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Autore: crazy_love_girl_96    27/01/2021    1 recensioni
“Se ora mi dicessero di abbandonare ogni vanità ed ogni orgoglio, ogni desiderio ed ogni ambizione, qualunque più caro ricordo del passato, qualunque più dolce lusinga del futuro, e di vivere unicamente in voi e per voi, senza domani, senza jeri, senza alcun altro legame, senza alcuna altra preferenza, fuor del mondo, interamente perduto nel vostro essere, per sempre, fino alla morte, io non esiterei, io non esiterei. Credetemi.” - G. D'Annunzio
E se Edward rincontrasse Bella dopo sei anni in seguito al suo abbandono dopo aver fatto l'amore durante il suo diciottesimo compleanno? Cosa succederebbe?
FF originale, i personaggi e i diritti appartengono a Stephanie Meyer.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Renesmee Cullen | Coppie: Bella/Edward
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: New Moon
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POV. BELLA
Parcheggiai in fretta e furia, quasi balzando fuori dall’auto. La situazione era alquanto paradossale. Lungo tutto il tragitto in auto ebbi modo di pensare e di riflettere, per quanto possibile in quei pochi minuti. Punto numero uno: i Cullen, chissà quanti di loro, erano qui. Punto numero due: Alice aveva avuto una visione. Chissà quale e quanto importante, ma tanto l’aveva tratta talmente in allarme da raggiungermi immediatamente. Punto terzo: Renesmee. Avevo trascorso gli ultimi anni immaginando un loro eventuale ritorno. Un incontro tra loro e mia figlia. A chiedermi come sarebbe stato: avrebbero gioito oppure l'avrebbero ignorata? Quali sarebbero stati i loro sentimenti nei suoi confronti? Immaginavo mia figlia finalmente felice, completa, con un padre e accolta in una famiglia unita. Trascorsi così tanto tempo ad immaginare così tanti scenari che alla fine la speranza era andata via via sempre più affievolendosi, lasciando spazio all’amara rassegnazione. Ma ora la realtà era balzata tragicamente agli occhi. Non posso fare a meno di chiedermi quanto sappiano, cosa sappiano e soprattutto non posso fare a meno di pensare che Renesmee sia tutta la mia vita e il mio compito è proteggerla da chiunque, anche da loro se necessario. Non permetterei a nessuno di loro di spodestare la mia autorità genitoriale o peggio ancora, di portarmela via.  All’improvviso il dolce viso di mia madre mi ripiombò nella mente.

Avevo sei anni all’epoca e come ricompensa per la mia A+ in matematica, mi portò in un posto speciale: l’orto botanico nel Missouri. Penso che sia stato in quel momento che iniziai ad amare biologia. Ricordo quanto mi spronasse ogni giorno a dare il massimo per quella maledetta verifica e di come, in preda alla disperazione, passasse ore e ore a spiegarmi quelle benedette sottrazioni che proprio non volevano entrarmi in testa. E la soddisfazione sul suo volto quando, felice come non mai, rientrai da scuola e le mostrai contenta il mio test. Dopo aver esaminato attentamente il mio compito lanciò un urletto deliziato e mi strinse forte forte a sé, promettendomi questo viaggio e continuando a ripetermi quanto fosse orgogliosa di me. Una settimana dopo, partimmo. L’orto botanico a Saint Louis è uno dei luoghi più meravigliosi che i miei occhi abbiano mai potuto ammirare: attraversato da una distesa d’acqua, un piccolo ponticello catturò la mia attenzione. Costruito completamente in legno, si ergeva in tutta la sua eleganza e umiltà in mezzo alla vegetazione. Sembrava il guardiano del suo territorio. Reneè, percependo la direzione del mio sguardo ammirato mi lasciò una dolce carezza sul capo e avvicinandosi lentamente al mio orecchio mi sussurrò: “Bella, so che tra di noi la vera madre sei tu.. insomma, nonostante la tua giovane età sei più tu a prenderti cura di me piuttosto che il contrario. Sono una svampita, lo so. Ma guarda quel ponte amore mio, quel ponte rappresenta esattamente tutto ciò che racchiude l’essere madre. Sembra che voglia controllare tutto il territorio intorno a lui, ma anche farsi attraversare da tutti quei suoi figli che sembrano ergersi verso di lui. Vedi amore mio, io sono il tuo ponte: mi attraverserai, mi calpesterai, ma io sono lì, pronta a guidarti in qualsiasi istante e pronta a vegliare perennemente su di te. Amore mio, tu un domani sarai madre e io lo so, so che sarai la madre migliore del mondo. Migliore persino di me che sono un ponte, mentre tu sarai un faro.” E guardandomi commossa mi poggiò un fiore tra i capelli, una margherita. E ricordo che piansi, piansi tanto. Ma la mia cara, dolce, tenera e svampita mamma aveva ragione. Io non sarei stata un ponte per mia figlia, bensì il suo faro. Ed era a lei che dovevo pensare adesso.

