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Autore: KuroHeart    29/01/2021    1 recensioni
"Non c’è altro modo… Se vuoi continuare a vivere allora dovrai diventare come me. Ma ti avverto: una volta che avrai fatto questa scelta, non potrai tornare indietro."
Una voce maschile mi parla, ma io non capisco il significato di quelle parole. Provo a guardare in volto la fonte di questa voce, ma è sfocata e confusa. Cerco di chiedere chi lui sia, ma non riesco a dire nemmeno una parola… Ad un certo punto, l’oscurità si attornia a me e tutto scompare, facendo vedere sangue sparso qua e là. Mi guardo intorno per cercare una via d’uscita, ma rimango paralizzata sul freddo pavimento.
Genere: Avventura, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ciel Phantomhive, Nuovo personaggio, Sebastian Michaelis
Note: What if? | Avvertimenti: Violenza
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Nei giorni successivi a quella notte, Sebastian mi ha rivolto la parola solo per dirmi cosa dovevo fare, usando un tono di voce freddo e distaccato, molto più di quello che usa con i miei colleghi. Inoltre non mi cerca più dopo il lavoro, andando a chiudersi nella sua stanza. Sento molto la mancanza dei suoi caldi abbracci, del suo dolce sorriso, della sua premura... Perché si è fatto distante proprio ora che credevo ci stessimo avvicinando?
Forse ha capito ciò che provo per lui e mi ha allontanata, oppure, cosa che temo di più, si è stancato di me. L'unico modo per scoprirlo è parlarne, ma ogni volta trova una scusa dicendo che non dobbiamo perderci in chiacchiere. Così ho tentato di cercare un dialogo con Sebastian nel cuore della notte bussando alla sua porta, ma non ho ricevuto alcuna risposta. Tenere dentro un sentimento così forte mi sta opprimendo, non mi fa concentrare sui miei doveri e nemmeno ragionare lucidamente. Devo trovare l'occasione giusta per dirglielo, altrimenti sento che potrei rischiare di impazzire.
Ora però devo dedicarmi ai miei incarichi. Dopo aver aiutato Mey Rin, la quale mi ha detto di aver notato una certa ostilità del corvino nei miei confronti (bisogna essere ciechi per non notarla), mi incammino verso le scale, quando odo all'improvviso qualcuno urlare: << E questo lo chiameresti un tè?! >>
Riconosco immediatamente la voce del signorino dall'altra parte del suo studio. Mi avvicino per sbirciare dalla fessura della porta socchiusa, trovandovi un Ciel furioso con i pugni sulla scrivania.
<< Sono desolato, signorino. >> si scusa subito il maggiordomo, il quale si trova di fronte a lui con il capo chino.
<< È da giorni che continui a fare errori! Come ieri che mi hai servito un pranzo unto e privo di sapore. O il giorno prima ancora che ti eri dimenticato di consegnarmi dei documenti importanti. Vedi di farti passare qualsiasi cosa tu abbia o te ne pentirai amaramente! >> esclama paonazzo in volto per poi tornare a sedersi sulla sedia in pelle.
<< Sarà fatto, ve l'assicuro. >> risponde pacato il maggiordomo mentre effettua un mezzo inchino portandosi la mano destra al petto e la sinistra dietro la schiena.
Ora che ci penso, ieri avevo sentito del trambusto provenire dalla sala da pranzo, ma trovandomi lontana per poter sentire, ho creduto che fosse stato causato dall'incompetenza di qualcuno dei miei colleghi, di certo non dal mio superiore. Mentre se c'è una cosa che ho notato, è che Sebastian sta continuando ad affidarmi compiti che mi tengano lontana da lui il più possibile, mentre prima era l'esatto opposto, sembrava gradire la mia compagnia.
Il ragazzino schiude le labbra ma non vi esce alcun suono. Non sentendo più la voce del giovane, il maggiordomo si risolleva incontrando il suo sguardo: << Signorino, c'è qualcos'altro che dovete dirmi? >> gli domanda con un tono di voce impassibile.
Ciel scuote appena la testa e gli fa un cenno con la mano per congedarlo:
<< Puoi andare. >>
Prima che il corvino s'incammini verso la porta, io mi precipito verso le scale che portano al piano di sotto. Dopodiché mi reco in cucina per aprire la porta sul retro, la quale si affaccia sul cortile interno. Da lì percorro una stradina laterale che porta alla serra, la quale si trova a pochi metri dai giardini ora coperti da un spesso manto di neve.
Una volta all'interno, vedo Finny correre verso di me con un sorriso a trentadue denti: << Katreena, vieni a vedere! >> esclama prendendomi per mano. Gli sorrido a mia volta e lo seguo mantenendo il suo passo veloce.
<< Guarda, non sono bellissime? >>
Mi domanda, indicando delle magnifiche rose viola e bianche.
<< Sì, lo sono eccome. >> rispondo meravigliata ed incuriosita da quei colori così brillanti e dal loro inebriante profumo.
<< Il signor Sebastian ha detto che quelle viola sono rose molto rare. Sono certo che il signorino le adorerà! >> dice il giardiniere senza distogliere lo sguardo da quelle. L'occasione di tale scelta è il compleanno di Ciel che si terrà tra due giorni. Lui però non sa che Lady Elizabeth, sua cugina e fidanzata, ha informato telefonicamente il maggiordomo comunicandogli che intende organizzargli una festa a sorpresa con il desiderio che sia tutto perfetto. Il mio superiore mi ha riferito che d'altro canto il signorino si rifiuta di celebrare il suo compleanno, poiché gli riporta alla mente solo brutti ricordi, ma la caparbietà della sua fidanzata ha avuto la meglio. La signorina ne è consapevole, ma nonostante questo, vuole che questo giorno sia un'occasione di gioia e felicità, non di tristezza e rimpianti.

