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Autore: karma neutral    25/01/2021    2 recensioni
Con una astuta mossa commerciale, una nobile Dama della città-stato di Melpor guadagna il favore del Triumvirato, ritrovandosi con la carica di Magistro della città ed effettivamente ritrovandosi a regnare su di essa. Giunta oramai all'apice, ella decide di gustarsi i frutti del proprio successo...
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A Masculine Affair : Smoke and Mirrors

Capitolo 1 : La Mano Invisibile

"A voi, Dama Eshira! Che il vostro mandato possa essere prospero e benevolo!" nella sala si levò un boato di applausi e ovazioni rivolto a Eshira,la quale in quel momento stava sedendo sul proprio scranno all'altro capo della sala. 
Ella si levò dal proprio seggio e sollevò il proprio calice d'argento impreziosito da decorazioni in oro rosa ottenendo l'attenzione dei presenti.
"E con grande onore che ringrazio voi per avermi eletto nuovo Magistro di Melpor, e prendo solenne impegno a migliorare la città ed infrastrutture, ed espandere la nostra influenza e gloria ben oltre i confini della nostria amata città!"  dichiarò , scatenando un'altra ovazione dagli esponenti del triumvirato cittadino e i loro alleati commerciali "Ora credo sia il momento di proseguire con le celebrazioni vere e proprie! Portate avanti le pietanze e i liquori!" battè sul calice con un cucchiaio, dando il segnale alla servitù di far portare la prima portata.
Fino a quel momento, gli ospiti si erano serviti di un antipasto molto leggero e semplice: mandorle dolci, noci, noccioline, pistacchi seguiti poi da frutta essicata come pesche, prugne e datteri. 
Immediatamente in seguito, il vero pasto venne portato in sala dalla servitù su grandi piatti: cigno arrosto con ripieno di funghi e verdure, sformato di lampreda con contorno di ostriche, insalta con salsa di mele e pinoli accompagnato da vino speziato importato dai Regni Settentrionali.
"Orsù beiamoci dei frutti del nostro operato e degustiamo queste squisite pietanze!" una serva  poggiò sul tavolo il suo calice, consentendogli di sedersi sul proprio scranno di legno pregiato scolpito. 
Immediatamente, gli ospiti non ci pensarono due volte a raziare il contenuto dei piatti serviti ed avventarsi su ciò che veniva posto dinanzi a loro.
Eshira si reclinò nel proprio seggio, limitandosi ad essere servita dai propri subordinati con prontezza, e dall'alto del suo scranno la sua apparenza  pareva quella di una venere discesa in mezzo ai mortali per graziarli con il suo aspetto.
In passato, Eshira aveva adoperato a suo vantaggio, la sua bellezza in modo passivo senza mai esporsi direttamente, lasciando che altri venissero attirati dal proprio fascino senza mai lasciare intendere nulla che potesse andare ad equivoci.
Dalla carnagione olivastra con lungi capelli mossi color della pece e occhi di un accativante color ambra, seno prosperoso e ampi fianchi, Eshira era una bellezza esotica che dava nell'occhio ovunque andasse. 
Pochissimi avrebbero dedotto che ella aveva in realtà quarant'anni, ma ne dimostrava trenta.
Dato che il mandato di "Magistro" per governare su Melpor durava 25 anni, e tale carica non era ereditabile dalla prole del regnante, le bastava semplicemente mantenere una buona relazione con gli esponenti di Melpor e assicurare una crescita economica e della qualità della vita della cittadina.
"Studiare diplomazia e negoziazione per un biennio ha dato i suoi frutti..."  pensò assaggiando un pò di tenera carne di cigno, perdendosi nei propri pensieri nel mentre che la celebrazione continuava tra fiumi di alcol e pietanze raffinate. 
Era stato così semplice.
In primis, ottenne un contratto commerciale esclusivo per l'acquisto di vini e liquori pregiati,escludendo la concorrenza di altre gilde di mercanti e dimostrando la propria abilità al  cospetto del Triumvirato, infine fece un discorso di come Melpor fosse al centro delle sue priorità e questo bastò a farle ottenere lo scranno di Magistro.
Come Magistro, il suo potere era limitato dal Triumvirato, ma non gli era di ostacolo. Numerosi progetti per plasmare Melpor gli ronzavano nella testa, e grazie alle sue proprietà ed attività commerciali avrebbe avuto fiumi di conio da adoperare per rendere Melpor più meastosa che mai.
"Ma per il momento, mi godrò il cibo, il vino e la compagnia." si disse soddisfatta, portandosi alle labbra il calice di vino e sorseggiando profondamente.

