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Autore: Farkas    22/01/2021    1 recensioni
Soulmate AU.
Due pezzi di puzzle. Fatti l’uno per l’altro. Ognuno ha una persona che lo completa, il cui nome appare un giorno scritto indelebile su un braccio. Succede anche ad Archie e Veronica.
Un AU che illustra come durante la serie si evolva il rapporto tra i Varchie. La certezza di appartenersi, non impedirà loro di fare errori, ma non è detto che non raggiungano la felicità.
Genere: Angst, Romantico, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Veronica Lodge
Note: Soulmate!AU | Avvertimenti: nessuno
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      SOULMATE

L’inizio

 
“Gli amanti non si incontrano finalmente in qualche luogo. Sono sempre stati l’uno nell’altro” – Rumi.
Archie-and-Veronica-kiss-for-the-first-time  
 

 
 
 
Il principio delle anime gemelle, era una cosa misteriosa. Di punto in bianco, si sentiva un male cane e ti compariva su un braccio, il nome della persona a te destinata.
Sì, messa così, forse era una spiegazione un po’ troppo brusca, ma era così che suo padre gliel’aveva spiegato quando era piccolo.
Oltre a ciò, non era possibile prevedere quando sarebbe successo: la scritta poteva comparire a tre come a trent’anni, e accadeva all’improvviso aveva chiarito sua madre.
Una volta avuta la risposta, Archie non ci aveva mai pensato molto, fino a quando non aveva cominciato a frequentare Geraldine, chiedendosi se il nome dell’uno, sarebbe mai comparso sul braccio dell’altro.
D’accordo era più grande di lui e di parecchio, ma in fondo non aveva nessun nome sulle braccia e nemmeno lui quindi perché non sarebbe dovuto succedere? E poi anche se non fosse mai comparso niente, non c’era l’obbligo a due destinati di stare insieme. I suoi genitori si erano lasciati malgrado le scritte sulle braccia riportassero Fred e Mary.
 
 
 
A questo pensava Archie quando all’istante fu travolto da una sensazione di smarrimento. Aveva l’impressione che il suo mondo fosse crollato all’improvviso. Poi di colpo arrivò il dolore. Gli faceva male dritto al cuore, il dolore del tradimento… unito al terribile dolore sul braccio che lo portò a lasciar cadere i tubi che trasportava facendo un chiasso infernale.
Veronica era comparso sul suo braccio, scritto in una grafia fine ed elegante. Il primo pensiero di Archie fu che era un bel nome, ma non certo quello che si era aspettato.
Forse era stata una cosa infantile, ma Archie aveva mostrato la scritta al padre non appena gli aveva chiesto cosa fosse successo, avendolo raggiunto sentito il baccano.
-Oh. Be’ prima o poi, doveva accadere. Bel nome! - mormorò impacciato Fred. Maledizione, aveva sempre pensato che sarebbe stata Mary a parlarne con Archie, ma adesso lei era Chicago e lui lì.
Onestamente aveva spesso pensato che sarebbe stato Betty, il nome sul braccio del figlio, ma si era sbagliato.
A casa tuttavia si era sentito in dovere di chiedere ad Archie, come lo facesse sentire la cosa.
-Strano- ammise il ragazzo. -Non conosco nessuno con quel nome. Credevo sarebbe stato qualcuno che conoscevo… ora non riesco a non chiedermi chi sia questa ragazza… e poi con tutte le Veronica che ci sono al mondo, come farò a sapere quale Veronica è quella giusta? -.
-Ah, fidati figliolo: quando la incontrerai lo capirai all’istante- aveva risposto Fred lieto di poter dare un’informazione al figlio pure in un argomento in cui non si sentiva particolarmente ferrato.
 
