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Autore: Dreamer In Love    26/01/2021    1 recensioni
"Tell me somethin', girl
Are you happy in this modern world?
Or do you need more?
Is there somethin' else you're searchin' for?"
(Shallow - Lady Gaga & Bradley Cooper)
Shade si è appena trasferito in una nuova città, in una nuova scuola dove, volente o nolente, è costretto a entrare in contatto con un gruppo di scalmanati. E lui che pensava di passare un anno tranquillo… Tra lezioni, amicizie e amori, scoprirà che a volte non tutto ciò che si vede è la verità. Dovrà scontrarsi con un mondo a volte troppo crudele e inoltrarsi in strade buie e tormentate per riuscire a scorgere la luce dell'amore nell'oscurità.
La RedMoon è vita, ma in un certo senso c'è anche qualche cenno di RXS e RXB e FxB.
Genere: Azione, Demenziale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Fine, Shade
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Cattive ragazze '
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7
37.
Pranzo

- Maria e Milky -
 
La porta fu aperta con cautela e dallo spiraglio spuntò la faccia di una bambina.
- Chi è? -, chiese titubante.
Fine le sorrise imbarazzata.
Milky studiò attentamente la sua ospite: le sopracciglia si aggrottarono per la concentrazione e il disappunto. La principessa Fine era tornata e, ne era sicura, voleva controllare se stesse mangiando le verdure. Quando riconobbe la bambina accanto a lei, però, si aprì in un sorriso. Spalancò l’ingresso e le buttò le braccia al collo.
- Rein! –
L’azzurra la abbraccio di rimando.
Poi, Milky si staccò e le rivolse un’occhiata d’intesa. Cominciò a sussurrarle all’orecchio.
- Lei è tua sorella? –
L’amichetta annuì.
- Ed è una principessa? –
- Come lo sono io, no? -, rispose con ovvietà Rein e Milky si portò un dito alla bocca riflettendo sulle informazioni raccolte.
Intanto le aveva raggiunte anche Shade che si era aperto in un sorriso a trentadue denti nel vedere Fine: era estasiato all’idea di avere nella stessa stanza tutte le sue donne.
 
E lei, come sempre, era stupenda.
 
