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Autore: ChrisAndreini    23/01/2021    3 recensioni
Cinque coppie, cinque cliché, tropes letterari e delle fanfiction ovunque, e un narratore esterno e allo stesso tempo interno che sembra attirare a sé le più assurde coincidenze e situazioni da soap opera.
Un gruppo di amici si ritrova a passare l'anno più movimentato della loro vita guidati dai propositi, dall'amore, e da una matchmaker che non accetta un no come risposta.
Tra relazioni false, scommesse, amici che sono segretamente innamorati da anni, identità segrete e una dose di stalking che non incoraggio a ripetere, seguite le avventure della Corona Crew nella fittizia e decisamente irrealistica città di Harriswood.
Se cercate una storia piena di fluff, di amicizia, amore, e una sana dose di “personaggi che sembra abbiano due prosciutti negli occhi ma che alla fine riescono comunque a risolvere la situazione e ottenere il proprio lieto fine”, allora questa è la storia che fa per voi.
Genere: Commedia, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Corona Crew'
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Pessime, pessime decisioni

 

Venerdì 9 Agosto

 

È già stato appurato nella trilogia di San Valentino che quando Diego ha fame diventa irritabile e nervoso, beh, non era niente, niente in confronto a quando non dormiva per una notte intera.

Soprattutto se il giorno successivo aveva qualcosa di importante.

E quella notte non aveva chiuso occhio, prima del matrimonio di suo fratello.

Ergo, era irritabile come non mai.

Aggiungiamoci che la sera prima aveva mangiato pochissimo perché troppo impegnato ad essere sicuro che l’addio al celibato procedesse bene, diciamo che Diego quel giorno sarebbe stato irragionevole, stanco, irritabile e decisamente impossibile.

Purtroppo Clover non ricordava assolutamente nulla della notte precedente, e quando si svegliò vide solo un Diego che si stava vestendo e con occhi che mandavano scintille.

-Che ore sono?- chiese stropicciandosi gli occhi, osservando l’orologio e bevendo un lungo sorso d’acqua.

Una lontana parte di Diego fu soddisfatta nel constatare che il bicchiere che le aveva messo nel comodino la sera prima si fosse rivelato utile, ma non aveva la testa per provare emozioni positive.

-È ora che ti alzi e ti prepari perché nel caso te lo fossi dimenticata oggi c’è il matrimonio!- disse quindi, in tono acido.

-Wo, che hai? Non hai mangiato?- chiese Clover, sorpresa dalla sua veemenza, e dando prova di conoscerlo molto bene.

-No, e per colpa tua non ho neanche dormito, quindi vedi di prepararti in fretta e non combinare un casino- si pentì di ciò che disse nel momento stesso in cui le parole uscirono dalle sue labbra, ma non riusciva proprio a trattenersi. Non riusciva a togliersi dalla testa quello che Clover gli aveva detto, ed aveva troppo, troppo sonno.

Clover lo fissò immobile per qualche secondo, molto sorpresa.

-Okay, va bene- lo assecondò poi, non nascondendo l’irritazione che iniziava a montarle ma cercando di fare l’adulta responsabile, per una volta.

Si stiracchiò e si avviò in bagno, per lavarsi. Diego provò a finire di prepararsi abbastanza in fretta da uscire prima che lei ritornasse in camera, ma non fu abbastanza svelto.

O forse Clover lo fu troppo, perché uscì dal bagno in pochi minuti perfettamente pulita e fresca come una rosa.

-Sai dov’è l’abito da damigella?- chiese distrattamente a Diego.

Era ammirevole quanto in fretta le passasse la sbornia, si comportava come se non fosse successo assolutamente niente quella notte.

E questo non faceva che far infuriare ulteriormente Diego, che non sopportava più questa presunta ignoranza e cose non dette o dimenticate.

-Non so dov’è il tuo abito da damigella, è una tua responsabilità!- la rimproverò, cercando di allacciarsi i i bottoni delle maniche della camicia con una certa difficoltà.

Clover lo guardò qualche secondo sorpresa, poi aggrottò le sopracciglia.

-Ce l’hai con me?- chiese, confusa e leggermente irritata.

-Non so, dovrei avercela con te?- chiese Diego, girandosi nella sua direzione e sostenendo il suo sguardo.

Clover sembrò pensarci un attimo.

-Senti, sono state tua madre e tua nonna a farmi ubriacare. E qualsiasi cosa abbia fatto, ti ho detto che la Clover ubriaca non centra niente con me- provò a giustificarsi Clover, alzando le mani.

-Comodo così, vero? Forse dovresti assumerti le responsabilità di ciò che fai- la provocò Diego, scuotendo la testa.

Clover si prese la testa, come se cercasse di ricordare qualcosa, poi la scosse.

-Senti, sei nervoso. Perché non ne parliamo dopo il matrimonio?- provò a proporre, venendogli incontro.

Beh, sì, era una buona idea. Diego si conosceva abbastanza da sapere che dopo una notte di sonno e un pasto abbondante sarebbe stato abbastanza lucido da sostenere una conversazione pacata senza alcun problema. La parte razionale di lui, dopotutto, sperava ancora che fosse tutto un grosso malinteso.

Purtroppo era così stanco e irritato che la parte razionale di lui era stata messa in un angolo sperduto.

-Certo, perché sei sempre tu a decidere quando parlare, quando non parlare e tutto il resto, vero?- dopotutto non era solo arrabbiato per la questione lettere, ma anche per il resto di quella folle settimana di crociera, anzi, da prima. Da quella pazzesca notte insieme di cui però Clover non aveva intenzione di parlare. 

Era passato più di un mese maledizione!

-Se mi rinfreschi la memoria magari capirò cosa ho fatto di sbagliato stanotte- anche Clover iniziava a perdere la pazienza, e aveva completamente abbandonato la ricerca del vestito per concentrarsi sul ragazzo davanti a lui.

Probabilmente quello non era effettivamente il momento migliore per parlare, dato che il matrimonio sarebbe iniziato tra un paio d’ore e avevano tantissime cose da preparare prima, ma dettagli.

-Ti viene in mente qualcosa che magari potresti avermi detto per farmi arrabbiare così?- Diego continuò a provocarla parlando per enigmi. 

Avrebbe dovuto dire chiaro e tondo “Sono arrabbiato perché ieri mi hai detto che hai ricevuto le mie lettere e non mi hai mai risposto, e che non provi niente per me e ho il cuore spezzato due volte” ma non credeva di esserne capace.

E sperava con tutto il cuore di aver frainteso e che Clover si sarebbe spiegata meglio, da sobria.

Clover sembrò seriamente rifletterci per un attimo, si irrigidì leggermente mentre arrivava ad una conclusione che a Diego non fu dato sapere, e poi scosse la testa, e alzò le spalle.

-Non mi viene in mente niente, onestamente. E non ho tempo per i tuoi enigmi, quindi o mi parli chiaro e tondo, o torno in bagno a truccarmi e a prepararmi!- Clover indicò la porta diede a Diego un ultimatum.

Il ragazzo scosse la testa, arrendendosi al silenzio.

-Sai che ti dico, meglio archiviare tutto. Superiamo questo matrimonio, fingiamo di lasciarci il prima possibile, e piantiamola con questa stupida sceneggiata. È andata avanti anche troppo- ritornò allo specchio per controllare la camicia e cercare di abbottonare quelle maledette maniche.

Così facendo si perse l’espressione di Clover, che era impallidita e aveva strabuzzato gli occhi.

-Già- gli diede man forte, con un filo di voce -È durata anche troppo- trovò per puro miracolo il vestito da damigella dall’armadio, prese la borsa dei trucchi, e si chiuse in bagno sbattendo la porta.

Onestamente, Diego non capì la sua reazione irritata. Dopotutto Diego non le piaceva veramente, giusto? Clover non aveva risposto alla lettere pur avendole ricevute. Lo stava solo usando per i suoi giochetti. E aveva ripetuto, svariate volte, che tra di loro non c’era assolutamente nulla.

Una lacrima che non si era neanche accorto di star cacciando fuori per poco non bagnò lo smoking del ragazzo, che si affrettò ad asciugarsi gli occhi maledicendosi internamente della sua debolezza.

Dopotutto lo sapeva dal primo momento che sarebbe finita così.

Con una cotta non ricambiata per Clover e un cuore nuovamente spezzato.

Stupido lui che aveva creduto di poter seriamente ricominciare su nuove basi.

 

Amabelle era davvero orgogliosa delle proprie abilità da stalker… ehm, da matchmaker.

Perché le avevano permesso di rintracciare Felix, e di scoprire per puro caso che quel pomeriggio aveva un appuntamento con nientepopodimeno che il più grosso sbaglio della sua vita, alias Melany Green, e Amabelle aveva tutta l’intenzione di intervenire per rendere l’uscita disastrosa.

Certo, non aveva intenzione di chiamare la polizia questa volta, ma più per non irritare Petra che per altro, dato che se c’era qualcuno che voleva accusare di qualche crimine e sbattere in galera, quel qualcuno era Melany.

Perché non aveva mai sopportato quella ragazza, e non le piaceva neanche un po’ che fosse tornata in città e si fosse subito messa a sbavare su Felix.

Felix doveva stare con Mirren, punto! Amabelle era più decisa che mai a fare in modo che si mettessero insieme il prima possibile. Anche se era un peccato non poterli ammanettare tra di loro.

