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Autore: LadyHeather83    27/01/2021    3 recensioni
Seguito di BEST FRIENDS. Ma non è necessario averla letta.
Marinette ed Adrien sono una coppia a tutti gli effetti, ma c'è qualcosa che turba la mente della ragazza, in particolare il ricordo di Chat Blanc, questo influirà nel loro rapporto visto che Papillon non è ancora stato sconfitto?
E Papillon riuscirà a scoprire chi si cela dietro le maschere di LadyBug e Chat Noir?
Genere: Angst, Erotico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Gabriel Agreste, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug
Note: Lemon, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Ensemble contre le monde'
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LE ALI DELLA FARFALLA

*

Capitolo 13 – Fatti l’uno per l’altra

*

Adrien suonò il campanello della casa di Marinette.

“Entra” Le disse chiudendo la porta dietro di lui e ritornando sul bancone della cucina, dove il bollitore dell’acqua stava fischiando, avvertendola che il liquido era pronto per essere versato.

Marinette aveva i crampi nel basso ventre e un buon tè era quello che ci voleva per placarli.

“Vuoi?” Gli disse porgendogli una tazza.

“Grazie” Rispose sospirando.

La corvina stava attendendo che le raccontasse com’era andato quell’incontro.

Gabriel gli aveva chiesto cinque minuti, ma erano passate quasi due ore da quando li aveva lasciati, e ormai non aveva speranza che il ragazzo sarebbe rincasato la sera.

“Allora?” Si decise a chiedere mentre si sedeva accanto a lui con la tazza fumante tra le mani, ne sorseggiò un po’, ma il tè era bollente e la costrinse ad una smorfia di leggera sofferenza, meglio aspettare un altro po’ che raggiungesse la temperatura giusta, non voleva rischiare di ustionarsi la gola e lo stomaco.

“Torno a casa” Sospirò poco convinto “…ho deciso di dargli una seconda occasione, ne ha il diritto, ma non so se funzionerà…”.

“Funzionerà, vedrai” Lo interruppe mettendogli una mano sopra la sua.

“Dici che sto facendo la cosa giusta?” Cercò un segno di approvazione.

“E’ tuo padre, e lui desidera solo starti accanto, di recuperare il tempo che avete in qualche modo perso”.

“Si, però…io non voglio più soffrire a causa sua, si è comportato da egoista e questo ha incrinato il nostro rapporto, non so se sarà recuperabile”.

“Stai soffrendo, e lo capisco, non posso nemmeno immaginare come ti senti, ma questa settimana che abbiamo passato insieme, ho avvertito tutto il tuo dolore, e il fatto di essergli stato lontano per tutto questo tempo, gli avrà fatto sicuramente capire che dovrà parlare di più con te, e di non agire più alle tue spalle.

Sei importante per lui, Adrien, e se ha fatto quello che ha fatto, era solo perché era un uomo disperato che non riusciva ad accettare la perdita della moglie, avrei fatto la stessa cosa”.

“Lo stai forse giustificando?”

“No, ti sto solo facendo capire che per amore e disperazione, si farebbe di tutto. Non posso nemmeno immaginare come potrei sentirmi se dovessi perderti, morirei dentro”.

“Forse hai ragione, ma questo non cambia il fatto che abbia causato tanto male, che abbia messo in pericolo suo figlio e te, Milady”.

Marinette sospirò increspando le labbra in un sorriso, era da tanto che non la chiamava così, e doveva ammettere che le aveva fatto uno strano effetto, facendole riscaldare il cuore, più di quanto non stesse facendo quel tè in quel momento.

“Senti, io non sono in grado di cambiare il passato e nemmeno tu, possiamo solo guardare al futuro con altri occhi, non dico di dimenticare perché sarebbe impossibile e nemmeno giusto, ma possiamo cercare di mettere da parte il risentimento per dare una seconda occasione alle persone”.

Adrien le accarezzò il volto, e lei le poggiò la testa chiudendo gli occhi, facendosi cullare da quella sensazione di calore che le stava trasmettendo.

“Cosa farei senza di te” le sussurrò avvicinando il volto al suo.

“Ti amo, Adrien”.

“Ti amo anch’io, Marinette” La baciò delicatamente le labbra morbide. “Che si fa ora?” Era chiaro che con Papillon fuori dai giochi, avrebbero potuto appendere al chiodo le loro vesti da supereroi.

“Non ho intenzione di rinunciare a Tikki”.

“Nemmeno io lo voglio fare con Plagg”.

Nel frattempo, i due kwami che stavano ascoltando la conversazione da dietro una tenda, poterono tirare un sospiro di sollievo, non erano ancora pronti a separarsi da loro.

I due ragazzi si guardarono complici dopo aver notato il tessuto muoversi, così alzarono di proposito il volume della conversazione.

