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Autore: Elgul1    23/01/2021    3 recensioni
Nell'epoca Sengoku nei grandi Damyo di Sorachi, Kubo e Takahashi si accusano momenti di grave pericoloi: tradimenti, guerre e sfiducia regnano sovrani in questo momento di fragile equilibrio. Riusciranno gli eroi dei rispettivi regni a portare una pace a lungo persa e che sembra sempre più lontana e irragiungibile?
Genere: Drammatico, Guerra, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gintoki Sakata, Tokugawa Shige Shige, Tsukuyo
Note: Cross-over | Avvertimenti: Violenza
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GintamaxNaruto
 
 
Il convoglio viaggiava a ritmo sostenuto lungo il sentiero all'interno della boscaglia. Quella via era stata formata nel corso di quegli anni cercando, in questo modo, di favorire non solo i passaggi dei viandanti diretti verso le regioni di Sorachi ma anche per favorire il commercio che, nel giro di qualche anno, sembrava aver ripreso piede soprattutto grazie alla guida capace dello stesso uomo che stava guidando la carovana in quel momento.
Sakamoto, seguito da Kondo e Hijikata, guidava la spedizione con alle loro spalle una parte dell'avanguardia, i carri e poi altri soldati adibiti alla retroguardia.
 " Avessimo avuto meno uomini saremmo potuti essere più veloci." Brontolò Hijikata per niente convinto di tutto quello sfarzo e quella masnada di persone.
" Comprendo il tuo disagio..." Ammise Sakamoto accennando una risata.
 " Ma, se c'e una cosa che ho imparato, nei miei lunghi anni da mercante, è che più mostri sfarzo più il cliente sarò incuriosito da quello che stai portando e lo prenderà più volentieri..." Gli spiegò con un tono che appariva sicuro. " O almeno funziona così la maggior parte delle volte." Aggiunse mettendo un punto su quella questione.
" Inoltre, queste vie, sono battute spesso da briganti e con un simile dispiegamento dubito si faranno vivi." Mormorò stavolta Kondo guardandosi attorno con fare circospetto.
" Direi che, con la nostra nomea, se anche ci fossero, starebbero alla larga per il loro bene." Lo rimbeccò Hijikata più che sicuro. Non erano lo Shiroyasha ma, nemmeno loro due, erano certo nati ieri e le loro conoscenze sul campo di battaglia non erano così scadenti da farsi cogliere impreparati da banditi oppure da altro. " A breve comunque proporrei una pausa in una stazione di sosta." Dichiarò Sakamoto indicando la via che stavano seguendo. " Siamo in largo anticipo e, riposarci almeno un'oretta, farà bene sia a noi che agli uomini." Disse convinto. Per arrivare a Takaheshi ci volevano tre giorni con un seguito normale e, in quel caso, c'e ne sarebbero voluti anche di più vista la quantita di vettovaglie e merci che si portavano dietro. " Non sarebbe molto sicuro ma, se il capo carovana lo richiede, allora ci fermiamo." Brontolò Hijikata per niente sicuro di quella scelta.
 
 
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Itachi osservò, dal suo nascondiglio, la carovana passare per quel tratto proprio accanto allo spiazzo dove, solitamente, i viaggiatori si fermavano lungo la loro marcia verso il paese di Takaeshi. Utsuro gli aveva spiegato passo passo come la compagnia avrebbe attraversato il territorio consigliando di attaccare in quel determinato punto.
" Kisame gli uomini sono pronti?" Domandò con un tono basso mentre notava alcuni uomini sedersi a terra per prendere il loro pranzo a sacco e altri che, invece, facevano un giro di controllo per la zona.
 