Comunque quelli erano altri problemi, adesso doveva pensare a Melany, che all’inizio Amabelle non aveva quasi riconosciuto perché si era fatta molto più acqua e sapone, ma che proprio per questo motivo era un problema ancora maggiore.

-Amabelle, perché sei vestita come un cespuglio?- la voce confusa di Petra, arrivata in quel momento dopo essere stata chiamata all’azione dall’amica, fece sobbalzare Amabelle, troppo presa dall’osservazione di Melany che stava ancora aspettando che il suo accompagnatore si facesse vivo.

Elegantemente in ritardo, bravo Felix!

Dimostrale che non ti interessa minimamente vederla!

-Mi mimetizzo alla perfezione con l’ambiente!- spiegò Amabelle sottovoce.

-Siamo in piena città- osservò Petra guardandosi intorno e rendendosi conto che non c’era praticamente nessuna traccia di verde, se non quello del vaso di fiori dietro cui si era nascosta la ragazza.

Amabelle si guardò intorno a sua volta.

-…in effetti hai ragione. Vabbè!- la ragazza si tolse il cespuglio di dosso, restando in maglietta nera, pantaloncini e prendendo dalla tasca un cappuccio per concludere un travestimento da ninja.

Petra sospirò, senza sapere se ridere o esasperarsi.

-E adesso perché sei vestita come se dovessi rapinare una banca?- chiese, notando che tutti quelli che passavano da quelle parti stavano lanciando loro occhiate allertate.

-Perché devo rapinare la neo-sbocciata relazione di Melany e Felix! Perché, non è appropriato?- chiese Amabelle, tirando fuori le manette tanto per rendere la faccenda ancora più seria.

-È super appropriato se vuoi fare un cosplay al New Malfair Comic & Games, ma credo che sei in ritardo di quattordici capitoli- rispose Petra scuotendo la testa.

-In che senso?- Amabelle piegò la testa, e si tolse il passamontagna chiedendosi se avesse sentito male.

-Niente, meglio restare vestita più o meno normale. E meglio che nascondi quelle manette- le suggerì Petra, indicando l’oggetto fraintendibile.

-Giusto. Oh, nasconditi, arriva Felix!- Amabelle nascose tutti gli oggetti di scena e si abbassò fino ad essere completamente celata dal vaso di fiori posizionato davanti al bar per evitare che Felix la notasse mentre entrava.

Era intento a sorridere verso il telefono, perciò non diede peso né a lei né a Petra.

-Ho un brutto presentimento riguardo a tutto questo- commentò quest’ultima, osservando fissa Amabelle, che aveva gli occhi quasi spiritati.

-Anche io, per questo dobbiamo estirpare l’erba cattiva prima che contamini il giardino!- Amabelle era parecchio determinata, e fece rispuntare la testa per controllare Felix e Melany dalla finestra che dava sul bar.

-Non è che fossi preoccupata per lei ma lasciamo stare. L’importante è che non coinvolgi Mirren. Qual è il tuo piano?- chiese Petra, piegandosi verso di lei e sperando non sarebbe andata come all’appuntamento di Felix e Jasmine.

-Ricordi l’appuntamento di Felix e Jasmine? Mille volte peggio!- spiegò Amabelle, rompendo le sue speranze, e armeggiando nella borsa dalla quale tirò così tanti gadget che per un attimo Petra si chiese se fosse stata scritturata per un nuovo film di James Bond senza dirglielo.

-Sei preparata- commentò, senza sapere se essere ammirata o molto preoccupata.

Sicuramente la seconda emozione era la più giusta.

-Preparatissima! Ho del lassativo da metterle nel caffè, una pistola ad acqua con getto molto ampio per prenderla da lontano, e delle arachidi per ogni evenienza- spiegò Amabelle illustrando mano a mano i prodotti.

Petra la interruppe, prendendole i polsi per fermarla.

-Non provocherai una reazione allergica ad una ragazza solo perché non vuoi che si metta con Felix!- la avvertì, iniziando a preoccuparsi seriamente.

-Su, su, è più un’intolleranza, non è un’allergia grave, ed è solo se dovesse rivelarsi davvero irritante…- provò a convincerla Amabelle, con occhi spiritati.

-Amabelle…- l’avvertì Petra fulminandola con lo sguardo.

Dopo qualche secondo di lotta di sguardi, la rossa cedette, abbassando la testa. 

-Va bene, niente arachidi, parola di scout- sospirò, e decise di mangiarne una, dato che era un peccato sprecarle. Petra la seguì a ruota, un po’ più tranquilla.

-Che altro hai nello zaino di Mary Poppins?- chiese, controllando gli altri accessori.

-Travestimenti vari. Del filo invisibile per farla inciampare, una trappola di vernice da sistemare in bagno nel caso dovesse andarci… oh, potremmo usare le manette per ammanettarla da qualche parte e fingere che abbia dato buca a Felix! Anzi, uso il veleno per topi che ho portato sul cibo che prenderà così sicuramente andrà in bagno a vomitare e dopo averla colpita con la trappola di vernice la ammanettiamo in bagno!- la sanità mentale era sempre meno presente sul volto di Amabelle, ma onestamente, non era la prima volta che utilizzava metodi così eccessivi.

Melany, dopotutto, era sempre stata la sua acerrima rivale nell’operazione matchmaker, e la prima vittima di un’operazione smatchmaker.

Purtroppo nessun piano aveva funzionato per separare lei e Felix la prima volta, dato che alla fine ci aveva pensato Melany stessa a tirarsi la zappa sui piedi facendo soffrire Felix come non mai, ma adesso Amabelle era cresciuta, si era perfezionata, e aveva molti meno scrupoli.

Quindi ce l’avrebbe fatta, assolutamente!

-Primo piano, lassativo nel caffè- 

-Che oltretutto basta a mandarla in bagno senza bisogno del veleno per topi- borbottò Petra, riflettendo su quanto inutilmente complicati fossero i piani dell’amica e chiedendosi dentro di sé se non fosse il caso di utilizzare le manette su di lei per fermarla dato che iniziava ad essere eccessiva pure per i suoi gusti. 

Ma dopotutto stava cercando di ferire Melany, e sebbene fosse esagerata, aveva tutti i motivi per volerle male, dato che aveva ferito sia Felix che Mirren, e Petra non biasimava Amabelle se voleva fargliela pagare e vendicarsi un po’.

Finché era Melany, Petra decise di assecondarla.

Anche se già da un po’ di tempo iniziava a non essere più tanto convinta dei piani dell’amica.

-Okay, in cosa ti posso aiutare?- chiese però, accomodante, con un sospiro di rassegnazione.

Amabelle si illuminò.

-Allora, basta che mi copri. L’azione la faccio tutta io, non temere. Devi solo fornirmi distrazioni senza farti scoprire. Tieni, metti questo cappello e questo vestito- le porse due capi che Petra non avrebbe indossato neanche morta.

-Ew, dove hai preso queste schifezze?!- chiese, disgustata, rigirandoseli tra le mani.

-Me li ha spediti la signora Lucie. Sono vecchi vestiti che indossava quando era ancora sposata con l’ex ma non li metterà mai più quindi me li ha regalati. Li ho scelti perché tu non li metteresti mai quindi è improbabile che Felix ti riconosca nel caso dovessi attirare la sua attenzione- spiegò Amabelle, molto gasata.

-Ti direi che sottovaluti Felix, ma effettivamente è probabile che non mi riconoscerebbe o non mi noterebbe neanche se mi vestissi normale quindi do per buono il tuo ragionamento. Ma forse sottovaluti Melany- obiettò Petra, cercando una qualsiasi scusa per evitare di indossare quella tunica floreale.

Amabelle ridacchiò tra sé, in maniera alquanto isterica.

-No, fidati. Sono molto oltre rispetto a lei, questa volta vincerò io, e non la sto sottovalutando!- insistette, molto sicura di sé.

In realtà, l’aveva eccome sottovalutata.

Perché in meno di dieci minuti, Amabelle uscì sconfitta dal bar della galleria d’arte, bagnata dalla testa ai piedi, con problemi allo stomaco, vernice da tutte le parti e sull’orlo di una crisi di nervi.

Petra non era messa tanto meglio, in realtà, ma almeno i danni peggiori li aveva presi il vestito a fiori, che si era tolta in tutta fretta e che era stato poi appeso fuori dalla finestra del bagno come una bandiera dedicata ai caduti… ovvero Amabelle, che aveva ricevuto tutto quello che aveva provato a buttare su Melany.

-È migliorata- borbottò tra sé, cercando di asciugarsi i capelli al sole e rischiando di strapparseli per quanto li stava tenendo forte, in uno spasmo nevrotico.

-E Felix non si è accorto di nulla- le diede man forte Petra, obiettivamente colpita da quanto bene si fosse destreggiata l’acerrima rivale di Amabelle.

Insomma, era riuscita senza la minima difficoltà a scambiare la tazza di caffè evitando il lassativo; quando Petra aveva distratto Felix per permettere ad Amabelle di colpirla con la pistola ad acqua aveva deviato il colpo facendolo tornare al mittente; era andata in bagno di sua spontanea volontà e poi aveva chiuso dentro le due ragazze per impedire che mettessero il veleno per topi o le arachidi nel cibo ordinato, e in qualche modo era anche riuscita ad innescare la bomba di vernice che avevano sistemato.

Insomma, era andata alla grande!

