vuol dire solo una cosa: che è il cuore che vi sta comandando. E quando è il cuore a comandarvi è lì che si commettono errori o peggio-

Rein rimase in silenzio, ma spostò lo sguardo. Si mise ad osservare il paesaggio dal finestrino. Nessuna delle due parlò più fino a quando la carrozza non si fermò davanti al portone principale del palazzo. Prima di scendere, però, Trudy afferrò per il polso Rein

-Principessa, permettetemi solo un’ultima cosa: state attenta e cercate di capire cosa vi sta dicendo il vostro cuore. Prima che sia troppo tardi, per voi e per il principe-

Rein non rispose, si limitò a scendere dalla carrozza, in silenzio. Non aspettò Trudy, si avviò veloce verso il palazzo senza guardarsi indietro. Quasi fece di corsa i gradini che conducevano al portone e non si fermò fino a quando non lo oltrepassò. Una volta entrata, si lasciò andare ad un sospiro e chiuse gli occhi. Quando riaprì gli occhi Rein si ritrovò di fronte ad alcuni membri della nobiltà che la guardarono perplessa. Rein arrossì leggermente, ma vi diede poco peso. Poco dopo, entrò anche Trudy e subito dopo il capitano Nicholanos. L’uomo si avvicinò alla principessa e si inchinò

-Altezza, se permettete, io andrei a fare rapporto e a informare il capitano che siamo tornati e che voi siete sana e salva a palazzo-

-Andate pure capitano, e grazie per oggi-

L’uomo fece il saluto militare, poi si inchinò, fece un piccolo cenno alla contessa e si avviò verso l’ufficio di Thomas. Rein si voltò verso Trudy

-Contessa, grazie per la compagnia-

Trudy si inchinò ma non disse niente. Rein si allontanò dalla donna prima ancora che rialzasse il capo ma fu fermata da una donna, giovane che le veniva incontro e appena fu abbastanza vicina, le si inchinò davanti. La donna era minuta, molto graziosa, con dei lineamenti molto delicati e raffinati. I capelli, castano chiari, erano raccolti in una acconciatura molto semplice ed elegante, ma la parte più magnetica della donna erano gli occhi, azzurro chiari e quando la luce li colpiva, a volte, sembravano grigi. Rein non ricordava di avere mai visto quella donna, tuttavia si fermò.

-Principessa, perdonatemi se vi fermo così, e mi azzardo a parlare con voi senza nemmeno essere stata presentata, ma non ho avuto l’occasione di farlo dato che non sono potuta venire prima a palazzo e non mi sono potuta presentare a voi come si conviene-

Rein la guardò ma non disse niente. Era veramente contrario alle regole dell’etichetta che una donna di rango inferiore parlasse per prima a qualcuno più in alto di lei nella scala gerarchica, ma Rein non era mai stata molto attenta a quella particolare regola. Così decise di passarci sopra

-Non vi preoccupate, non avete commesso nessun crimine. Sono lieta di fare la vostra conoscenza, solo che temo di non conoscere il vostro nome…-

La donna aveva rialzato il capo e stava per parlare quando Trudy arrivò all’improvviso e si frappose quasi tra Rein e la donna

-Fanny-

La donna guardò Trudy con il sorriso più dolce possibile

-Trudy cara, che piacere. Non sapevo di trovarti qui a palazzo. Da quanto tempo non ci vediamo, direi dal mio matrimonio circa un anno fa. Ti trovo in splendida forma, come sempre-

-Come ti permetti di fermare una altezza reale così, nell’atrio di un palazzo! Non conosci alcuna vergogna?-

Rein guardò meravigliata Trudy. Era stata molto dura con la donna, Fanny aveva capito si chiamava, e ne era sorpresa, dato che sembrava che le due si conoscessero e anche molto bene. Dopotutto chiamare qualcuno per nome presupponeva un elevato grado di intimità ma la durezza della voce di Trudy l’aveva scossa molto più di qualsiasi altra cosa. Così decise di intervenire per cercare di calmare la contessa

-Contessa, vi prego, dovreste sapere ormai che non sono così ligia sempre all’etichetta-

Rein appoggiò la mano sul braccio di Trudy e le fece fare un passo indietro. Trudy sembrava svuotata, ma guardò la principessa in un modo che fece preoccupare Rein. Era lo sguardo di una donna spaventata.