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Quello era ufficialmente il giorno peggiore della sua vita. Veronica era rannicchiata a piangere abbracciata a sua madre, dopo che i federali avevano portato via suo padre. Era terribile. E Nick e le sue cosiddette amiche avevano sparso sale sulla sua ferita. Non solo per metterla più in agitazione e farle poi più male possibile quella mattina Nick le aveva chiesto di uscire, ma sapendo di ciò che era successo erano venuti alla sua festa per godersi lo spettacolo di suo padre che veniva arrestato ed erano entrati nella sua stanza per ridere della sua disperazione. E lei che li aveva pure ringraziati per essere lì, certa che volessero consolarla, prima che le sbattessero in faccia il loro odio e se andassero tutti compiaciuti! *
Di colpo una terribile spossatezza invase il corpo della ragazza. Le braccia erano diventate pesanti come piombo. Avrebbe potuto giurare di aver trasportato cemento e mattoni per tutto il giorno. Poi, va a capire perché, per un folle momento la mora sentì il fortissimo desiderio di mettersi a cantare.
Di colpo Veronica sentì un dolore atroce al braccio destro, tanto violento e improvviso che non riuscì a trattenere un urlo.
-Tesoro, cosa…- cominciò Hermione, prima di vedere la scritta che cominciava a formarsi.
No” pensò disperata Veronica, che aveva ormai capito cosa stesse succedendo. “No, no, no, no! Non adesso!”.
Quella serata Veronica dovette constatare di nuovo che anche se ti chiami Lodge contro certe cose non puoi nulla. Archibald era comparso a lettere cubitali sul suo braccio, sotto lo sguardo compassionevole di sua madre.
Povera Ronnie” si disse Hermione. Proprio mentre si trovava in una situazione del genere doveva capitare? Le sarebbe piaciuto che fosse stato in un momento diverso, magari felice in cui lei avrebbe potuto esaltarsi per l’accaduto e magari prenderla bonariamente in giro.
Senza contare che poi, a differenza di molte ragazze, Veronica aveva sempre dichiarato di non trovare affatto romantico, l’idea di finire marchiata come un capo di bestiame. Tutte quelle ragazzine che si carezzavano amorevolmente la scritta, o si disperavano perché non era ancora comparsa le erano sempre parse sciocche.
La giovane fissò irata la scritta “Tu adesso appartieni a questa persona. Per sempre” sembrava dirle in tono beffardo.
-Ma chi chiama ancora il figlio Archibald di questi tempi?!- sbottò irata la ragazza, vogliosa solo di potersela pigliare con qualcuno per quella sequela improvvisa di sciagure.
 
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Ad Archie faceva piacere l’idea di andare a cena con Betty. Malgrado tutta l’eccitazione della storia con Geraldine (non si poteva seriamente pretendere, che la troncasse solo perché gli era apparso sul braccio il nome di una tipa che avrebbe conosciuto chissà quando), aveva sentito la mancanza della bionda durante l’estate.
Il resoconto delle novità toccò la musica. ma Archie non aveva avuto voglia di parlare del nome sul braccio. Magari Betty ci sarebbe rimasta male, perché su entrambe le sue braccia non c’era alcuna scritta, e Betty si era sempre chiesta che nome le sarebbe uscito e quando. Senza contare che i ragazzi poi ne discutevano di rado.
Mentre Betty parlava della loro amicizia, Archie sentì di colpo una strana sensazione. Una ragazza era appena entrata nel locale. E che ragazza. Si tolse il cappuccio nero rivelando di possedere una meravigliosa chioma corvina di media lunghezza, che incorniciavano un volto perfetto dalla carnagione olivastra. I suoi grandi occhi castani ed espressivi studiarono incuriositi l’ambiente, prima di soffermarsi su di lui. Si avviò nella sua direzione con movimenti da cui trasparivano una grazia e un’eleganza non comuni.
“Che bella voce” pensò Archie mentre la ragazza chiedeva della sua ordinazione prima di salutare lui e Betty, e attaccare discorso con loro.
Archie rise di ogni battuta fatta dalla ragazza fino a quando lei non disse di chiamarsi Veronica Lodge.
-Archie Andrews… aspetta Veronica? - fece incredulo il rosso portandosi inconsciamente la mano al braccio destro.
-Archie… è il diminutivo di Archibald? - fece sbigottita la mora imitando il gesto del ragazzo.
-Ehm… è lei è Betty Cooper- fece il rosso sforzandosi di dirottare il discorso.
-Aspetta, tu sei …? - chiese stupita Veronica, cercando di non mostrare quanto fosse grata del cambio d’argomento.
-Quella che domani ti guiderà nel tuo tour della scuola sì. Il tuo mentore tra pari-.
-Vuoi unirti a noi? Magari ti togliamo un po’ delle tue paure-propose Archie. Non voleva che Veronica se ne andasse.
Un “” squillante e gioioso si arrampicò sulla lingua della giovane Lodge, ma quest’ultima riuscì a reprimerlo.
-Mia madre mi sta aspettando. Ma alla prossima puntata-.
Archie non riuscì a impedirsi di fissarla mentre se ne andava.
 