Durante le nostre faccende, Mey Rin mi ha parlato di lei, dicendomi che è una persona vivace, buona e adora truccare ed acconciare chiunque le capiti sotto agli occhi.

<< Dovrai stare attenta a non trovarti nei paraggi, altrimenti sei finita. >> mi ha raccomandato con voce tremante come se stesse parlando di qualcosa di terribile. La sua espressione seria era così comica che non ho potuto fare a meno di sorridere.

<< Ecco, tieni. >> Finny mi porge un piccolo innaffiatoio per dare acqua alle rose, ma un mal di testa improvviso mi induce a portare le mani alle tempie, lasciando così cadere l'oggetto. Mugolo per il dolore, lo stesso che avevo provato la prima volta che mi ero trasformata. Perché qui? Perché ora? No, devo trattenermi. Chiudo gli occhi stringendoli con forza, tentando di controllarmi.

<< Katreena, che cos'hai? >> mi chiede il giardiniere con un tono di voce apprensivo.
<< N-non è nulla... >> rispondo a denti stretti. 
<< Scusami... >> mormoro riaprendo gli occhi per poi lasciare la serra, tornando al più presto nella mia stanza. Chiudo la porta dietro di me a chiave e mi lascio scivolare sul pavimento prendendomi di nuovo la testa tra le mani.
<< Non è questo il momento. Vattene. >> sussurro con le lacrime agli occhi, percependo i canini farsi più aguzzi.
"Non sono io a farti questo, ma tu. Sei talmente instabile a livello emotivo per colpa di quel demone che non riesci nemmeno a tenere a bada i tuoi poteri."
Sì, ha ragione. Questa volta è colpa mia. Devo tornare in me, devo resistere ancora per qualche ora, poiché questa notte dirò a Sebastian ciò che provo per lui, che lo voglia o meno. Effettuo dei respiri profondi per contrastare la trasformazione, mentre immagino quelle bellissime rose blu che hanno rapito il mio sguardo. Pochi minuti più tardi, il dolore svanisce completamente. Così mi sistemo, apro la porta e torno da Finny.
<< Eccomi. Ti chiedo scusa per averti fatto preoccupare. >> esordisco accennando un sorriso. Il biondino si volta verso di me con i lacrimoni agli occhi. Il suo viso si illumina non appena mi vede e corre a darmi un forte abbraccio: << Menomale! Stai bene! >> piagnucola accoccolandosi a me, sorprendendo la sottoscritta con quel gesto d'affetto inaspettato.
<< Sì, sto bene. >> dico poi ricambiando l'abbraccio.

