Anime & Manga > Axis Powers Hetalia
Ricorda la storia  |      
Autore: malaloona    24/01/2021    1 recensioni
primo delirio riguardante i ricordi di Antica Grecia (aka Nikandros) incentrati sul primo suo incontro particolarmente traumatico con la figura della Pizia.
Genere: Angst, Storico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Antica Grecia
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Quando di notte calava il silenzio questo era spezzato di tanto in tanto da delle grida alte e disumane che rimbombando per i corridoi di pietra finivano per svegliare l'intero palazzo. Tutti lì dentro sapevano chi fosse a strillare così forte da sembrare un verro condotto al macello: era il figlio di Micene, il Principe Nikandros, ai tempi ancora un ragazzino. Nelle cucine si mormorava che soffrisse di incubi da quando il padre lo aveva trascinato, prendendolo di peso come un sacco di granaglie od un'otre di vino, nei meandri del santuario di Delfi per recare visita alla sacerdotessa di Apollo Febo, la Pizia. Nessuno sapeva cosa la sacerdotessa del Luminoso gli avesse rivelato, cosa egli avesse visto là dentro di così terribile ed inenarrabile da farlo tornare a casa ancora pallido come un morto, tormentato dal ricordo proprio nel momento più vulnerabile per un ragazzo ovvero la notte che con le sue ombre e fruscii e brezze fredde ed improvvise già è terreno fertile per la paura, sentimento forte in grado di spezzare anche il più profondo sonno mortale. 

Nikandros se lo ricordava bene quel giorno, anche a distanza di anni. Il patimento era più vivo che mai e lo sognava di continuo e si svegliava piangeva e urlava coperto di sudore, come dopo una corsa a perdifiato giù dal colle su cui sorgeva il palazzo ma scosso dagli brividi di freddo che Borea provoca con il suo soffio durante i mesi invernali. Quando sentiva il terrore azzannargli le viscere, scuoterle come per sventrarlo, provava a chiudere gli occhi ma gli dèi sono crudeli e terribili e al posto del dolce oblio del buio ecco apparirgli dietro le palpebre l'immagine, più vivida che mai, della Pizia intenta a contorcersi presso il suo tripode d'oro gli occhi vacui e rovesciati all'indietro, similmente a quelli dei morti. Scossa dagli spasmi questa cadeva e gli si faceva vicino strisciando sui gomiti come una grossa serpe, posseduta dallo spirito di Pitone e del Febo assieme apriva la bocca ma non parlava mugulava e poi rantolava fuori parole sconnesse allungando ancora verso di lui le membra bianche di chi non avesse mai visto la luce del sole in vita sua e che probabilmente mai lo avrebbe fatto: era destino che la vergine votata al vaticinio rimanesse al Santuario per tutta la vita, fino alla morte. A quel punto il Principe apriva gli occhi di scatto aspettandosi di trovarsi le pupille velate della profetessa davanti al viso, ma erano le sue stanze quelle davanti a lui, la realtà viva e concreta e solida illuminata da qualche timido raggio della luna. E a quella realtà viva e reale e vera si attaccava il ragazzo, con le unghie e con i denti, si lacerava la pelle nel tentativo di svegliarsi del tutto e di scacciare dalla mente anche l'ultimo brandello di ricordo; di solito la nutrice, una donna solida e robusta come una quercia di nome Galene, arrivava di corsa e a quel punto lo medicava ripulendogli le dita rosse di sangue mortale, nonostante le voci che volevano il Principe figlio di un Olimpio (quale Olimpio poi fosse era questione controversa e dibattuta: le serve in cucina e le ancelle della regina schiamazzavano riguardo a Zeus trasformato in aquila per ghermire la sovrana, sulle coste invece si andava raccontando di Poseidone sotto forma di cespuglio marino perchè il ragazzo nuotava così bene da far invidia a Delfino, mentre per Galene non vi erano dubbi sul fatto che fosse Ermes il padre: da chi avrebbe ereditato una così fluida parlantina e rapido ingegno altrimenti?). Quando la nutrice usciva poi, Nikandros rimaneva in silenzio per attimi che parevano ore, poi si alzava e, stremato, correva alla finestra affacciandosi per contare le stelle sparse sul manto di Notte. Ne contava ogni volta sempre di più, lottando pernicioso contro ad Ipno e Morfeo. Vai a dormire dicevano questi, dormi mortale. No, rispondeva lui. E andavano avanti così finchè Artemide con il suo carro non decideva di calare ed Eos si alzava a solleticargli la pelle con le sue dita rosee e le vesti colore di perla.

   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Axis Powers Hetalia / Vai alla pagina dell'autore: malaloona