-Contessa vi sentite bene?-

Chiese Rein, preoccupata. Trudy fece cenno di sì con la testa. Si voltò a guardare Fanny e le donna in risposta le sorrise nel modo più cordiale possibile.

-Ti chiedo scusa, Fanny, non volevo esagerare. Come saprai la principessa è ospite della famiglia reale, e tutti noi nobili ci stiamo comportando in modo da non offendere la principessa in alcun modo, rispettando al meglio le regole e l’etichetta. Sei fortunata che la principessa è di indole magnanima e non farà molto caso a questo avvenimento e a questa circostanza. Ma dopotutto è comprensibile che la tua esuberanza ogni tanto ti faccia commettere questi errori anche se spero, dato anche il fatto che sei una donna sposata ora, che ti impegnerai molto di più da ora in poi-

Fanny sorrise a Trudy, ma era un sorriso che non era arrivato agli occhi, cosa che non sfuggì a Rein, come non le sfuggì il tono quasi provocatorio di Trudy

-Principessa, lasciate che vi presenti la giovane Marchesa Fanny Eldelberry, moglie del marchese Ethan Eldelberry-

Fanny fece un bellissimo inchino, impeccabile ed eseguito alla perfezione. La giovane doveva avere passato molto tempo a provarlo e a migliorare

-È un piacere marchesa. Se non sbaglio Eldelberry è…-

-Si principessa, la famiglia Eldelberry è una delle più antiche e nobili famiglie di questo regno. E’ stata proprio una fortuna per la giovane Fanny sposare il marchese, una fortuna e una unione veramente propizia. Vogliate perdonarle quindi la sfacciataggine della marchesa, immagino che imparare tutti i compiti di una marchesa abbia fatto sì che alcune regole dell’etichetta siano state… dimenticate-

La frase avrebbe potuto uccidere sul posto, tanto era stata detta in modo tagliente. Rein lanciò uno sguardo perplesso alla contessa ma non replicò. Lei aveva sperimentato la sua diffidenza, ma quello che ora arrivava da Trudy era solo risentimento. Tuttavia, la giovane marchesa parve non farci caso, anzi, si trovò ad arrossire in un modo quasi perfetto data la circostanza.

-Temo che la mia cara amica Trudy abbia detto la verità. Non è ancora un anno dal mio matrimonio e ammetto di essermi forse dimenticata di alcune regole, ma sapete, tra la luna di miele e il resto dei doveri che ora occupano le mie giornate, temo di essere stata decisamente troppo impulsiva. Spero vogliate perdonarmi principessa, perdonare la mia esuberanza e sfacciataggine come ha giustamento detto la contessa di Gaumont-

Rein, nel mezzo di quella lotta tra le due donne, decise che la cosa migliore era quella di lasciare morire quel discorso e di andarsene il più in fretta possibile

-Non vi è nulla da perdonare marchesa. È un piacere fare la vostra conoscenza-

Fanny le sorrise dolcemente

-Spero potremmo instaurare una bella amicizia, altezza, come quella che vedo avete già con la contessa Trudy. Non sarebbe bello, cara Trudy, se fossimo tutte e tre buona amiche? Dopotutto la principessa trascorrerà molto tempo qui a palazzo-

-Sarebbe meraviglioso, certo, ma non dipende certo da noi quali amicizie sua altezza reale la principessa deciderà di avere-

Era difficile dire chi tra le due donne avesse lo sguardo più velenoso. Rein rimase lì, ferma, senza sapere cosa fare. Tuttavia, senza rendersene conto, si mise al fianco di Trudy e fece passare il braccio sotto quello della contessa.