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Appena tornata a casa Ronnie gemette. Appena visto il rosso, aveva sentito l’irresistibile impulso di avvicinarsi a lui e di parlargli. E il nome corrispondeva. E le ci volle un quarto d’ora, perché l’immagine del ragazzo smettesse di tornarle in mente.
Il mattino dopo rimase almeno un altro quarto d’ora di fronte all’armadio per decidere cosa mettere: non che volesse impressionare Archie (d’accordo, il pensiero per una frazione di secondo le era venuto in mente, ma l’aveva subito respinto), ma era indecisa se far vedere o meno la scritta sul braccio.
“Non mi lascerò condizionare da questa cosa! Mi rifiuto!” si disse decisa Veronica. A settembre fa ancora caldo, ergo, lei avrebbe messo qualcosa a maniche corte. Non aveva nulla di cui vergognarsi, o almeno non per il suo corpo.
 
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Già la sera precedente Betty per un attimo si era sentita il terzo incomodo, ma quando aveva visto la scritta sul braccio di Veronica, le era parso che qualcuno le avesse riempito lo stomaco di piombo.
Poteva sopportare che Archie si fosse incantato a fissare la mora: era una bellissima ragazza, ma la scritta che aveva sul braccio… Betty continuava a ripetersi, che non significava nulla, che potevano esserci chissà quanti Archibald al mondo… ma fu dopo essere entrata nelle River Vixen che il suo mondo crollò.
 
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Veronica avrebbe voluto prendersi a schiaffi. Non era riuscita a impedirsi di chiedere a Betty di darle una mano a rimorchiare Archie. Quando poi aveva scoperto che la ragazza aveva una cotta per il rosso, aveva deciso di cercare di aiutarla a conquistarlo. Primo Betty le stava davvero simpatica, e secondo non intendeva permettere a una scritta sul braccio di decidere con chi lei dovesse stare. Peccato solo che quando lei e Betty videro Archie dopo gli allenamenti della squadra di football il ragazzo avesse le braccia scoperte… e il nome Veronica, era indelebilmente scritto sul suo braccio, cosa che confermò i sospetti delle ragazze.
Eppure Ronnie era decisissima ad aiutare Betty a conquistare il rosso.
-Farmi avanti? E perché? C’è il tuo nome sul suo braccio-.
-Betty, io non credo al principio delle anime gemelle. Io me lo costruisco da me, il mio destino. E puoi riuscirci anche tu-fece la mora con tale convinzione da convincere anche Betty. Peccato che chi stesse pianificando una perfida vendetta, le avrebbe presto convinte del contrario.
 