3 Ore dopo...

Il resto della serata passò tra risate, fiumi di alcol e diversi tipi di cibarie. Eshira si era avveduto dall'evitare dal bere come i propri commensali, ma dopo aver perso il contro al quinto boccale ponderò che per il momento fosse il caso di evitare di bere ulteriormente. 
Mancava poco a mezzanotte.
Di norma, per coloro che ospitavano i propri commensali sarebbe stato di mala-creanza allontanarsi per primi dalla sala, ma quando Eshira vide che il sesto ospite del Triumvirato si era afflosciato sul piatto come un pesce senza lisca sul proprio piatto.
"Con permesso gentili ospiti, ma temo di non sentirmi molto bene..."  e senza particolare curanza, lasciando che il proprio maestro di palazzo gestisse gli ospiti tra quelli sobri e svenuti ella si levò dal proprio scranno e mantenne una andatura per quanto più dritta possibile lungo il corridoio che conduceva verso i propri alloggi. 
Giammai si sarebbe fatta cogliere sul punto di svenire di fronte a qualcuno del suo entourage o peggio tra i propri supposti sostenitori.
I suoi alloggi erano separati dalla torre principale, dato che le Torri di Shialt avevano una torre per le funzioni amministrative e di stato e un'altra più bassa e larga adibita ad abitazione per il Magistro che governava. 
Le guardie le offrirono il saluto prima di spalancarle le porte e lasciare che ella si fece strada da sola nell'abitazione, nella quale si era trasferita la settimana precedente.
"Dorea...dove sei, Dorea?"  Eshira chiamò una delle sue attendenti, senza ottenere alcuna risposta. 
Di fatto mano a mano che seguitava ad avanzare l'intera magione pareva essere deserta, il che fu parecchio inconsueto dato che un Magistro doveva avere attendenti e guardie vicino tutto il tempo.
Sospirò pesantemente, decidendo che avrebbe preso una deviazione per raggiungere le cucine, scommettendo la cuoca stesse scopando nuovamente con gli assistenti per l'ennesima volta da quando si era trasferita  lì.
Eshira era di fatto prontissima a fargli  una lavata di capo e minacciarla di sostituirla, e poco prima di aprire la porta, la figura di una guardia si frappose proveniene proprio dalla cucina stessa, ed ella riconobbe l'armatura. 
"Oh, Martin, sei tu. Di grazia sapresti dire ove il resto della servitù è anda..." fu in quel momento che ella notò che Martin si era stranamente ridotto in statura, e le sue spalle erano meno larghe della volta prima, realizzando troppo tardi che quello che aveva davanti non era Martin.
Ella aprì la bocca sul punto di gridare, ma lo sconosciuto la spinse e premette la mano contro le sue labbra smorzando e sue grida d'allarme.
Nei momenti colmi di panico che ne seguirono, ne susseguì una collutazione con lei che si dimenava riuscendo tra l'altro a colpire l'elmo dell'intruso con una manata, facendoglielo cascare a terra e rivelando una folta chioma color fiamma e facendole realizzare di stare cercando di sfuggire ad un intruso donna in armatura da uomo. Nel mentre che sferrava pugni e ginocchiate contro la sua assalitrice, perdipiù ferendosi dato che stava colpendo la piastra pettorale, notò di sfuggita la figura esamine della guardia nota come Martin, accasciato semi--nudo sul pavimento della cucina ma apparentemente incolume.
Il suo effimero sollievo venne interrotto dalla sensazione di qualcosa di sottile e affilato perforarle la giugulare. 
Per un breve momento pensò di essere giunta alla propria fine, invece nessun rivolo di sangue sgorgò dalla ferita, ma in compenso l'interità del suo corpo parve divenire intorpidirsi ad una velocità sconcertante.
Il torpore si diffuse fino ad arrivare alla sua testa e il suo mondo parve venire inghiottito dall'oscurità...


