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Autore: LadyRogers    24/01/2021    2 recensioni
Ray è pronto a tornare al Villaggio della Tribù della Tigre Bianca, per prepararsi ad essere un Capo consapevole delle scelte fatte e rivedere la sua gente, gli amici e soprattutto Mao. Riuscirà a farle una dichiarazione come si deve?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mao, Rei Kon
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti! Anch’io ho deciso di dare il mio contributo per far rinascere questo fandom. Questa è una sorta di remake di una ff che pubblicai con il vecchio account, ero “medea90”. Ritornare nel sito con un nuovo account ha il suo effetto, soprattutto in questo fandom che è stato anche il primo a farmi scoprire il mondo delle ff. Negli anni non ho più frequentato il sito (notando anche un clima diverso) e di conseguenza mi ha portato anche ad abbandonarlo, nonostante avessi varie idee per nuove storie (anche su altri fandom), ma ho avuto difficoltà a gestire tutto. L’anno scorso però mi è tornato l’interesse per la scrittura, il bisogno di prendere carta e penna per rivivere le emozioni di un tempo e riscoprire questo mondo.
Ho deciso di ritornare a pubblicare storie su Beyblade con qualcosa di semplice, mentre lavoro alle altre che sono più impegnative. L’ispirazione gioca brutti scherzi XD. Per ora è tutto, non mi resta che augurarvi buona lettura. Saluti da LadyRogers.

Il Campionato era finito da poco, le varie squadre avevano deciso di restare ancora in Russia per sfidarsi e divertirsi. Tra loro c’era un clima di armonia con un pizzico di rivalità, l’ideale per rendere le sfide più competitive. Era un giorno come tanti, tranquillo con l’aria fresca e la neve riscaldata dal sole pomeridiano, i ragazzi si erano dati appuntamento nel cortile dell’hotel. C’erano tutti, mancava solo lui…sì proprio lui, Takao. Come al suo solito faceva il sonnellino dopo pranzo, in una posizione distorta russando con una gamba fuori dal letto. Intanto nel cortile le sfide erano iniziate.
Mao ed Emily furono le prime, per rimediare ai conflitti iniziali. L’incontro durò abbastanza, le due ragazze erano determinate, scie rose e verde acqua si scontravano nel beybladestadium senza sosta. Il Prof.K come sempre pronto a registrare gli incontri e raccogliere dati. Lui, Max, Ray, Kei e le altre squadre assistevano all’incontro seduti sulle varie panchine del cortile, prestando attenzione alle tattiche delle ragazze.
- Pare che mia sorella ed Emily vadano molto d’accordo, non è vero Michael?
- L’ho notato anch’io Lai. La loro sfida ricorda molto la nostra, quando ci siamo incontrati.
- Anche a me. E’ stato un confronto interessante, dovremo rifarlo.
- Volentieri.
I due Capitani si strinsero le mani in segno di approvazione.
L’incontro tra le due ragazze terminò in parità, Mao ed Emily si abbracciarono.
- Volevo che vincessi tu, Emily!
- Ho pensato la stessa cosa anch’io.
- Sarà per la prossima volta, promesso.
- Mi raccomando, allenanti, ti voglio carica!
Le due ragazze si sorrisero e raggiunsero le rispettive squadre. In un’altra panchina, Gianni era ancora stupito dall’incontro.
- Ragazzi, devo assolutamente proporre una sfida alle nostre amiche! Sono così forti!
Ralph, Andrew ed Olivier si guardarono complici. Conoscevano fin troppo bene il loro compagno donnaiolo, il francese mise una mano sulla spalla per dargli conforto.
- E’ inutile Gianni. La tua tattica non funzionerebbe.
- Ma a cosa state pensando? Mica ci voglio provare?
- Sono ragazze sveglie, Gianni. Rinunciaci.
Disse Andrew con sarcasmo, facendo venire il broncio all’italiano. Olivier si trattenne dal ridere.
- Tu non ridere, Olivier!
- Scusami amico mio, ma il vostro scambio di battute è troppo divertente.