L’interesse di Petra non fece che irritare ulteriormente Amabelle, che un po’ gelosa, cercò di elaborare in tutta fretta un piano per sconfiggere Melany una volta per tutte.

Sembrava sapere esattamente cosa passasse nella mente di Amabelle, quindi aveva bisogno di una mente diversa. Come era andata la prima volta? Si era autosabotata come un’idiota, ma bisognava ammettere che c’era una persona che aveva dato un contributo fondamentale.

…un momento, ma certo! 

Come aveva fatto a non pensarci prima!

C’era una sola persona da chiamare per allontanare Melany da Felix!

-Tray, mi presti il telefono?- chiese poi, illuminandosi e tornando piena di energie.

-Non ti farò chiamare la polizia!- Petra si mise subito sulla difensiva, controllando la borsa per essere certa che il telefono fosse ancora lì.

-Non chiamerò la polizia, ho un’altra idea, e il mio telefono è scarico- spiegò, sollevando la mano aspettando il telefono e saltellando sul posto eccitata e convinta di aver avuto l’idea del secolo.

Petra la squadrò, poco convinta.

-Chi?- chiese, per assicurarsi di potersi fidare.

-È una sorpresa. Ti prego, prestami il telefono- Amabelle fece degli occhioni da cucciolo da oscar, e di solito Petra avrebbe ceduto subito.

Ma quella volta aveva davvero un pessimo presentimento.

Scosse la testa.

-Senti, Amabelle, non credi di stare esagerando un po’? Il pranzo sta per finire, e stanno solo parlando di lavoro. Non credo che dobbiamo continuare a provare a sabotarlo. Senti, lasciamo perdere, prendiamo qualcosa da mangiare ed evitiamo di peggiorare le cose- provò a convincerla, con grandi doti oratorie, mettendole le mani sulle spalle e guardandola negli occhi.

Solitamente, vedendola così seria, Amabelle avrebbe ceduto e accettato. In effetti stava esagerando, e una piccola parte di lei se ne stava rendendo conto. 

Ma quella era Melany!

Amabelle non poteva rischiare che tornasse nella vita di Felix!

Sorrise, e annuì, accomodante.

-Va bene- acconsentì.

-Parola di scout?- si assicurò Petra, non molto convinta della buona fede dell’amica. 

Amabelle esitò qualche istante, ma allargò il sorriso e annuì.

-Parola di scout! Prima però mi andresti a prendere il vestito appeso in bagno? È comunque un regalo della signora Lucie e ci tengo molto- le chiese, usando gli occhioni da cucciolo per una richiesta meno assurda.

Petra sospirò, rasserenata, ed accennò un sorriso, annuendo.

-Va bene, aspettami qui- le fece cenno di restare al sole per asciugare i capelli e rientrò, lasciando la borse con Amabelle.

Dopotutto sapeva bene che Amabelle manteneva sempre le promesse.

Beh, non questa volta.

Una volta assicuratasi che Petra fosse fuori dalla portata di vista, Amabelle armeggiò nella sua borsa, prese il telefono, e scrisse in fretta un messaggio indirizzato alla persona che voleva a tutti i costi che li raggiungesse per separare definitivamente Melany e Felix.

Fece appena in tempo a rimettere il telefono nella borsa prima che Petra tornasse, molto più rilassata e con l’abito ancora umido e macchiato di vernice in mano.

-Secondo me le macchie neanche si notano vista la bruttezza del vestito in sé- commentò, divertita, e cercando di risollevare il morale dell’amica.

Ad Amabelle venne uno strano nodo allo stomaco, che non l’era mai venuto prima di allora. Non riconobbe l’emozione, ma decise di metterla in in angolo, dato che cercava di non dare credito alle emozioni negative. 

-Possiamo restare a guardarli almeno finché non si separano? Vorrei comunque essere certa che non succeda nulla di male- chiese, indicando i due non-piccioncini che stavano mangiando qualcosa per pranzo e sembravano troppo affiatati per essere due ex che si erano separati in maniera molto pesante.

Petra si scurì leggermente, ma alzò le spalle, acconsentendo alla richiesta.

-Va bene, mi hai dato la tua parola dopotutto. Ma quando si separano pretendo che mi offri il pranzo- si sistemò per l’appostamento, molto più rilassata.

Il nodo allo stomaco di Amabelle aumentò, ma provò a non pensarci.

Alla fine, quando il suo piano avrebbe funzionato, Petra l’avrebbe ringraziata.

Non c’era bisogno alcuno di sentirsi in colpa.

…vero?

 

Felix doveva ammettere che si stava godendo la pausa pranzo. Pensava sarebbe stata molto imbarazzante, e che si sarebbe sentito a disagio tutto il tempo in compagnia della sua ex, invece dopo un tentennamento iniziale erano riusciti a chiacchierare tranquillamente, e si erano anche presi qualcosa da mangiare. 

La prima cosa che Melany gli aveva detto era stata che le dispiaceva per quello che aveva fatto al liceo, e Felix era una persona ottimista che vedeva il buono delle persone, quindi aveva accettato le sue scuse con la timida speranza che potessero davvero ricominciare su nuove basi.

Insomma, Melany non gli piaceva più, soprattutto ora che aveva Mirren al suo fianco. Con Mirren al suo fianco nessuno sarebbe mai stato alla sua altezza. Ma sembrava cambiata, maturata, e i due avevano sempre avuto moltissime cose in comune, quindi Felix iniziava a sperare, forse con un po’ troppa ingenuità, che potessero restare amici. Non amici così stretti da parlare al telefono ogni giorno o scambiarsi il buongiorno per messaggio, ma amici occasionali con cui prendere un caffè ogni tanto e parlare di arte. Dopotutto, Melany aveva iniziato ad entrare nel mondo, era interessante sentire i racconti delle sue mostre. Anche se Felix non poteva negare di essere un po’ invidioso del suo successo. 

In ogni caso si era già preso un appunto mentale di informare Mirren che aveva visto Melany quel giorno, perché a prescindere da come fosse andata la cosa, era giusto che Mirren ne venisse a conoscenza. E poi, dopo che il fatto era avvenuto, era più semplice evitare un litigio perché dai, non è successo nulla, perché arrabbiarsi?

Sì, Felix era decisamente molto, troppo ottimista riguardo a quella pausa pranzo. Forse anche perché non si era accorto minimamente dei tentativi di sabotaggio falliti di Amabelle, né della stessa Amabelle o di Petra, e pensava di avere la situazione completamente sotto controllo.

Purtroppo la situazione era ben lungi dall’essere sotto il suo controllo, come si rese conto in poco tempo.

-Oh, ti ricordi il professore di arte?- chiese Melany ad un certo punto, ricordandosi improvvisamente qualcosa.

-Come dimenticarlo. Cercava in tutti i modi di frenare la nostra vena creativa e odiava palesemente il suo lavoro- ridacchiò Felix, che non avrebbe mai scordato quel terribile professore.

-Ecco, senti questa. Qualche mese fa c’era una mostra per giovani talenti al quale ho partecipato e mentre facevo il giro per sentire le opinioni della gente, ho beccato il prof ad elogiare la mia opera in tono esperto. Ovviamente non sapeva fossi io. Non hai idea della faccia che ha fatto quando sono entrata nella conversazione con un sonoro “grazie professore. Sono felice che la mia opera ti piaccia”. È stata impagabile!- esclamò super soddisfatta.

-Avrei pagato oro per vederlo- ammise Felix, divertito.

-Quel prof era davvero insopportabile. Ricordi come ci ha trattato al ballo?- Melany scosse la testa, ancora irritata al solo pensiero.

Il cuore di Felix perse un battito.

Il ballo… chi mai avrebbe potuto scordare quel ballo.

La sua mente iniziò a vagare ripensando a quel confuso e particolare periodo della sua vita, ma cercò di mantenerla ancorata alla realtà, anche se era davvero difficile. 

-Già, ricordo- disse solo, iniziando a battere nervosamente con il piede per mantenersi attento, e non pensare al giorno in cui si era messo con Melany, alla faccia che aveva fatto Mirren quando Felix gli aveva detto che sarebbe andato al ballo con lei, alle conseguenze dell’aver accettato quel… no, svegliati, non puoi avere uno dei tuoi attacchi adesso!

-Tutto bene, Felix?- chiese Melany, rendendosi conto del suo improvviso cambio di umore.

-Sì, tutto bene, alla fine ci eravamo divertiti al ballo, nonostante tutto- disse la prima cose che gli venne in mente, e sperò avesse attinenza con il discorso.

Melany sorrise, nostalgica.

-Già, parecchio. Sai, ancora non mi capacito che tu abbia accettato il mio invito al ballo. Eri il ragazzo più popolare della classe- ammise, rigirandosi una treccina tra le dita.

Felix scosse la testa.

-Su, non direi il più popolare, avevo solo molti amici- cercò di sminuire la sua popolarità, anche se effettivamente doveva ammettere che Melany non aveva tutti i torti.

-So che tantissime ragazze ti avevano chiesto di andare al ballo con loro, ma le hai rifiutate tutte. E so anche che non ti piacevo, era abbastanza palese. Perché hai scelto me alla fine?- chiese la ragazza, senza guardare Felix negli occhi, e a voce piuttosto bassa.

Onestamente, Felix avrebbe voluto cambiare argomento, perché la sua mente non era affatto pronta a sostenere quella conversazione, soprattutto perché significava ricordare i vecchi tempi, e quando ci ripensava rischiava sempre uno dei suoi attacchi.