“A chi potrà mai raccontare quanto ti amo?” Sospirò, ho bisogno di qualcuno con cui confidarmi.

“E io a chi darei tutto quel formaggio puzzolente? Lo dovrei buttare e sarebbe un peccato”.

Plagg uscì dal nascondiglio e gli volò davanti al viso, sovrapponendosi a quello di Marinette “Eh no, moccioso! Il mio Camembert non si tocca, se lo farai dovrai vedertela con me” Alzò il musetto in segno di offesa.

“Come se mi facessi paura” Assottigliò gli occhi e spostò poi il kwami con la mano “…mi blocchi la visuale”.

Adrien prese il volto di Marinette tra le mani traendolo a sé, e la baciò di nuovo, prima delicatamente, poi aumentando la foga.

La desiderava, e niente al mondo avrebbe interrotto quell’incontro.

Marinette si fece trasportare dal momento, non riusciva a staccare le labbra dalle sue, nemmeno ricordava l’ultima volta che l’aveva baciata in quel modo, così delicato, così con riverenza.

Quando si sdraiarono sul divano uno sopra l’altro, i due kwami decisero di levare le tende e di lasciarli soli, non era il caso di assistere ad una cosa così personale ed intima.

Plagg con la zampetta azionò l’interruttore, spegnendo la luce artificiale e facendo calare la penombra, poi raggiunse Tikki nell’altra stanza.

Rimasero in quella posizione un tempo indefinito e nessuno dei due aveva l’intenzione di separarsi, si desideravano troppo.

Mentre la mani di Marinette gli accarezzavano la schiena sopra la maglietta verde, quelle di Adrien le attraversavano tutto il corpo sotto la canotta, non gli bastava più immaginare cosa avesse sotto i vestiti, anche se quella fase era già stata abbondantemente sorpassata, ora voleva passare all’azione, e sentiva che quello era il momento giusto.

Accarezzò l’addome e salì fino a raggiungere il seno, trovandolo più sodo e gonfio del solito, appoggiò la mano massaggiandoli entrambi con delicatezza, facendola sospirare di piacere.

Poi scese di nuovo verso la pancia, e mentre le apriva i bottoni dei jeans, Marinette si ricordò di colpo di un particolare.

“No!” Esclamò scansandolo, facendolo balzare seduto sul divano dalla parte opposta.

Si sentiva un verme per non aver capito che non lo voleva, per aver sbagliato sicuramente qualcosa “S-scusami, non volevo, è che…”

“Non è colpa tua” Le disse abbassando lo sguardo avvampando di colpo “è che…è che…è quel periodo del mese” Buttò fuori d’un fiato, sperando di non aver urlato troppo.

Lui scoppiò a ridere.

“Ti sembra divertente?” Chiese acida.

“Si, il Maestro Fu ci aveva visto giusto, solo io potevo essere il portatore del miraculous della sfortuna”. Continuò a ridere a crepapelle, contagiando anche lei, facendole dimenticare l’imbarazzo iniziale.

“Beh! Non è detto che non dobbiamo fare proprio niente, niente” Gli si avvicinò pericolosamente facendo aderire la schiena sulla seduta e lei di lato.

Non sapeva nemmeno lei come avrebbe potuto agire, ma si lasciò trasportare dall’istinto.

Per prima cosa continuò a baciarlo e a percorrere con la mano libera tutto il suo corpo fino ad arrivare all’orlo dei pantaloni.

“Milady…cosa…” Sussurrò sulle labbra.

“Sta zitto chaton…adesso mi devi guidare tu”.

*

Era passata circa una settimana da quando Adrien era ritornato a vivere con il padre, e le cose sembravano andare meglio del previsto.

Nessuno dei due aveva ancora toccato l’argomento, e questo sembrava averli avvicinati di più.

Gabriel sembrava più indulgente nei suoi confronti, lo faceva uscire di più con i suoi amici e con la sua ragazza, impegni lavorativi permettendo, e comunque seguiva sempre le lezioni di scherma e di cinese, ma ad Adrien poco importava, era sempre stato ligio al dovere, quello che gli interessava era uscire di più di casa per godersi la sua adolescenza come tutti i suoi coetanei.

La sveglia trillò qualche secondo, prima che la mano del biondo la fermasse uscendo da sotto le lenzuolo.

“Finalmente, mi stavano scoppiando i timpani” Si lamentò il kwami nero tappandosi le orecchie.

Adrien di tutta risposta gli tirò dietro il cuscino, mugugnando qualcosa di incomprensibile.

“Dai alzati, non vorrai far aspettare codini?”

“Adesso lo faccio” Sospirò sedendosi sul bordo del letto e prendendo sul comodino il cellulare per assicurarsi di essere in orario.

Vi trovò un messaggio di Marinette che gli augurava il buongiorno, a cui rispose con un sorriso aggiungendo anche dell’altro, poi si avviò verso il bagno per sbrigare un bisogno fisiologico e l’igiene mattutina.