- Sono onorato dal tuo complimento Olivier.
L’inglese fece un gesto teatrale, rendendo un po’ nervoso Gianni, che si voltò completamente con le braccia incrociate al petto.
- Non siete spiritosi!
il francese e l’inglese risero in silenzio, intanto Ralph che aveva prestato attenzione a seguire l’incontro, non aveva fatto a meno di sentire i battibecchi dei tre. Poco dopo l’italiano sorrise e si unì alle risate. Il tedesco fece un sorriso.
- Certo che è strano…essere una squadra.
- Ed è tutto merito loro, Ralph.
Andrew si voltò verso i Bladebreakers.
- Ehi Max, ma Takao?
- Sta ancora dormendo, Gianni. Ora ci penso io.
Proprio in quel momento, girandosi sul letto Takao si ritrovò a terra di schiena, si massaggiò il sedere.
- Ahia che male…ma che ore sono?
Guardò la sveglia, si portò le mani alla faccia. Aveva lasciato il balcone aperto, non a caso i suoi compagni e le altre squadre lo sentirono urlare. Sentì la voce di Max, che si trovava sotto il balcone per chiamarlo.
- Ragazzi…mi sa che si sia svegliato. Il blader Takao è pregato di raggiungere il retro dell’hotel. Thank you!
Gli altri risero all’annuncio del biondo americano e vedere Takao che si affacciava.
- Heheh scusate ragazzi, ora scendo! Ho dormito troppo!
- Sappiamo del tuo riposino, ti abbiamo sentito russare.
Aggiunse Ray avvicinandosi a Max. Takao fece un’espressione imbarazzata.
- Questa me la paghi, Ray! Mi devi una sfida!
Il giapponese e il cinese si scambiarono uno sguardo di sfida, poco dopo però scoppiarono a ridere. Mentre il ragazzo li raggiungeva, Lai e Michael proponevano a Ralph ed Andrew una sfida a quattro, i due europei accettarono.
Takao uscì dall’hotel in fretta a tal punto di scivolare e andare addosso a Max e il Prof.K, facendo ridere tutti. Ray e Kei lo presero per le braccia, poi il russo decise di farlo cadere con la faccia nella neve.
- Scusa Takao, non volevo.
Fece Kei con aria innocente, alzando le braccia, Takao si rialzò pulendosi la faccia dalla neve.
- Prendi questo, antipatico!
Il ragazzo preparò una palla di neve e la lanciò al suo rivale, il quale riuscì a schivarla, facendo colpire il povero Max.
- E io che c’entro?
- Max, è stato Kei! Uh, dov’è? Stai attento!
- What?
L’americano fece in tempo a spostarsi per evitare la palla di neve lanciata da Kei, che colpì il giapponese.
- Thank you, Takao! Hahah
- Molto divertente…
- Dovresti ringraziarmi, Takao…ti ho aiutato a svegliarti.
- Sappiate che tutti e tre…mi dovete una sfida!
Ray e il Prof.K si erano allontanati per godersi la battaglia. Poco dopo nel cortile c’erano varie sfide tra le tre squadre. Kei guardò altrove, con le braccia incrociate al petto.
- Qualcosa non va, Kei?
Domandò Ray al suo fianco.
- Stavo pensando alla squadra russa. Sai…vedere questo clima, il rapporto con le altre squadre…per loro sarebbe stato tutto diverso, avrebbero conosciuto il bey da una prospettiva migliore.
- Sono impressionato dalle tue parole Kei! Da te non me lo sarei proprio aspettato!
- Insomma Takao! Kei ha perfettamente ragione. Anche loro meritavano di condividere la passione per il bey con tutti noi.
- Concordo con Max, avrebbero avuto la possibilità di cambiare idea.
Concluse Ray, Takao abbassò lo sguardo, era stato superficiale.
- Beh…in effetti….
- A proposito…mi devi la rivincita Takao.
Vedendo il rivale a disagio, Kei estrasse Dranzer dalla tasca e lo agganciò al dispositivo di lancio. Takao ricambiò lo sguardo di sfida.