-Marchesa, vi chiedo scusa, so che forse preferireste fermarvi a parlare con la vostra amica Trudy, ma temo di avere bisogno ancora della contessa. È stato un piacere avere fatto la vostra conoscenza, vi auguro buona giornata e spero di rincontrarvi in circostanze più ottimali-

Prima che qualcuno avesse il tempo di reagire, Rein trascinò via Trudy, sulla scalinata, diretta ai suoi appartamenti. Trudy la guardò

-Principessa cosa…-

Rein le bisbigliò all’orecchio

-Siete fortunata che non c’era praticamente nessuno a vedervi, volevate dare spettacolo? Vi sto facendo un favore contessa, forse non ve ne siete resa conto. Ora sorridete e fate finta di avere una piacevole conversazione con me e che sia tutto perfettamente normale-

Trudy la guardò, ma fece un timido sorriso

-Principessa io… vorrei spiegarvi ma…-

-Oh voi lo farete, ora, nella mia stanza. Non vi lascerò certo andare via senza sapere cosa è appena successo e in che guerra sono stata catapultata e se non mi volete dire la verità vi suggerisco di inventarvi una bella storia credibile, perché non ho alcuna intenzione di lasciarvi andare senza avere avuto una spiegazione soddisfacente. Spero vi piaccia il the, contessa, lo stiamo andando a prendere proprio adesso. E la cosa non è negoziabile-

Chiunque avesse visto la scena in quel momento avrebbe visto due donne, a braccetto che parlottavano e sorridevano, nella perfetta rappresentazione bucolica dell’amicizia femminile all’interno di una corte reale. Di certo avrebbero girato delle voci su quella nuova amicizia nata tra la principessa straniera e la contessa di cui molti faticavano a ricordare il nome, contessa sparita dalla vita sociale quasi per un anno per prendersi cura della madre malata e una volta tornata a palazzo risorta agli onori della cronaca per quel legame con la principessa. Molti si sarebbero chiesti come avesse fatto quella contessa apparsa quasi dal nulla a farsi un’amicizia così tanto importante e in così breve tempo o cosa una altezza reale avesse visto in una semplice contessa, graziosa certo, ma senza agganci particolari all’interno della corte. Nessuno avrebbe mai potuto immaginare, in realtà, che in quel momento, tra le due donne, vi era in atto una relazione che di amicizia aveva ben poco. Eppure, per qualche strano motivo, sembrava che una forza misteriosa avesse legato quelle due donne in un modo imprevedibile e inaspettato. E a quanto pare, il destino avrebbe fatto sì che quel legame non si sarebbe sciolto molto velocemente, ora bisognava solo vedere se si sarebbe evoluto in una amicizia o in una diffidenza. E le uniche che avrebbero potuto deciderlo erano proprio loro due.  

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Ciao a tutti.

Buon anno a tutti e bentornati in questo capitolo. Come state? Spero tutto bene e che nonostante il periodo che stiamo tutti passando, stiate tutti bene, sia voi che le vostre famiglie.

Allora, eccoci qui, come promesso, con l’aggiornamento! Sono brava lo so (megalomania da scrittrice, perdonatemi XD) ma sono veramente fiera di me stessa per essere stata nei programmi. Ammetto però che praticamente la storia sta andando avanti da sola, lo giuro mi siedo convinta di andare verso certe direzioni e invece lei prende vita sua e fa come le pare. Non volevo dedicare così tanto tempo a Trudy in questo capitolo ma era arrivato il momento. Allora, per chiarezza, vi dico che nella mia testa, ci sono in mente tre archi narrativi principali di questa storia, e adesso ci stiamo avvicinando all’apice del primo arco narrativo. Il problema si focalizza ora sul secondo, perché non so bene come svilupparlo, ma so dove voglio arrivare, con la conclusione poi della storia e dell’evoluzione dei personaggi, il tutto sta solo arrivarci ora e sperare di essere abbastanza brava a fare quello che ho in mente, e lo spero vivamente. Ma forse questi sono discorsi molto prematuri per voi, ma ci tengo sempre a rendervi partecipi delle mie intenzioni, se poi volete che eviti, ditemelo. Ovviamente, come penso si sia capito ormai, non ho intenzione di focalizzarmi solo su Shade e Rein come personaggi. Si loro ovviamente sono i protagonisti, ma mi piace creare storie dove ognuno ha la possibilità di avere qualcosa da dire e non è semplicemente un contorno narrativo alla storia principale. È ovvio che principalmente racconterò di Rein e Shade, ma mi piace che ci siano anche altre sottotrame che si legano alla trama principale. So che così facendo mi complico la vita, ma le storie troppo piatte non mi piacciono, e scrivere di personaggi bidimensionali non mi piace. Quindi spero che condividerete la mia visione e se non è così, vi prego, perdonatemi, ma arriverà anche il bel momento di Rein e Shade, promesso e garantito.

