Anime & Manga > Le bizzarre avventure di Jojo
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Autore: AlsoSprachVelociraptor    27/01/2021    1 recensioni
Nel 2018 Shizuka Higashikata, la figlia adottiva di Josuke, vive una vita monotona nella tranquilla Morioh-cho.
Una notte la sua vita prenderà una svolta drastica, e il destino la porterà nella misteriosa città italiana di La Bassa, a svelare i segreti nascosti nella sua fitta nebbia e nel suo sottosuolo, combattere antichi pericoli e fare nuove amicizie, il tutto sulle rive di un fiume dagli strani poteri.
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Terza riscrittura, e possibilmente quella finale, dell'attesa fanpart di JoJo postata per la prima volta qui su EFP nel lontano 2015.
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Prequel: “La battaglia che non cambiò nulla (o quasi)”
*Spoiler per JoJo parti 1, 2, 3, 4 e 6*
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Aggiornamenti saltuari.
Buona lettura!
Genere: Avventura, Mistero, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Altri, Josuke Higashikata, Jotaro Kujo, Nuovo personaggio, Okuyasu Nijimura
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Violenza
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Josuke e Okuyasu invece si sedettero al tavolo principale. Josuke per sua sfortuna si ritrovò esattamente davanti a Jotaro, a un Jotaro che però non aveva mai visto: pallido, scarno e dalle occhiaie nere e gonfie, e le labbra tanto bianche da farlo sembrare un cadavere trovato diversi giorni dopo la morte. Non un gran spettacolo mentre mangiava.

Al fianco di Jotaro c'era un uomo così magro e fermo che sarebbe potuto sembrare un ramoscello secco su una sedia. Josuke, per i primi istanti, non riconobbe che si trattava di suo padre, e capì perché Holly avesse deciso di vendere l'agenzia immobiliare.

Quel pensiero tuttavia non bloccò la sua fame, perché quando il piatto di pasta fumante gli fu appoggiato davanti al naso il suo stomaco divenne una voragine senza fondo.

"Di che piatto si tratta?" Chiese con gran interesse Rohan, pochi posti più avanti, già col naso nel piatto a studiare questa nuova ricetta. Era vero. Era strana, qualcosa che Tonio non aveva mai cucinato, e ben lontano dai suoi standard abituali.

Sembravano ravioli ripieni di qualcosa di color mattone, morbido ma con una certa consistenza.

"Ravioli labassesi di zucca." Rispose lo stesso Tonio, presentandosi alle spalle di Jotaro. Evento raro, dato che di solito non usciva dalle cucine. "Servito con lambrusco labassese D.O.C., in salsa di pomodoro e salamelle labassesi, e ricoperti di Parmigiano Reggiano sempre dal territorio di La Bassa." 

"Dunque un menù spiccatamente incentrato su questa.. città, suppongo? Di nome La Bassa." Continuò Rohan. "Immagino sia stato Jotaro a consigliare il menù. Dunque immagino che il fulcro della discussione di oggi sia su questa fantomatica città."

Josuke non riusciva ancora a farselo stare simpatico, ma doveva ammettere la sua perspicacia.

Koichi fermò la forchetta a mezz'aria. "L'ho già sentita da qualche parte…"

"La Bassa si trova nell'Italia settentrionale." Iniziò Jotaro. Non aveva toccato il cibo davanti a sé, mentre al suo fianco Jolyne era già a metà piatto.

"Si trova in un'insenatura naturale del grande fiume Po e circondata dai suoi affluenti, incastrata tra le regioni italiane Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna. È una grande città nella parte meridionale della provincia di Mantova, una ventina di chilometri a sud del capoluogo. Ha una densità di popolazione bassissima, e la sua economia è incentrata sull'agricoltura e sulle industrie."

"Bella lezione di geografia, davvero, grandiosa…" lo interruppe Josuke, sventolandogli davanti al viso un raviolo intinto nel sugo di pomodoro. "..ma ci hai invitati qui, tutti assieme, per spiegarci l'economia di un paesino in Europa? Non potevi semplicemente mandarci un link a Wikipedia, invece che convocare mezza città e prenotare un intero ristorante?"

Jotaro stava allungando le premesse fin troppo, e tutti la pensavano come Josuke.

Via il dente, via il dolore.

Jotaro sospirò, aggiustandosi il tovagliolo sulle sue ginocchia. Al suo fianco, Joseph non si era ancora mosso, con gli occhi chiusi e il respiro così lieve da sembrare immobile.

"Io mi ricordo cos'era successo a La Bassa." Fece una voce un po' più lontana. Un uomo dai lunghi capelli castano chiaro e gli occhi severi prese la parola. Era Hayato Kawajiri, direttore del giornale di Morioh e collaboratore della SPWfoundation. 