- Vedo che non perdi tempo, eh Kei?
I ragazzi continuarono a sfidarsi fino al tramonto. Mentre le squadre si avviarono per ritirarsi nelle proprie stanze, Ray disse ai compagni che doveva parlare ai White Tigers. Naturalmente per i ragazzi non c’erano problemi, tanto avevano capito tutto. I cinesi accolsero l’amico nella stanza. Lai fu il primo a parlare.
- Avanti amico mio, cosa ci vuoi comunicare?
- Avanti diccelo! Non tenerci sulle spine!
Kiki saltellava sul letto euforico, facendo qualche capriola all’indietro. Gao fu costretto a trattenerlo facendogli una strizzatina ai capelli. Tutti risero alla scena.
- Kiki controllati. Perdonalo Ray, continua.
- Ecco…ho deciso di ritornare al Villaggio.
I cinesi rimasero stupiti da quella decisione, un fulmine a ciel sereno. Mao restava in silenzio a guardare Ray con gli occhi lucidi, ma riuscì a trattenere le lacrime.
- Sul serio, Ray?
- Assolutamente Lai. Ho bisogno di ritornare dalla mia gente, prendermi le mie responsabilità di Capo Tribù.
Quelle parole uscirono spontaneamente dalle sue labbra, era davvero pronto, i cinesi gli sorrisero. Mao cercò di parlare.
- Quindi…partirai con noi?
Si ritrovò gli sguardi degli altri addosso, era la prima volta che parlava. Ray continuò tranquillo.
- Se non vi dispiace, vorrei restare ancora un po’ con i miei compagni di squadra. Voglio essere sicuro della mia scelta, ho solo bisogno di un po’ di tempo.
- Oh…certo…non preoccuparti. Scusami, non volevo.
La ragazza si mortificò per quella domanda, abbassò lo sguardo. Ray le prese una mano, facendo un sorriso dolcissimo.
- Non scusarti, Mao. Starò a casa il prima possibile, promesso.
I loro sguardi si incrociarono, la ragazza ricambiò il sorriso, le mani erano ancora unite.
- Il Villaggio sarà pronto ad accoglierti.
Il ragazzo notò un luccichio negli occhi dorati di Mao, intanto gli altri restavano in silenzio. Vista la situazione imbarazzante, i due fecero allontanare le mani e Ray riprese il discorso.
- Avete già deciso quando partire?
- Se tutto va bene, domani pomeriggio. Non vediamo l’ora di raccontare al Villaggio la nostra esperienza e comunicare il tuo ritorno!
Ripose Kiki con entusiasmo sulle spalle di Gao, che lo reggeva per le gambe.
- Grazie di tutto, amici.
- No Ray, siamo noi a ringraziare te, per averci dato la possibilità di conoscere il mondo per il bene della Tribù. Ci siamo confrontati con altri blader, con i quali abbiamo restaurato una bella amicizia. Speriamo di rivederli a un nuovo Campionato.
Ray non poteva fare a meno di essere felice per le parole pronunciate da Lai. Aveva raggiunto il suo obiettivo: dare prospettive al suo popolo.
Una volta tornato in camera, il cinese si ritrovò i compagni sorridenti.
- Ciao ragazzi, come mai quest’accoglienza? Mica vi sono mancato?
I ragazzi ricambiarono l’umorismo dell’amico con una bella risata. Takao gli si avvicinò con serietà, il cinese rimase confuso.
- Non dire niente Ray, lo avevamo intuito. Se vuoi, puoi partire con i White Tigers, non ti tratterremo.
- Sono d’accordo con Takao, sono pur sempre tuoi amici. Ti consigliamo subito di preparare i bagagli.
Continuò Max con il suo solito tono amichevole, mettendo un braccio intorno al collo del cinese.
- Vi ringrazio ragazzi…ma preferisco restare ancora un po’ con voi.
Takao lo guardò perplesso.
- Come mai? Non te la senti?
