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Autore: Merry brandybuck    24/01/2021    1 recensioni
Tutti noi abbiamo presente quella sensazione di aver scordato di fare qualcosa, ma non ricordiamo cosa: a volte questo porta dei guai
Genere: Comico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Maedhros
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Una cosa dovevo fare 

 

Russandol era di ottimo umore e impaziente: quella sera Findekano, il suo cuginetto preferito, sarebbe rimasto a dormire a casa loro; sua madre aveva preparato una branda in più per l’ospite e il padre aveva cacciato a pedate Maglor perché avessero la stanza tutta per loro. Si prospettava una serata meravigliosa; aveva passato tutta la giornata a saltellare per casa, mentre i suoi fratelli lo guardavano e sussurravano commentini idioti, ridacchiando: “ Non lo avevo visto così eccitato da quando papà aveva portato a casa la sua spada nuova” aveva detto Curufin a Tyleko ed effettivamente era vero: non si esaltava quasi per niente, tranne che per i regali del genitore, le coccole della mamma e, naturalmente, il tempo passato in compagnia del cugino. 

Non vedendosi da un paio di settimane voleva che la serata fosse perfetta: si era tirato a lucido arrivando persino a intrecciarsi la chioma, aveva preparato due pigiami comodi, aveva riordinato la stanza, aveva fregato qualcoserellina da mangiare dalla dispensa, aveva rubato la scacchiera a Caranthir e, cosa ancora più sorprendente, non gli interessava minimamente se il quartogenito si sarebbe potuto arrabbiare ! Aveva pensato ai giochi da tavolo e al cibo, ma gli sembrava di aver scordato qualcosa, peccato non ricordasse cosa; si sforzava, si sforzava ma l’illuminazione tardava ad arrivare… pace, sarà stato poco importante. 

Erano ormai le sei e la luce stava cambiando, quando il primogenito di Fingolfin fece la sua comparsa sul vialetto di casa, agitando le braccia e venne investito dai gemelli che lo scapuzzarono sul selciato; il maggiore dovette correre ad aiutare l’amico, prima che le pesti lo ammazzassero e poi lo condusse all'ingresso. “ Permesso” a Maitimo faceva ridere il tono con cui il compare chiedeva di entrare: lo diceva con una voce molto femminile, delicata, che somigliava tanto a quella di sua madre e che stonava molto con il canaio di Casa Fëanor. Infatti, anche oggi nella villa c’era un gran casino ( tanto per cambiare): Makalaurë stava ballando in giro per casa, Celegorm inseguiva il suo “ cagnolino” grosso come un vitello per lavarlo, Caranthir stava facendo la sua mezz’oretta giornaliera di meditazione per la gestione della rabbia, mentre Kurvo cercava disperatamente qualcuno che gli spiegasse la differenza tra uno zaffiro di tipo A e uno di tipo A.1; tutti i ragazzi si fermarono un attimino a salutare l’ospite e poi continuarono, indaffaratissimi, ad occuparsi delle proprie faccende. Almeno non avrebbero rotto le scatole, si consolò il ramato e portò il compagno al piano di sopra; lì lo aiutò a sfilare il soprabito ceruleo e nel frattempo che metteva a posto le robe del corvino il pensiero di star scordando qualcosa continuava ad assillarlo, ma la bellezza di Fingon lo distolse dalle sue elucubrazioni: il volto snello, la pelle candida, gli occhi blu notte, i capelli neri liscissimi e il suo sorrisetto furbo erano ciò che rendeva così desiderabile il Valoroso. “ Ehi Fin’, lo sai che le treccine ti stanno davvero bene ?” azzardò, toccandogli una trecciola “ Grazie Mae” rise lui, sedendosi sul pagliericcio e iniziando a disporre gli scacchi sulla base di legno.

Giocarono fino a notte fonda e si fermarono solo perché Carnastir aveva preso a pugni il muro che divideva le due camere, berciando di piantarla di starnazzare come oche che lui voleva dormire in santa pace; Nelyafinwe si era messo solo un paio di braghe comode e poi si era lanciato nel giaciglio, mentre invece l’altro si era messo l’intero pigiama e si era avvoltolato nelle coperte per difendersi dal freddo. Avevano spento la luce e provato ad addormentarsi; dopo un’ora, il maggiore si rese conto di sentire uno strano rumorino e si accorse che erano i denti del cugino che battevano perché stava congelando: “ Fin’...” biascicò “ S-sì ?” rispose il giovane “... vieni nel mio letto” il ragazzo si tirò a sedere ed entrò nelle coperte che l’amico gli teneva aperte; Maedhros lo circondò con le braccia ed ebbe quasi un infarto nel sentire quanto erano freddi gli arti del moro, ma il buon profumo della sua pelle e la sua stretta dolce gli rendevano possibile sopportare tutto. Prima di chiudere gli occhi, ascoltò il respiro tranquillo di Findekano e la sensazione di aver scordato qualcosa lo assalì ancora, ma decise di non pensarci: se non se la ricordava evidentemente non era importante… 

“ Ma se ti dico che non li trovo, non lo so…” insisteva Maglor, correndo dietro al padre “ Kanafinwe, ti giuro che se trovo io i tuoi parastinchi le prendi !” disse Fëanor girando la maniglia della porta; entrambi rimasero a bocca aperta nel vedere i due giovani abbracciati che erano improvvisamente saltati in aria, avviluppandosi nelle coperte. In quel momento di panico Maitimo si ricordò quello che doveva fare: 

 

Doveva chiudere la porta a chiave.

 

Angolo della scrittrice 

Dia duit ! Conas atá tú ? Táim go maith, questa fan fiction è una breve dimostrazione della sbadataggine e della mia follia; come sempre mi scuso per eventuali errori nel testo o se non è stato di vostro gradimento, saluti e baci hobbit 

Sempre vostro 

 

Merry

   
 
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