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Essere costretti a entrare in un armadio, per pomiciare con la tua supposta anima gemella che conosci da malapena ventiquattr’ore, è una situazione che rende nervosi. Archie e Veronica non si sentivano proprio a loro agio.
-So che suo fratello è morto e tutto, ma Cheryl Blossom è davvero l’anticristo- fece Veronica appena furono rimasti da soli.
Archie non riuscì a non ridacchiare. Vero, Cheryl era una vipera quando ci si metteva. E pure quando non ci si metteva. Ma molto in fondo aveva qualcosa di umano. Qualcosa che la morte di Jason aveva devastato.
-Allora, ti manca New York? - chiese Archie. Non proprio originalissimo come domanda da fare a una che si era appena trasferita, ma non gli era venuto in mente nient’altro.
-È passata solo una settimana, ma sì-.
Archie cercò di recuperare con: - 6 minuti e 20 secondi. Okay, tocca a te. Fammi una profonda domanda per ammazzare il tempo.
Nel vedere la sua interlocutrice ridacchiare Archie sorrise. Era felice di averla rallegrata. Veronica era così vicina, e così bella… era strano sentirsi in perfetta sintonia con qualcuno che conosceva da nemmeno ventiquattr’ore?
-Avevate l’aria tu e Betty, di divertirvi al ballo-.
-Sì, certo. Siamo amici da sempre. Tocca a me-.
-Prima la mia domanda. Ed è tutto qui? Solo amici? -.
-Non solo amici. I migliori amici. Tocca a me. Hai un ragazzo a New York? -.
Perché le aveva chiesto proprio questo? Non aveva nessuna intenzione di provarci… o forse sì?
-No. Tocca a me. E c’è la possibilità che diventi qualcosa di più? -.
-Lo stai chiedendo per Betty o per te? - chiese Archie. Lo doveva sapere. Perché Geraldine era uscita dalla sua mente per la prima volta dall’estate appena aveva visto Veronica.
-Per Betty. E non hai risposto alla domanda-.
-Non ho mai sentito quello che si dovrebbe sentire in questi casi, con Betty-.
-E l’hai mai sentito con qualcuno? - sussurrò Veronica.
“Con te, proprio adesso” pensò per un attimo il rosso, ma il pensiero se ne andò rapido come era arrivato.
-Sì. Quest’estate. E tu? -.
-Penso una volta-. Non diede altri dettagli ed Archie non ne chiese. Neppure lui era stato molto prodigo d’informazioni.
Veronica gli passo un dito sul torace: - Sei più pericoloso di quello che sembri, vero? Ragazzo della porta accanto? -.
Quanto era sexy. Avrebbero dovuto attaccare la sua foto sotto quella parola nel dizionario. Anzi avrebbero dovuto metterla sotto ogni parola che esprimeva bellezza fotografie di Veronica Lodge.
Archie sorrise e si avvicinò: - Non sai quanto-.
-Tocca a te. Chiedimi qualcosa, Archie. Chiedimi tutto quello che vuoi- fece la mora. I due erano così vicini da sentire sulle labbra l’uno il respiro dell’altra.
-Non dovremmo farlo- sussurrò Veronica mentre la distanza fra di loro si azzerava.
-No, non dovremmo- ammise Archie. Ma ciò non cambiava che entrambi non desiderassero fare altro.
Le loro labbra s’incontrarono in sincronia perfetta.
Veronica aveva completamente dimenticato il desiderio di reinventarsi, Betty e tutto il resto del mondo. Il mondo iniziava e finiva in quell’armadio. Al mondo esistevano solo lei e Archie Andrews.
Per un istante, una meravigliosa sensazione di completezza, s’impadronì dei due… poi furono ricatapultati nella realtà. Una realtà in cui dovevano fare i conti coll’aver appena ferito una persona.
 
