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Autore: Brume    24/01/2021    5 recensioni
Si sono incontrati per caso, Ryo e Kaori, sei anni dopo la morte di Hideyuki; durante un brevissimo incontro in un bar riemergono ricordi dai Kaori fugge mentre lui vorrebbe capire: capire perchè anni prima è andata via, capire cosa è quella sensazione che prova pensando e stando insieme a lei, l' unica in grado di avergli dato un pò di pace. E' il seguito di "Una -quasi- favola natalizia".
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaori Makimura, Ryo Saeba
Note: AU, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
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RYO 
Stiamo guardando la neve da almeno due ore.  

Come bambini, contiamo i fiocchi e li osserviamo scendere lenti mentre, abbracciati davanti a questa finestra, i nostri corpi vicini si scaldano a vicenda avvolti da un'unica coperta. Mi stai regalando una serenità che da tempo non avevo; qui, ora, sto bene e vorrei tanto piantare tutto in asso, provare a vivere uno straccio di vita normale, per così dire...avere una casa dove qualcuno ti accolga urlandoti che è pronta la cena per esempio, non un silenzio assurdo impregnato dall’ odore della polvere da sparo. Magari, quel qualcuno, potresti essere tu. 

 

 Sei silenziosa. 

Chissà cosa pensi: forse alla giornata che è appena trascorsa , alla sua quasi assurda bellezza...chi lo sa. Io  mi perdo nella mia immaginazione ma poi torno in questo momento ed ascolto il rumore del tuo cuore.  

 

“... che ore sono?” mi chiedi con la voce stanca. 

 

 È stata davvero una giornata piena di emozioni quella che abbiamo passato; sono stanco anche io, sai? Tra il  sonno arretrato ed il nostro incontro, quante emozioni! Credo mi piacerebbe dormire almeno per due giorni di fila. 

“…sono le tre e venti, Kaori" ti rispondo quando ho finito di elaborare pensieri.  

 

Ti stacchi da me e ti allontani, io rimango a guardarti: “ … forse è anche ora di dormire “ aggiungo, sbadigliando. 

“…ma domani è la vigilia di Natale: uno sweeper non le fa le vacanze?” mi chiedi con una innocenza quasi disarmante. 

 

Sorrido.  

 

“…no, Kaori" rispondo dolcemente intenerito dalla tua ingenuità “... quelli come me di vacanze non ne hanno…” ma tu lo sai, del resto anche tuo fratello faceva la stessa vita mia.  

Forse non ci hai mai pensato, davvero; forse ti sei costruita una tua visione delle cose, e va bene così. 

  

Ti allontani per una decina di minuti senza dirmi nulla  e quando torni sei in pigiama. Hai sempre gli stessi gusti assurdi; con te hai una coperta ed un cuscino che sistemi sul divano. 

“…non ho altro spazio" mi dici una volta preparato un giaciglio di fortuna, dispiaciuta. 

 “Non pretendo nulla di meglio" rispondo, avvicinandomi a te e prendendoti tra le braccia “ sono abituato a tutto, io “. 

“…spero capirai che non mi sembra il caso di…farti dormire con me".  

Mentre lo dici diventi rossa come un pomodoro maturo. 

Ti accarezzo i capelli. 

“…non devi preoccuparti, Kaori, davvero. Non sono un ragazzino..." , 

Avvampi. Anche io sento le guance scaldarsi. 

    

 Questa conversazione sta diventando imbarazzante anche per me, ti do un bacio sulla fronte e poi provo il fantastico letto che mi hai preparato.  

“…è comodissimo “ dico, sistemando il cuscino “ grazie davvero, Kaori.” 

Tu mi guardi. 

E’ tardi, hai sonno, entrambi siamo ancora con la testa nel pallone . 

 

“...io però non ho voglia di andare a dormire” mi dici, all’ improvviso. 