La risposta, a dirla tutta, era abbastanza semplice. C’erano due motivi che l’avevano spinto tra le braccia di Melany: 

1) Mirren rifiutava costantemente ogni suo tentativo di flirt, avevano litigato pochi giorni prima del ballo, e Felix si era vendicato in maniera infantile andandoci con qualcun altro, anche nel tentativo di dimenticarlo;

2) Melany, tra tutte le sue pretendenti, era quella che più somigliava fisicamente a Mirren, e in generale ci era sempre andato d’accordo.

Ma non erano due belle risposte da dare a qualcuno.

Optò per una mezza verità che non la ferisse troppo.

-Tra tutte le mie pretendenti eri quella che mi piaceva di più- disse con un sorrisino, Melany si girò verso di lui e lo guardò poco convinta.

-E…- lo incoraggiò a continuare, certa che ci fosse di più.

Era sempre stata estremamente percettiva.

Felix sospirò.

-…stavo cercando di dimenticare qualcuno- ammise, abbassando la testa.

-Immaginavo…- Melany sospirò, come se avesse appena ricevuto la conferma dei suoi peggiori incubi.

-Ma non mi sono messo insieme a te per questo- ci tenne a sottolineare Felix, che non riusciva a vedere nessuno soffrire, neanche la sua ex che aveva tradito la sua fiducia e fatto soffrire tantissimo.

Melany lo guardò dubbiosa.

-Ah no?- chiese, come se cercasse di spingere Felix ad ammettere che stesse dicendo una bugia.

Ma Felix non mentiva.

-No, certo che no!- insistette.

Quando aveva accettato l’invito di Melany non aveva messo in conto neanche per un secondo che alla fine della serata si sarebbero messi insieme. Ma quel ballo, per quanto pieno di imprevisti, era stato uno dei momenti più belli della vita di Felix. L’unico, tra quei momenti, dove Mirren mancava, e ancora adesso, a ripensarci, sorrideva tra sé, nostalgico. Forse se fosse tornato indietro non avrebbe accettato l’invito, perché le conseguenze l’avevano fatto soffrire troppo, ma quella serata racchiudeva buona parte dei lati positivi di essere stato fidanzato con Melany.

-Provavi davvero qualcosa per me?- chiese lei, incredula, e, forse, speranzosa? Felix aveva la mente troppo distratta per rendersi pienamente conto del territorio in cui la conversazione si stava dirigendo, e rispose senza neanche pensare a cosa stesse dicendo, con i pensieri ancora rivolti alla bella serata passata insieme.

-Certo, sei stata l’unica ragazza di cui mi sono effettivamente innamorato- ammise, con semplicità.

Era vero, dopotutto, e il fatto che ora non provasse più assolutamente nulla per lei non cambiava quello che era successo nel passato. Anche se Mirren sarebbe sempre rimasto l’unico grande amore della sua vita, da ora fino alla fine dei tempi.

…Mirren, chissà che stava facendo in quel momento. Avrebbe voluto vederlo quella sera dopo il lavoro ma aveva una lezione di guida pratica ed era indietro con il programma per prendere la patente, anche se stava migliorando a vista d’occhio, ed era davvero motivato da quando Fallon era passata oltre. Si sentiva in colpa per non essere stato in grado di portarla subito dal veterinario, anche se Felix gli aveva detto un sacco di volte che non era colpa sua.

Cavolo, non riusciva ancora a credere di essere riuscito a mettersi davvero insieme a Mirren, ogni volta che ci pensava era come se fosse un sogno surreale e stupendo, e sperava che non si sarebbe mai dovuto svegliare.

Purtroppo si svegliò, da un attacco, nel quale non credeva di essere finito, e in un modo che non si sarebbe mai aspettato.

Ovvero con le labbra di Melany premute sulle sue.

Ci mise qualche istante a connettere il cervello distratto, e pochi nanosecondi ad allontanare la presenza sgradita con tale violenza da cadere all’indietro con la sedia.

Melany sobbalzò sorpresa, e si alzò come se volesse aiutarlo.

Felix si ritirò ulteriormente, e la guardò come si guarderebbe uno scarafaggio ancora vivo finito sul piatto.

-Ma che ti è saltato in mente?- chiese, forse con troppa veemenza, ma decisamente sorpreso e infastidito da quella violazione dei suoi spazi personali non richiesta e improvvisa.

Okay che lui era espansivo, ma non a questi livelli.

Per tutta risposta Melany arrossì vistosamente, e si ritirò leggermente, presa in contropiede.

-Credevo… oh, insomma, non puoi uscirtene con delle cose del genere e pensare che io non ti baci!- provò a rigirare la frittata, adottando una tecnica che le era sempre riuscita molto bene con Felix: farlo sentire responsabile di qualsiasi errore compiuto da lei.

Beh, non questa volta, Felix era cresciuto ed aveva smesso di lasciarsi condizionare da questi trucchetti mentali. 

-Stavamo parlando del passato, Melany. Santo cielo! Come ti è venuto in mente che dopo quello che è successo io avrei mai potuto accettare quel… quel… quello!- non riusciva neanche a dire la parola bacio senza farsi venire la nausea. Che diamine! Perché diavolo Melany lo aveva bac… baci… insomma, perché aveva fatto quello che aveva fatto?! Felix pensava stesse andando tutto bene, che fosse tutto normale!

-Stai scherzando? Se non ti interesso perché hai accettato il mio invito per un caffè?!- chiese Melany, continuando a provare a rigirare la questione. Si vedeva che era estremamente a disagio, e molto sulla difensiva.

Felix era troppo agitato per preoccuparsi degli evidenti problemi di lei. Si alzò e continuò a contrattaccare.

-Credevo che il caffè fosse per scusarti, non per saltarmi addosso. E sei stata tu ad insistere!- le ricordò, mettendosi a sua volta sulla difensiva. Non riusciva ad ammetterlo a sé stesso, ma gli si era formato un enorme nodo allo stomaco, e iniziava a sentirsi davvero in colpa per quello che era successo. Non nei confronti di Melany, ma in quelli di Mirren.

Diamine, lo sapeva dall’inizio che rivedere la sua ex non sarebbe stata una buona idea! Perché non aveva ascoltato il suo istinto?!

-Ma…- la voce di Melany era strozzata, e sembrava sul punto di scoppiare a piangere. Mantenne comunque la sua faccia combattiva, e continuò a giustificarsi -…mi hai inviato un sacco di segnali, Felix!- 

Onestamente Felix non aveva idea di cosa stesse parlando.

-Che segnali, sentiamo?- la incoraggiò, convinto che non avesse niente.

-Sei davvero così idiota da non rendertene conto? Oltre a tutto quello che mi hai detto prima, non hai parlato di Mirren neanche una volta, ti sei offerto di pagare, mi hai perdonato senza problemi e, insomma, ti sei cancellato dalla app di incontri subito dopo avermi parlato!- l’ultimo punto sembrava quello che la convinceva di più. Felix cadde dalle nuvole.

-Perdonarti non significa che volevo riprovarci con… aspetta, la app di incontri?- chiese, confuso. Si era completamente dimenticato di quando si fosse eliminato da lì.

-Finder! Ti ho controllato da lì da quando ti sei iscritto! E subito dopo che abbiamo parlato mi è arrivata la notifica che ti eri eliminato e ho pensato…- ormai Melany aveva proprio iniziato a piangere, umiliata dalla situazione che stava vivendo, e dall’espressione di stupore completo sul volto di Felix.

-È stato solo un caso! Perché diavolo mi spiavi da lì?!- chiese, sentendosi un po’ violato. Era convinto, al 100%, che Melany fosse passata oltre come lui. E invece lo spiava da mesi?! Ma che cavolo…?

-Perché io non ti ho mai dimenticato! E per un momento ho pensato che anche per te fosse lo stesso!- esclamò Melany in tono acuto, provando ad asciugarsi le lacrime e cominciando a singhiozzare.

Felix era completamente preso in contropiede.

Purtroppo era molto sensibile nel vedere gli altri piangere, e di solito la sua rabbia svaniva lasciando spazio ad un forte desiderio di aiutare la persona che piangeva.

In quel caso non si gettò su Melany a scusarsi e provare a calmarla, ma la sua rabbia si quietò appena, e cercò di fare un passo indietro.

-Senti, Melany, mi dispiace, ma io non…- provò a mettere le cose in chiaro, nel tono più dolce possibile, ma Melany non lo lasciò finire.

-Sì, grazie tante, l’ho capito!- scattò di nuovo sulla difensiva, provando ad asciugarsi le lacrime e mettendo su la maschera da dura che non veniva scalfita da nulla che ostentava anche al liceo -È per via di Mirren, vero?- intuì, incrociando le braccia al petto.

Il cuore di Felix perse un battito, e distolse lo sguardo, rendendo piuttosto chiara la risposta.

-Tsk, come ho potuto illudermi che fosse cambiato qualcosa!- Melany iniziò ad armeggiare nella borsa per prendere il portafogli, pagare e scappare via.

In effetti gli sguardi degli avventori del locale puntati su di loro iniziavano ad essere invadenti.

Ma Felix non era tipo che si vergognava di avere liti in pubblico, era abituato ad Amabelle, che faceva molto peggio.

-Siamo stati in due ad illuderci- sussurrò tra i denti, prendendo anche il proprio portafogli per prepararsi ad uscire il prima possibile.