- Voglio prepararmi al mio ritorno al Villaggio. Con voi ho vissuto un’esperienza memorabile, mi avete dato tantissimo.
- Non hai bisogno di prepararti Ray, lo hai già fatto da tempo.
- Kei ha ragione: il Villaggio non può aspettare il suo Capo Tribù. Avremo l’occasione di rivederci.
Disse il Prof.K. Il cinese guardò ognuno di loro, ancora una volta gli avevano dato appoggio. Anche per questo motivo non voleva andarsene, con loro si era sentito a proprio agio, insieme avevano vissuto tante esperienze importanti.
- Secondo voi…il Villaggio mi accetterà?
- Ma certo Ray! Altrimenti perché avrebbero permesso ai White Tigers di viaggiare?
- Lo so Takao, ma è come se…
- Non lasciarti trasportare dall’insicurezza Ray, hai già pagato certe conseguenze.
Ray sapeva a cosa si riferiva Kei: la perdita della Tigre Bianca. Quell’episodio era stato un duro colpo, si era sentito impotente; anche quell’esperienza gli aveva permesso di essere più consapevole della scelta fatta. Vedendolo incerto, Takao posò una mano sulla spalla di Ray, rivolgendosi agli altri.
- Io capisco la scelta di Ray, amici. Dobbiamo anche renderci conto che è passato tanto tempo, da quando ha lasciato la Tribù per viaggiare in tutto il mondo. Vedrai Ray, sarai all’altezza delle responsabilità, lo hai dimostrato in tante occasioni. E ti prometto che ci rivedremo, parola di Capitano.
Il cinese non poté fare a meno di sorridere a Takao e agli altri. Per sigillare quella promessa, misero le loro mani una sopra l’altra.
Il pomeriggio seguente le squadre accompagnarono i cinesi all’aeroporto. Si salutarono con la promessa di rivedersi. Prima di salutarsi, Mao e Ray si erano abbracciati scambiandosi uno sguardo complice. Le squadre videro l’aereo partire, fino a vederlo scomparire tra le nuvole.
- Tra non molto, anche noi dovremo tornare a casa.
- Si torna sempre al punto di partenza, Takao. Ma in fondo è stata un’esperienza significativa.
- Non potrei essere più d’accordo, Prof.k. Siamo diventati un gran gruppo di amici!
Sorrise Max guardando le altre squadre.
- Speriamo che il nuovo Campionato arrivi presto! Ho bisogno di scendere in campo!
-Takao non cambi mai!
- Sono fatto così, Max!
- Purtroppo…
Takao avanzò verso Kei col fare provocatorio.
- Cos’hai detto? Puoi ripetere?
Kei si volse verso di lui con lo sguardo serio.
- Mi hai sentito bene…
I due si guardarono per un po’ e si misero a ridere. Alle risate si unirono anche Max, il Prof.K e le altre squadre. Ray guardava con aria serena e nostalgica. Gli sarebbero mancati quei momenti, ma sapeva che li avrebbe vissuti ancora. Ora però si doveva preparare a qualcosa di più grande: tornare a casa.

Erano passati pochi giorni dal ritorno dei White Tigers al Villaggio. Non appena avevano raccontato dell’esperienza vissuta e comunicato il ritorno di Ray, tutti gli abitanti erano rimasti sorpresi. In giro si parlava soprattutto del ritorno del ragazzo, così aveva notato Mao, era un clima sereno e solido. Anche se si erano visti giorni prima, la ragazza era emozionata di rivederlo, il cuore le batteva forte. A volte guardava l’orizzonte come fosse incantata, mentre il vento le scompigliava i capelli rosa. Era come ipnotizzata dall’ignoto del mondo esterno, quel mondo che aveva permesso a Ray di maturare come blader e dare al Villaggio l’opportunità di uscire dall’isolamento. In una mano stringeva Galux, ripensava a quando si erano sfidati nella finale del torneo cinese. Lui non voleva sfidarla, lei riuscì a convincerlo perché credeva nelle sue capacità, nonostante dagli altri veniva visto come un traditore.
