Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: ZereJoke94    27/01/2021    1 recensioni
Levi/Reiner | Prison AU
Si rifiutò di mangiare, per qualche giorno.
Botte. Isolamento. Crampi.
Non mangiò nemmeno i primi due giorni che lo tennero rinchiuso in quella stanzetta imbottita, al buio. Due volte al giorno una mano faceva capolino dall'unica, piccola fessura ai piedi della porta, e lasciava a Levi una scodella piena di quella poltiglia schifosa.
La ignorò, appunto, per due giorni. Il terzo giorno (il sesto che non mangiava), allungò debolmente la mano verso la scodella.
Non lasciò nemmeno un briciolo di quello schifo.
Genere: Generale, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Eren Jaeger, Levi Ackerman, Reiner Braun
Note: AU, Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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L'UOMO CHE VOLEVA DIMENTICARE

3- QUEL GIORNO DI FEBBRAIO

Levi chiuse gli occhi. Di solito, lavorare in lavanderia gli piaceva.
Quel giorno però, complice il fatto che al "Rose" fossero arrivate diverse decine di detenuti in più, alcuni lavoratori che di solito si occupavano di tutt'altro erano stati assegnati al lavaggio delle nuove uniformi.
Ora, Levi apprezzava Jean singolarmente. Tollerava le sue battute stupide e il fatto che avesse un'altissima considerazione di sè.
Anche Eren gli andava relativamente a genio. Non era un gran chiacchierone, quindi come vicino di cella andava più che bene.
Il problema nasceva nel momento in cui Jean ed Eren si ritrovavano a dover trascorrere del tempo insieme. Levi si premette una mano sulla tempia sinistra.
-...proprio lasciar perdere. Sei negato!- Sbuffò Jean, strappando di mano ad Eren un paio di pantaloni.
-Ah beh, se lo dici tu! Pretratti tutte le macchie indistintamente, non credo che funzioni così-
-Sta zitto! Dio!-
Jean diede le spalle ad Eren e fissò la macchia marroncina per un paio di secondi di troppo. Questo fece schizzare il sangue al cervello di Levi.
-Quanto a lungo devi fissarla per capire che è vomito!? Razza di idiota?- Fece. Solo un leggero tremolio del sopracciglio a tradire l'attacco di isteria che l'aveva colto.
Eren e Jean si voltarono verso di lui. 
-Tu dici? Ora che lo guardo bene...-
-Fammi annusare!- Lo interruppe Eren, allungando una mano verso l'oggetto di tanto trambusto.
-Levati!-
Levi diede loro le spalle -Tsk-
"Cazzo, come odio la mia vita".

Levi osservò con un malcelato senso di disgusto il tizio che gli sedeva di fronte.
Si rendeva perfettamente conto che una saponetta che non odorava di sapone e un lavandino da cui usciva solo acqua gelida non fossero chissà quanto incentivanti al mantenimento di una igiene personale più che buona, ma cazzo, poteva sentire la puzza proveniente dalle ascelle di quel tipo da un metro di distanza! Un metro e mezzo, se consideriamo il balzo all'indietro che aveva fatto non appena si era accorto della cosa.
Sospirò e si portò alla bocca quel che rimaneva della patata insapore che aveva nel piatto. Masticò velocemente e la buttò giù, tentando in tutti i modi di smettere di chiedersi se fosse effettivamente una patata poco saporita, quella che aveva appena introdotto nel suo corpo.
Il tizio puzzolente sembrava averla apprezzata molto più di lui, a giudicare dal modo in cui si leccava le dita sudicie mentre se ne andava.
Avrebbe potuto vomitare, se la sua attenzione non fosse stata catturata da un paio di guardie che facevano il loro ingresso in mensa. In mezzo a loro, il biondo della sera in cui erano arrivate le nuove reclute.
Quanti giorni erano passati da quando quello svitato aveva chiesto a Erwin Smith di essere messo in isolamento? Cinque?
-Reiner Braun- Aveva sbuffato Eren subito dopo l'accaduto -Il classico sbruffone che vuole mettere in chiaro sin da subito che non ha paura di niente. Sentiremo le sue urla dal fottuto tetto se Erwin lo farà contento-
Levi non sapeva se essere d'accordo con lui. Non che gli interessasse più di tanto.
Abbassò di nuovo gli occhi, percependo intorno a se un brusio di sottofondo. In effetti, negli ultimi giorni, Reiner Braun era divenatto quanto di pù simile ad una celebrità. Nel senso negativo del termine.
Un paio di giorni prima Levi, durante l'ora d'aria, aveva intercettato due diversi gruppi di uomini che scommettevano su quanto velocemente sarebbe impazzito questo Braun dentro quella cella.
-Hey tu, Ackerman- Lo aveva spostrofato uno di quei tizi. Era strano che quasi tutti conoscessero il suo nome, mentre lui perlopiù si riferiva a quasi chiunque come "tizio". Intendiamoci, conosceva la faccia e il temperamento di ogni singolo uomo li dentro; ma non si prendeva la briga di memorizzarne il nome.
Levi si era voltato, le mani in tasca e i capelli che gli ricadevano sulla fronte.
-Tu ci sei stato. Com'è li dentro?- 
Si era stretto nelle spalle -Noioso. Non è così semplice impazzire, comunque. Fossi in voi mi terrei le sigarette in tasca-