**********************

<< Fortunatamente non ho avuto problemi con la Funtom Company circa i documenti che ti eri scordato di consegnarmi. >> parla Ciel seduto sul letto, mentre Sebastian lo sta cambiando per la notte.
<< Sono lieto di sentirlo e vi chiedo ancora venia per quanto accaduto. >> risponde pentito di aver commesso un simile errore.
<< Ormai è fatta. >> replica lui secco, ponendo sul comodino la benda che gli copre l'occhio destro.
<< Piuttosto, come se la cava Katreena? Sta eseguendo i suoi doveri nel modo corretto? >>
Nel sentir pronunciato il nome della ragazza, il demone sussulta impercettibilmente, tanto che il suo padrone non se ne accorge nemmeno.
<< Sì, impara molto in fretta ed è raro che sbagli qualcosa. >> gli riferisce con un pizzico di orgoglio scacciando la sensazione che ha appena provato.
<< Perfetto. Assicurati sempre che lei non dia problemi con il suo potere. >>
Il maggiordomo annuisce mentre rimbocca le coperte al ragazzino: << Certamente. >>
Dopodiché si avvia verso l'uscita della camera con il candelabro in una mano: << Buonanotte signorino. >> lo saluta per poi chiudere la porta.

*********************

Dopo aver svolto le ultime faccende della serata, vado nel bagno della mia stanza per darmi una rinfrescata e sciogliermi lo chignon, mostrando così i miei lunghi capelli, finalmente liberi; sento che non mi abituerò mai a questa acconciatura. Alzo lo sguardo verso lo specchio osservando il mio viso riflesso, le labbra serrate, le sopracciglia aggrottate e gli occhi quasi spalancati. Paura ed angoscia pervadono il mio essere al pensiero che tra pochi minuti rivelerò i miei sentimenti a Sebastian. E se non dovesse ricambiarli? Ma che dico, è ovvio che non li ricambi, perché è un demone. Però forse lui potrebbe essere un'eccezione. Sospiro stringendo i pugni.
"Non potrò certo saperlo stando qui a scervellarmi."
Così scuoto la testa e ripasso mentalmente il discorso che ho creato pochi giorni fa. Ora pronta e carica di determinazione, esco dalla mia camera per raggiungere quella del maggiordomo.
<< Ci siamo. >> sussurro quando mi trovo davanti alla sua porta. Sollevo una mano avvicinandola al legno per bussare, ma il ripensamento mi fa indugiare, lasciando il pugno a mezz'aria. Le gambe iniziano a tremarmi ed una sensazione di freddo sale lungo la spina dorsale, mandando all'aria la sicurezza che avevo fino a poco fa. Presa dall'ansia, mi tormento le dita, incapace di prendere una decisione, rimanendo immobile sul posto, fissando il legno della porta.
"Devo farlo, devo farlo." Mi ripeto mentalmente, senza accorgermi però dei cardini che cigolano, della lieve luce che esce dalla stanza e infine del corvino sull'uscio.
Trasalisco non appena i miei occhi incontrano lo sguardo impassibile di quest'ultimo.
<< Stavo giusto venendo a cercarti. Devo parlarti di una cosa. Entra pure. >> Dice lui con una calma che mi risulta fin troppo apparente. Che anche lui abbia intenzione di fare quel discorso? Forse mi sarebbe più facile così.
Intimorita, lo seguo dentro chiudendo la porta alle mie spalle.
<< Quest'oggi ho percepito la tua oscurità emergere. >> inizia lui mentre è impegnato a mettere via un paio di libri che si trovano sulla sua scrivania.
<< Ti sei trasformata, non è vero? >> chiede lui mentre chiude uno dei cassetti di quest'ultima.
<< No, volevo dire, non del tutto. >> balbetto leggermente quando incontro lo sguardo severo del mio superiore.
<< Spiegati meglio. >> ordina con una certa impazienza mentre si volta verso di me, causandomi un piccolo brivido per tutto il corpo.
<< Non appena ho sentito che l'oscurità stava per sopraffarmi, sono andata nella mia stanza per riprendere il controllo. Ho impedito la trasformazione concentrandomi su un oggetto in particolare e la prima cosa che mi è venuta in mente sono state le magnifiche rose viola che si trovano nella serra. >> gli riferisco mentre inizio a tormentarmi nervosamente le mani.
Sebastian assottiglia lo sguardo, scrutandomi con sospetto: << Tutto qui? Ti è bastato questo? >>
Annuisco per dare conferma alle mie parole mentre gli rivolgo un timido sorriso.
<< Dev'essere stato difficile trovarle in questa stagione. >> aggiungo per cercare di alleggerire la tensione del corvino.
<< Katreena, che cosa vuoi? >> replica lui stizzito senza quasi darmi modo di finire la frase.
Effettuo un piccolo respiro profondo per poi prendere parola con il poco coraggio che mi è rimasto: << Ieri ho sentito il signorino rimproverarti per aver sbagliato alcuni compiti. Io so che non commetti mai errori, quindi mi sono chiesta se... >>
<< La cosa non ti riguarda affatto! >> sbotta il demone rivolgendomi uno sguardo minaccioso. La sua voce tuona nelle mie orecchie tanto da farmi trasalire.
<< Volevo solo sapere se c'è qualcosa che ti turba. >> mi giustifico con un filo di voce mentre stringo le mani con forza in preda all'agitazione.
<< Perché t'importa così tanto saperlo? >> continua lui, facendo emergere una certa curiosità nel formulare quella domanda.
<< Perché tengo a te e vorrei aiutarti come tu hai sempre fatto con me. >>
Rispondo pochi istanti dopo incontrando il suo sguardo ora meno rigido per via dello stupore appena accennato sul suo volto.
<< Mi stai forse dicendo che ti sei affezionata a me? >> chiede con una punta di sarcasmo.
Ecco, ci siamo, il momento è giunto. Deglutisco a fatica con il cuore in gola mentre sento che le mie mani hanno iniziato a sudare.
Scuoto la testa: << Non proprio. A dire il vero... >> indugio nuovamente se continuare o meno.
<< A dire il vero cosa? >> incalza il maggiordomo incrociando le braccia al petto e inarcando un sopracciglio, aspettandosi una mia risposta. 