“allora siediti qui, vicino a me; giuro che non ho cattive intenzioni” ti dico, mentendo: di intenzioni ne ho perché è impossibile resisterti e forse tu nemmeno lo sai questo, ma ci siamo appena ritrovati. Forse è meglio andare per gradi. 

“va bene” mi dici; io mi metto  a sedere, ti faccio posto, allargo le braccia e tu ti ci infili dentro posando la testa sul mio petto e la mano la lasci sulle tue gambe, raccolte.  

“...cosa hai fatto in questi anni, Ryo? Come è stata la tua vita?” mi chiedi. 

Alzo gli occhi verso il soffitto, li riabbasso, come se i muri potessero aiutarmi a trovare una risposta che non sia ho ammazzato gente almeno una volta a settimana , ho rischiato tipo 11 avvelenamenti, un numero infinito di botte  e sono stato in ospedale per una pallottola; non ho molti altri termini da usare quando devo descrivere il mio lavoro, la mia vocazione. 

“...a parte ammazzare gente e spaventarne altri? Beh, ogni tanto collaboro con Saeko... per il resto, ho passato le mie serate a bere e divertirmi” ti dico. 

 

Saeko...come sta, Ryo? Si è ripresa dalla morte di mio fratello?” mi chiedi.  

“...non credo lo farà mai, Kaori, però fa finta di niente e la sua vita va avanti. La sua vita è il lavoro” rispondo. “...Tu non l’ hai più sentita...?” 

“No. Ho preferito cambiare vita e tagliare i ponti...ma non posso dire di non averla mai pensata. E’ una donna forte, fantastica” mi rispondi. Hai la voce un po' triste.  

“…si, è vero” ti rispondo “ …e tu, Kaori, cosa hai fatto in questi anni?” 

 

KAORI 

Mi chiedi cosa ho fatto.  

“…nulla, Ryo: ho vissuto la mia vita costruendo questo nido, prendendomi le mie soddisfazioni; ho finito l’ università ed ora insegno. Il mio posto di lavoro è qui vicino…una vita movimentata, eh?” 

“ ...ma...sei felice?” mi chiedi; hai preso la mia mano e le tue dita si incrociano alle mie, giocano con l' anello che Hide mi ha regalato. 

“…adesso…credo di si" rispondo. 

 Il cuore mi batte forte. 

Ti muovi, mi sollevo un attimo  mentre ti metti in modo che i nostri occhi possano incontrarsi; sono belli i tuoi occhi; strani, profondi, cangianti. Neri? No, forse grigio, grigio scuro.  

E brillano, come pietre preziose.  

I tuoi occhi hanno sempre brillato. 

 

Mi dai un bacio. 

 

“…Ascolta Kaori, io non so davvero cosa potrà succedere tra noi, ma non voglio lasciarti andare e te lo ripeto ancora. Tuttavia sai benissimo quale è il mio mestiere: non ho orario, non ho una vita normale….” Mi dice, infilando tra le parole altri baci leggeri. 

“ Ryo, questo lo so benissimo" rispondo ; comincio ad agitarmi, però.   

Prima ti dichiari e poi…cosa vuoi dirmi, Ryo? penso tra me; tu sorridi come a rassicurarmi, devo avere una faccia…. 

“…Potresti venire a vivere con me…come prima…che ne dici?” mi chiedi. 

I miei occhi si fanno grandi ed un peso si toglie dallo stomaco.  

“Dico che forse è prematuro, Ryo “ rispondo sinceramente; mi pari deluso, quasi. Abbassi lo sguardo poi ti discosti un pochino da me, infine ti appoggi con il braccio al cuscino, e la tua testa finisce dentro il palmo della mano. 

Si, hai ragione, Kaori. Forse è prematuro…ma con la vita che faccio sono abituato ad agire, senza aspettare…” rispondi.  

“Lo so, Ryo…i nostri mondi sono un po' diversi…ma…non mi lascerai andare ancora una volta, vero?”.  