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Per semplice coerenza, Ronnie avrebbe dovuto evitare Archie a prescindere, solo che… non ci riusciva. Quella vipera di Cheryl, ovviamente doveva aver calcolato che una volta avvenuto il primo tocco i destinati cominciavano a provare l’uno le emozioni dell’altro. Non subito ovviamente, ma poteva accadere. E dopo un bacio era quasi sicuro che accadesse più velocemente.
Così quando Veronica aveva percepito quanto stesse male il rosso per aver ferito Betty, non era riuscita, a non cercare di spezzare una lancia in suo favore con l’altra Vixen.
E poi Archie non aveva fatto nulla di sbagliato. Betty non gli piaceva in quel modo e basta. Mica si può decidere di chi innamorarsi. Tanta gente stava con qualcuno che non aveva il suo nome sul braccio, pur sapendo del rischio!
Come se non fosse stata sufficiente Cheryl, sua madre ebbe l’idea di farla tornare a casa con Archie. La chiacchierata che ne seguì la portò ad apprezzare maggiormente il giovane Andrews, ma il fatto che lo trovasse bello, simpatico e buono non avrebbe cambiato nulla.
Ci fu il disastroso appuntamento con Chuck, ci fu il breve flirt tra Archie e Valerie. Veronica e Archie col tempo si avvicinarono sempre di più. Un po’ la mora si spiaceva di aver riso della storia con la Grundy dopo la sua partenza, tramite la connessione aveva percepito il dolore del rosso, ma lui non se l’era presa. Archie era semplicemente troppo buono per pigliarsela con lei per cose così.
Certo le loro vite e i problemi che li affliggevano non erano esattamente quelle che capitavano ai tipici adolescenti americani, ma contribuirono ad avvicinarli.
E arrivò la festa di compleanno di Jughead. Una volta tanto Veronica non era affatto in modalità festa, ma sentiva un disperato bisogno di distrarsi. Archie dovette accorgersene, perché la seguì e le chiese come stesse. E la mora notò che neppure lui era al settimo cielo. Ma era solo comune empatia, o era il legame tra due destinati che cominciava ad attivarsi? Al termine della loro deprimente conversazione sui loro genitori, Archie la strinse in un abbraccio e Veronica vi si abbandonò completamente. Fra quella braccia per un attimo si sentì meravigliosamente al sicuro. Era felice che sua madre non c’entrasse col divorzio degli Andrews.  Non voleva che arrecasse il minimo dolore ad Archie… non voleva che lei e Archie si ritrovassero a diventare fratelli adottivi. Lei voleva… lei voleva… Betty e Jughead entrano nella stanza e l’abbraccio si sciolse, facendo avvertire ad entrambi un senso di perdita.
Poco dopo Chuck e Cheryl, meschini come solo loro potevano essere fecero del loro meglio per offendere Veronica e Archie. E malgrado i due non si fossero fatti mettere i piedi in testa, Ronnie percepì che il rosso si sentiva umiliato. Visto che prima lui lo aveva fatto con lei, dopo la festa la mora fece del suo meglio per consolarlo.
E poi senza sapere come e perché Veronica era seduta su Archie e le loro labbra si cercavano con desiderio. Valerie, Geraldine e le altre ragazze non contavano più nulla. Per Archie ora esisteva solo Veronica Lodge.
La mattina dopo quando Ronnie si era svegliata si era sentita felice, per il semplice fatto di essere col giovane Andrews ma ciò non voleva dire niente. Archie le piaceva e tanto, ormai poteva anche ammetterlo ma con tutto quello che stava succedendo, aveva ben altre cose per la testa.
Al contrario Archie, non aveva in mente che la giovane Lodge. Il ritorno di sua madre l’aveva spiazzato, e si era scordato di chiamarla, ma appena arrivato a scuola si era precipitato alla sua ricerca, sperando che non ce l’avesse con lui.
Il rosso accettò il gentile rifiuto della ragazza, ma la mora avvertì la sua delusione.
“Maledetto legame empatico” pensò stizzita Veronica. Ma ciò non le impedì di dire: - Senti, Archie. Mi dispiace, ma per mille ragioni dobbiamo fare finta che non sia mai successo. A più tardi-.
Ma che stai facendo? Torna da lui! E’ la tua anima gemella, lo sai lo percepisci!” le urlava ogni atomo del suo corpo.
“Non posso. Non ora. Se è il ragazzo giusto, è il momento sbagliato” si disse Veronica accelerando il passo. Se non si fosse sbrigata non ce l’avrebbe fatta ad allontanarsi dal suo… da Archie.
 
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La mora non poteva avere una relazione, in quel momento ma almeno poteva acconsentire all’idea del duetto… in cambio di una mano nelle sue indagini. Aiuto che Archie non sembrava intenzionato a darle.
La cosa l’aveva un po’ buttata giù e anche se sapeva che era assurdo le dispiaceva che Archie si fosse sentito più leale a Jughead che a lei. E un minimo anche che poi avesse cambiato idea sempre a causa del moro, anche se la cosa la faceva vergognare.
Insomma non poteva mica pretendere che Archie avesse la sua felicità come pensiero principale, specie dopo averlo rifiutato sia pure gentilmente!
L’unico lato positivo di tutta quella situazione era l’avere problemi assai più pressanti.
 