Passando alla storia, ammetto che mi sono divertita pensando alla scena di Shade e Thomas. Nella mia testa si svolge tutto in un modo spero di essere riuscita a trasmettervi quello che avevo in testa. E il dettaglio del principe a torso nudo, una piccola chicca per voi. Ammetto che volevo proprio che lo vedeste così, perché ogni tanto ci vuole. Thomas che dire invece, Thomas è uno di noi, è quell’amico che ti dice veramente quello che vuoi sentirti dire anche se non lo ammetti. E ora lui e Philip insieme formeranno una bella gatta da pelare al nostro Shade, anche se credo che lui non lo abbia ancora ben capito. Ma vi posso dire che Philip regalerà molte soddisfazioni all’interno della storia, quindi so che forse a non tutti piace come personaggio, ma lasciategli il tempo necessario.

Lo stesso vale per Trudy. Lei è veramente particolare come donna, la sua storia, di cui siamo solo all’inizio del racconto, sarà particolare ma credo che alla fine regalerà delle sfaccettature molto affascinanti. Almeno io quando l’ho pensata e perfezionata mi sono resa conto di tante cose, spero di essere brava abbastanza da riuscire a trasmettere tutto quello che è nella mia testa a voi che leggete e seguite. Me lo auguro vivamente, ma sono certa che se non fosse così me lo farete sapere quindi conto su di voi.

Penultima cosa, allora posso dirvi che il programma per questo 2021 è di sicuro un capitolo al mese, verso la metà-fine mese. Se sono brava, o in momenti dove scrivo in modo compulsivo perché devo farvi sapere, penso di pubblicare due capitoli al mese, ma nel caso vi avviso. Aspettatevi però un capitolo di sicuro, questo è quasi una certezza. Il prossimo per intenderci è ormai finito e dopo vado subito avanti. Ammetto che con questo modo, cioè dovermi solo occupare della revisione e correzione del capitolo e non della stesura-correzione-pubblicazione di fila mi trovo meglio e cercherò di andare avanti così.

Infine vi lascio, sono anche stata fin troppo prolissa perdonatemi, ma ci tenevo a ringraziarvi ancora infinitamente. Non capite veramente il supporto incredibile che mi avete dato e che continuate a darmi, lo sapete questa storia è per voi e mi trovo a scrivere veramente con la gioia di farlo ed è tutto merito vostro. Quindi GRAZIE di cuore, io vi lascio, ci vediamo al prossimo capitolo e come sempre se avete voglia di farmi sapere cosa ne pensate lasciate un commento e ditemi la vostra, ogni opinione o parere è sempre ben accetto e chissà, magari mi potreste anche dare l’input per un qualcosa a cui non avevo minimamente pensato, quindi commentate. Grazie anche solo a chi legge, grazie per dedicarmi un po’ del vostro tempo e soprattutto per dedicarlo a questa storia e ai loro personaggi. Io vi mando un bacio grande, ancora auguri di buon anno, e noi ci vediamo al prossimo capitolo. Come sempre la vostra

Juls

  
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