Mi rendo conto di essere seduta e di tenermi le mani nervosamente. Soprattutto mi rendo conto di essere forse un filo patetica: mi hai già risposto, ma voglio sentirti ancora.  

“…No Kaori, non ho intenzione di lasciarti andare. Viviamoci la vita come viene e vediamo cosa succede" 

Stai sorridendo, per fortuna.  

Allarghi le braccia, vuoi che torni da te. 

 Mi stendo al tuo fianco e dopo averti dato tanti baci da perdere il conto le mi palpebre crollano, pesanti. 

 

“Buonanotte, piccola Sugar" mi dici dopo alcuni minuti di silenzio. 

Il mio cuore fa una capriola e poi un tuffo: allora ti ricordi ancora il mio soprannome! 

 Sorrido e mi perdo dentro pensieri e tra le braccia tue e di Morfeo. 

 

 

RYO 

Cosa ha di tanto urgente questa donna, alle quattro del mattino? mi chiedo guardando il numero di Saeko che illumina il cercapersone ad intervalli regolari; la risposta la conosco, ma diciamo che in questo istante  avrei voluto evitare qualsiasi cosa per dedicarmi a te.  

 

“Kaori, perdonami, devo andare” ti sussurro all’ orecchio.  

Dispiace anche a me lasciare questo nido,  ma non ho altra scelta; tu, con gli occhi ancora chiusi, allontani il tuo corpo dal mio e ti siedi. 

“...” 

“...mi dispiace, piccola... Saeko ha bisogno di me” ti rispondo alzandomi e sgranchendomi schiena e gambe. 

“ Non c’è alcun problema”  rispondi trascinando un po' le parole.  

Stai cercando di tenere aperti gli occhi. 

“...Ci vedremo presto” dico; mi avvicino, ti do un bacio, vado. Lasciandoti sola, così, senza avere tempo nemmeno di bere un caffè... perdonami, Kaori, tornerò presto penso mentre scendo le scale  cercando di non cadere; quando arrivo in strada mi accorgo che ha smesso di nevicare ma soprattutto che sarà una impresa raggiungere Saeko con questo tempo, dovunque lei sia.  

Caccio le mani in tasca, dunque, e mi avviò verso l’ auto guardando se c’è una cabina telefonica nei dintorni, ma non trovo nulla.... spero di trovarne una sulla strada. 

Prima di scomparire mi guardo indietro; non riesco a vederti ma so che sei li, alla finestra. 

 

Tornerò presto, Kaori.  

Tornerò presto da te. 

 

 

KAORI 

 Così te ne sei andato via. 

Ti ho seguito per un po', dalla finestra, poi sono tornata qui sul divano e mi sono stesa; è ancora caldo di te, di noi.  

Appoggio la testa sul cuscino e cerco di non pensare a ciò che andrai a fare; oggi è la vigilia di Natale, in questo giorno non può e non deve accadere nulla di male e di brutto.  

 

Non ora, non adesso, per lo meno. Non ora che ci siamo trovati. 

Con questi pensieri riprovo a chiudere gli occhi;  riesco ad addormentarmi e quando mi risveglio è una bellissima giornata, nulla in confronto a ieri. 

Mi metto a sedere sul divano, sorrido.  

Le paturnie di stanotte non mi hanno affatto abbandonato ma credo sia meglio prenderla così, come viene, come hai detto tu; mi alzo, vado in camera e recupero un cambio prima di mettermi sotto la doccia, poi mangerò qualcosa. Sono le 11, è tardissimo per i miei canoni ma del resto oggi è una giornata speciale... 

 

Chissà se si farà vedere stasera ; forse dovrei cercare un piccolo regalo anche per lui, ma cosa? Ci siamo appena rivisti e poi è tutto così strano penso mentre mi sto lavando i capelli ed il profumo di spezie e miele arriva alle mie narici.  