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Fin da quando erano piccoli, Archie e Jughead si erano ritrovati ben più spesso a casa del primo, ma comunque ci era stata qualche scappata a casa Jones, e a ripensarci il senso di colpa di Archie nell’entrare nella roulette di FP raddoppiò.
“Lo faccio per una giusta causa” si disse il rosso mentre apriva la porta.
L’outfit nero brillantinato di Veronica gli aveva tolto il respiro per un istante, ma per quanto la giovane Lodge in quei giorni avesse una posizione prominente nei suoi pensieri,
Com’era cambiata la sua vita da quando ci era entrata Veronica! La cosa non dipendeva solo dalla mora, certo, ma lei comunque aveva giocato un ruolo importante. Ronnie gli piaceva e tanto.
Nel vedere che nella roulotte non c’era nulla di strano Archie si sentì invadere da una meravigliosa sensazione di pace, ma si sforzò di contenerla. Doveva accertarsi che le ricerche della sua amica non avessero avuto esiti diversi, prima di sentirsi sicuro nel lasciare che Jug tornasse a vivere con FP.
Anche la figlia di Hermione non aveva trovato nulla, ma la cosa ebbe sul suo stato d’animo l’effetto opposto, e la sua determinazione nel trovare qualcosa di strano spinse Archie a sbottare: - Veronica! Che cosa vuoi? Vuoi che tuo padre sia colpevole? -.
-Voglio sapere, Archie- rispose lei in un tono che lasciava emergere tutta la fragilità che si sforzava sempre tanto di nascondere. - In un modo o nell’atro devo essere sicura-.
-Non puoi continuare a cercare per sempre e non trovare mai niente-.
-E come faccio quando lui poi torna?-.
-Non lo so- ammise Archie. Immaginava che una situazione del genere fosse un inferno, ma in fondo tutti sono innocenti fino a prova contraria e non avevano trovato uno straccio di prova, sul fatto che FP o Hiram Lodge centrassero qualcosa con la morte di Jason.
-Ma io sarò qui, vicino a te, a fare quello che posso per aiutarti, se me lo permetti- non era molto, ma era il massimo che potesse prometterle. - E magari mi sbaglio, ma non aver trovato niente la vedo come una vittoria. Una grande vittoria per la squadra di casa-.
Un’ombra del suo meraviglioso sorriso apparve sulle labbra della ragazza, e Archie si sentì invaso da una sensazione di fiducia e sicurezza.
-Che c’è? -sussurrò.
-È solo che… se dovessi camminare in una valle oscura, troverei Archie Andrews col suo sorriso e la sua metafora sportiva- rispose la ragazza mentre il suo sorriso si allargava. E un attimo dopo quelle labbra sorridenti si unirono con bramosia a quelle di Archie, mentre la loro proprietaria gli gettava le braccia al collo
Era la terza volta che si baciavano, ma stavolta entrambi accettarono in pieno ciò che diceva loro il cuore. Si amavano. Si completavano a vicenda.
Ci pensò il cellullare di Ronnie a riportarli nel mondo reale. Un mondo in cui stavano violando un domicilio, il cui proprietario stava rincasando. Uscirono dalla roulotte in tutta fretta, senza accennare a ciò che era appena successo.
Dopo il rapporto alla signora Cooper (avesse trattenuto FP altri cinque minuti!) pensò stizzito Archie, i due cantarono il loro sospirato duetto. E fu un successone. Affrontare Betty subito dopo fu molto meno divertente, anche se Archie dovette ammettere che gli fece piacere che Veronica lo difendesse durante la discussione. Tuttavia gli eventi successivi, spazzarono via quelle considerazione.
Il vero assassino di Jason aveva incastrato FP. Ma chi era? E quando aveva agito? E se loro se ne fossero andati un minuto dopo, l’avrebbero incontrato? L’idea dava ai due adolescenti i sudori freddi, ma dovevano informare Betty e Jug.
Ma per Ronnie arrivò una notizia ancora peggiore. Sua madre non era innocente, aveva commesso crimini e adesso si preparava a fuggire dalla città . All’idea di abbandonare Riverdale, di abbandonare Archie e tutti gli altri legami e la vita che si era così faticosamente costruita in quella piccola città, e di cominciare una vita da latitante, la mora si sentì crollare. Sentiva il desiderio di parlare con qualcuno e scelse Archie.
Saputo che lui e Betty cercavano Jughead, non ci mise molto a intuire dove fosse e a raggiungerli.
E poco dopo piovve loro addosso la confessione di FP. Di suo padre non si parlava come le aveva detto Archie, ma Veronica non riusciva a tranquillizzarsi senza una prova lampante della sua innocenza. E quando lo disse al gruppo Archie, le prese la mano di nascosto.
Quel contatto la fece sentire rinfrancata e sollevata. Per la prima volta cominciò ad apprezzare che quel nome le fosse comparso sul braccio.
 