- Ray…ti aspetto e…
Non riuscì a terminare la frase, una lacrima scese lungo una guancia. I sentimenti per Ray erano diventati più forti, la distanza l’aveva aiutata a comprenderli.
- Spero di riuscire a confessarti il mio amore…questa volta è diverso…
Da lontano, qualcuno la chiamò. Si voltò di scatto: era Lai.
- Eccoti finalmente. Stai bene?
- Certo Lai. Perché me lo chiedi?
- Sei sparita così senza avviso. Mi sono preoccupato.
La ragazza abbassò lo sguardo.
- Lo so, mi dispiace…
- Dì la verità, pensavi a Ray?
- Sì…mi conosci bene…
- Veramente lo sapevo già da tempo.
Lai vedendo la sorella con il capo chino proseguì.
- Guarda che non c’è nulla di strano, Mao. Io sento che Ray ricambia i tuoi sentimenti. Dobbiamo solo aspettare, manterrà la promessa.
La ragazza alzò lo sguardo verso il fratello, il quale notò un dolce sorriso.
- So anche questo, Lai. A Ray dobbiamo tanto e non mi sembra vero che dopo tanto tempo…
Mao si bloccò nuovamente, le lacrime avevano cominciato a scorrere lungo le guance. Erano lacrime di gioia. Da buon fratello maggiore, Lai l’abbraccio forte accarezzandole i capelli.
- Su non piangere, sorellina. So come ti senti.
- Sono felice che ritornerà di nuovo da noi!
Il fratello le porse un fazzoletto.
- Ora però asciugati le lacrime. A Ray non farebbe piacere vederti così.
- Sei il solito, Lai!
La ragazza rispose spintonandolo. Lai rispose con una risata.
- Sono pur sempre tuo fratello. E’ io mio dovere prendermi cura di te.
La ragazza ridendo lo abbracciò. Per fortuna c’era lui a starle accanto.

Un aereo dalla Russia atterrò all’aeroporto di Hong Kong. Ray era tornato a casa, fece un respiro profondo per assaporarne la freschezza. Con la sacca sulla spalla sinistra si avviò in direzione delle montagne. Camminare per quelle strade gli fece tornare in mente quando aveva deciso di intraprendere quel viaggio di formazione. Sul volto c’era un sorriso soddisfatto, non vedeva l’ora di riabbracciare la sua gente, i suoi amici e…
- Mao…
Al pronunciare il nome si bloccò. Ebbe un flash: la loro sfida al torneo cinese. Una delle sfide più importanti del Campionato. Un incontro impegnativo, fatto anche di ricordi e sentimenti. Le aveva detto che gli era importante e che il suo affetto lo avrebbe accompagnato nel corso del viaggio e che non avrebbe rinunciato al suo ruolo di Capo Tribù. Gli era stato accanto anche dopo l’estremo incontro con Boris, aveva combattuto con tutte le forze necessarie e con l’aiuto della Tigre Bianca. All’ospedale avevano assistito all’incontro decisivo della finale, supportando Takao come tutti gli altri. Durante il viaggio aveva capito cosa provasse per Mao, sarebbe stato pronto a farsi avanti? Perché quella volta le aveva detto “ti voglio bene anch’io”? Era stato sciocco, voleva rimediare. Riprese il cammino, che sarebbe durato ancora per vari chilometri. Tra le rocce Ray vide il Villaggio. Era a casa. Provò una strana sensazione, era passato tanto tempo. Strinse Driger in un pugno, come se volesse chiedere aiuto alla Tigre Bianca, a dargli sicurezza.
Prima di raggiungere la destinazione, si voltò dall’altra parte, verso il mondo da lui scoperto e che lo aveva aiutato a capire molte cose di sé stesso. Sorrise malinconico ripensando alla sua squadra. Gli mancavano già, come le sfide, le incomprensioni e il forte legame che li aveva uniti. Non era il momento di tirarsi indietro, con un’energia mai provata iniziò a saltare tra le rocce con agilità.

