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Autore: Lucy972021    23/01/2021    1 recensioni
JungKook è un ragazzino timido e impacciato, dove fa fatica a rapportarsi con gli altri, finché un giorno non incontra dei ragazzi... che si riveleranno delle persone che non avrebbe mai immaginato, venendo trascinato in qualcosa di più grande di lui.
Genere: Angst, Drammatico, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jeon Jeongguk/ Jungkook, Kim Taehyung/ V, Park Jimin
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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La timidezza era la sua compagna di vita, non era mai riuscito ad avere un dialogo aperto con qualcuno, eppure quell’anno aveva iniziato il suo primo anno di liceo, e come al solito non era riuscito a legare con nessuno. Per questo quando un ragazzo prese le sue difese dopo che qualcuno lo aveva spinto rischiando di farlo cadere dalle scale, decise di seguirlo ovunque, anche dopo le lezioni. Quest’ultimo era più grande di due anni, andava già al terzo anno, e nonostante l’aiuto che gli aveva dato in precedenza non voleva essere seguito da un moccioso, ma gli fu davvero difficile scollarselo.

JungKook vide quel ragazzo entrare in un piccolo edificio mezzo distrutto, decise di non seguirlo fino a lì, ma rimase fuori ad attendere che uscisse, quello era il suo unico modo per ringraziare qualcuno, anche se non stava in realtà agendo correttamente.

Quando il ragazzo entrò si ritrovò davanti i suoi soliti cinque amici, sospirò molto pesantemente per attirare la loro attenzione, ognuno era impegnato in altri progetti, così non appena fecero caso a lui si voltarono verso la sua direzione.

Uno dei cinque prese la parola: “Tae, cosa succede?”

Il ragazzo andò a sedersi sul divano lì vicino accavallando una gamba sull’altra, per poi rispondere: “Stamattina a scuola ho aiutato un moccioso, ora mi ha seguito fino a qua”.

Un altro gli disse: “E ora? Nessuno dovrebbe conoscere questo posto”.

Qualcun altro dei cinque ragazzi affacciandosi dalla finestra mezza distrutta notò in lontananza un ragazzino, così indicandolo a Tae il ragazzo confermò che si trattava proprio di lui. “JiMin che facciamo ora?” chiese poi un po’ dispiaciuto per la situazione che si era creata.

JiMin non ebbe il tempo per rispondere, perché il suo posto lo prese un altro: “Niente, lasciamolo lì. Quando si scoccerà se ne andrà”.

Nessuno osò replicare nemmeno Tae stesso, così ripresero a fare i loro lavori, chi smanettava al computer, chi con il cellulare, chi leggeva, e chi se ne stava seduto a riflettere sul divano.

Finché il leader del gruppo alzandosi in piedi non disse: “Ragazzi! Ho trovato un’altra casa dove poter fare un colpo!”

I ragazzi si voltarono verso di lui silenziosi, lasciando perdere quello che stavano facendo l’ho raggiunsero incuriositi. Stavano discutendo del loro piano, quando un tuono attirò la loro attenzione, cominciò a piovere molto forte, e quando Tae affacciandosi fuori per controllare come fosse il cielo vide ancora il ragazzino che lo aveva seguito, esclamando senza poca veemenza: “Non ci posso credere!!!”.

Alla fine fu il leader stesso a decidere di farlo entrare, ovviamente quel gesto di bontà derivava dal fatto che non aveva alcuna intenzione di lasciare un ragazzino fuori a bagnarsi. Sarebbe stato molto rischioso se poi ne avesse fatto parola con qualcuno, prima o poi li avrebbe visti uscire da lì, e avrebbe potuto parlarne con la polizia.

In realtà JungKook si sentì molto felice di entrare in quell’abitazione anche se diroccata, però la timidezza prese come sempre il sopravvento su di lui.

Il leader fu il primo a presentarsi: “Piacere mi chiamo NamJoon” il ragazzino lo fissò con occhi sorpresi e scioccati, e lui continuò ancora: “Sono il leader di questo branco di incapaci”.

In quel momento si levò un forte mormorio, tutti cominciarono a lamentarsi per come erano stati definiti, ma NamJoon riuscì a zittirli subito dopo. Poi continuò ancora con le presentazioni, sotto gli occhi attoniti dei suoi compagni: “Quest’idiota con la faccia da pesce lesso è Jimin. L’altro che ci sta guardando male con gli occhi infuocati è Tae ma credo che tu abbia già avuto modo di conoscerlo. Alla tua destra c’è Yoongi, sembra quello tutto indifferente ma tra pochi minuti verrà a farmi una ramanzina. Alla fine restano Hoseok e Jin”.

Dopo aver notato che il ragazzino sembrava un po’ confuso, ma non spiccicò parola, gli chiese: “Tu invece chi sei?”.

Il ragazzino si guardò in torno notando che tutti coloro che erano lì dovevano essere più grandi di lui. Indeciso e un po’ intimorito comunque cominciò a parlare: “Io mi chiamo JungKook, e frequento il primo anno di liceo”.

Yoongi: “Bene JungKook, puoi spiegarci il motivo per cui sei rimasto lì fuori nonostante piovesse?”

Tae: “Perché mi hai seguito? Cosa vuoi?”

Il ragazzino sembrò un po’ spaventato da tutte quelle domande, così NamJoon ordinò loro di smetterla, e dopo avergli passato un asciugamano per asciugare quanto meno i capelli lo fece sedere in un punto più lontano dell’abitazione.

I sei ragazzi si riunirono a cerchio per discutere della situazione che si era venuta a creare, un estraneo era pericoloso lì dentro anche se si trattava di un quattordicenne timido e impacciato. Anzi, a detta di Yoongi le persone in quel modo erano le più pericolose, potevano colpirti alle spalle quando meno te l’aspettavi.