La giovane non ricambiò il suo sguardo, concentrata a capire se aveva l’approvazione della sua sorellina. Dopotutto l’aveva ingannata con quella storia della principessa.
Milky e Rein, infatti, si stavano confrontando su tutta la faccenda.
- Ma ti obbliga a mangiare le verdure? –
- A volte. Non sono così male alla fine. –
La rosa ci pensò qualche secondo.
- Sì, è vero. –
- Comunque anche lei fa i capricci quando ci sono i broccoli. –
- I broccoli fanno proprio schifo. Quindi non è poi così principesca. –
- Oh… -, la guardò dispiaciuta Rein. – Non come me, no. Ho ancora tanto da insegnarle. –
Shade scoppiò a ridere sotto i baffi mentre Fine strabuzzava gli occhi, sconvolta: nemmeno sua sorella era dalla sua parte!
Milky prese l’amica ancor di più sotto braccio.
- Lo sai che si bacia con mio fratello? –
La Tigre rossa guardò smarrita il suo fidanzato che ormai non riusciva più a trattenere gli spasmi dal divertimento.
Chi le aveva detto una cosa simile?
Rein rizzò le spalle, orgogliosa.
- Certo che lo so. –
Quella era una bugia.
- Se si vogliono bene, non c’è nulla di male, no? –
Milky cominciò ad annuire come se tutto fosse finalmente chiaro.
Fine potè tirare un lungo sospiro di sollievo.
Il giorno prima, quando le aveva rivelato di avere una relazione con Shade, Rein l’aveva stupita: le aveva detto che non le importava perché era già promessa sposa a qualcuno (non era riuscita a estorcerle il nome del nuovo amante) e che il Principe della Luna le chiedeva sempre di lei per cui immaginava ci fosse qualcosa tra di loro.
Comunque, era ora pronta per il suo asso nella manica e dare il colpo di grazia a Milky.
La bambina, dal canto suo, la guardava ancora con un cipiglio un po’ diffidente.
Si accucciò alla sua altezza e la chiamò a sé.
- Mi dispiace di averti spaventato settimana scorsa. Questo è per te. –
Le porse un pacchetto ricoperto di carta colorata e luccicante. La sorella di Shade sorrise raggiante.
- Davvero? –
- Sì. –
- Posso aprirlo? –
- Certo. –
Scartò l’involucro e ci trovò un piccolo peluche e dei cioccolatini. Si mise a ridere estasiata e posò un bacio sulla guancia di Fine. Guardò l’amichetta e le mostrò fiera il sul trofeo.
- L’ho scelto io, sai? -, spiegò Rein prima di seguire Milky che voleva far vedere alla madre quello che aveva ricevuto.
Si misero a correre urlando e, appena imboccarono l’entrata della sala, Fine sentì la sorellina salutare informale Maria. Si ritrovò a invidiare Rein per la confidenza che aveva con quella casa e i suoi abitanti, mentre per lei sarebbe stata una dura prova da superare.
- Questa si chiama corruzione. -, commentò il suo fidanzato divertito.
Fine gli rivolse un sorriso tirato.
- Mi avevi avvisato che tua sorella era un osso duro. Sono venuta preparata. –
Lui le fece cenno di entrare finalmente in casa e aspettò che si togliesse le scarpe. La prese poi per mano e la condusse lungo il corridoio.
Fine si mise a giocare con una ciocca di capelli.
- Stai tranquilla. -, le sussurrò notando il suo nervosismo. - Mia madre non vede l’ora di conoscerti. –
La ragazza non gli rispose e svoltarono l’angolo.
Fine si trovò davanti alla cucina ingombra di ogni bene, il tavolo apparecchiato e una bellissima donna in tailleur e dai lunghi capelli color cobalto. L’espressione dolce e il sorriso gentile ebbero subito il potere di far rilassare la rossa.
Maria la studiò brevemente prima di aprirsi in un sorriso.
- Wow… Shade non mi avevi detto fosse tanto bella. –
La Tigre rossa avvampò mentre la mamma di Shade si avvicinava con passo elegante e aggraziato a lei.
Fine le porse la mano per presentarsi.
- È un piacere conoscerla signora. –
Maria fissò per un attimo il braccio della giovane a mezz’aria e rivolse al figlio uno sguardo eloquente.
 
Sapevo bene cosa passava per la mente di mia madre perché era lo stesso pensiero che avevo avuto io quando avevo conosciuto Fine…
 
Poi, ricambiò disinvolta il saluto adeguandosi al gesto così atipico nella loro cultura.
- Il piacere è tutto mio Fine. E dammi pure del tu: non sono ancora tanto vecchia. -, le disse ridendo tra sé. – Il pranzo è già pronto. Accomodati pure. Dove sono finite quelle due pesti? –
Dalla vetrata che dava sul giardino, videro le due bambine correre dietro al gatto che scappava terrorizzato. Scoppiarono tutti e tre a ridere.
- Ci sarà da divertirsi. -
 