-Non ci mettere sullo stesso piano. Almeno io dopo questa batosta ci proverò ad andare avanti, e ci riuscirò, mentre tu continui e rimanere fermo sul posto, incatenato ad un amore che non verrà mai ricambiato! Stai buttando la tua vita e il tuo talento, Felix! Spero che ti diverti almeno ad essere il cagnolino che Mirren comanda a bacchetta!- esclamò, a voce così alta che anche quelli che non li stavano già guardando si girarono di scatto a guardarli. 

Felix si sentì punto sul vivo. Melany aveva toccato il tasto più dolente che aveva, e se avesse fatto quel discorso poche settimane prima, Felix sarebbe sicuramente uscito dal locale, avrebbe trovato un posto tranquillo dove fumare, e avrebbe avuto un attacco nel mezzo della sigaretta.

Ma le cose erano cambiate, e nonostante quelle parole lo avessero comunque colpito come un pugnale nello stomaco, Felix era deciso a difendere a spada tratta il suo migliore amico.

-Tu non sai niente di me e Mirren!- esclamò, a voce ancora più alta di quella della ragazza, che non lo aveva mai visto così arrabbiato, e si ritirò sconcertata -Tu non sai nulla della nostra relazione, non hai idea di quello che io e Mirren abbiamo passato insieme, e non ti permettere di accusarlo di controllarmi, perché sappiamo entrambi che qui l’unica manipolatrice mentale sei tu! Ho sbagliato ad accettare questo stupido caffè, e non vedo l’ora che tu te ne vada perché non voglio vederti mai più!- esclamò, con foga, buttando qualche banconota sul tavolo e uscendo in tutta fretta dal locale.

Melany rimase congelata sul posto, sconvolta, e iniziando a processare lentamente ciò che era successo. Si portò le mani sul volto abbattuta, e uscì dal locale più lentamente, dandosi mentalmente dell’idiota totale per come aveva affrontato il rifiuto.

Felix, d’altro canto, si diede dell’idiota per essere stato ottimista riguardo a quella uscita.

Le parole di Melany lo avevano trasportato a quando si erano lasciati, e non era stato un bel ricordo da rivivere. 

Felix si impose di non pensarci, e prese il telefono per scrivere un messaggio a Mirren. Dovevano necessariamente parlare di quello che era successo con Melany, e poi voleva sentirlo. Aveva davvero bisogno di assicurarsi che fosse davvero nella sua vita come più che semplice amico.

“Hey Mirr, come va a lavoro? So che stasera sei impegnato quindi domani possiamo vederci? Ti vorrei parlare” scrisse.

Non era molto soddisfatto del messaggio uscito, quindi aggiunse una postilla

“Mi manchi tanto ♥︎”

Molto meglio.

“Possiamo vederci domattina” gli arrivò la risposta, forse un po’ fredda, del ragazzo. Felix non ci fece troppo caso. Dopotutto era già tanto che gli avesse risposto subito. Di solito non lo faceva mai quando era a lavoro. 

Cercò di mantenere una certa serenità mentale, e tornò a lavoro in tutta fretta, dato che la pausa era finita già da qualche minuto.

Voleva essere ottimista, almeno riguardo al discorso con Mirren. Avrebbe spiegato con calma la situazione, e avrebbe evitato un litigio a tutti i costi.

 

Purtroppo Felix non era a conoscenza di uno spiacevole fatto accaduto dietro le quinte pochi minuti prima.

Ma ritorniamo un attimo indietro nel tempo, così che almeno voi possiate capire la grande sfortuna della situazione, anche se chi di voi ha visto molte commedie romantiche saprà già cosa potrebbe probabilmente essere successo.

Quindi sì, è successo esattamente ciò che temete.

Ma c’era una persona che non si aspettava minimamente che accadesse il peggio del peggio, e quella persona era Petra.

Infatti stava accanto ad Amabelle dietro al vaso da fiori e osservava molto distrattamente e molto annoiata lo svolgersi degli eventi. Felix, nella sua modesta opinione, sembrava il solito Felix che chiacchierava con un’amica, niente di preoccupante, e sebbene fosse palese che Melany provasse ancora qualcosa per lui, non credeva che per il suo accompagnatore fosse lo stesso.

Ma Felix era proprio un idiota e inconsapevolmente la stava incoraggiando, perché per quanto Petra non lo sopportasse, era abbastanza oggettiva da ammettere che fosse troppo una buona persona per il suo stesso bene, e sembrava impossibile per lui allontanare le persone.

In ogni caso, Petra ringraziava il cielo per il fatto che Mirren non stesse assistendo alla scena, perché il solo pensiero di quello che avrebbe potuto fraintendere le abbassava il morale. E quando Melany era coinvolta, Amabelle non era l’unica ad esagerare con le reazioni.

Neanche il tempo di finire di elaborare quel pensiero di gratitudine, che il cielo la ripagò facendo spuntare la testa di Mirren da dietro la strada, tranquillo e ignaro di quello che il suo migliore amico stava facendo a pochi metri di distanza, e diretto, sembrava, proprio verso il bar della galleria d’arte.

-Mirren?- osservò molto confusa, ma prima che potesse attirare la sua attenzione o pensare ad un modo per allontanarlo da lì, venne trascinata e nascosta meglio dietro il vaso da fiori, in modo che il fratello non la vedesse.

-Eccolo!- sentì Amabelle sussurrare eccitata al suo fianco.

E il cuore di Petra sprofondò, mentre un dubbio atroce che in poco tempo sarebbe diventata una spietata certezza si faceva largo nella sua mente.

-Amabelle, cosa…?- provò ad indagare, senza riuscire a concepire che la sua migliore amica le avesse mentito e avesse chiamato Mirren.

Non aveva il minimo senso! Perché portarlo lì quando era ovvio che il risultato sarebbe stato un nuovo allontanamento tra i due amici, nell’ipotesi migliore?!

Ma Amabelle non la fece continuare, e aspettò che Mirren entrasse nel locale per poi sporgersi e osservare la situazione con un sorriso pieno di speranza e occhi infervorati.

Petra la seguì a ruota, spaventata dalle possibili conseguenze di un incontro tra Melany e Mirren.

Ma entrambe, quando videro la situazione interna che si era formata, sgranarono gli occhi, inorridite dallo scenario.

Perché Felix aveva gli occhi distanti e un sorrisino da beota, Melany si stava avvicinando con il chiaro intento di baciarlo, e lui non stava facendo assolutamente niente per impedirlo.

E quando inevitabilmente il bacio avvenne, Petra non guardò Felix e Melany, ma Mirren, che era ancora sulla porta, e fissava la scena congelato sul posto, con l’aria di uno a cui avevano appena strappato il cuore dal petto per schiacciarlo con violenza.

Fece immediatamente dietro front e corse via un istante prima che Felix scansasse violentemente Melany, ma ormai il danno era fatto, e Petra lo vide andare via sapendo in cuor suo che non avrebbe potuto fare nulla per aiutarlo anche se l’avesse fermato e avesse provato a parlargli.

Si girò quindi verso Amabelle, che aveva portato le mani alla bocca e aveva la classica faccia da “oh no, mi sa che ho fatto un errore madornale”.

Si girò lentamente verso Petra, e sembrava davvero sentirsi in colpa.

Ma in quel momento, soprattutto dopo aver visto l’espressione completamente devastata sul volto del fratello che non meritava altra sofferenza dopo tutto quello che aveva passato negli ultimi tempi, il vaso di Petra era strabordato.

Si alzò, prese la borsa, e iniziò ad andarsene, senza degnare l’amica neanche di un’occhiata.

-Petra, aspetta!- Amabelle si affrettò a seguirla, rischiando di inciampare più volte e con molta difficoltà nel destreggiarsi tra tutto quello che portava appresso.

Petra procedette nella sua strada, decisa a tornare a casa, prendere la borsa per la palestra, e andare a picchiare il sacco da boxe.

Non si era mai sentita così tradita in vita sua. Era furibonda e delusa, soprattutto delusa. 

-Petra, aspetta, non volevo che le cose andassero così, volevo solo farlo ingelosire, e speravo che cacciasse Melany. Ho pensato che dato che lui l’ultima volta li ha fatti lasciare, magari poteva…- Amabelle iniziò a spiegare i suoi contorti ragionamenti, ma Petra non la voleva proprio sentire. Non c’era modo in cui avrebbe potuto perdonarla tanto presto. Soprattutto se non sembrava neanche accorgersi di aver sbagliato ed esagerato.

-Non voglio sentire le tue ragioni. Mi hai mentito!- esclamò, furiosa, girandosi verso di lei e facendola sobbalzare.

Non voleva un confronto, per questo stava andando via, ma se Amabelle insisteva, Petra poteva accontentarla ed esploderle tutta la sua rabbia contro. 

-Non ti ho mentito!- provò ad obiettare Amabelle.

-Hai chiamato Mirren! Mi avevi promesso che non avresti interferito!-

-… va bene, ho mentito. Quando sei andata in bagno, gli ho inviato un messaggio per farlo venire qui. Ma senti, non avevo cattive intenzioni, volevo solo...- Amabelle continuò a provare a difendersi, scattando sulla difensiva, ma Petra la interruppe

-Come l’hai chiamato se il tuo telefono era scarico?- chiese, avvicinandosi indagatrice. Era impossibile che Mirren rispondesse ad un invito se veniva da Amabelle, perché conosceva perfettamente i suoi contorti piani e li evitava sempre. Quindi c’era solo un modo in cui poteva averlo convinto. E Petra non voleva credere che lo avesse utilizzato.

