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Autore: nefertiry85    25/08/2009    8 recensioni
Avete mai pensato cosa sarebbe successo a Bella se quel giorno che incontra Laurent nella radura i licantropi non fossero intervenuti in tempo? Beh io un giorno mi sono posta questa domanda e ho pensato di scrivre questa Fan Fiction..spero che vi piacerà e che non vi deluderà... Mentre sentivo che le fredde labbra e i denti di Laurent si avvicinavano al mio collo, seguite dal dolore, i suoi denti mi lacerarono la pelle e la carne. AVVISO: PER CHI FOSSE INTERESSATO A LEGGERE LA MIA FF DICO DA SUBITO DI NON FARVI INGANNARE DAL PRIMO CAPITOLO CHE è SIMILE AL LIBRO...TUTTO CAMBIA DAL SECONDO CAPITOLO..
Genere: Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Quileute
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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UN GIORNO MENTRE PENSAVO ALLA STORIA DI NEW MOON MI è VENUTA IN MENTE LA SCENA DELLA RADURA QUANDO BELLA INCONTRA LAURENT, IL PROBLEMA CHE NELLA MIA MENTE VEDEVO LAURENT MORDERE BELLA ED è STATO COSì CHE MI SONO CHIESTA:  E SE I LICANTROPI NON FOSSERO INTERVENUTI IN TEMPO, COSA SAREBBE SUCCESSO A BELLA??
QUESTA è LA MIA PRIMISSIMA FAN FICTION, MI PIACEREBBE AVERE DEI VOSTRI COMMENTI PER SAPERE COSA NE PENSATE...

BUONA LETTURA, PER CHI DECIDERA' DI LEGGERLA... (fate uno sforzo per superare il primo capitolo)

Addio fragile Bella

 

Mesi erano passati da quando Edward mi aveva lasciata, mesi in cui il mio mondo era andato perso e la mia vita era andata a pezzi insieme al mio cuore.

Per mesi mi sono trascinata e ho vissuto la vita di tutti i giorni come un automa, fino a quando non ho iniziato a sentire nella mia testa la voce di Edward; lui si faceva spazio dentro di me con la sua dolce voce ogniqualvolta mi trovavo in pericolo.

Lo avevo scoperto quella sera a Portangeles  insieme a Jessica, quando mi ero avvicinata troppo a quei sconosciuti e avevo confermato la mia teoria grazie a delle moto e al mio amico di avventura, Jacob.

Già proprio lui che mi aveva teso la mano per uscire da questa mia non vita di tenebre, lui il mio sole che ha lottato contro le nuvole che mi avvolgevano; con lui avevo vissuto le mie esperienze di pura adrenalina e le mie giornate più felici da quando Edward era andato via.

Jacob mi aveva confessato il suo amore, ma aveva anche accettato che io non lo avrei mai potuto ricambiare e nonostante ciò mi aveva promesso che non mi avrebbe fatto soffrire e che non mi avrebbe abbandonato.

Eppure ora non era al mio fianco.

Dopo la nostra ultima uscita e la sua promessa, era passata una settimana.

Era stato malato e Billy non voleva che andassi a trovarlo.

Ero stata attaccata al telefono per ore provando a chiamarlo e solo poche volte ero riuscita a parlare con lui o con suo padre.

E dopo giorni di attesa ed ansia vengo a sapere che lui era guarito ed era uscito con i suoi amici, senza neanche degnarsi di avvisarmi per dire che stava bene.

Ero furiosa e delusa contemporaneamente.

Così decisi che avrei fatto qualcosa di stupido da sola, avrei cercato da sola la radura in cui mi portò Edward per rivelarmi il suo aspetto alla luce del sole.

E incurante degli avvertimenti di mio padre di stare lontana dai boschi per il problema degli orsi e dei campeggiatori scomparsi di questi ultimi tempi, appena Charlie uscì mi precipitai al volante della mia auto.

M’inoltrai nel bosco e dopo un lungo tragitto e il silenzio del bosco rotto solo dai versi degli animali che lo popolavano, mi ritrovai a fissare la radura.

Era lo stesso luogo ne ero certa, uno spiazzale così simmetrico e circolare non lo avevo mai visto altrove, ma senza il sole che lo illuminava, senza i fiori selvatici e soprattutto, senza lui, tutto sembrava diverso, la magia che custodiva quel posto sembrava fosse svanita.

La delusione m’invase e mi lasciai cadere in ginocchio, lì dov’ero.

L’unico sollievo era che ero sola, almeno Jacob non avrebbe visto la mia faccia affranta dal dolore di quella visione.

Mi rialzai a fatica, guardandomi intorno, stavo per andarmene quando vidi qualcosa che mi sconcertò, tra gli alberi, al di là della radura sbucò una sagoma, mi sorpresi di trovare qualcun altro ero lontana dai sentieri.

Ma in un secondo, guardando meglio quella figura, un’ondata di emozioni mi travolse, mi accorsi di quanto fosse immobile e pallida e in me esplose una speranza improvvisa.

Ma quel viso non era quello che avrei voluto vedere.