"Nel 2012, dopo ciò che era successo a Miami con Pucci, si era verificato un terremoto in Italia, proprio a La Bassa. La crosta di era aperta e sotto di essa erano stati ritrovati reperti importanti. Maschere di pietra e un Uomo del Pilastro, probabilmente deceduto. Ma ricordo anche che la fondazione Speedwagon se ne era occupata personalmente e la zona non era più pericolosa. Come mai, dopo sei anni, si torna a parlare di questa città?"

Jotaro rimase fermo. Il piatto di pasta davanti a lui non fumava più.

"Forse non ce ne siamo presi cura abbastanza bene."

Tirò fuori da una valigia che era appoggiata ai suoi stinchi delle carte. Erano percentuali, calcoli e statistiche. Cose matematiche che Josuke non sopportava.

“Dal 2013, in Italia, hanno iniziato a presentarsi casi isolati di vampirismo. Non è insolito trovare un vampiro ancora oggi, per colpa di… di certi vampiri e altre insolite forme di vita nel passato non così remoto. Tuttavia, incentrati in un solo territorio, questo non è normale.

Dal 2014, tuttavia, le comunicazioni con i nostri collaboratori labassesi, giornalisti della zona, si sono interrotte bruscamente. Sospettiamo che siano morti.”

“Il 2014 è ben quattro anni fa.” insistette Yuuya, seduto di fronte a Yukako e non lontano da Jotaro. “Non capisco cosa centri con ora. Ve ne sarete occupati, no?”

“No.” lo freddò Jotaro. Il silenzio cadde sull’intero ristorante. Si poteva sentire solo il vociare dei ragazzi nell’altro tavolo e un rumore lieve di passi. “No, perchè in quella zona dell’Italia i decessi erano minimi. Appena sopra superiori alla media, e nel 2014 si sono stabilizzati alla media. Non c’era nessun pericolo, perchè anche i vampiri sembravano diminuire, e che il caso si fosse risolto da solo.”

"Hai detto sembravano." Insistette Hayato, che sapeva bene che tasti premere. 

Jotaro impiegò a rispondere, come se deglutire fosse un'impresa strabiliante. "Perché sono aumentati tutto ad un tratto qualche mese fa. I decessi in Europa, Medio Oriente e Nordafrica sono quintuplicati dal mese di novembre del 2017. Ed è un trend in salita, destinato ad aumentare mese dopo mese, a una scadenza regolare. C’è qualcosa sotto, e dovete indagare."

Jotaro indicò una carta, in cui c'erano dei disegni raffazzonati di due esseri. Jotaro batté il dito sul primo disegno, più somigliante a un essere umano rispetto all'altro. "Questo è un vampiro classico, risvegliato dalla maschera di pietra o dal sangue di un altro vampiro. Un essere umano, senza battito cardiaco, dalla pelle bluastra e gli occhi rossi. Niente di sospetto. Quest'altro è un vampiro nuovo, di quelli che vediamo con questa esplosione di vampirismo. Capite la differenza."

La creatura era anch'essa pallida e dal colorito freddo e gli occhi rossi vividi, ma era una bestia deformata e solo vagamente umana, che a malapena si reggeva sulle gambe e i suoi denti sembravano esplodere fuori dalla bocca troppo piccola per contenere quelle zanne.

"Sono stati creati con le maschere di pietra trovate nella faglia? Sono maschere speciali, forse?" Chiese Koichi, guardando con disgusto il foglio che Yukako si stava rigirando tra le mani.

"No. Tutte le maschere sono state confiscate dal sindaco di La Bassa e custodite in un museo ad alta sicurezza, ed erano tutte rotte e inutilizzabili. Inoltre le maschere di pietra non danno nessun potere stand, come invece questa sembrano fare. Si tratta di altro, ma non capiamo cosa."

Jotaro appoggiò finalmente i fogli, con aria avvilita più che coraggiosa. "Vi ho chiamati qui per questo. Dobbiamo intervenire, andare a La Bassa a risolvere questo mistero, e scoprire perché nel mondo il vampirismo sta causando così tante vittime ma a La Bassa, nel centro della proliferazione, la mortalità è stabile. Cercherò di mettermi in contatto di nuovo con le mie fonti labassesi sperando siano ancora in vita. Ma… il compito spetterà a voi. Voi dovete fermare questa nuova Apocalisse. Io sono… sono stanco e debole, ultimamente, e non posso prendermi cura da solo della faccenda. Jolyne si occuperà della fondazione mentre sono via, al sicuro. Josuke, Koichi, Okuyasu, Rohan…"

"No, assolutamente no!" Gridò Rohan dal suo posto a capotavola, sbattendo le mani sul tavolo con rabbia. "Non intendo andare a crepare in un posto dimenticato persino da Google Maps! Non sono nemici, sono vampiri. Cosa posso fare con Heaven's Door?!"

