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Autore: Demy77    27/01/2021    2 recensioni
Ad un anno di distanza dalla messa in onda delle ultime puntate della quinta stagione di Poldark sono stata ispirata proprio da questa parte della storia.
La vita dei Romelza si intreccia con le trame dei rivoluzionari francesi e ne è messa a dura prova…ma ho immaginato un possibile sviluppo alternativo ed un finale diverso da quello visto in tv.
Bugie, inganni, colpi di scena rischieranno di allontanare per sempre i nostri eroi, ma il vero amore, si sa, trionfa sempre!
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Demelza Carne, Nuovo personaggio, Ross Poldark
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dopo che tutti i partecipanti al processo si erano riversati nella piazza di Truro liberando le aule giudiziarie, terminati saluti e ringraziamenti Ross e Demelza decisero di affittare una carrozza e rientrare subito a casa, sebbene fosse notte inoltrata, anziché fermarsi alla locanda come avevano invece preferito i loro amici Enys, i Lorrain e Geoffrey Charles. Sarebbero arrivati molto tardi e sicuramente Prudie si sarebbe lamentata per essersi dovuta alzare ad aprire la porta in piena notte, ma i due sposi sentivano il bisogno di riappropriarsi quanto prima di quella normalità cui avevano dovuto a lungo rinunciare.
Durante il tragitto Ross non la smetteva di parlare un momento. Era euforico per l’esito vittorioso del processo e sentiva il bisogno di esorcizzare la paura che aveva provato fino alla pronuncia del verdetto. Commentava i fatti avvenuti in udienza, il contenuto delle varie deposizioni, gongolava per le argute trovate di Lorrain, mentre si faceva beffe di Warleggan, il Procuratore e Merceron, immaginando la loro delusione in quel momento.
Demelza si limitava a rispondere a monosillabi e a sorridere.  Era molto stanca e, pur essendo lieta che tutto fosse finito, a differenza di Ross non aveva voglia di conversare. Avrebbe voluto solo dimenticare i momenti vissuti in quell’aula, l’angoscia e l’incertezza circa l’esito del processo, l’imbarazzo vissuto di fronte alle parole di Tess e Jacka o alle invettive dell’accusa. Se ne accorse anche Ross, perché ad un certo punto tacque e ciò consentì a sua moglie di assopirsi, la testa appoggiata sulla spalla di lui, cullata dal ritmo della carrozza sul selciato sconnesso.
Giunsero a Nampara verso mezzanotte e dovettero picchiare a lungo alla porta prima che Prudie, in camicia da notte e con uno scialle avvolto sulle spalle, si decidesse ad aprire. Quando vide chi era alla porta però il malcontento per aver dovuto abbandonare il suo caldo giaciglio scomparve e la donna ritrovò il buonumore; approfittò della situazione per versarsi un bel bicchierino di porto e si sedette al tavolo della sala, improvvisamente ciarliera. Ross e Demelza però rimandarono ogni spiegazione al mattino successivo; nel frattempo tutto quel trambusto aveva svegliato anche Jeremy e Clowance, che con i visini impastati di sonno fecero capolino ed esplosero di gioia nel rivedere, dopo tanti mesi di lontananza,  il loro papà. Erano così eccitati che fu dura rimetterli a letto, con la promessa che non quella sera – era troppo tardi e Ross e Demelza erano esausti – ma la successiva sarebbero stati tutti insieme dopo cena in camera dei genitori a leggere un bel libro.
A Ross sembrò così strano ritrovarsi in casa sua e poter dormire nel suo letto, dopo mesi e mesi di privazioni e di tormenti.
La stanza era fredda, ed era stato necessario accendere il camino. Dopo aver smosso i ciocchi per ravvivare il fuoco Ross si era disteso supino sul letto con gli occhi aperti, mentre Demelza ultimava di sciacquarsi  prima di coricarsi.
“Non credo che riuscirò a prendere sonno stanotte, nonostante la stanchezza e la tensione accumulate nei giorni scorsi… anzi nei mesi scorsi! Tutte queste emozioni… essere qui con te di nuovo, rivedere i bambini, pensare che da domani potrò tornare in miniera, riprendere le mie attività, incontrare liberamente gli amici…”
“E lord Falmouth. - lo corresse Demelza – Ha fatto capire chiaramente che ti aspetta al più presto a palazzo per riprendere i vostri discorsi politici. Sai com’è fatto… ti ha salvato il collo, ma aspettati delle ramanzine da parte sua! Ti terrà d’occhio peggio dei servizi segreti d’ora in poi!”