Efialta si sedette sul pavimento di marmo levigato facendo tintinnare l'armatura rubata alla guardia, e gettando uno sguardo sul corpo della neo-eletta governante ora in uno stato di incoscienza.
"Quello era l'ultimo dei miei dardi..." maledisse la propria noncuranza nell'aver portato un numero così esiguo di dardi assieme per la propria cerbottana.
"Ti serve una mano?" una voce tetra e spettrale provenne da un angolo buio della stanza, facendola trasalire.
"SANTI NUMI!" Efialta saltò sul posto vedendo la figura familiare di un uomo avvolto in una tenuta di un colore talmente nero ed uniforme da confondersi con le ombre avanzare dall'angolo della stanza ; i suoi occhi erano di un verde brillante quasi fosse un felino e il suo magro volto aveva un pallore cadaverico.
"D-da quanto è che eri nascosto li?" Efialta domandò alzandosi sulle proprie gambe.
"Abbastanza."  replicò in maniera concisa avvicinandosi senza emettere un suono, chinandosi ed estraendo il dardo dalla giugulare della governate "Ti ha visto qualcuno?" 
"No, nessuno. Ho sempre sparato i miei dardi da una posizione nascosta." rispose in fretta e furia, come se fosse ansiosa di compiacerlo.
"Bene." si protese in avanti, afferrando la governante per un braccio e sollevandola sfruttando le proprie spalle, lanciando un grugnito per il peso della prosperosa donna "Chiudi la guardia in uno sgabuzzino e getta la sua armatura dentro con lui." le ordinò entrando nelle cucine assieme a Efialta, quest'ultima che si liberava rapidamente dell'armatura della guardia rivelando un abbigliamento simile a quello del suo mentore ma meno raffinato.
Efialta si sforzò per trascinare la pesante guardia nella porta al lato della cucina che si rivelò essere una dispensa colma di carni e vegetali freschi "Oh bhè pur sempre uno sgabuzzino..."  mormorò fra sè e sè accasciando il corpo di Martin su un mucchio di sacchi di farina, prima di spargere i pezzi dell'armatura all'interno della 
Una volta fuori, Efialta vide il proprio mentore distendere il loro obbiettivo sul tavolo, prendendosi un momento per riprendere fiato dal portare un peso morto e sciogliendo i muscoli delle spalle come avrebbe dovuto fare dal principio.
"Come facciamo a portarla fuori dalla fortezza? Non possiamo calarla dalle mura che abbiamo scalato. La faremo cadere, o peggio saremmo avvisati."  constatò la sua protetta, notando che l'abito di seta della donna celava davvero poco le sue prosperità.
"A questo ho già pensato io. Lezione importante, Efialta : sempre avere un piano secondario o una via di fuga alternativa." le disse prima di impartirle un nuovo comando "Torna nella dispensa e trova un sacco grande." 
"S-subito."  annuì, aprendo la porta e ritornando con il sacco più grande che riuscì a trovare e glielo portò, per poi aiutandolo a far scivolare Eshira nel sacco prima di chiuderlo.
"Seguimi." sollevarono il corpo al di sopra delle loro spalle,aiutandosi a trasportarlo fino a quando non furono all'uscita dal capo opposto della magione, e quando la porta fù varcata, trovarono altre due guardie accasciate lungo i lati delle pareti che russavano pesantemente.
"Hai usato dei..."
"No. Il nostro cliente ha corretto il vino servito per il rancio. Metà delle guardie in servizio dorme come bambini ora. Passeremo dal cancello principale." le disse , conducendola per i corridoi della fortezza, ed invero ogni guardia che incontrarono era distesa a terra o afflosciata sulle pareti russando sonoramente.
Efialta fù stupefatta dall'ammontare di pianificazione e coordinazione che il suo mentore era stato in grado di congegnare seppure con l'aiuto del cliente, e realizzò che pur avendo servito come sua protetta per oltre 3 anni, aveva ancora molto da imparare.
Fù proprio come egli aveva detto, passarono dal portone principale senza venire minimamente disturbati e ben presto facendosi strada per i vicoli di Melpor fino a giungere a uno dei canali, trovando la minuscola barca su cui erano arrivati. Una volta poggiato il loro obbiettivo sul fondo della barca e mollarono gli ormeggi, cominciando a remare seguendo la corrente del canale fino ad uno sbocco che continuava lungo il fiume, poco a poco guadagnando distanza da Melpor. 
Quando le campane d'allarme squarciarono il silenzio della notte, loro erano già ad un miglio di distanza dalle mura della città.
"Il cliente sarà soddisfatto. Con Eshira sparita senza lasciare tracce, gli esponenti del Triumvirato saranno troppo preoccupati ad accusarsi tra di loro e il nostro cliente ne approfitterà per effetuare la sua scalata al potere." spiegò con il suo tono di voce gelido.
"Che ne sarà di lei?"  domandò giustamente Efialta, guardando il sacco che conteneva Eshira ancora in stato di incoscienza.
"Al quartier generale potrebbe farci comodo una nuova maestranza." fu tutto quello che disse il suo maestro, e non prunonciò parola per tutto il resto del viaggio.



Ebben mi sono arreso. Questa storia per me  un fallimento personale dato che non sono riuscito a raggiungere il numero di parole prefissato, nè a sviluppare il "world building" come avrei voluto in aggiunta ad aver riscritto questa storia per ben 3 volte .
Come sempre, criticismo costruttivo è grandemente apprezzato.
   
 
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