Tae: “Perché gli hai rivelato tutti i nostri nomi? Così siamo in pericolo”.

Hoseok: “Ha ragione lui, cosa facciamo se scopre chi siamo e ci denuncia?”

Jin: “Ho sempre saputo che dovevo essere io il leader, sono il più grande, dannazione!”

NamJoon: “Calmatevi ragazzi! È un ragazzino facile da intimidire, io credo che potrebbe tornarci utile”.

In quel momento tutte le lamentele cessarono di colpo, guardarono il loro leader un po’ preoccupati ma anche curiosi, il suo cervello elaborava informazioni e situazioni molto più velocemente di una persona qualunque.

Yoongi: “Che vuoi dire?”

A quel punto NamJoon sorrise e poi accontentò i compagni: “Dà l’impressione di essere un po’ stupido. Perciò, potremmo portarlo con noi, in caso lo diamo in pasto alla polizia”.

Jin: “E se ci denunciasse? È troppo rischioso!”

“Ci basta minacciarlo! Credo stia cercando il suo posto nel mondo, noi glielo daremo. Lasciate fare a me!”

Tae: “Non pensi sia un po’ crudele? Io l’ho appena protetto da un bullo, così non sarei diverso, anzi anche peggiore!”

“La colpa è proprio tua infatti! Se tu non avessi compiuto un azione simile, ora non avremo questo cagnolino che ci scodinzola in torno”.

Yoongi: “Scodinzola è una parolona per lui”.

Tutti si voltarono verso JungKook, il ragazzino se ne stava esattamente dove NamJoon lo aveva lasciato, teneva la testa abbassata, muovendo le gambe mostrando la sua agitazione.

I ragazzi gli si avvicinarono, erano tutti un po’ confusi, ma NamJoon sembrava avere tutto sotto controllo. JungKook alzò lo sguardo verso di loro, poi prendendo il cellulare li avvisò che avrebbe dovuto chiamare suo padre per farsi venire a prendere, iniziava già a essere tardi. Tutti si guardarono preoccupati, ma il loro leader con un sorriso stampato sul volto, prese il telefono del ragazzino e se lo mise in tasca. Sedendosi accanto a lui gli passò un braccio sulla spalla, cercando di infondergli un po’ di conforto, per poi dirgli: “Ci abbiamo riflettuto a lungo, e tu sembri molto solo”.

Lo sguardo di JungKook si fece cupo.

<> pensò tra sé e sé NamJoon.

“Ti va di unirti a noi?!”

JungKook si voltò immediatamente verso il suo interlocutore, per tanto tempo della sua vita aveva desiderato sentirsi dire una frase simile, ma non era mai accaduto, e quelle rare volte in cui un bambino in passato lo aveva invitato, finiva sempre per venir preso in giro o allontanato dai suoi coetanei.

“Davvero posso?!”

“Sì, certo. Saresti il più piccolo del gruppo, ma a noi va bene così”.

Non poteva credere alle sue orecchie, quelle parole e quello sguardo gli sembrarono così sinceri che accettò, dimenticandosi delle sofferenze subite in passato a causa della sua troppa ingenuità.

“Ora faremo il giuramento”.

Tutti guardarono il loro leader increduli. Quale giuramento? Non avevano mai fatto una cosa simile, avevano formato quel gruppo da circa un anno, e si erano sempre unite persone fidate e capaci. Nessuno però provò a contraddirlo, anche se a Yoongi prudevano le mani, non sapeva se soffocarlo oppure no, ma lo lasciò fare, si fidava di lui.

JungKook strabuzzò gli occhi un po’ perplesso: “Quale giuramento?”

“Il giuramento che terrai la bocca chiusa qualunque cosa accadrà qui dentro, qualsiasi cosa vedrai, e ci vedrai fare, e non dovrai mai e dico mai rivelare a qualcuno la nostra posizione. Se non accetterai questo, non potrò ammetterti nel nostro gruppo”.

“No, no, va bene accetto!”

“Accetti anche nel caso in cui io decida di uccidere qualcuno?”

In quel momento il ragazzino esitò, ma comprese che stava scherzando così annuì convinto. Desiderava così tanto entrare a far parte di un gruppo di amici che avrebbe accettato la qualunque cosa.

In quel momento Yoongi intervenne dicendo: “Accetterai anche se ti chiedessi di spogliarti?”

Gli altri strabuzzarono gli occhi sconvolti, non poteva essere serio, insomma non era serio.

JungKook in quel momento alzandosi in piedi cominciò a sbottonare la divisa della scuola, ovviamente fu immediatamente fermato da Yoongi. Il ragazzino era così abituato a fare come gli ordinavano gli altri che non gli sembrò per niente strana quella proposta.

NamJoon: “Non mi dire che se qualcuno ti chiede di spogliarti, tu lo fai?”

“Ogni cosa che mi chiedono di fare, io la faccio!”

Tae: “Perché mai?”

“Voglio accontentare gli altri, soprattutto chi è più grande di me”.

Il leader sorrise compiaciuto ai suoi compagni, in JungKook aveva trovato una vera manna del cielo, una fortuna, averlo con loro gli avrebbe semplificato le cose. Oltretutto essendo ancora così giovane anche se veniva fermato dalla polizia, poteva avere la possibilità di venir rilasciato senza alcun problema, in tutti i casi lo avrebbe utilizzato per qualcosa che gli sarebbe risultato utile.

Si era già fatto tardi, e Tae si propose di accompagnarlo a casa. JungKook prima di rientrare lo salutò con un inchino ringraziandolo, e con un sorriso stampato sul volto scomparve dalla sua vista.

   
 
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