Una volta ritornato in camera, vi trovò già il letto rassettato e un cambio d’abiti adagiati sul servo muto.

Incredibile come la domestica sapesse il momento esatto per entrare, a volte credeva che dormisse proprio sotto il suo letto, diede un’occhiata per sicurezza.

Prese la tracolla e lasciò la sua camera per andare a fare colazione, dove vi trovò già suo padre con il giornale in mano, pronto ad aggiornarsi su cosa stava succedendo a Parigi.

Si soffermò su un trafiletto in particolare, dove si parlava di Papillon, un articolo frivolo, dove i parigini si chiedevano che fine avesse fatto.

Lo chiuse e con non curanza lo piegò appoggiandolo sul tavolo, per poi prendere il bicchiere di succo d’arancia e trangugiarlo.

“Buongiorno, papà” Adrien si accomodò accanto a lui ed addentò una brioche vuota.

“Buongiorno, figliolo”.

Nathalie entrò nella stanza con perfetto tempismo “L’auto è pronta a partire”.

“Aspettiamo che Adrien finisca la colazione, poi lo accompagneremo a scuola e andremo alla Casa di Moda”.

Il biondo quasi si strozzò “Vai in ufficio?”.

“Si” Affermò in tono mellifluo “…è ora di riprendere le vecchie abitudini”.

Ad Adrien mancò un battito dalla felicità, sembrava veramente che suo padre stesse cambiando, per lui, per loro, per ritrovare quella normalità che tanto desiderava.

“Mamma sarebbe fiera di te” Gli disse con occhi lucidi.

“Lo so”.

“Papà” Lo richiamò mentre si stava alzando “…grazie”.

Gabriel gli si avvicinò e lo abbracciò come non aveva mai fatto “Grazie a te per avermi concesso una seconda occasione”.

*

Marinette si accingeva a mettere piede sul primo scalino, quando si sentì chiamare da Adrien.

“Sei in ritardo!” Lo rimbeccò scherzando.

“Lo so, scusami. Mio padre ha voluto accompagnarmi prima di andare in ufficio”.

“Ufficio?” Fece di rimando “Ha ripreso ad andare in ufficio”.

“Sembrerebbe di si”. Fece spallucce.

“Come stanno andando le cose tra voi?”

“E’ presto per dirlo, ma non posso lamentarmi”.

“Vedrai che andrà sempre meglio”.

E cogliendola di sorpresa, Adrien la baciò, non curandosi del fatto che non avevano ancora detto ai loro migliori amici, che stavano insieme, che tutta la scuola li credeva solo amici, che non avevano ancora accordato il momento per farlo.

Gli andava di sentirla vicino, di assaporarla, perché era tutto merito suo se le cose nella sua famiglia stavano prendendo una piega diversa, lei era proprio la degna portatrice del miraculous della creazione.

“Ma che diavolo sta succede qui?” La domanda in tono furibondo di Alya li fece staccare e sgranare gli occhi.

“A-Alya! N-ino possiamo spiegare” Balbettò gesticolando nervosamente.

“Cosa? Che siete fatti l’uno per l’altra? O che non vi siete mai lasciati?” Chiese scoppiando a ridere.

“Lo sapevi?” Sgranò gli occhi Adrien.

“Eravate certi forse di fregarmi? So cogliere i segnali e quegli inequivocabili sguardi, e credetemi, quelli che vi scambiavate voi, non erano del tutto innocenti”. Spiegò con fare saccente.

“Grazie per essere usciti allo scoperto, non ne potevo più delle sue indagini” Sospirò rassegnato il ragazzo occhialuto.

“Nino!!” Lo richiamò la sua ragazza infastidita.

*

“Appoggerai questa relazione, Gabriel?” Chiese curiosa Nathalie mentre dallo specchietto osservava la scena.

“Quei due sono fatti l’uno per l’altra”.

*

FINE

(seconda parte)

*

Angolo dell’autrice: Ciao a tutti, e grazie mille per essere arrivati fino a qui, chi ha letto e ha lasciato un segno del suo passaggio, ma anche chi ha seguito la storia in totale anonimato ed ha inserito la storia tra le PREFERITE,SEGUITE e RICORDATE, siete tantissimi e il numero aumenta sempre.

Un ringraziamento particolare va a summerlover , grazie mille per tutti i consigli che mi hai dato e per essere sempre presente sotto ogni capitolo.

Io ho cercato con questa storia e con BEST FRIENDS, di inserire tutto quello che mi piacerebbe vedere nella quarta e quinta stagione, spero di aver azzeccato qualcosa XD.

E comunque non è finta qui, perché oltre alla terza parte, tra qualche giorno pubblicherò un capitolo bonus, quindi seguitemi ancora J

Un abbraccio.

Erika, alias LadyHeather83

 

  
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