Si alzò in piedi, pugni serrati e tremanti. "No. Non verrò. Vi aiuterò come posso, ma non sarò carne da macello."

Detto questo, se ne andò. 

Anche Yuuya, timidamente, si alzò in piedi. "Mi spiace, ma ora che ho trovato un posto di lavoro stabile al salone di bellezza di Yukako e un appartamento in cui vivere, non ho proprio voglia di morire. Perdonatemi…" e anche lui se ne andò dal ristorante, in silenzio. 

Josuke rimase a guardare i due con un'espressione mesta. "Nemmeno io verrò. Né io, né tantomeno Shizuka."

"No, tu non puoi rifiutarti!" rispose per la prima volta Jolyne, che sembrava sazia ora. Il piatto di fronte a lei era vuoto. 

Sventolò una delle carte del padre quasi in faccia a Josuke, e lui quasi volle tirarle un pugno. "Alla Fondazione sappiamo che l'unica soluzione per sconfiggere i vampiri sono queste “Onde Concentriche”! Tu essendo figlio di Joseph potresti impararle! E Shizuka è una portatrice di stand e ha quasi vent'anni, potresti portarla e..."

Hayato si alzò tutto ad un tratto e portó via sua sorella con sé, dato che nessuno dei due aveva uno stand. Seguí con lo sguardo Josuke, sentendo la sua preoccupazione. Hayato voleva salvare sua sorella minore, e Josuke avrebbe fatto lo stesso con la propria figlia.

"Non imparerò un cazzo. Non metterò in pericolo la vita di mia figlia. Lei rimarrà a Morioh e ci rimarrò anche io, al sicuro da quei vampiri o zombie o qualsiasi cosa siano."

Altri rumori, questa volta di passi rabbiosi e di porte che sbattevano. Altra gente che si alzava dal tavolo.

Mikitaka disse che La Bassa era una parte di pianeta Terra che non gli era mai piaciuta, e a nessuna forma aliena stava simpatica per qualche motivo. Mao, captando qualcosa di oscuro nell'aria, decise di andarsene a sua volta, uscendo dalla sala principale assieme agli altri portatori di stand di Morioh, finché la stanza non si svuotò.

Jotaro negò con convinzione, ora sostenuto anche da sua figlia Jolyne. "Non sarete al sicuro qua a Morioh, perché da un paio di settimane sembra che i vampiri si siano spostati dalla zona intorno al Mediterraneo. Ora sono dilagati in tutto il mondo. Ci sono vampiri a Morioh."

"Quel gruppo di teppisti, lì chiamate così voi qua?" Continuò Jolyne. "Quelli che picchiano la gente. Non la picchiano. Sono i primi vampiri che si sono insediati in Giappone, e se non si agisce subito, chissà quanti diventeranno. Morioh ne sarà sopraffatta. I vostri figli non saranno al sicuro."

Koichi sembrò immobilizzarsi sulla sua sedia, anche se Yukako era già in piedi.

"Koichi, tu verrai, vero?" e il tono di Jotaro sembrava più un'imposizione che una domanda. Yukako lo stava tirando per un braccio. Andiamocene. Rispondi di no, torniamo a casa. Basta apocalissi. Fai che siano altri a risolvere questa faccenda.

Ma Koichi non si muoveva. Annuì mesto, perché non sapeva dire di no a Jotaro e al suo fianco Yukako sembrò diventare una statua di pietra. "Allora verrò anch'io. Non lascerò mio marito, il padre dei miei figli morire."

Josuke si infilò la giacca di pelle e notò che il proprio cellulare, che aveva ignorato fino a pochi istanti prima, stava suonando. Difficile notarlo, con la suoneria così bassa e col parlare ad alta voce tutto attorno, ma per una coincidenza del destino aveva appena iniziato a suonare e poté rispondere subito.

"E tu, Okuyasu?" Chiese Jotaro in tono di sfida.

Manami corse incontro alla madre. "Mamma, dov'è Shizuka? Non è più tornata, aveva detto che andava in bagno!"

Al telefono con Josuke Hayato era in lacrime, iperventilava e le parole sembravano accartocciarsi sulla sua lingua.

"Ero in coda in auto per un incidente e poi ho visto che… Josuke… dio mio, Josuke..! Sono sulla tangenziale, davanti al ristorante di soba e… Josuke, ti prego, fa' presto, Shizuka…!!"

   
 
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