 
- Deve essere stato duro per voi quest’anno. –
Fine e Maria stavano preparando il tè, mentre Shade e le bambine giocavano a carte seduti per terra davanti al divano.
Era stato un pranzo piacevole e la signora Moon era riuscita a mettere a suo agio la sua nuova ospite facendo domande sulla scuola e sui loro amici. Bright e Auler erano ormai di casa e Maria aveva persino dato loro alcuni consigli su questioni amorose. Fine aveva voluto sapere ogni dettaglio e aveva raccontato alla madre di Shade delle sue amiche. Si era creata una certa intesa, una confidenza civettuola tra due donne che si stavano studiando ma che si andavano a genio. Per questo, il figlio maggiore non si era fatto troppi problemi a lasciarle sole. Non poteva immaginare, però, che la madre avesse intenzione fin da subito di superare la soglia di una conoscenza cortese.
La sua fidanzata, infatti, boccheggiava appoggiata al marmo della cucina chiedendosi cosa quella donna sapesse di lei.
Maria interpretò il suo silenzio come imbarazzo.
- Mi dispiace, sono stata indiscreta. –
- No, figurati. Non parlo quasi mai della nostra situazione. –
- Perdere i genitori non è qualcosa che si supera velocemente. –
Le parole dolci e il tono affabile riuscirono a far abbassare un pochino la guardia a Fine.
La cobalto sospirò, avvicinandosi cautamente a lei.
- Io e Shade abbiamo sempre avuto molta confidenza. Mi parla spesso di te e sono contenta che si sia trovato una ragazza tanto in gamba. –
La rossa si limitò a sorridere e Maria si strinse nelle spalle. Aveva capito di aver esagerato e voleva cercare di rimediare.
- Certo, ora che è un adolescente innamorato ha anche molti segreti. O almeno ci tenta. Come se non capissi cosa gli passa per la testa: sono una donna e sono sua madre dopotutto. –
Sospirò.
- Shade in realtà è sempre stato introverso. Dopo la morte di mio marito, poi, quel lato del suo carattere si è accentuato. -
Fine sgranò gli occhi e Maria colse la sua sorpresa.
- Shade te lo aveva detto? –
Era stato Bright a informarla di quel particolare ma, per una volta, l’amico aveva anche colto che fosse meglio non insistere sull’argomento. Shade, comunque, non ne aveva mai fatto parola e lei non si era mai azzardata a chiedere, conoscendo il suo dolore e volendo rispettare la sua riservatezza. Non si aspettava, quindi, quell’uscita della signora Moon.
- Non ne parla volentieri. –, rispose asciutta.
- No, infatti. Dubitavo che riuscisse a farsi degli amici per cui è stata una vera sorpresa scoprire che, dopo una settimana nella nuova scuola, dovesse uscire con dei compagni. Quando poi il giorno dopo mi ha raccontato come era andata, aveva il viso luminoso. È bastato che ti nominasse perché capissi che era opera tua. –
La ragazza si strinse nelle spalle, imbarazzata.
- In realtà, non ci siamo andati subito a genio e poi c’era… -
La cobalto la liquidò con un gesto d’impazienza.
- Quell’altra ragazza era insignificante. Credimi, non era il suo nome che continuava a ripetere. Sono sicura che sia stata la tua amicizia a farlo cambiare. -
- In che senso? –
La più grande controllò il bollitore sul gas e prese delle tazzine dalla credenza.
- Quando ci siamo trasferiti a Tokyo, poco dopo la morte di mio marito, Shade era sconvolto. Milky era molto piccola, dovevo occuparmi di lei, e l’ho lasciato solo a rielaborare il lutto. -
Fine capì da chi Shade aveva preso quel modo di parlare così ricercato.
Dopo aver sistemato la tavola, la donna dai capelli cobalto le si mise accanto.
- Io per prima non mi davo pace per quello che era successo. Forse l’ho coinvolto troppo e gli ho dato responsabilità non adatte a un bambino. Era diventato taciturno, solitario, poco incline a stare con gli altri. –
Guardarono entrambe Shade che era scoppiato in un gesto di vittoria dopo aver sconfitto le bambine che, invece, recriminavano la rivincita. Il ragazzo rise di gusto e le due donne si trovarono a sorridere.
- Ha faticato a fare conoscenza, a costruirsi una vita, e di nuovo l’ho costretto a trasferirsi qui a Osaka. Pensavo non si riprendesse più stavolta. –
Maria rivolse un’espressione dolce alla Tigre rossa.
- Invece, sono bastati pochi giorni con voi perché potessi scorgere uno stralcio del bambino gentile, seppur timido, di un tempo. Ora che siete insieme, poi, si è lasciato proprio andare. Non posso fare altro che ringraziarti. –
La ragazza abbassò le iridi chiare e, con una piegatura tenera delle labbra, cominciò a giocare con una ciocca di capelli.
- Sono io a doverlo ringraziare. È un ragazzo splendido, onesto e premuroso. Mi ha aiutato molto in questi mesi e ha cambiato radicalmente la mia vita. Sono fortunata ad avere il suo amore. –
Poi, rendendosi conto di ciò che aveva detto, per lo più davanti alla madre di Shade, Fine esplose in un’accesa tonalità di rosso. Guardò costernata la donna accanto a lei che la studiava con fare divertito.
- Non mi aspettavo foste già a questo punto. -, decretò, infatti, sorpresa.
La signora Moon la avvolse, poi, in un’occhiata affabile.
- Sono sempre più convinta, allora, che mio figlio è in buone mani. Ero proprio curiosa di conoscere la ragazza che aveva rubato il suo cuore. E poi, -, fissò con un’espressione maliziosa la più giovane. – finalmente la smetterai di entrare in casa mia di soppiatto. Pretendo di essere salutata d’ora in poi. –
Fine smise direttamente di respirare: si sentiva il volto in fiamme e le gambe tremolanti. Notando la sua reazione, Maria scoppiò a ridere e richiamò l’attenzione del figlio, che analizzate per un attimo le due donne, capì la situazione. Lasciò le bambine e si avvicinò a loro, circondando la sua ragazza in un abbraccio confortante.
- Scommetto che mia madre ti ha messo in imbarazzo. -, le disse facendosi sentire dalla diretta interessata.
La cobalto alzò elegante un sopracciglio e lo liquidò con un gesto di stizza.
- Erano discorsi nostri, Shade. Vattene. –
- Non preoccuparti. -, lo tranquillizzò anche Fine, ripresasi a fatica dal colpo basso di Maria.
Lo aveva detto in maniera scherzosa ma non dubitava che fosse un monito veritiero. Come darle torto dopotutto?
Il giovane non si fece, però, fregare.
- Ti conosco bene mamma. Sei terribile quando ti ci metti. Fine ha bisogno di una pausa. Chiamaci quando è pronto il tè. –
La afferrò per una mano e si avviò verso le scale.
- Non c’è bisogno che vi dica dov’è la tua stanza, Shade. -, rincarò la dose la signora.
Il Ragazzo di Tokyo proseguì sconsolato, scuotendo la testa. Fine, invece, era di nuovo paonazza.
- Mi raccomando usate le dovute protezioni. –
Accompagnati da quelle parole, i due innamorati scomparirono al piano superiore e Maria scoppiò a ridere allegra.
Poi, sospirò soddisfatta.
Una testolina rosa e una azzurra spuntarono dal ripiano dell’isola.
- Sono andati a baciarsi vero? -, chiese Milky con fare sospetto alla madre.
- Non lo puoi dire! -, la riprese subito l’amica.
Rein era arrossita solo al pensiero.
Maria si allungò sul piano di lavoro e rivolse un’espressione civettuola alle bambine.
- Certo che si può dire. Fine e Shade si baciano. –
- L’importante è usare le protezioni. -, le fece eco la figlia.
- Quindi se si usano le protezioni ci si può baciare? -, domandò Rein dubbiosa.
Le altre due annuirono all’unisono.
- Ma in che senso le protezioni? -
 