“Alice” la chiamai “spiegami. Saremo lontani da occhi indiscreti qui” le dissi facendole strada verso l’interno della casa, tentando di temporeggiare quanto più possibile, richiudendo delicatamente la porta alle mie spalle. Emmett, dal suo canto, aveva un'espressione buffissima: guardava il salotto, troneggiandovi in mezzo, soffermandosi su tutte le fotografie presenti e strabuzzando gli occhi alla loro visione.

“Bellina lei chi è?” disse avvicinandosi ad una foto di me e Renesmee abbracciate. Immediatamente gli strappai letteralmente il portafoto dalle mani stringendomelo al petto.

“Chiunque sia, non è importante” tuonò Alice con voce isterica. “Bella chi ti ha trasformata?” tremai.

“Non è importante Alice. Che ci fate voi qui?” ringhiai sulla difensiva.

Sospirò. “Ho avuto una visione. Dio, Bella com'è potuto succedere? E pensare che quel testone di mio fratello… “ scosse la testa e io gelai. Che sapesse di lei? Di noi? “L'ho vista Bella: Victoria. Sta venendo a prenderti. Ma a quanto pare la sorpresa l’hai fatta tu a noi.. Chi ti ha trasformato? Dimmelo” Terminò sussurrando e prendendomi le mani tra le sue.

“Io.. “ stavo per rispondere quando qualcuno ci interruppe.

“Bella. Dobbiamo andare via di qui, presto!!” tuonò Jake con al fianco Renesmee. La guardai, tremava come una foglia. Mi avvicinai velocemente e la strinsi forte a me, ma prima di poter dire una sola parola, una voce, la sua voce si fece largo nel silenzio.

“Dimmi che non è vero Bella!”

Edward. E lì mi sentii morire.

POV. EDAWARD

Approfittando del mio momento di svantaggio, il cane issò la ragazza sulle proprie spalle e corse verso la foresta. Istintivamente dopo un attimo di smarrimento, iniziai la mia corsa per raggiungerli. Dovevo sapere, dovevo capire. Possibile che quella dolce ragazzina sarebbe potuta essere mia figlia? Dio, una figlia. Una figlia tutta mia e di Bella. Ma sarebbe stato possibile?

Iniziai a correre a perdifiato verso di loro finchè non raggiunsi una villetta, tutta dipinta di bianco, in contrasto con le tegole bordeaux. C'erano due finestre al secondo piano che si affacciavano sul vialetto e un delizioso portone color mattone che troneggiava all’ingresso. Il cane spalancò la porta e non fui pronto alla visione che mi si parò davanti. Al centro del salone, aggrappata forte a Nessie, troneggiava la figura di una ragazza, minuta e graziosa, dai lunghi boccoli scuri. Puntai il mio sguardo nel suo e boccheggiai. Bella. I suoi occhi, un tempo color cioccolato, adesso erano di un caldo liquido ambrato, spalancati davanti a me. Le sue labbra, un tempo rosee, adesso erano di uno splendido color vermiglio. Sembravano anche più piene, insieme ai suoi zigomi, leggermente più all’insù rispetto a come li ricordassi. Il suo viso a cuore adesso era più sfilato, e quel suo nasino all’insù più aggraziato. Puntò, con sguardo confuso, spiazzato, sorpreso i suoi occhi nei miei. Dio, era come me. Era una vampira.

Temporeggiai un attimo che sembrava un’eternità alla ricerca di qualcosa da dire

Bella mi dispiace..

Bella ti amo..

Amore mio, mi sei mancata così tanto..

Ma, per quanto in quel momento mi sentissi completo e a casa, nonostante la confusione, ebbi solo il coraggio di dire “ Dimmi che non è vero Bella!”

 

 

 

  
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