" Si, tutto come da te richiesto..." Rispose lo spadaccino per poi indicargli i soldati che, in quel momento, stavano indossando armature leggere. " Hanno messo le corazze di alcuni clan yato vicino confine depistando così sia i membri della carovana che eventuali viaggiatori di passaggio se dovessero trovare i corpi." Aggiunse ricordando quella raccomandazione dello stratega. Nessuno doveva ancora comprendere del loro colpo di mano e nemmeno averne un minimo sospetto tutto doveva portare  a tracce casuali e a cose esterne il paese.
 
 " Ottimo..." Mormorò Itachi mentre si abbassava il cappuccio per celare il suo volto seguito a ruota dallo spadaccino dietro di lui.
" Ascoltatemi tutti molto bene..." Riprese a dire con un tono serio che non ammetteva ne repliche e nemmeno obiezioni." Il nostro obiettivo è rapire la sorella di Shigeshige e anche il capo carovana Sakamoto..." Continuò imperterrito mentre notava gli arcieri kunoishi appostarsi lungo la boscaglia e nascondersi.
" Tutti gli altri uccideteli pure e adesso andate." Concluse prima che, alcune frecce inziassero a piovere verso il convoglio e che i suoi uomini cominciassero a uscire urlando verso i loro nemici ancora  confusi da quell'attacco improvviso.
 
 
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Hijikata vide la freccia piantarsi nella testa dell uomo che aveva davanti e con cui stava parlando. Gli ci vole un secondo per capire cosa stesse succedendo e, con un urlo, attirò l'attenzione di tutta quanta la scorta che, in un istante, si ritrovo circondata da dozzine di nemici che iniziarono a sbucare da ogni lato del fitto bosco e svariate frecce che iniziavano a piovere su di loro.
 
 " Difendete Soyo a qualunque costo!" Ordinò Kondo perentorio mentre i loro uomini iniziarono a scontrarsi con gli invasori appena arrivati mentre tentavano di mettersi a difesa della lettiga coperta in cui si trovava la sorella del damyo.

" Che diavolo ci fanno degli yato qui?!" Sbraitò Hijikata mandando indietro un aggressore che capitombolo a terra per poi essere finito con un colpo alla gola da Kondo.
" Non ne ho idea i loro territori confinano con quelli di Takaheshi ma, è strano che siano arrivati qui." Borbottò il compagno schivando una stoccata di un avversario rivolta al suo stomaco che fu colpito alle spalle dal moro per poi crollare a terra morto.
" Sakamoto è normale che siano qua questi barbari?" Sbottò Hijikata mentre notava il mercante intento a difendersi in un corpo a corpo serrato con un energumeno grosso due volte lui.
" Direi di no." Rispose a denti stretti mentre si distanziava dal suo avversario e veniva sostituito nella lotta da Kondo che cozzò contro il nemico.
" Inoltre, questo sentiero, è lontano dai loro pattugliamenti occasionali c'e qualcosa che non va." Aggiunse mentre si metteva dietro la lettiga di legno per pararsi dalle frecce che, occasionalmente, sfrecciavano nella piazzola.
 
" Dobbiamo andarcene e in fretta." Chiarì subito Hijikata parando un fendente e poi uccidendo il suo aggressore.
" Il confine con Takaheshi è lontano svariate miglia dubito che riusciremo ad arrivarci con questi che ci attaccano." Mormorò di rimando Sakamoto notando la selva di frecce fermarsi mentre altri nemici si univano agli scontri.

" Create una barriera attorno a Soyo uomini?!" Tuonò Kondo cercando, in qualche modo, di organizzare una difesa per quella situazione. " Difendete la sorella del nostro signore fino alla morte se necessario." Proseguì mentre spinse via un nemico contro un suo compare per poi affondare la punta della lama nel suo sterno e facendogli emettere un grido strozzato prima di accasciarsi al suolo.
" Hijikata, Sakamoto scappate dal retro con Soyo noi li terremo a bada qui..." Sussurrò Kondo. " Cercate di raggiungere il confine passando per i boschi." Cercò di suggerire il samurai. " Così facendo arriverete in un posto almeno sicuro." Disse sperandolo con tutte le sue forze. Non sapevano chi fossero quei tizi ma, in qualche modo, credeva fermamente che non fossero dei Takaheshi.

