Anime & Manga > Haikyu!!
Segui la storia  |       
Autore: SkyDream    30/01/2021    5 recensioni
[Raccolta][Ship!KageHina]
- Fa seguito alla storia "La presunta verità", ma può essere letta anche da sola.
.
Tobio ha accettato Lilà, la bambina brasiliana adottata da Shoyo, e decide di accoglierli entrambi nella propria vita e nella propria abitazione a Roma.
Ben presto, sia Tobio che Shoyo, si accorgeranno di come essere genitori non sia affatto semplice, ma anche di come venga ad entrambi spontaneo - in modi diversi - dimostrare il loro amore per quella bimba tutta ricci.
Genere: Comico, Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri, Shouyou Hinata, Tobio Kageyama
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
~ A Million Dreams ~
Chapter 1
[KageHina][+ Lilà]

«Sei proprio sicuro che sia il modo giusto per farla addormentare?».
«Ma sì! Natsu dormiva sempre abbracciata alle sue bambole!».
Tobio rimase seduto sul letto con lo sguardo perplesso rivolto al suo fidanzato. Attorno a se, nella loro nuova casa a Roma, tutto odorava ancora di vernice e legno fresco.
Era una casa luminosa, con ampie finestre che regalavano una vista meravigliosa sui quartieri romani e su un piccolo parco dove, ogni giorno, tanti bambini scendevano felici a giocare.
Tobio si era subito innamorato di quella casa così solare, si sposava benissimo con il suo desiderio di famiglia e con il temperamento di quell’uragano di Shoyo.
Era stato difficile tornare a fidarsi di lui, delle sue parole e dei suoi sorrisi spontanei.
Per le prime settimane, davanti quegli occhi lucidi da bambino, sentiva sempre un brivido lungo la schiena.
Ma ogni volta si ripeteva che, se davvero non fosse stato così spontaneo, non avrebbe adottato Lilà.
Quella bambina aveva totalmente stravolto le loro vite, si erano ritrovati impreparati e ignari su quali fossero i comportamenti di un bravo genitore.
Entrambi - ne avevano parlato più volte - temevano che la piccola potesse patire per la mancanza di una mamma. Nonostante ciò, era innegabile come il loro affetto compensasse qualunque cosa.
Lilà mangiava, cresceva e sembrava venir su sempre allegra e sorridente. Adorava avvicinarsi agli altri bambini per interagire, guardava “Tobio-otosan” con gli occhi colmi di amore e, ogni volta che quest’ultimo tornava dagli allenamenti e rincasava, se la ritrovava a gattonare per il corridoio per lanciarsi poi in un abbraccio.
Tobio, la prima volta, aveva pianto.
Aveva passato due interi anni senza Shoyo al suo fianco e solo, in una casa piccola e angusta al centro di Roma che sembrava colorarsi solo quando il suo ragazzo andava a trovarlo.
Aprire la porta di casa ed essere accolto in quel modo, così genuino e inaspettato, era stato per lui un colpo basso.
Shoyo gli aveva poi scoccato un bacio sulla guancia prima di mostrargli uno dei pochi piatti speziati che aveva imparato a cucinare in Brasile.
Uno dei pochi piatti che sapeva cucinare, in generale.
Era ormai esperto in pastine e semolini, d’altronde da bambino aveva sempre aiutato sua madre con la piccola Natsu, ma con il “cibo da adulti” continuava ad avere numerose difficoltà.
Fortunatamente Roma disponeva di innumerevoli servizi a domicilio, ignari salvatori della gran parte delle loro cene.
Erano passati cinque mesi da quando Shoyo era tornato dal Brasile, dall’ingresso in quella casa e dalla loro nuova vita in tre.
Tobio non aveva ancora ben compreso come far addormentare la piccola Lilà così, quella sera, aveva chiesto aiuto a Shoyo nella speranza che potesse trovare una soluzione.
Effettivamente, conoscendolo, doveva aspettarsi quella soluzione.
«Shoyo, quella non è una bambola. E’ un pallone da pallavolo.» Tobio indicò l’oggetto ingombrante posto nella culla. Lilà lo fissava incuriosita e intimorita allo stesso tempo, provava a stringerlo tra le braccia ma le sue manine non riuscivano a contenerlo tutto.
Era comunque una scena alquanto buffa e tenera, per cui ad entrambi scappò un sorriso.
«Poco importa, basta che riesca a farla stare buona per tutta la notte! Oggi mi hanno steso sul campo, sono stanchissimo.» Shoyo si tuffò sul materasso facendolo cigolare.
Era finalmente stato preso in una squadra di serie B, la Black Crown Lazio, ma con un po’ di impegno un giorno, forse, sarebbe riuscito ad affiancare Tobio nella Ali Roma.
Poco importava, comunque, aveva abbastanza tempo da dedicare alla sua passione e - tremava ancora al pensiero - a sua figlia. Alla loro figlia, quando un giorno Tobio lo avrebbe accettato.
«Com’è il nuovo alzatore della BCL?» Tobio scompigliò i ricci di Lilà, fattasi improvvisamente soporosa, e si sdraiò sul letto portando le mani dietro la testa.
«Non male, anche se sicuramente non può essere considerato un genio. Oltretutto ha un modo strano di esultare quando facciamo punto.» Shoyo portò due dita sotto al mento, quasi cercasse la parola adatta.
«Dacci, Daddi-» Provò, perplesso.
«Daje?» Provò Tobio, senza riuscire a reprimere una risata, era evidente come l’altro avesse ancora enormi difficoltà sia con l’italiano che con il dialetto locale.
«Daje! Sì, lo ripete sempre con una grande energia!» Shoyo scivolò fin sotto le coperte, con quel pigiama verde troppo grande nonostante fosse innegabilmente cresciuto. Sbadigliò vistosamente e portò una mano sulla spalla sinistra del suo ragazzo, poggiandoci poi il viso sopra.
Tobio si era abituato a quella strana consuetudine. Shoyo si addormentava così, anzi, sembrava quasi svenire di botto e rimaneva intere ore immobile prima di scivolare nella sua parte di letto.
Spense la luce, ma non prima di aver gettato un’occhiata alla culla della bambina: Lilà si era addormentata, probabilmente cullata più dalle loro voci che da quel pallone enorme che Shoyo gli aveva poggiato sul lenzuolino.
“A che ora termina l’allenamento domani?”.
 