Diamine Kaori ma questa sarebbe prendere le cose come vengono ?  mi dico ridendo; sono incorreggibile; ora capisco perché gli unici due uomini che hanno trascorso un pezzo di strada con me se ne sono andati...sono un disastro!!!  

 

Già. 

Mi ritrovo anche a parlare da sola, ora.  

Mi fermo, sciacquo i capelli e poi esco dalla doccia. 

 Il mio corpo riflesso nello specchio è accaldato, tutto è avvolto dal vapore; le mie dita raggiungono il vetro e si mettono a disegnare le nostre iniziali....come al liceo, come quando ero una ragazzina e ti ho visto per la prima volta. 

Quanto tempo è passato borbotto sottovoce, iniziando ad asciugarmi mentre i ricordi tornano più forti.  

Mamma mia che confusione! 

 

 

RYO 

“Dimmi tutto,  Saeko” le chiedo appena sceso dalla macchina. Intorno a noi automobili divelte, vetri infranti. Il palazzo di fronte a noi a quanto pare è stato preso di mira da qualcuno; alzo lo sguardo, è proprio conciato male. 

Lei mi vieni incontro avvolta in un cappotto bianco; mi domando come faccia ad essere sempre così impeccabile anche in mezzo a macerie e sangue. 

“ ...Sembra che uno dei tuoi amici abbia deciso di dare i  numeri” dice quando mi è vicina, prima di  portarmi lontano dagli sguardi indiscreti dei suoi colleghi ispettori; le sue mani mi aggiustano la giacca ed il suo modo di fare è sempre lo stesso. 

“...e chi sarebbe questo amico?” ti chiedo, lasciandoti fare. 

“ Un tale affiliato  all’ Inagawakai . E’ chiuso la dentro con cinque dei miei e ha intenzione di fare saltare tutto l’ edificio.... 

“Mi dispiace Saeko, ma non faccio da balia a nessuno...” le rispondo gentilmente, allontanandomi ed accendendo una sigaretta; capisco però che a quanto pare ci sia qualcosa di più sotto ed infatti, poco dopo, mi fa un nome. 

“... l’ uomo che sta li dentro ha addosso un microchip che può servirci per risalire a chi ha ucciso Hide” 

Mi giro di scatto. 

Rimango fermo dove sono, inizio a diventare nervoso.  

“...in quel microchip ci sono alcuni dati che si riferiscono anche a  tuo padre, Ryo. Abbiamo avuto una soffiata...” mi dice; io chiudo gli occhi e sospiro stupendomi di questo destino che ha deciso di regalarmi sorprese  tutte in una volta. 

“Va bene, Saeko. Ci penserò io” le rispondo mettendo mano alla fondina e sperando che tutto vada bene; inizio a camminare sotto il suo sguardo curioso. 
“Ehi, sono passata da casa tua stanotte....” mi dice senza curarsi di farsi sentire; mi volto verso di lei. 
“Ho avuto da fare” rispondo, facendole l’ occhiolino.  
“...e come si chiama questo...impegno?” 

Sei curiosa, eh? Sono indeciso se dirlo o meno; poi il tuo nome mi esce dalle labbra quasi automaticamente e la vedo trasformarsi; non ha più quello sguardo da gatta che le piace usare con me, si è fatta seria. 

 

“... Kaori. Kaori Makimura?...Cosa hai intenzione di fare con la sorella di Hide? Come sta?” mi chiede.  

“...sta bene. Ti racconterò!” le rispondo, avviandomi verso l’ edificio. 

“...Ryo! Non farla soffrire...” mi dice solamente.   

Non ne ho la minima intenzione  rispondo sottovoce, concentrandomi e facendo attenzione ai miei passi.  

 

Ah, Kaori. Ho già voglia di vederti.
Voglio tornare da te, stasera. 
 

Voglio tornare da te tutte le sere che la vita mi regalerà. 

   
 
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