Mao era affacciata alla finestra della sua capanna, curiosa per quello che stava succedendo. Gli abitanti uscivano dalle abitazioni con gioia, pronunciando frasi tipo: “E’ tornato!”, “Dobbiamo andare a vedere!”.
Lai, Gao e Kiki le fecero cenno di raggiungerli. Mao corse subito con il sorriso sulle labbra.
Ray fu accolto dagli Anziani, i quali provarono ammirazione e riconoscimento per il bene della Tribù.
La folla intorno a loro aumentò, tutti volevano vederlo con i loro stessi occhi. I bambini del Villaggio lo abbracciavano, Ray gli accarezzava i capelli. La ragazza vedendolo sorridere, aveva il cuore pieno di gioia e gli occhi lucidi. Lai la prese per mano e fare strada in mezzo alla folla. Quando Ray li vide li abbracciò fortissimo, Mao non riuscì a trattenere le lacrime.
- Bentornato a casa, Ray!
A quelle parole Ray la strinse ancora di più a sé, chiuse gli occhi lasciandosi trasportare dal momento.
La sera festeggiarono il ritorno del Capo Tribù con un banchetto, durante il quale Ray raccontò le sue esperienze.
- Il mondo è immenso, si scoprono tante cose…compresi noi stessi. Sono felice di essere di nuovo qui, tra la mia gente. Sono fiero di essere il Capo Tribù.
- Ray…riaverti qui è una benedizione. Lo è anche ciò che hai fatto. Il nostro popolo deve uscire dall’isolamento, abbiamo bisogno di aprirci. Grazie alla tua scelta abbiamo compreso cosa è meglio per tutto noi.
Concluse uno degli Anziani, posando una mano sulla spalla del ragazzo. C’erano anche i White Tigers che volevano dargli supporto in quell’evento tanto importante.
Mao senza farsi vedere fece un piccolo applauso, con lo sguardo rivolto a Ray e il suo cuore cominciò a battere. In un attimo Ray la guardò. Si scambiarono un sorriso, il ragazzo notò il rossore sulle guance di Mao.

Terminati i festeggiamenti, il Villaggio si preparò per andare a dormire. Il silenzio regnava nel cuore della notte, nessun rumore. Mao non riusciva a prendere sonno, il pensiero di avere Ray accanto le aveva dato una scarica di adrenalina. Decise di andare nel bosco. Si appoggiò con la schiena a un albero con aria pensierosa guardandosi in giro. Sorrise nostalgica, quanti ricordi, quel posto non era cambiato, mentre lei, Ray, Lai, Gao e Kiki erano cresciuti. Quante giornate passate insieme. Poggiò la testa all’albero a guardare il cielo stellato e la luna piena. Intanto arrivò un vento leggero, si strinse nella camicia da notte.
Ray si svegliò mettendosi seduto. Gli faceva strano essere di nuovo in mezzo alla sua gente dopo aver viaggiato molto, eppure la Tribù aveva accettato le sue scelte. Pensava anche a lei…a Mao. Si chiese se fosse il caso di vedere se stesse dormendo. Si alzò dal letto, indossò subito il kimono. Da una delle finestre spostando di lato la tenda, notò il letto vuoto. Si preoccupò, decise di andare a cercarla correndo verso il bosco. Trovò Mao addormentata stesa a un albero. Il ragazzo fece un sospiro di sollievo, la prese in braccio avviandosi verso il Villaggio. Senza farla svegliare, la fece stendere sul letto. Posò lo sguardo sul viso, i capelli sciolti e la camicia da notte che accompagnava ogni forma del suo corpo. Ad un tratto si imbarazzò e guardò altrove. Sapeva dei suoi sentimenti. Si pentì di averle detto “ti voglio bene”, il loro rapporto andava oltre l’amicizia.
- Vorrei tanto dirti quello che provo Mao…
Dolcemente con la punta delle dita sfiorò una guancia e la baciò sulle labbra. Si alzò per andarsene, aveva raggiunto la porta…
- Ray…
Il ragazzo sussultò, l’aveva svegliata…che stupido.