 
- Mia madre è pessima. –
- Non dire così. Dovevo aspettarmelo e ha ragione. Sono finiti i giorni nella clandestinità. -, scherzò Fine seduta sulla sedia della scrivania.
Con una biro, scarabocchiava gli angoli dei quaderni di Shade con cuoricini e ghirigori. Il ragazzo, invece, era sdraiato sul letto e studiava annoiato il soffitto giocando con l’orlo della maglietta.
La rossa intravide il profilo degli addominali e la linea dei boxer sotto i jeans scuri e un brivido le attraversò la spina dorsale. Poi, il commento di Maria tornò prepotente alle orecchie e si ritrovò ad arrossire. Si accucciò meglio sulla sedia. Per quel giorno era meglio mantenere le distanze.
Il Ragazzo di Tokyo, comunque, aveva appena sospirato per le sue parole.
- Mi mancherà farti entrare in casa di soppiatto. –
- Però potrò venire a casa tua tutte le volte che vorrò. Avvisa le tue amanti di questo cambiamento. Non vorrei che, nel farti una sorpresa, scopra i tuoi giri. –
Lui si aprì in un’espressione divertita.
- Ottimo consiglio. Stasera le chiamo. Quindi cosa ti ha raccontato? –, tornò al discorso iniziale.
Fine si strinse nelle spalle.
- Che ti vuole bene, degli anni a Tokyo, del tuo pessimo carattere. –
- Solo? –
- Penso di andargli a genio, dopotutto. -, convenne la Tigre rossa, abbastanza soddisfatta.
- Perché non dovresti? –, le chiese lui sorridente.
- Mi ha parlato anche di tuo padre. -, confessò infine e le labbra di Shade tornarono a essere serie, in una linea dritta e inespressiva.
La ragazza sospirò e si alzò dal suo scanno per raggiungere il cobalto sul letto. Gli accarezzò piano i capelli e il profilo del viso. Incrociò le sue iridi scure e Fine vi scorse un’enorme sofferenza.  Era un sentimento che conosceva anche lei: la malinconia dovuta al ricordo di qualcuno che non c’era più. Decise di non insistere oltre; prima o poi Shade avrebbe trovato la forza di parlarne.
Poi, un bussare leggero fece voltare entrambi verso la porta. Comparve il visino di Milky che li scrutava curiosa.
- È pronto il tè. -, spiegò breve.
Rein, dietro di lei, scalciava per vedere cosa succedeva all’interno.
- Si stanno baciano? -, chiese in un sussurro.
- Va bene, arriviamo. -, rispose Shade sbrigativo.
Le due bambine scomparirono, scendendo le scale con tonfi rumorosi e consultandosi su cosa avessero scorto nella stanza.
I due ragazzi si guardarono per un breve istante. Poi, scoppiarono a ridere.
 