"Coraggio, glielo devo dire."

Sono arrivata a questo punto e intendo andare fino in fondo, scoprire se anche lui prova qualcosa.


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<< Io... ti amo. >> gli confesso dolcemente quando i miei occhi incontrano i suoi ora spalancati, sconfiggendo il timore che fino a poco fa mi attanagliava le corde vocali.
Sebastian mi guarda senza proferir parola, rimanendo talmente fermo da sembrare una statua.
Non riesco a credere di averlo detto per davvero, ma l'ho fatto. Ci sono riuscita. Peccato però che il silenzio del corvino sembri suggerirmi che qualcosa di sinistro stia per accadere...
Infatti alcuni secondi più tardi noto le spalle del maggiordomo sollevarsi ed abbassarsi rapidamente, mentre una piccola risata soffocata in parte dalla mano che tiene sulla bocca si fa sempre più presente. Io mi limito a guardarlo confusa dalla sua reazione senza dire nulla. 

 

"Cosa ci trova di tanto divertente?"

 
<< Suppongo tu voglia sapere se ricambio il tuo sentimento. >> esordisce dopo essersi ricomposto: << Ebbene... >> inizia lui mentre s'incammina verso di me, per poi prendermi il viso tra le mani.
Trepidante, attendo la sua risposta, nonostante nutra giustamente un brutto presentimento: << Io non ti amo. >> esclama sorridendo diabolicamente.
<< E sai perché? Perché non possiedo questa capacità. Ma anche se l'avessi, la eviterei, poiché mi renderebbe un debole. >> continua lui pronunciando queste parole con vero e proprio disprezzo.

