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Autore: notamillennial    29/01/2021    2 recensioni
Anya e Lexa.
Una mentore ed una discepola, una guerriera e la sua Heda.
Questo è un omaggio, un po' triste forse, alla loro immortale amicizia.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Anya, Lexa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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DID SHE DIE WELL?

 

Stringo tra le dita una ciocca di capelli di Anya.

Il mio volto è impassibile mentre chiedo, alla straniera che me l’ha porta, se la mia mentore ha avuto una morte onorevole.

Dentro di me, però, è tempesta.

Una tempesta ruggente, disperata e squassante che non si placherà facilmente.

Mi faccio di pietra, una statua sinistramente abbellita dal nero della mia maschera di guerra, e fingo che la notizia di questa morte non mi abbia straziata.

Anya Kom Trikru.

Una guerriera nel corpo e nell’anima, un’amica fidata, una sorella attenta e gentile.

La prima volta che la vidi era primavera.

La neve che aveva coperto il villaggio per tutto l’inverno si era finalmente sciolta, lasciando il terreno morbido e scuro, e le foreste avevano ricominciato ad essere chiassose e piene di colori.

Ci ritrovammo l’una di fronte all’altra, lei poco più che una ragazzina, io poco più che una piccola bambina.

La profonda fierezza del suo sguardo mi colpì, più delle prime parole che mi rivolse: forse un giorno sarai la nostra Heda, ma per ora dovrai imparare ad essere una persona.

Ed è quello che con lei sono diventata.

Con lei ho imparato a cavalcare nel vento, a fendere la spada tra l’aria ed i nemici, a sanguinare senza lamentarmi, ad infliggere ferite con rispetto, a pensare prima di agire e ad agire prima che fosse troppo tardi.

Ma ciò che maggiormente ho imparato da Anya è stato amare.

L’ho vista dire addio al padre malato, in un limpido giorno di estate, chiudergli gli occhi alla fine della sua battaglia per poi alzarsi e accendere la pira che lo ha ricongiunto alla terra ed al cielo.

L’ho vista anche sorridere, fiera, la prima volta che riuscii a non cadere disarmata dai suoi colpi.

Un sorriso fugace, quasi beffardo, quasi come se mi avesse permesso di uscire indenne dalla lotta.

L’ho vista guardarmi impassibilmente orgogliosa, in un giorno piovoso d’autunno in cui diventai Heda, macchiandomi della morte dei miei fratelli e sorelle, in ossequio ad una legge brutale quanto le nostre vite.

L’ho vista indulgere al mio amore per una ragazza gentile ed appassionata, che ho perso troppo presto per giochi di potere vigliacchi e indegni.

L’ho vista fissare le fiamme di un’altra pira, quella di Costia, che accesi io in un giorno d’inverno, pallido per il poco sole ed immoto nel freddo, pervaso da un silenzio quasi irreale, non rotto da pianti o lamenti ma pieno di dolore e rabbia.

L’amore è la più grande forza, anche quando siamo distanti da chi amiamo, anche quando chi amiamo non potrà più congiungere le nostre mani con le sue.

Questo mi disse mentre le ceneri si dissolvevano nel vento. Lo disse senza guardarmi e poi si allontanò, lasciandomi lì a riflettere sulle sue parole.

L’ho vista scrutare il cielo nelle albe lattiginose e ferme che anticipavano il turbinio sanguinoso delle battaglie, pregando di avere la forza di uccidere e di rimanere viva.

L’ho vista onorare i nemici sconfitti, tra l’odore acre del fuoco e del sudore dei vincitori stanchi.

L’ho vista interrogare i miei occhi, ogniqualvolta non fosse convinta delle mie decisioni. E quando accadeva le chiedevo sempre di dirmi cosa stesse pensando. Non lo ha mai fatto senza prima ottenere il mio permesso. Era il mio mentore, ma ero la sua Heda e soprattutto ero la persona che sperava sarei diventata quando mi incontrò in quel giorno di primavera.

Sei morta con onore, Anya Kom Trikru.

Ma, ancora prima, sei vissuta con fierezza, coraggio ed umanità.

Anche se la tua battaglia adesso si è conclusa, so che sarai sempre al mio fianco in quelle che affronterò.

E ti renderò orgogliosa di me onorando, ogni giorno, la tua vita con la mia.

 

   
 
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