Amabelle esitò, e abbassò lo sguardo, un po’ incerta.

Dopo qualche secondo di silenzio in cui Petra la guardò attentamente incoraggiandola a parlare, alla fine Amabelle cedette alla pressione.

-Ho usato il tuo telefono- confessò, in un sussurro.

Sospetti confermati.

Petra sospirò, contò fino a cinque, e cercò di mantenere il tono fermo.

-Okay, quindi mi stai dicendo che mi hai chiesto il telefono, io ti ho detto di no, quindi mi hai mandata in bagno a riprendere un vestito in modo da rubare il mio telefono e inviare un messaggio da parte mia a Mirren rendendomi complice di averlo chiamato qui dove ha assistito ad un bacio tra Felix e Melany che sicuramente gli ha spezzato il cuore e rischia di rovinare la loro amicizia perché speravi che potesse in qualche modo fermare un’interazione tra Melany e Felix o quantomeno farlo ingelosire nella speranza che si desse una svegliata sui suoi sentimenti, è corretto?- fece un riassunto, mantenendo la calma.

Amabelle annuì appena, senza sapere cosa dire per non peggiorare ulteriormente la situazione. Probabilmente continuava a pensare di essere stata solo sfortunata e che le sue intenzioni erano buone e giustificabili.

E forse, forse lo sarebbero state. Ma Amabelle aveva superato il segno.

-E tutto questo…- continuò infatti Petra, indurendo la voce e alzandola leggermente -…l’hai fatto alle mie spalle, dopo avermi PROMESSO che non avresti fatto altro per rovinare il pranzo di Felix. Dopo che ti avevo chiesto espressamente di non coinvolgere Mirren- 

-Petra…- Amabelle provò a spezzare una lancia a proprio favore, ma Petra la zittì con un dito per aria.

-Non parlare!- le ordinò, facendosi incredibilmente minacciosa nonostante stesse cercando in tutti i modi di mantenere la calma. I suoi occhi, però, mandavano scintille molto preoccupanti.

-Non voglio sentire le tue scuse. Mi hai delusa, Amabelle. Mi hai delusa tantissimo, e non te ne rendi neanche conto. Sta lontana da me e Mirren. Non ti voglio più vedere!- ad ogni nuova parola, il suo stomaco si stringeva, e il colore spariva mano a mano dal volto di Amabelle.

Non era facile per Petra rompere i ponti con Amabelle. Le voleva bene, e adorava ogni sua stranezza ed esagerazione. Sapeva che, anche quando esagerava, lo faceva a fin di bene, e di solito, anche quando era arrabbiata con lei, passava oltre e la perdonava in fretta.

Perché una cosa che Petra aveva sempre apprezzato di Amabelle era che nonostante la sua esagerazione in alcuni casi, quando qualcuno glielo faceva notare faceva sempre un passo indietro. E non si rimangiava mai una promessa.

Ma da parecchio tempo stava diventando sempre più incontrollabile. Prima lo scherzo con il poliziotto all’appuntamento di Felix, poi i giochi romantici alla sua festa di compleanno, aveva chiuso Sonja e Max in uno scantinato nonostante Max fosse già fidanzato, aveva litigato con Norman per un motivo ancora non identificato, e c’erano anche altri eventi non riportati in questa storia che avevano interdetto Petra non poco. Era in generale più agguerrita, per niente decisa ad accettare i no, e non capiva più quando esagerava.

E Petra non la sopportava più.

Non voleva che cambiasse radicalmente, ma che almeno si rendesse conto dei suoi errori e chiedesse scusa per davvero, cosa che ultimamente non sembrava più essere in grado di fare.

Quindi Petra non voleva averci a che fare finché non fosse cresciuta.

-…Petra, non dici sul serio, vero?- a riprova del fatto che non sembrava in grado di rendersi conto dei suoi errori, Amabelle provò ad avvicinarsi, con un mezzo sorrisino incredulo, e mise la mano sul braccio di Petra, che però lo scansò immediatamente, dando le spalle alla, forse ex, amica.

-Sono serissima, Amabelle. Se non hai intenzione di crescere, io non ho intenzione di farmi trascinare nel baratro da te- affermò in tono duro, prima di allontanarsi.

Amabelle non la seguì.

Era rimasta completamente congelata sul posto.

-Petra…- sussurrò tra sé, senza credere a quello che era appena successo.

Era talmente sopraffatta dalle emozioni che non riuscì proprio a capirle, e ad agire. Non credeva di essersi mai sentita così male emotivamente come in quel momento. 

 

Il matrimonio era stato un successo.

Lo so, probabilmente vi aspettavate un minuzioso resoconto dell’evento, ma tutto andò bene, Clover e Diego non si parlarono quasi per niente, quindi diciamo che non c’è poi molto da raccontare della cerimonia.

Almeno fino all’arrivo dei discorsi.

Ovvero, il momento più temuto da Clover, dato che essendo la damigella d’onore era il suo compito parlare, subito dopo Diego.

Ed era così concentrata nel cercare di ricordare a memoria il discorso che si era preparata che non ascoltò neanche una parola di quello che il suo finto e probabilmente futuro ex ragazzo disse.

Così, quando le passò la parola, ci mise qualche istante a rendersi conto che toccava a lei, e la sua distrazione provocò uno scrocio di risa in sala e la prima figuraccia. Si parte bene!

Clover si alzò in piedi e prese il microfono che Diego le porgeva, facendo attenzione a non sfiorargli la mano neanche per sbaglio e a non guardarlo neanche di striscio. 

Poi prese la parola, cercando di mantenere la sua maschera sicura si sé. Di solito le riusciva con facilità, ma quel giorno la sua testa era altrove… ovvero ferma alla sera prima cercando in tutti i modi di ricordarsi cosa diavolo avesse detto a Diego perché si rifiutava di credere che il ragazzo che sfortunatamente aveva finito per amare si fosse arrabbiato tanto per l’unica cosa che Clover poteva avergli detto da ubriaca: ovvero che lo amava.

Aveva cercato altri possibili motivi della sua irritazione, ma non le era venuto in mente assolutamente niente. C’è da dire che sopravvalutava la sua chiarezza di spiegazioni quando inebriata dall’alcool.

Ma adesso doveva concentrarsi sul discorso. Andiamo, Clover! Sei una scrittrice, dimostra che sai effettivamente scrivere sennò che ci fai alla laurea di giornalismo?!

-Grazie per il passaggio di testimone. Ma scherzi a parte, potrei fare un lungo discorso su quanto Paola e Miguel siano perfetti insieme, su quanto Paola in particolare sia una ragazza straordinaria che merita e ha trovato il meglio, ma se cominciassi ad elencare tutte le qualità di questa stupenda coppia temo che si perderebbero la luna di miele regalata dai suoceri, perché la lista potrebbe andare avanti all’infinito- dato che conosceva Paola da poco e sapeva che Diego avrebbe fatto un discorso più sentito, Clover aveva puntato più su qualcosa di leggero e divertente.

Infatti sentì parecchie risatine, soprattutto da parte della sposa.

-Quindi mi terrò abbastanza breve, anche perché ho sentito che la torta è particolarmente buona e sarebbe un peccato aspettare troppo: Paola, non ti conosco da molto, ma non ci vogliono anni di conoscenza per capire che tu sei una persona speciale che merita tutta la felicità possibile. Miguel, ricordo ancora quando da piccoli io, tu e Diego giocavamo insieme e tu proponevi sempre il matrimonio. Non vedevi l’ora di trovare l’anima gemella, e vedendovi ora, così felici insieme, non posso che credere che il vero amore esiste, perché lo rappresentate. Vi auguro con tutto il cuore che questo sia solo il primo passo di una lunghissima e felice vita insieme- Clover sollevò il bicchiere per fare un brindisi, e tutti la seguirono a ruota -Al lieto fine della vostra fiaba di fidanzamento, e ad un lieto inizio della fiaba del matrimonio- concluse, mettendoci tutta sé stessa nonostante non avesse l’umore molto alto.

Ma fu abbastanza per Paola, che era già commossa per via del discorso di Diego, e iniziò proprio a piangere sentendo le parole di Clover.

-Tranquilla, Paola. Ti rifarò il trucco- le promise, un po’ sottovoce ma facendosi comunque sentire da tutti e facendo ridere l’intera sala. Figuraccia numero 2, dato che non era nei suoi piani.

-Posso dire anche io due parole?- si intromise Maria, chiedendo il microfono a Clover, che fu ben felice di porgerglielo per togliersi dall’imbarazzo della situazione.