<< Per di più io sono l'ultimo essere di cui qualcuno dovrebbe innamorarsi. >> conclude il demone usando un tono talmente gelido da farmi venire la pelle d'oca.
La mia anima ed il mio cuore vengono trapassati da mille pugnali, togliendomi il respiro.
E così la mia paura più grande si è avverata. Forse sarebbe stato meglio accontentarmi dell'illusione che lui potesse amarmi, ma ormai è troppo tardi per tornare indietro.
<< Perché mi ami? Non mi sembra di aver fatto qualcosa in particolare. >>
Mi domanda inclinando appena la testa di lato senza però cambiare espressione, né allontanare le mani dal mio viso.
<< Ti sbagli. >> replico con voce rotta a causa del pianto che sto tentando di trattenere.
<< Hai fatto molto per me. Mi hai ospitata qui, mi hai allenata, confortata quando sentivo di aver ormai abbandonato ogni speranza. Il tempo che abbiamo passato insieme significa molto per me, così come vederti ogni giorno mi fa star bene. >> proseguo il mio discorso dando delle valide motivazioni svelandomi completamente, nonostante lo trovi piuttosto complicato e forse anche inutile visto come stanno andando le cose. Sebastian emette una risata gutturale: << Immagino che con "tempo insieme" tu alluda anche ai momenti che abbiamo passato sotto le lenzuola. Mi dispiace deluderti, ma è stato solo per soddisfare me stesso e farti smettere di piagnucolare come una bambina viziata sul come le cose brutte succedano solo a te. Mi ero proprio stancato di sentirti. >>
Lacrime silenziose rigano le mie guance dopo aver udito le dure parole del corvino.
Lui sospira sonoramente per poi allontanare le mani dal mio viso: << Tornando al discorso di prima, ti ho salvata soltanto perché reputavo interessante l'oscurità dentro di te. >> mi rivela infine allargando le braccia.
<< Non ti credo... >> sussurro flebilmente aggrottando la fronte.
<< Sapevo che l'avresti detto. >> replica lui con un sospiro pesante, portandosi una mano alla fronte.
<< Vediamo se lo capirai in questo modo. >> ringhia usando un tono di voce grave.
Poi accade tutto molto in fretta: Sebastian si slancia verso di me, sbattendomi contro al muro e stringendomi il collo, ma senza usare troppa forza. Quando apro gli occhi, ciò che trovo non è il maggiordomo, bensì una creatura demoniaca nera come la pece, denti bianchi affilati ed i suoi caratteristici occhi scarlatti nei quali sembrano danzare fiamme provenienti direttamente dall'Inferno; non li avevo mai visti così prima d'ora.
<< Questo è il mio vero aspetto. >> dichiara lui con un timbro di voce basso, profondo e roco, il quale mi causa numerosi brividi per tutto il corpo. Osservo il demone con un misto di curiosità e timore, cercando di imprimere la sua forma nella mia mente.
<< Tu ami solamente la maschera che indosso, così come i comportamenti eleganti che simulo ogni giorno. >>
Io scuoto leggermente la testa poggiando una mano sulla sua, la quale è munita di lunghi artigli: << Ti sbagli di nuovo. Io amo il vero te stesso, colui che si trova di fronte a me in questo momento. Non m'importa se ti nutri di anime per vivere e mi rifiuto di pensare che il nostro rapporto sia tutta una finzione. >> 

Sebastian mi guarda intensamente digrignando i denti con sdegno, irritato dalla mia risposta. Dopodiché mi osserva squadrandomi dal basso verso l'alto: << Allora dimmi. Perché stai tremando come una foglia? >> chiede lui leccandosi le labbra con soddisfazione, essendo riuscito a farmi paura, o almeno così crede. Allungo la mano verso di lui, carezzandogli una guancia: << Il mio corpo starà anche tremando, ma la mia anima no. Questo perché come ho già detto, ti accetto per come sei veramente, sia fuori che dentro. Magari mi prenderai per pazza, ma io voglio te e te soltanto. >> gli rivelo con naturalezza, mettendomi completamente a nudo.
Il corvino mi afferra il polso all'improvviso con decisione per allontanare la mano dal suo volto. Pochi istanti dopo sento il mio collo venir stretto dalla sua morsa: << Io non ti amerò mai. Se vorrai continuare a lavorare qui dovrai reprimere ciò che provi, altrimenti sarò ben lieto di sbatterti fuori. >> ringhia furioso per poi lasciarmi andare. Scioccata, mi accascio contro la parete mentre Sebastian torna nella sua forma umana per poi lasciare la stanza, sbattendo la porta. Nel momento in cui i suoi passi si fanno sempre più distanti, lascio che la tristezza, la frustrazione e il dolore del rifiuto, si convertano in un pianto disperato, percependo un'aria gelida attraversarmi le membra. Raggomitolata su me stessa e con la fronte china sulle ginocchia, continuo a versare lacrime su lacrime senza riuscire a fermarmi; non che lo voglia.
Ormai è questo l'unico modo per sfogarmi liberamente e completamente.