 
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Archie non riusciva a credere a quanto fosse nei guai il suo amico. Ma cos’altro doveva capitare a Jug? Non se la sentiva di parlare con lui o Betty così fece il punto della situazione con Veronica. L’unica scelta possibile fu interrogare Joaquin, ma anche la pista ottenuta da lui si risolse solo nella prova definitiva degli accordi tra Hiram Lodge e i Serpent.
I suoi genitori non erano perfetti, d’accordo ma paragonati a quelli di Veronica e Jughead … Archie avrebbe dato di tutto per migliorare la situazione
E all’ultimo trovarono la prova che l’assassino di Jason era suo padre Clifford. Archie non poteva nemmeno immaginare come si sentisse Cheryl, ma almeno i padri del suo migliore amico e della ragazza che gli piaceva non erano due assassini.
Tuttavia Archie e Veronica avevano ancora qualcosa di cui preoccuparsi: come avrebbe preso Betty, la loro relazione? Certo ora stava con Jughead, però …
Veronica decise di affrontare il problema di petto:- Ok, Archie. Ora che non stiamo più indagando su un caso di omicidio, dobbiamo dire a Betty del nostro pas de deux-.
-Cosa…- cominciò Archie.
-Della nostra storia-.
“Ah, allora ce l’abbiamo una storia!” si disse il rosso. Non ne era proprio certo. Il precipitarsi degli avvenimenti, non aveva permesso a lui e alla mora di parlare come avrebbe voluto.
-Oh, sì certo. Ma dobbiamo cercare il modo giusto. L’ultima volta che ne ho parlato con Betty, non è andata granché-.
Betty era molto importante per lui. Veronica gli piaceva, ma non voleva perdere l’amicizia della bionda.
-Lascia stare, glielo dico io. L’aggiungo al milione di cose da gestire; le dirò che siamo semi-fidanzati-.
Archie se ne sentì sollevato. Veronica da ragazza, magari sarebbe riuscita a sondare meglio l’animo di Betty.  E lui si sarebbe risparmiato di vederla triste se fosse successo.
Peccato che Ronnie scelse di darle la notizia a mensa quando tutto il gruppo era riunito, malgrado i suoi tentativi di dissuaderla. E alla fine Archie decise di sostenerla. In una coppia ci si sostiene a vicenda, no?
-Archie ed io volevamo dirti…- cominciò Veronica.
-Ci siamo baciati un paio di volte- completò in fretta Archie. Via il dente, via il dolore.
Per fortuna la bionda parve sinceramente felice per loro. Ed entrambi i membri della nuova coppia si accertarono che fosse sincera. Una prova di quanto fossero in sintonia.
 