 Quello che stavo osservando, era nascosto da capelli neri, non ramati, e subito un’ondata di terrore mi assalì.

Non era né un escursionista solitario e nemmeno lui.

Lo riconobbi, era Laurent.

L’emozione che provavo era irrazionale, come potevo essere contenta di rivedere uno dei vampiri del gruppo di James? E’ vero lui non mi aveva dato la caccia ma di certo non era un vegetariano.

 Poi mi ricordai vagamente che lui era andato a vivere con la famiglia di Denali, l’unico altro clan di vampiri che si rifiutava di bere sangue umano oltre a quella di cui non mi permettevo nemmeno di pensarne il nome.

Più lo guardavo e più vedevo che Laurent non era cambiato per niente era sempre uguale, ma infondo un vampiro con il passare degli anni non cambia, rimane sempre lo stesso.

Ma, forse, quello che il mio subconscio voleva farmi notare era altro, ma non riuscivo a capire cosa.

Anche lui era sorpreso di vedermi lì in quella radura.

Iniziò uno scambio di battute, molto semplici che non presagivano il pericolo che stavo correndo.

Mi chiese dei Cullen e del perché la loro casa era vuota; sentire quel nome faceva male ma risposi, lui attendeva una risposta.

Si sorprese sapendo che si erano trasferiti senza di me.

Più lo fissavo e più mi rendevo conto che in lui qualcosa non mi convinceva, fu quando vidi i suoi occhi rossi rubino che capii.

Quando Carlisle ci aveva detto che Laurent era andato a vivere in casa Denali, nelle rare occasioni in cui avevo pensato a lui, me l’ero immaginato con gli occhi ambrati dei vampiri buoni, come quelli dei Cullen.

Feci un passo indietro istintivamente, e i suoi occhi rossi rubino seguirono il mio movimento.

E proprio nel momento in cui mi resi conto del pericolo che sentii la sua voce bella e vellutata che riemergeva per difendermi dal pericolo.

Mi suggeriva di mentirgli, ma Laurent non era nato ieri e poi era deciso più che mai, era a caccia, ogni tanto gli piaceva tornare alle vecchie abitudini perché gli era difficile abituarsi alla dieta vegetariana.

Poi mi confessò che era a Forks in avanscoperta per fare un favore a Victoria e mi resi conto che o per mano sua o per mano di Victoria, io sarei morta comunque.

Nonostante ciò continuavo a seguire i consigli che Edward faceva rimbombare nella mia testa, ci provai fino all’ultimo a mentire, come provai anche ad imploralo e a minacciarlo, ma lui aveva capito tutto e disse una cosa che mi fece se è possibile ancor più male della morte a cui stavo andando incontro.

<< Verrà a sapere che sei stato tu, non la passerai liscia >> dissi riferendomi ad Edward.

<< E perché no? Il primo acquazzone laverà via l’odore. E nessuno troverà il tuo corpo, risulterai semplicemente dispersa come tanti altri esseri umani prima di te. Edward non avrà nessun indizio che riporti a me, sempre che gli interessi indagare… davvero Bella, niente di personale… ho solo sete >>.

Queste sue parole furono come un doloroso coltello girato e rigirato in una ferita aperta e sanguinante.

Prima di uccidermi Laurent si fermò e con un sorriso gentile disse ancora:

 << Vedila così Bella, ritieniti fortunata che ti abbia trovato prima io di Victoria. Farò in fretta, non sentirai niente, e a Victoria racconterò una bugia, per metterle il cuore in pace. Se sapessi cosa aveva in programma per te… Bella >>.

Tremavo con gli occhi spalancati in attesa del suo attacco.

Non sentivo più niente, il ruggito nella mia testa era diventato assordante, Edward o meglio l’allucinazione della sua voce, aveva abbattuto ogni muro che avevo creato nella mia testa per trattenerlo…

Vedevo Laurent avvicinarsi, porgendomi la mano e dicendo qualcosa, ma io non sentii niente.

Nella mia mente ripetevo il suo nome Edward, Edward, Edward…. Stavo per morire e poco m’importava che pensare a lui mi facesse così male, in quel momento, per l’ultima volta nella mia mente, gridai:

 EDWARD, TI AMO!

Poi vidi Laurent fiondarsi su di me, mi abbracciò teneramente, e il contatto con la sua pelle fredda e dura come il marmo mi fece sentire più vicina a Edward.

Chiusi gli occhi immaginando di essere fra le sue braccia, poi Laurent mi scostò i capelli dal collo con un lieve gesto sfiorandomi la pelle, e un brivido mi percorse la schiena.

Sentii che mi piegava la testa di lato, il suo respiro freddo pizzicarmi il collo e poi, nella mia testa in contemporanea a Laurent, senti Edward sussurrarmi:

 << Addio Bella >> e con un filo di voce risposi:

 << Addio Edward >>.

Mentre sentivo che le fredde labbra e i denti di Laurent si avvicinavano al mio collo, seguite dal dolore, i suoi denti mi lacerarono la pelle e la carne.

  
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