 
Una ragazza dai capelli rossi teneva per mano una bambina dai capelli turchini. Stavano discutendo animatamente: Rein aveva chiesto alla sorella se poteva baciare anche lei (con le dovute precazioni, ovviamente) il suo principe, ma insisteva a non voler rivelarle il nome. Fine, d’altro canto, non le avrebbe permesso un simile gesto finché non avesse conosciuto il suo promesso.
- Dimmi almeno il nome. –
- No. –
- Lo conosco? –
La piccola alzò il visino, orgogliosa, e serrò teatralmente le labbra.
- Allora lo conosco. -, decretò Fine sicura.
In pochi metri raggiunsero l’insegna del maid cafè, colorata e luminosa come sempre, e non esitarono un attimo ad entrare.
- Camelot, mi devi aiutare. -, stava dicendo la ragazza scorgendo la tutrice sull’ingresso.
Rein saltò in braccio alla signora e cominciò a strofinare la guancia rugosa con il suo naso.
- Non dire nulla! -, supplicava.
Quella tenera scena familiare, però, non era passata inosservata.
Il ragazzo diede una gomitata all’amico accanto a sè.
- Ma quella non è la Tigre rossa? –
 


Angolo dell'autrice!
Mi sono presa qualche giorno in più per pubblicare. Come già detto sono ancora in sessione d'esame e ammetto che non sono più andata avanti a scrivere la storia: i tempi potrebbero diventare un pochino più lunghi. Alcune parti sono già state fatte ma mancano parecchie connessioni... insomma, mi ci vorrà del tempo per sistemarle. Cercherò comunque di impegnarmi e essere puntuale. 
Questo capitolo non è nulla di chè, abbastanza divertente (e solo il mio gatto sa quanto mi diverta a mettere in imbarazzo Fine) e cominciamo ad approfondire una questione che sarà al fulcro di quest'ultima parte della storia. Sì gente, ci stiamo avvicinando a una fine. Sono previsti ancora una decina di capitoli e finalmente tutta la faccenda verrà risolta, anche se non sapete ancora di che faccenda si tratti ahahah
Fine e Shade sono super avviati e carucci. E' difficile scrivere di loro come coppia che funziona eh, è più facile farli corteggiareo litigare, ma nel complesso sono soddisfatta del risultato. 
Se vi fa piacere, fatemi sapere che ne pensate e a presto, 
Dreamer In Love
  
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