- Ti prego…non lasciarmi sola.
L’abbracciò da dietro. Le sue mani si trovarono all’altezza della pancia e il viso sulla spalla.
- Non volevo svegliarti…
- Non importa. Ti ringrazio per avermi riportata a casa…
- Mi sono preoccupato…
La prese per mano e si guardarono negli occhi. Non riuscivano a parlare, non era necessario, i loro sguardi dorati facevano il resto. Automaticamente Ray prese tra le mani il viso della ragazza, facendolo avvicinare. Fu un bacio dolce, Mao lo approfondì portando le braccia intorno al collo del ragazzo. Finalmente potevano stare insieme. Continuarono a baciarsi, fino a quando Ray la fece stendere sul letto. Ancora provati dai baci, riprendevano fiato.
- Mao…ti amo…stanotte voglio stare con te…
- Lo voglio anch’io Ray…
Quelle frasi significarono tanto. Ripresero a baciarsi, intanto i corpi si aggrovigliavano, le mani lasciarono scie di brividi sui loro corpi liberi dagli indumenti. Ray esplorava ogni parte del corpo di Mao, con piccoli baci sul collo e sul seno. Lei ansimava chiamandolo, lasciandosi trasportare dal piacere, facendo intrecciare le loro mani. Ray si fermò per guardarla, era bellissima. Lei sorrise imbarazzata, ancora incredula per quello che stavano vivendo, e anche perché era rimasta folgorata dal fisico scolpito di Ray. Il ragazzo le spostò una ciocca di capelli dagli occhi. Capirono che era giunto il momento. Ray lentamente entrò, Mao riuscì a sopportare il dolore, che lentamente svanì quando i loro corpi cominciarono a muoversi. La ragazza portò le mani tra i capelli neri del suo amato, giungendo alle spalle stringendo la presa, ma senza fargli male. Si scambiarono altre effusioni, senza smettere di guardarsi negli occhi, con i movimenti che si facevano sempre più decisi. Quando si rese conto che stavano per raggiungere il limite, Mao si aggrappò a Ray. Vennero insieme stringendosi, soffocando i gemiti. La ragazza si ritrovò nuovamente sul letto, facendo lunghi respiri, Ray stringeva pezzi di lenzuolo guardando la sua ragazza. Tornato il respiro regolare, si stese al suo fianco. Mao gli lasciò una scia di baci e carezze sul petto, si sentiva protetta tra le sue braccia. Il ragazzo accarezzava la schiena e la lunga chioma rosa, i ciuffi gli pizzicavano il viso. Si sentivano completi.
- Ray…non immaginavano che sarebbe stato così…
- Intenso?
- Sì. Mi sei mancato…
- Sbaglio, o oggi sei stata parecchio emozionata?
- Eddai Ray, non prendermi in giro.
Mao fece il broncio al tono provocatorio del ragazzo, il quale con aria furba iniziò a farle il solletico.
La ragazza cominciò a ridere chiedendo al ragazzo di smettere, ma lui insisteva.
- Mi fermerò solo se dirai la verità.
- Ok, hai vinto. Ero emozionata per il tuo ritorno. Non vedevo l’ora di riaverti qui.
Ray si era fermato e rimase a guardare sbalordito la ragazza, la quale lo guardava confusa.
- Stai…stai bene?
- Mai stato meglio!
E nuovamente la baciò, ricambiato.
- Anch’io volevo rivederti e stringerti tra le mie braccia. Col tempo ho capito che sei davvero importante per me. Quella volta sono stato uno sciocco…
- L’importante è che hai rimediato.
Aggiunse Mao con ironia, Ray rispose con una risata.
- Vorrei che questa notte non finisse mai…
- Lo vorrei anch’io…per poter rimediare al tempo che abbiamo trascorsi lontani.
- Abbiamo tutto il tempo amore mio.
Detto questo si abbracciarono per poi addormentarsi avvolti dalle coperte candide. 
  
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