In ogni caso, Erwin Smith non era tanto sadico da mettere qualcuno in isolamento solo perchè questi glielo chiedeva, anche se in effetti Reiner Braun non si era più visto dopo quella sera. Fino ad ora.
Si raddrizzò sulla sedia e osservò le guardie fare dietrofront, mentre Reiner si stava dirigendo verso le sedute senza prima fermarsi a prendere nulla da mangiare. Quando Levi si accorse che stava per sedersi di fronte a lui, pensò di alzarsi e togliere il disturbo, ma un insolito senso di curiosità lo spinse a non muovere il culo dalla sedia.
Si rilassò sulla sedia e incrociò le braccia, osservandolo mentre prendeva posto sulla stessa sedia che cinque minuti prima era stata occupata dal tizio dalla scarsa igiene. Reiner si massaggiò i polsi per qualche istante, per poi piantare i gomiti sul tavolo prendendosi la testa tra le mani. Rimase in quella posizione per una manciata di secondi.
Levi lo fissò torvo.
-Come hai fatto a convincere Smith a metterti in isolamento?- Eren Jaeger, spuntato dal nulla alle spalle di Levi, si sedette di fianco a lui come se nulla fosse.
Levi scosse la testa. La maggior parte del tempo, Eren era taciturno e il suo sguardo sembrava oltrepassarti senza che ti guardasse davvero...ma altre volte, come quando si azzuffava con Jean o faceva domande indiscrete senza il minimo filtro, sembrava un dannato moccioso.
Reiner alzò lentamente la testa, rivelando degli occhi dal taglio lungo e sottile, di un color nocciola. Occhiaie violacee facevano loro da contorno.
Guardò Eren senza dire nulla per qualche istante, sistemandosi sulla sedia. Poi sollevò un angolo della bocca e aggrottò leggermente la fronte -Ho fatto in modo di meritarmelo, ficcanaso-
-Eppure non mi pare di averti sentito mandare Erwin a farsi fottere- Insistette Eren, gli occhi verdi piantati su Reiner che ora sembrava sinceramente divertito.
-Oh, non sono così trasparente- 
-Dì un pò Levi- Fece Eren, dandogli una gomitata -Quanto pensi che durerà il nostro eroe?-
-Spero abbastanza da farti un occhio nero, deficiente-
Eren alzò gli occhi al cielo, e poi sembrò afflosciarsi, come un palloncino sgonfio.
Reiner lo sguardò brevemente, poi pose la sua attenzione su Levi.
-Reiner Braun- Si presentò, alzandosi in piedi e porgendogli la mano. Levi lo fissò per qualche istante e alla fine lo imitò.
"Cazzo, quanto sei grosso" Pensò amaramente. Il suo metro e sessanta sembrava accorciarsi ancora di più vicino ad una fisicità così robusta e ad un'altezza di almeno un metro e ottantacinque.
La stretta di Reiner fu sicura e calda, e a Levi sembrò che la sua mano fosse sparita in quella di lui. La ritirò con un moto di stizza che nascose perfettamente.
-Levi Ackerman-
Le pupille di Reiner si dilatarono leggerermente -Ackerman?-
-Mmh-

Levi era abituato allo stupore della gente, quando veniva a sapere il suo cognome.
La famiglia Ackerman aveva da decenni un forte legame con la mafia di Shiganshina, e si portava dietro una lunga scia di sangue. Fin da piccolo, Levi era stato educato da suo zio a diventare il mercenario perfetto.
Addestrato a nascondere le proprie emozioni; a portare a termine il lavoro in modo rapido e pulito, Levi, a soli ventidue anni, era già in grado di rivaleggiare in quanto a letalità lo zio che lo aveva cresciuto e formato, Kenny.
Per dieci anni aveva servito i Reiss, togliendo di mezzo chiunque fosse stato d'intralcio alla supremazia della Famiglia. Per dieci anni non si era mai fermato a pensare se quello che stava facendo fosse giusto o sbagliato, semplicemente era la sua vita; quello che il fottuto destino aveva riservato per lui. 
Fino a un giorno di febbraio.

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Angolino dell'autrice:
Ciao a tutti!! Eccomi tornata con questo nuovo capitolo! Fatemi sapere cosa ne pensate lasciandomi una piccola recensione :)
Ci siamo come lunghezza o è troppo corto? Di solito tendo a fare i capitoli più lunghi (chi ha letto "Live for him " sa! ahah). Continuo con questa lunghezza o allungo? Ho gi° materiale per altri 4/5 capitoli...si tratterebbe solo di modificarne la suddivisione. Fatemi sapere!
Un bacio a tutti!
   
 
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