Un uomo attirò l'attenzione di Sakamoto era alto dai corti capelli corvini e, da come si muoveva e da come muoveva le labbra, sembrava quasi che stesse dando ordini ai soldati che avevano iniziato a stringere la morsa ai difensori rimasti.
" Voi proseguite col piano..." Sibillò il mercante digrignando i denti preso dalla rabbia cieca mentre stringeva con forza la presa sulla spada che teneva tra le mani.
" Io mi occuperò di quel bastardo che li sta guidando." Concluse prima di partire come un fulmine verso il moro e senza che ne Kondo o Hijikata potessero fermarlo.
 
 
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Itachi aveva deciso di scendere personalmente in campo. Stare dietro non faceva per lui, stava dando alcuni comandi quando, un uomo dai corti capelli castani, si gettò su di lui costringendolo ad estrarre la sua arma.

" Sei tu che comandi questo attacco?!" Sbottò Sakamoto a Itachi davanzi a lui e che, con naturalezza, aveva fermato il suo attacco con quel ninjato che teneva stretto nella sua mano destra.
" Mentirei se dicessi che non sono io il capo." Replicò il ninja che, scarto il secondo affondo per poi, con un calcio, colpire l'addome del mercante che fu mandato all'indietro tenendosi il punto appena colpito.
 " Saprai usare un briciolo una spada ma, contro di me, ti servirà a ben poco." Chiari subito Itachi avanzando verso di lui con sicurezza.
" E che dovrei fare? Arrendermi?" Chiese ringhiando il castano.
" Se tu ti arrendi e ti consegni a noi insieme alla ragazza potrei pensare di risparmiare gli altri..." Prese a dire con un tono diplomatico il moro. Aveva chiesto che aspetto avesse il secondo bersaglio e, studiando i movimenti del convoglio, aveva individuato il mercante. " Naturalmente sarete nostri prigionieri ma, non sarebbe meglio che morire?" Dichiarò alla fine.
Sakamoto fissò il suo nemico e pensò alla situazione in cui si trovavano. Se si fossero fatti lasciar catturare chi gli garantiva che avrebbe mantenuto la parola data? E poi, se avesse consegnato Soyo a quei tipi avrebbero rischiato che qualcuno desse la colpa a Takaheshi rischiando una guerra. - No, non posso farlo.- Pensò alla fine scagliandosi verso Itachi con uno scatto ma, quello, con un sospiro di rassegnazione, evitò l'attacco all'ultimo oistante prima di colpire con la lama il polso che brandiva la katana incidendo e perforandolo.
Sakamoto trattenne il dolore ma, prima che potesse fare qualunque contromossa, Itachi sferrò un pugno al volto mandandolo al suolo.
" E uno è andato..." Affermò fissando le ultime sacche di difensori proteggere la ragazzina. " Manca solo lei." Concluse avvicinandosi agli ultimi scontri.
 
 
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" Hijikata porta via Soyo da qui." Gli intimò Kondo per la seconda volta seriamente preoccupato. I loro uomini stavano soccombendo nei confronti di quella masnada di nemici che, a quanto pareva, erano più di quanti loro stessi si aspettavano.
 
 " No, non vi lascio soli." Sbottò il moro decapitando un altro avversario che si stava avvicinando troppo a dove si trovava la ragazza.
" Noi c'e la cavaremo." Mentì il suo superiore fissando la figura alta che si stava avvicinando e che, con soli due fendenti, aveva appena ucciso un difensore senza alcuna apparente difficoltà.
 " La sicurezza di Soyo viene prima della nostra perciò va, portala via." Gli disse ancora tagliando a metà l'addome di un soldato nemico che schizzò le sue viscere e sangue ovunque anche sopra di lui.