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Le dava proprio sui nervi che sua madre, avesse osato proporle di sfruttare la sua relazione con Archie. Non poteva e non voleva. Archie… era importante per lei Con Jughead che andava nel Southside, la scoperta di avere un fratello e tutti i guai che le piovevano addosso per Betty doveva essere dura. Quando però aveva visto il rosso fissare la bionda… una sensazione di freddo la avvolse, ma il messaggio e il tentato suicidio di Cheryl, fecero passare la cosa in secondo piano.
Ancora una volta Archie mostrò di che pasta era fatto, spaccando il ghiaccio a pugni fino a rompersi una mano, pur di salvare la vita della giovane Blossom.
Se quell’atto non meritava una ricompensa, Veronica non sapeva quale. Era il caso di fare due chiacchiere con Josie. Il fatto che perfino Cheryl avesse una migliore amica, poteva tornare utile. A cose fatte,
la mora affrontò il discorso col figlio di Fred… be’ era stato lui a chiederle se fosse tutto ok, ma lei aveva subito colto la palla al balzo.
-Quando eravamo alla Southside, stavi guardando Betty e Jughead non lo so, con nostalgia-.
-Con nostalgia? -chiese confuso Archie.
-Quasi desideroso. Come se volessi bene a Betty-.
-È così. E sempre gliene vorrò. Come amico- chiarì il ragazzo. - Anzi, visto che ne stiamo parlando, stavo guardando Betty e Jughead e come sono felici insieme. Che poi è quello che ho sentito io tutta la settimana. Voglio essere quello per te- chiarì Archie, sentendosi un po’ strano all’idea che Veronica fosse stata gelosa di Betty.
-Un’anima gemella? Una spalla robusta su cui piangere di tanto in tanto? - mormorò Veronica carezzando un po’ il rosso. Non aveva mai avuto relazione seria prima di allora… e neanche Archie che tuttavia rispose sicuro: - Sì-.
-Ne sarei felice, Archie- dichiarò la ragazza prima di unire le loro labbra in un tenero bacio, che fu interrotto dall’arrivo di Josie che annunciò di voler cantare la canzone di Archie.
Già da quello si sarebbe potuto capire che quella sarebbe stata una gran notte. La notte migliore delle loro giovani vite. Veronica capì che le parole della canzone di Archie “My love, my heart, I wanna shared it with you” erano dedicate a lei… e la cosa la rendeva felice.
Dopo quell’ altro successone che fu il discorso di Betty il gruppo celebrò quella che scioccamente credeva fosse la fine dei loro guai poi le due coppie si separarono. Fu quella la sera in cui finalmente la mora e il rosso divennero una cosa sola.  
-Quest’appuntamento era già fissato fin dal principio, Archie- sussurrò Veronica mentre si toglievano i vestiti.
Veronica e Archibald. Ronnie ed Archie. Varchie. Erano una cosa sola, e sempre lo sarebbero stati.
La sensazione di completezza stavolta fu infinitamente più profonda. Era giusto così. Così doveva essere. Si appartenevano fin dai tempi della creazione.
 
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“Ok, io Veronica Lodge, mi sbagliavo di grosso. Questa storia delle anime gemelle è fantastica” si disse Veronica, sdraiata sul letto preda della felicità, ripassando il nome sul braccio con le dita.
Archie se n’era appena andato, eppure moriva dalla voglia di rivederlo … magari a scuola gli sarebbe corsa incontro quando l’avesse visto come in quelle vecchie commedie romantiche. Lui l’avrebbe abbracciata, fatta girare e poi concluso con un bacio mozzafiato.
“Forse sto un po’ esagerando, ma che male c’è a fantasticare un po’?” si chiese la giovane Lodge mentre scendeva dal letto, ridacchiando.
Voleva festeggiare. Si prese un croissant cioccolato e mandorle e stappò la bottiglia di champagne che c’era nel frigo. La rabbia di sua madre fu un bonus gradito.
Ho appena incontrato l’uomo della mia vita” - si disse la ragazza. Se non era un’occasione da celebrare quella …
Di colpo una sensazione di dolore e terrore la attraversò come una scarica elettrica.
Paura. Sofferenza. Senso di colpa. Insieme a un’angosciante, terribile, spaventosa preoccupazione.
-Archie!- urlò. Gli era successo qualcosa. Quei sentimenti erano suoi. Ne era più che sicura.
In quel momento il suo telefono squillò.
-Se per caso il tuo ospite di ieri sera, digli che…-iniziò sua madre.
-È Betty- rispose sbrigativa Veronica.
Archie aveva bisogno di lei. Ne era certa. E lei non lo avrebbe deluso.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
  • Avviene nel romanzo Riverdale: Il giorno prima che narra per l’appunto degli eventi accaduti il giorno prima della morte di Jason Blossom.
 
 
 
 
   
 
 

ANGOLO DELL’AUTORE

 
La luna piena influenza sempre noi lupi, portandoci a ululare e a scrivere nei fandom più disparati! Ho adorato Riverdale e mi sono divorato le prime tre stagioni, quando le hanno trasmesse in chiaro e morivo dalla voglia di scriverci su… ed ecco il risultato. L’idea di base non sarà originalissima ma è qualcosa che volevo scrivere… e la Varchie mi piace da impazzire.
Questo capitolo è stato una faticaccia. Riassumere tredici episodi in un capitolo solo… mi sa che per le prossime, dovrò dividere il resoconto in più capitoli, altrimenti la storia diventerebbe troppo confusa.
Be’ spero che il mio esordio in questa sezione vi sia piaciuto. Ci si vede nelle recensioni spero.
Grazie per aver letto fino a qui e alla prossima!
  
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