27/01/2021
2 recensioniThough nothing will keep us together,we could steal time just for one day
Quelle cicatrici sembrano profonde ai suoi occhi.
Teddy è rapito, sul volto chiaro di suo padre ritrova quei segni affilati che senza alcun dubbio, gli hanno provocato immenso dolore. Allunga la mano e ne sfiora il contorno; il tocco è freddo, quasi gelido ma il sorriso di suo padre è così caloroso che non ci fa alcun caso.
I sorrisi di Remus Lupin sono luminosi e caldi, come una giornata primaverile e Teddy si bea dei suoi occhi, color caramello liquido che irradiano solo amore.
Scorge però, in piccolo angolo remoto un’ombra di sofferenza; vorrebbe tanto chiedergli se certe cicatrici guariscono mai del tutto. Sa bene che suo padre non ha mai avuto vita facile e che la perdita dei suoi amici è stato il dolore più grande mai provato; li ritrova spesso nel grande album di foto nel terzo cassetto al piano di sotto.
Suo padre in quelle istantanee non ha molte cicatrici, solo sorrisi e tre amici che forse gli hanno saputo alleviare il dolore.
Teddy osserva ancora suo padre, ne apprezza ogni singola parte come i riflessi chiari dei suoi capelli e in un battito d’ali anche i suoi acquistano la stessa tonalità; ridacchia.
Sua madre invece fa una linguaccia irriverente.
Teddy alza gli occhi al cielo falsamente esausto e getta uno sguardo a suo padre che fa spallucce e ha un’espressione del tipo «Sai com’è fatta tua madre, sempre la solita».
Quel giorno ha addosso un’eccentrica maglietta a stampe, orecchini con pendagli insoliti e i capelli color rosa cicca. Teddy ci pensa ancora un po’ su, perso nell’ovale delicato di Ninfadora; le madri dei suoi amici non sono come la sua, ma lui non la cambierebbe per nessuno al mondo.
Ora sta strattonando Remus, che la cinge sogghignando.
Teddy ride di cuore e la sala si riempie di quel felice scampanellio; i suoi genitori si voltano verso di lui e lo guardano con gli occhi ricolmi di un amore così immenso, che Teddy non ha mai visto prima se non qualche volta in nonna Andromeda.
Lei preferisce stare nella sua casetta, avvolta nel lungo abito nero che la fa tanto sembrare ad un Dissennatore; a quel pensiero, vede sua madre ridere a crepapelle ed annuire. Negli occhi di suo padre invece nasce una sorta di principio di rimprovero; da quello che ha potuto capire, suo padre ha sempre avuto terrore e rispetto di sua nonna. Chissà perché poi, a parte la lunga veste color della pece, il suo sorriso dolce è sinonimo di amore per Teddy e quando la sera torna a casa stanco, quando l’incontra, ogni cosa si mette al suo posto. Un altro sorriso molto familiare è quello di Harry, che ha preso l’abitudine di dargli una pacca sonora sulla schiena quando l’incontra; forse ha un livido, ma non importa granché.
Teddy fa un passo indietro, appoggia ancora una volta la mano sull’enorme e fredda superficie riflettente osservando i suoi genitori; loro sorridono ancora e lui scoppia a piangere.
Cinge lo specchio freddo, straziato.
Note.
Ciao a tutti, non ho mai scritto su Teddy quindi vi chiedo scusa in anticipo. Sicuramente ci sono moltissime storie su questo episodio che ho tentato di narrare, spero che sia almeno di vostro gradimento; il titolo proviene da Heroes, una canzone di David Bowie. Dovevo scriverla, ne sentivo il bisogno. Grazie davvero.