-Come ha ben detto Clover, cercherò di essere breve perché si sta facendo tardi e la torta rischia di sciogliersi. Miguel è sempre stato un bambino gentile, silenzioso, non molto aperto alle nuove amicizie…- cominciò, mettendo un po’ in imbarazzo il figlio, che alzò gli occhi al cielo e sussurrò una lamentela verso sua madre, facendola ridacchiare -Oh, non negarlo. Eri un piccolo asociale, ma non c’è niente di male in questo, anche se come madre ho sempre avuto paura che si isolasse dagli altri. Beh, non è stato così, e la moglie che si è scelto dimostra che è solo molto selettivo, perché ha trovato la compagna migliore che potessi sperare per lui. Paola, mi dispiace tanto che i tuoi genitori non possano essere qui con te, ma sappi che avrai sempre una famiglia su cui contare. Ti ho vista crescere, sei sempre stata come una figlia per me, ed è con un profondo amore che ti accolgo ufficialmente dentro il nucleo Fierro-Flores, anche se per quanto mi riguarda ne hai sempre fatto parte. Auguro ad entrambi un futuro radioso all’orizzonte- il discorso di Maria era mille volte più bello di quello di Clover e Diego messi insieme, e portò Paola a singhiozzare di gioia. Ma per Clover fu come un pugno nello stomaco, e non avrebbe saputo dire esattamente il perché.

Ma il respiro iniziò a farsi più pesante, il cuore batteva sempre più forte, e sentiva la gola chiusa, come se volesse piangere.

Cercò di restare completamente impassibile, lasciò finire i discorsi e assistette al taglio della torta come una statua di ghiaccio.

Dopo qualche minuto, quando finalmente l’attenzione si disperse e iniziarono i balli, decise di alzarsi in tutta fretta ed uscire da lì.

Aveva necessariamente bisogno di prendere aria fresca, e raggiunse il ponte il più velocemente possibile, cercando un luogo isolato dove riordinare le idee.

Cosa diamine le era preso?! Non era da lei agitarsi così tanto per un discorso. Non riusciva a mettere un’etichetta alle emozioni che le vorticavano nel cuore, e fece dei profondi respiri cercando di ossigenare il cervello abbastanza da farsi venire qualche idea.

Allora, andava tutto bene fino al discorso di Maria.

Beh, no. Non andava tutto bene. Andava tutto male già da prima, il discorso di Maria era stato solo un trigger.

E perché andava tutto male?

Se Clover doveva tracciare il momento esatto in cui aveva sentito qualcosa smuoversi dentro di lei avrebbe probabilmente indicato la frase che Diego le aveva detto quella mattina: “Superiamo questo matrimonio, fingiamo di lasciarci il prima possibile, e piantiamola con questa stupida sceneggiata”.

Al solo ripensarci il cuore di Clover batteva in maniera inconsulta.

Perché l’idea che per Diego quella non fosse che una stupida sceneggiata senza futuro era devastante per lei, soprattutto dopo aver scoperto i suoi sentimenti sopiti.

Ma non era solo la paura di perdere Diego ad agitarla così. Non aveva solo timore, e non era neanche triste alla prospettiva.

No, si sentiva… arrabbiata. E gelosa. Non nei confronti di Diego, ma in quelli di… Paola?

La sua mente arrivò ad una conclusione a cui non sarebbe mai voluta arrivare, ma una volta formulata la verità dei fatti, non poteva più negarla.

Clover era gelosa di Paola, perché Paola aveva appena ottenuto tutto ciò che Clover aveva sempre voluto: era cresciuta con i Flores, era vista come una figlia, tutti le volevano bene, e sarebbe rimasta lì, con loro, con l’uomo che amava più di ogni altra cosa, per sempre.

Mentre Clover, molto presto, se ne sarebbe dovuta andare.

Sarebbe stata solo un’altra ex di Diego, che per caso era anche una sua vecchia amica d’infanzia. Maria non l’avrebbe mai più guardata con affetto, Coco e Oliver non avrebbero più litigato per la sua attenzione, nonna Flora non l’avrebbe presa da parte per consigliarle di mangiare di più, e figuriamoci se Paola e Miguel avrebbero tenuto i contatti. E Diego… avrebbe perso Diego per sempre.

Seppellì il volto tra le mani cercando di trattenersi dal piangere, o almeno non mostrarlo in giro, mentre tutte quelle informazioni le annebbiavano il cervello.

Quella stupida sceneggiata l’aveva completamente allontanata da tutto quello che Clover aveva sempre inconsciamente sognato: una famiglia.

Più precisamente la famiglia Fierro-Flores.

La famiglia con cui non era riuscita a tenersi in contatto ma dalla quale avrebbe sempre voluto tornare. E per colpa di uno stupido malinteso non era riuscita a… un momento!

Le lettere!

Forse era di quello che avevano parlato lei e Diego la sera prima.

-Clover, che ci fai qui?- la voce inconfondibile di Diego la fece sobbalzare, e si assicurò di non aver pianto. In effetti aveva le guance un po’ umide, sperò con tutto il cuore che in quella oscurità non si vedesse, e non si girò verso Diego per non rendergli il compito facile.

-Prendo un po’ d’aria- rispose, indifferente.

-Mia madre mi ha mandato a cercarti. È preoccupata perché ti ha visto scappare, poco fa. Tutto bene?- chiese Diego, con il tono di chi non avrebbe voluto fare quella domanda ma era costretto dalle circostanze.

-Tutto bene, puoi tornare alla festa e dire che volevo solo prendere un po’ d’aria. Dì che ho bevuto troppo non so- rispose, fredda, congedandolo con un gesto della mano.

Diego però si avvicinò, e le si mise accanto, appoggiandosi come lei alla balaustra.

-Non sarebbe realistico tornare e basta, meglio restare un po’ con te, sennò mamma pensa che abbiamo litigato- le fece notare. Se Clover fosse stata un po’ più attenta si sarebbe resa conto che il suo tono era conciliante, ma le sue orecchie sentirono solo le parole, che si aggiunsero ad una lista di prove che Diego non sopportava più la messa in scena e non vedeva l’ora di allontanarsi il più possibile da lei.

Clover si conosceva, sapeva di essere una persona difficile, ma non trovava comunque giusta la piega che aveva preso la loro relazione da quando avevano avuto quel momento di intimità.

…ed era difficile per lei ammettere di essere la principale responsabile per aver allontanato Diego da lei evitando di parlargli.

-Potrebbe essere una buona occasione per gettare le basi per la nostra futura rottura- suggerì quindi, alimentando ogni brutta sensazione che provava da quando avevano discusso quella mattina.

-Meglio non farlo durante il matrimonio di Paola e Miguel, che dici?- Diego insistette.

Si vedeva che voleva parlare. 

Clover avrebbe dovuto accettare la conversazione, e provare a chiarirsi con lui.

Dopotutto c’erano due direzioni in cui una chiacchierata sarebbe potuta andare: o avrebbero chiarito, si sarebbero dichiarati il loro amore reciproco e Clover sarebbe stata felice per sempre;

oppure Clover si sarebbe esposta troppo, avrebbe confermato i suoi peggiori dubbi scontrandosi con un Diego arrabbiato con lei perché si era innamorata di lui e si sarebbero lasciati molto peggio di quanto Clover pensasse.

Se non parlavano, lei e Diego si sarebbero lasciati comunque, e lei sarebbe stata infelice, ma almeno sarebbe stata una sua scelta.

Ma aveva davvero il diritto di continuare a scegliere sempre lei se parlare o no? Diego meritava qualcuno che lo assecondasse, qualcuno che gli parlasse. Clover aveva sempre cercato di essere aperta, e sapeva che parlare era fondamentale per qualsiasi cosa. Ma era molto più facile parlare se non c’era niente da nascondere.

-Diego…- cominciò, provando a buttarsi.

Lui si girò verso di lei, leggermente sorpreso che avesse preso la parola, e pronto ad ascoltarla.

I suoi occhi erano limpidi, la luce della luna e delle stelle gli illuminava il viso, i capelli castani erano scossi dal vento. Clover avrebbe voluto toccarli, perdersi nel suo sguardo, baciarlo.

Ma esitò.

Perché Diego era troppo per lei.

La prima ipotesi, quella in cui Diego provava gli stessi sentimenti per lei, all’improvviso si fece spaventosa. 

Perché Clover non meritava il suo amore. Non meritava la famiglia Flores, non meritava assolutamente niente di tutto quello che aveva ricevuto in quei mesi di finta relazione.

Ed era meglio allontanarsi finché era in tempo, prima di restare ancora di più ferita, e prima di ferire tutti gli altri.

I suoi occhi si riempirono di lacrime, e distolse lo sguardo, preparandosi ad andare via.

-Clover, aspetta!- Diego provò a fermarla, prendendole il polso. Clover si immobilizzò, ma non lo guardò, pronta a liberarsi dalla sua presa in qualsiasi momento 

-Ti prego, parliamo- le supplicò. La mano che le teneva il polso tremava leggermente. Probabilmente si era fatto paranoie molto simili a quelle di Clover. Ma lei non era pronta, non ce la faceva proprio. Aveva troppa, troppa paura. Paura di uscirne con il cuore spezzato, ma anche paura di esserne felice. Paura di protrarre l’inevitabile fine della relazione con un breve periodo di felicità e speranza. 

-Di a tutti che sono tornata in camera perché non mi sento molto bene- disse solo, liberando il polso senza troppa difficoltà, e lasciandolo solo sul ponte, con la mano ancora sollevata, e con l’assoluta certezza che l’ultima occasione di parlare, confrontarsi e chiarirsi fosse appena scomparsa nel vento.

Diego si convinse che, probabilmente, tutto quello che temeva fosse realtà, e rimase qualche minuto all’aria aperta cercando di rassegnarsi alla cotta non ricambiata e a prendersi mentalmente a schiaffi per averci sperato un’ultima volta.

Quanto a Clover, lei si chiuse in camera, si nascose sotto le coperte del giaciglio improvvisato sotto al letto, e pianse fino ad addormentarsi, conscia di aver fatto probabilmente uno dei più grossi sbagli della sua vita.