Hijikata fissò la situazione sempre più disperata e poi si puntò sulla schiena di Kondo davanti a lui come a volerlo proteggere. Era sempre stato un uomo pronto al sacrificio sempre disposto a tutto pur di aiutare gli altri in qualunque situazione. Hijikata afferrò la mano destra di Soyo con forza facendogli anche cenno di seguirlo.

" Ti prego, non morire." Mormorò quasi con un sussurrò prima di dileguarsi nella boscaglia tallonato dalla giovane principessa.

Kisame notò le due figure fuggire ed emise un verso di stizza.
 - Sarà una rottura adesso andare a prenderli cazzo.- Riflettè. " Voi inseguite quei due subito." ordinò ad alcuni uomini che fecero per partire alla caccia ma, Kondo, piombò su di loro mandandoli al suolo.
" Se volete seguirli dovrete passare sul mio corpo!" Ruggì il samurai convinto indirizzando la sua spada proprio verso Kisame. Aveva intuito che lui era uno dei capi di quel gruppo armato. Se lo avesse sconfitto forse, gli altri, si sarebbero dispersi oppure sarebbero andati almeno un briciolo nel panico.
 
" Allora lascia che io ti mandi a fare compagnia ai tuoi uomini." Suggerì Kisame con un ghigno prima di sfrecciare verso Kondo che, di rimando, dopo aver eliminato uno dei nemici si ando a scontrare con lo spadaccino colossale che gli era arrivato davanti.
 " Cosa c'e non hai timore di morire?" Chiese fissandolo alla stessa altezza. Il moro sorrise mettendosi in posizione d'attacco.
" Fatti avanti forza." Gli rispose sicuro il samurai attaccando con un fendente diagonale che l altro bloccò con la propria lama per poi, con la punta, cercare di infiltrarsi nella guardia del samurai di Sorachi costretto così a indietreggiare per evitare di essere colpito alla testa e dovendo difendersi da un secondo attacco arrivato stavolta dall'alto a cui frappose la sua spada.
 " Che c'e? non sei abituato a stare sulla difensiva?" Lo canzonò Kisame colpendo con un calcio l'addome del suo nemico mandandolo ancora all'indietro e inginocchio per poi attaccare di nuovo mirando alla testa. Kondo rotolo per evitare la lama a pochi centimetri dalla sua testa e, rimessosi in piedi, attaccò verso il fianco destro del nemico che deviò la sua lama con la propria per poi attaccarlo alla spalla aprendo uno sguarcio nell'armatura leggera che indossava e facendo uscire alcuni schizzi di sangue. Il samurai trattenne il grido di dolore e attaccò ancora stavolta mirando alla sua gola ma, Kisame, si scansò lo spazio sufficiente e evitò la lama per poi, con un ghigno, perforare la gamba del moro.
 " Sei rimasto scoperto." Lo rimbeccò ridacchiando mentre il sangue sgorgava dalla gamba appena trapassata.
 " Lurido bastardo..." Ringhiò l uomo ferito cercando di colpirlo con una sciabolata che, costrinse solo Kisame ad allontanarsi per evitarla.
" Non hai ancora finito di giocare?" Domandò quasi stizzito Itachi che, in quel momento, stava pulendo la lama del suo pugnale sulla sua tunica macchiandola di rosso.
 " Eddai, lasciami divertire ancora un'pochino." Disse lo spadaccino mentre Kondo attaccava di nuovo con una nuova serie d'affondi che respingeva con facilità. Attorno a loro, i soldati mascherati, ormai privi di avversari si erano radunati come per assistere a quella che sembrava più una vera esecuzione che un duello. Kondo annaspava vistosamente la ferita alla spalla destra e quella al ginocchio sinistro non gli davano tregua e gli dolevano. Sentiva il sangue gocciolare e cadere a terra a un ritmo forsennato tanto da farlo impazzire. La mano che teneva la spada si faceva sempre meno salda e, il suo avversario, lo fissava con uno sguardo pieno di sdegno. " Direi che può bastare così." Dichiarò apertamente Kisame rinfoderando la lama.
" Coraggio, finitelo voi." Ordinò permettendo così ad alcuni soldati di farsi avanti.
" Se anche mi ucciderete..." Prese a dire Kondo ormai conscio della situazione in cui si trovava e fissando attorno a se gli avversari aumentare. " Non riuscirete a farla franca..." Continuò a dire deviando a stento una stoccata di un nemico che poi trafisse al petto uccidendolo. Un altro si fece avanti e lo colpì in pieno sulla schiena aprendo un lungo taglio verticale. Kondo grugnì di dolore mentre si girava e conficcava la spada nel nuovo avversario.
 