 

"E se ti dicessi che ne esiste un altro che non ti farà più soffrire?"

 

Alzo lo sguardo trovandomi di fronte la mia nemesi che mi scruta dall'alto per poi accovacciarsi davanti a me.
<< Quale sarebbe l'altro modo? >> le domando tra un singulto e l'altro, portandomi una mano al viso per asciugarmi gli occhi alla meglio.
Le labbra della vampira s'incurvano in un sorriso quasi dolce: << È molto semplice. Non dovrai far altro che consentirmi di reprimere i tuoi sentimenti, belli o brutti che siano. Poi quando mi avrai detto che ti sei ripresa, ti farò tornare in superficie. >>
Trovo molto strano il suo modo di fare, perché lei non è mai stata gentile con me. Ma devo ammettere mio malgrado che la sua proposta mi tenta non poco; sono stanca di continuare a provare dolore, di pensare ogni giorno ai miei cari che non ci sono più e sentire la loro mancanza, o di struggermi per un amore che non esisterà mai.
<< D'accordo, accetto. Basta che poni fine a tutto questo... >> esclamo con voce grave rompendo il silenzio che era venuto a crearsi.
<< Sarà fatto. >> promette lei solenne per poi sparire. Pochi istanti dopo percepisco una morsa stringermi dall'interno, capendo in seguito che si tratta della sua stessa oscurità intenta ad impossessarsi pienamente della mia anima. Io impiego tutte le mie forze per non mettermi ad urlare, rendendomi lentamente conto di star perdendo il controllo del mio corpo. Infine la vampira riesce ad immergere con successo la luce residua della ragazza nel buio totale della sua essenza. Poco dopo la creatura si alza lentamente dall'angolino in cui la poveretta si era rintanata: << Oh Katreena, sei così ingenua. >> ride sommessamente per poi abbandonare velocemente la residenza con passo felpato, senza che nessuno la senta, nemmeno il corvino.

Solo un'ora più tardi Sebastian, allontanatosi da Katreena per evitare di sentirla piangere un'altra volta, torna da lei per vedere come sta, trovando tuttavia con gran sorpresa, la porta spalancata e la stanza completamente deserta. Così il demone si mette alla sua ricerca per tutta la magione senza però trovarla, arrivando alla conclusione che dev'essere fuggita. Allarmato, corre di sopra per recarsi nella camera di Ciel: << Signorino, signorino svegliatevi per favore. >> sussurra lui mentre scuote appena il ragazzino con una mano. Quest'ultimo si lamenta nel sonno per poi aprire lentamente gli occhi: << Che succede Sebastian? >> chiede mezzo addormentato.

<< Si tratta di Katreena. È scappata e temo che possa essersi trasformata. Dato che ho l'ordine di rimanere a guardia della residenza durante la notte, non posso andare a cercarla, dunque vorrei che voi... >>

<< Vuoi che io annulli l'ordine? Non se ne parla! >> replica il ragazzino, interrompendo il suo discorso e scattando a sedere sul letto.

<< Come diamine ha fatto a scappare da te? >> lo interroga andando dritto al punto.

<< Deve aver celato la sua presenza in qualche modo. >> deduce lui, rammaricato per aver causato problemi al signorino un'altra volta.
<< D'accordo. Verrò con te. >> decide infine Ciel togliendosi le coperte.
<< Ne siete sicuro? >> gli domanda titubante il servitore.
Ciel digrigna i denti: << Non osare mettere in dubbio i miei ordini. Piuttosto raccontami cos'è successo. >> minaccia lui fulminandolo con lo sguardo. Sebastian obbedisce suo malgrado mentre veste il Conte. Dopo essere stato nuovamente rimproverato da questi, il demone va a svegliare i propri colleghi, ordinando loro di sorvegliare la magione. Infine lui ed il suo padrone si avviano alla ricerca di Katreena.

**********************

Salve a tutti! Come state? Spero bene. Non esitate a farmi sapere cosa pensate del capitolo, perché un vostro commento è sempre ben accetto, così come le critiche, a patto che siano costruttive :) Alla prossima!

 

   
 
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