 

Dato che Clover era in crociera, la serata cinema era stata annullata quella settimana, e a Max andava benissimo così, perché era riuscito con non poca fatica ad organizzare un bell’appuntamento romantico con Manny, che era riuscito ad ottenere un’altro venerdì libero.

Max doveva ammettere che aveva un capo davvero permissivo, era fortunato.

Non che Max si lamentasse di Roelke, che era molto morbida a sua volta, e accettava cambi dei turni a patto che venissero recuperati e che il bar fosse sempre coperto negli orari di punta.

Aveva addirittura dato una settimana libera a Sonja perché era parecchio distratta quei giorni.

Non che Max stesse pensando a Sonja in quel momento, dato che era in compagnia di Manny, il suo adorabile ragazzo, che ogni giorno amava più che nel precedente e con cui ad ogni uscita si trovava sempre meglio.

Certo, sarebbe stato ancora meglio se non avessero incrociato alcuni ragazzi del corso di storia dell’arte greca e romana che si erano aggregati e avevano un po’ preso in giro (in maniera simpatica) Max per essersi messo insieme ad uno studente.

-È stato imbarazzante- stava commentando rosso come un peperone.

-Su, è stato divertente. Sono simpatici- Manny provò a vedere il lato positivo, e Max lo strinse a sé.

-Ma stare solo con te sarebbe stato ancora meglio- obiettò, dandogli un bacio sulla tempia e facendolo arrossire.

-Condivido il pensiero- ammise il ragazzo, stringendosi più a lui e posandogli il volto sulla spalla.

Erano seduti su una panchina mentre attendevano l’ultimo autobus della serata che dovevano assolutamente prendere se volevano tornare a casa.

-Sto davvero bene con te, Manny- sussurrò Max, piegando la testa in modo da guardarlo negli occhi. I suoi occhi azzurri avevano una sfumatura più chiara vicino all’iride. Erano davvero meravigliosi.

Manny era meraviglioso, in generale. 

-Sto benissimo anch’io con te, Max- ricambiò l’affetto, con un raggiante sorriso. 

-Ti amo- si lasciò sfuggire poi Max, stregato dagli occhi del suo ragazzo e sempre più certo dei sentimenti che provava per lui.

Era la prima volta che stava così bene con qualcuno, sulla stessa lunghezza d’onda, a suo agio come se lo conoscesse da sempre e volesse continuare a conoscerlo per sempre.

Manny sembrò leggermente preso in contropiede dalla confessione, e sollevò la testa, guardando Max come se lo vedesse per la prima volta, a bocca aperta.

La sicurezza del ragazzo andò a farsi friggere. Max distolse lo sguardo e arrossì vistosamente. 

-Non devi rispondere, o ricambiare, ma volevo che tu lo sapessi- spiegò, un po’ imbarazzato.

Tornò a guardare il ragazzo quando egli gli prese la mano, dolcemente.

-Max… cominciò, con occhi brillanti e aria decisa.

-Max?- ma prima che potesse continuare, una voce distante lo interruppe, e attirò l’attenzione di entrambi.

-Roelke? Che piacere vederti- Max si alzò di scatto riconoscendo il suo capo, e fu molto sorpreso di trovarla lì a quell’ora. Era in tuta, probabilmente stava facendo footing serale.

-Che ci fai qui a quest’ora?- chiese lei. Evidentemente la sorpresa era reciproca.

-Ho approfittato della serata libera per uscire con Manny. Siamo stati al parco per un appuntamento- spiegò Max, indicando il proprio ragazzo -Oh, giusto! Manny, lei è il mio capo al Corona. Roelke, lui è Manfred, il mio ragazzo- fece velocemente le presentazioni, un po’ imbarazzato ma cercando di apparire sicuro dato che Manny, al contrario, sembrava davvero a disagio e si stava quasi nascondendo dietro a Max, come se non volesse farsi vedere da Roelke. 

-Oh, il famoso Manny! Max non fa che parlare di te. Piacere- Roelke, al contrario, sembrava super tranquilla, e porse la mano verso Manny, amichevole.

-Piacere- Manny gliela strinse, mostrandosi un po’ di più.

-Dovresti venire al Corona a trovare Max ogni tanto, sono sicura che gli farebbe un sacco piacere- Roelke approfittò della situazione per fare pubblicità al suo locale, con un occhiolino incoraggiante. Max teneva abbastanza al suo posto da evitare di dire che Manny non apprezzava il Café per motivi personali, e lasciò che fu Manny a rispondere un borbottato -Certo, sicuramente- in accento newyorkese più marcato del solito.

Per fortuna proprio in quel momento arrivò l’autobus a salvarli dalla conversazione che rischiava di farsi imbarazzante.

-Sarà meglio andare dato che è l’ultimo autobus- Max incoraggiò Manny a salire per primo, e fece un cenno di saluto a Roelke, che ricambiò con un gran sorriso.

-Ci vediamo domani a lavo…- si interruppe di scatto, e il suo sorriso si spense, quando notò qualcosa alle spalle di Max. Max si girò pensando di vedere un fantasma, ma c’era solo Manny, ora illuminato dalle luci del mezzo di trasporto, che si affrettò a dare le spalle alla barista e sistemarsi gli occhiali sul viso.

Prima che Max potesse fare qualsiasi cosa, le porte dell’autobus si chiusero, iniziando ad allontanare la coppia da Roelke, che seguì Manny con occhi sbarrati fino ad essere fuori dalla portata di vista.

Poi Max si girò verso Manny, che era diventato molto pallido.

-Tutto bene?- chiese, confuso dalla situazione che si era appena andata a creare, e incoraggiandolo a sedersi in un posto libero.

-Sì, tutto bene- rispose Manny, senza troppa convinzione, lasciandosi trasportare come una bambola.

-Manny, è successo qualcosa tra te e Roelke?- provò ad indagare Max, in tono rassicurante.

-Posso parlartene più approfonditamente un’altra volta? È un discorso lungo, che voglio farti, ma è meglio farlo quando siamo da soli- spiegò Manny, sottovoce, e guardandosi intorno per essere sicuro che nessuno li stesse ascoltando.

Max rimase leggermente turbato dall’urgenza nella sua voce, ma annuì.

-Certo, prenditi il tempo che ti serve- lo rassicurò, accomodante.

Manny lo guardò con occhi pieni di gratitudine, e gli prese le mani tra le proprie.

-Sei meraviglioso Max- gli sussurrò, prima di dargli un dolce bacio a fior di labbra.

-Tu lo sei di più- Max ricambiò il complimento, cercando di controllare il battito del suo cuore, che era sempre più forte.

Era un po’ nervoso per la confessione che Manny sembrava volergli fare, ma era positivamente certo che qualsiasi fosse il suo segreto non avrebbe cambiato i sentimenti sempre più forti che provava per lui.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(A.A.)

Un capitolo un po’ di passaggio, con tanti paragrafi piccoli.

E uscito tardissimo, scusate avevo delle relazioni da fare per l’università e non ho avuto in istante libero sono stressata da morire.

E poi non ero molto entusiasta di scrivere questo capitolo per motivi evidenti, ma il prossimo sarà meglio, lo giuro!

Il prossimo risponderà ad uno dei più grandi quesiti della storia, se non il più grande in assoluto!!

Parlando del capitolo…

Diego e Clover sono sopraggiunti nella terra delle incomprensioni. Danno fastidio anche a me che li ho creati mannaggia!!

Amabelle è completamente pazza… di odio per Melany ma anche in generale. E Petra ha raggiunto il punto di rottura, e onestamente non la biasimo perché passi per la stupidaggine fatta con Mirren, ha tradito la sua fiducia, e Petra non può più passarci sopra.

Felix… è un idiota! Ma dato che è la prima volta che fa una cascata madornale, spero che possiate perdonarlo. Mirren ha fatto e detto di peggio, dopotutto. Certo, dire alla tua ex che è l’unica ragazza che abbia mai amato non è proprio un colpo di genio, ma era al limite di un attacco, capiamolo.

E poi ha agito bene.

Comunque, non so voi, ma a me Melany non dispiace particolarmente. Volevo sovvertire un po’ il solito trope dove la ex del protagonista è una persona orribile, perché mi sembrava irrealistico che uno come Felix potesse essersi messo con una specie di Regina George quando il suo tipo è Mirren. Quindi l’ho resa una persona artistica, divertente, con cui Felix riesce a parlare, e spero di essere riuscita nel mio intento, almeno un po’. Anche se so che quando si tratta di ship i terzi incomodi non sono mai bene accetti. E poi non è che si sia comportata benissimo alla fine, in effetti.

Mentre per quanto riguarda Manny… ultima chance per dirmi cosa pensate del triangolo Manny/Max/Sonja.

Il prossimo capitolo darà molte risposte, e vedrà Felix e Mirren parlare di quanto avvenuto.

Il prossimo capitolo se tutto va bene dovrebbe uscire tra pochi giorni, perché ho già scritto una parte e ho progettato molto bene il resto. Sono troppo gasata spero mi esca bene!!

Grazie a tutti quelli che sono arrivati fino a qui e prometto che il momento brutto brutto sta per finire!

Un bacione e alla prossima :-*

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Nel prossimo episodio: Mirren affronta Felix su ciò che ha visto. Denny origlia Sonja parlare con sua zia

   
 
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