I soldati esitarono per un'istante vedendo il loro nemico mulinare la spada come un forsennato su e giù come per tenerli a distanza. Itachi emise un sospiro rassegnato e, facendosi avanti, schivo la spada e tranciò di netto la giugolare del samurai che, con grido strozzato e tenendosi il punto ferito, cadde a terra impregnando il terreno con il suo stesso sangue.
" Sei stato crudele Itachi." Mormorò Kisame evitando la gorata di sangue che si stava espandendo e si univa all altro versato in quel campo.
" Ho preferito porre fine subito a tutto mi ero stancato." Gli replicò seccato per poi guardare intorno a lui e vedendo come, ormai, la battaglia fosse totalmente vinta.
" Direi che, la missione, è andata a buon fine..." Sentenziò Itachi fissando ancora  il numero di corpi presenti a terra compreso quello di Kondo.
 " Non abbiamo preso la ragazzina e uno della scorta è fuggito con lei però." Lo rimbeccò Kisame.
" Di quello non preoccuparti..." Rispose con calma il collega.
 " Manderemo i nostri uomini rimasti nel cercarli e poi..." Indicò il corpo privo di sensi di Sakamoto che perdeva sangue dal braccio destro colpito in precedenza da Itachi. " Abbiamo una parte di quello che ci occorre tanto basta per adesso."Concluse facendo cenno a due uomini di portare via Sakamoto e, mentre si allontavano, pensò a quanto poco sangue era stato versato e di come, quello, sarebbe stato solo l'inizio della vera carneficina.
 
 
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Utsuro si versò del tè dentro la sua tazzina proprio di fronte al giardino della residenza del ragno. Era fiducioso sull'operato dei due ninja e, non appena fossero tornati, sicuramente avrebbe gioito della riuscita di quel loro primo successo. " Utsuro-sama mi ha fatto chiamare?" Domandò Askin apparendo aldila della porta scorrevole ed entrando nella stanza privata del samurai che si girò con calma verso di lui. " Si, esatto siedi pure." Lo invitò mentre metteva una tazza di tè dalla parte su cui si stava sedendo il samurai dei kunoishi.
" Cosa vuole che faccia?" Chiese subito lo spadaccino cercando di andare subito al sodo. " Come ben sai, a quest'ora, due delle pedine più importanti di Shigeshige dovrebbero essere nelle nostre mani..." Prese a dire con tono serio. " Adesso ci restano da togliere di mezzo le braccia e le gambe del nostro damyo." Aggiunse sorridendo malefico. " E io cosa c'entro in tutto questo?" Domandò Askin cercando di capire dove stesse andando a parare.
" Voglio che tu uccida Takasugi Shinsuke braccio destro di Shigeshige." Dichiarò apertamente il grigio.






ANGOLO DELL AUTORE: Non aggiorno questa storia da mesi e me ne dispiace ma, purtroppo, sono stato preso moltissimo dalla storia di Killer 3 che si sta avvicinando alla conclusione da dopo questo capitolo riprenderò a mettermi sotto con samurai che, dopo killer 3, sarà l'unica cosa che aggiornerò per un bel 'po qua sulla piattaforma.
Grazie a chi ancora la leggera ^_^ alla prossima.
   
 
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