“Lo so – ammise Ross - e, a proposito dei servizi, Demelza, credo che dovremo seriamente riparlarne… se Whickam è ancora lì ospite di Falmouth, temo che tornerà all’attacco con la storia del controspionaggio… ma io non ho alcuna voglia di farmi coinvolgere in questa storia.”
“Non adesso, Ross, ti prego. A differenza tua, casco dal sonno” – gli confessò Demelza.
“Va bene – la accontentò – vieni a coricarti allora. Sai quanta paura ho avuto di non poter più dormire accanto a te… invece, è andato tutto come l’altra volta!”
Si riferiva all’altro processo da cui era stato assolto, oltre dieci anni prima.
Demelza per un attimo si bloccò, inseguendo quel ricordo.  Era stata una delle fasi peggiori della loro vita, erano distrutti dopo la morte di Julia, assillati dai problemi economici… ora era tutto diverso, però qualcosa di simile c’era…..
“Già. E’ proprio tutto come l’altra volta”- gli rispose sibillina, e lo raggiunse a letto con un enigmatico sorrisetto stampato sul volto.
Ross la guardò sorpreso, e benchè lei non desse spiegazioni non gli sfuggì il gesto con cui la donna si accarezzò dolcemente il ventre, non ancora arrotondato.
Continuava a fissarla come inebetito, alternando sguardi verso di lei e verso la sua pancia; infine Demelza gli tolse ogni dubbio. Ai suoi sguardi interrogativi rispose di sì con la testa ed emise un risolino.
Ross la abbracciò con tenerezza, e a sua volta volle appoggiare la mano sul grembo in cui una nuova vita si stava formando.
“Quella notte sull’Esmeralda…”- mormorò con gli occhi lucidi.
“E quando, se no? È stata l’unica volta da quando ci siamo ritrovati…”
“Tu sei matta… da quanto tempo lo sai e perché non mi hai detto nulla finora?”
“Da un mese circa… non ti ho detto nulla per scaramanzia, perché così avevo fatto quando aspettavo Jeremy, ed eri stato assolto … infatti anche stavolta è finita bene! E poi non potevo certo comunicarti la notizia durante i nostri fugaci incontri a palazzo Penvenen, dove vivevi nascosto ed in preda a mille preoccupazioni! Sei felice, Ross?” – gli chiese un attimo dopo, notando un velo di tristezza nel suo sguardo.
“Come potrei non esserlo? È solo che… mi domando cosa avresti fatto se mi avessero condannato.”
“Sarei andata avanti, come sempre…. Ed avrei custodito questo figlio come l’ultimo tuo prezioso regalo”.
Visibilmente commosso, Ross rispose soltanto: “Se è un maschio, mi piacerebbe chiamarlo Henry”.
“Sarà una femmina; sai che ho un sesto senso per queste cose” – replicò Demelza.
“Allora , la chiameremo Henriette!”
“Ma neanche per sogno! – rispose Demelza – è un nome orribile per una bambina. Anche di questo però discuteremo domani. Buonanotte, amore mio”.
Era davvero molto stanca, perché appena si girò sul fianco, dopo aver scambiato con Ross un tenero bacio, si addormentò.
Ross restò a fissarla mentre dormiva, come spesso faceva fin dai primi tempi del loro matrimonio, quando stentava a credere che quella ragazzina salvata dalla strada avesse avuto il potere di far vibrare le corde più profonde del suo cuore.
Era incredibile come tutto fosse cambiato nel giro di poche ore. Era tornato uomo libero, scagionato da infamanti accuse, e stava per diventare di nuovo padre. Una nuova speranza di gioia gli si profilava davanti, eppure – ma non avrebbe comunicato questo suo pensiero a Demelza neanche sotto tortura - c’era ancora qualcosa che lo turbava: Tess .  Ross sentiva che la sua felicità non poteva essere piena finchè non avesse scoperto dove quella donna si trovava ed avesse avuto la certezza che non aveva più intenzione di nuocere a lui e alla sua famiglia. Doveva proteggere Demelza, tanto più durante questa nuova gravidanza.

 
  
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