“Da Tobio: Oggi Lilà mangia da Clara, vado a prenderla più tardi. Vedi di allenarti per bene, boke!”.
Shoyo aggrottò un sopracciglio chiedendosi dove mai potesse andare Tobio dopo gli allenamenti. L’allenatore lo richiamò a gran voce convincendolo a mollare il cellulare e tornare con la mente sul campo da pallavolo.
“Da Shoyo: Okay, ci vediamo pomeriggio! E non chiamarmi boke!!” .
 
Tobio entrò dentro al negozio di giocattoli: vi erano intere pareti colorate, colme di scatole di ogni forma, peluche di ogni dimensione e una distesa di bambole, bambolotti e pupazzetti.
Rimase immobile, sull’uscio, non sapendo cosa fare né cosa dire.
Sapeva solo che non voleva far dormire la figlia di Shoyo con un pallone da pallavolo.
«Posso esserti utile?» La voce di una ragazza della sua età lo ridestò. La commessa sorrise e portò una mano in alto in segno di saluto.
«Io-ehm … io volevo. Cercavo- » Tobio arrossì, non avendo la più pallida idea di cosa dire.
Cosa stava cercando?
«Per bambina o bambino?» Chiese quella capendo le difficoltà e avvicinandosi.
«Bambina, ha undici mesi, si chiama Lilà!» Tobio si accorse solo dopo di aver dato un’informazione superflua, ma vide la ragazza ridere intenerita e riuscì solo ad arrossire ancora di più.
«Cerchi una bambola o un bambolotto? Qualche gioco in scatola? Oppure-» La ragazza si fermò avendo notato di essere rimasta sola.
Gli occhi di Tobio erano stati catturati da un peluche a forma di corvo, era una palla e con una testa abbozzata con due occhietti lucidi, un bel pennacchio sulla testa gli conferiva un’aria comica e tenera allo stesso tempo.
«Prendo quello, assolutamente quello!» Tobio lo indicò con un dito, non seppe spiegare nemmeno a se stesso perché ne fosse così colpito.
Inconsciamente, forse, lo aveva associato ai suoi anni più belli, quelli alla Karasuno.
«Confezione regalo?».
 
«Tobiooo? Lilà, sono tornato a casa!» Shoyo richiuse la porta alle sue spalle e si aspettò un fantastico abbraccio di gruppo che, amaramente, non vide mai arrivare.
«Dai ragazzi, mi avevate promesso un benvenuto più caloroso! Ho pure portato due frittelle zuccherate, le mangerò tutte io!» Shoyo entrò in camera da letto e per poco non si strozzò con la sua stessa saliva.
Tobio era seduto sul letto e ne aveva delimitato i bordi con dei cuscini. Lilà era seduta di fronte a lui, impegnatissima a studiare un peluche nero senza però allontanarsi dal pallone che Shoyo ormai aveva proclamato essere suo.
«Cosa sta succedendo qui?» Chiese con un mezzo sorriso avvicinandosi al suo ragazzo.
«Assolutamente nulla di quello che stai pensando, idiota.» Tagliò corto l’altro voltandosi verso il muro opposto. Arrossì lievemente.
Lilà gli mostrò il suo nuovo giocattolo con entusiasmo e biascicò qualcosa che nessuno dei due capì.
«E’ bellissimo, Lilà, chi te lo ha regalato? E’ stato forse Tobio-otosan, eh? Ecco cosa doveva fare di importante pomeriggio!» Quel sorrisetto felice continuava a rimanere lì, teso verso un Tobio che sprofondava sempre più nell’imbarazzo.
«Sapevo che saresti stato un papà bravissimo.» Shoyo gli diede un bacio sulla guancia senza smettere un momento di sorridere. Vedere il suo ragazzo affezionarsi a Lilà, poco alla volta, e farle addirittura dei regali, era per lui un’emozione grandissima.
Poteva affermare di essersi sentito così solo quando aveva vinto le partite con la Karasuno e poi con la Black Jackals.
«Regalare un pupazzo da mettere nella culla non è essere un papà.» La voce di Tobio era ferma, anzi, quasi ferita nell’affermarlo. Non era ancora pronto, non si sentiva ancora realmente il papà di Lilà.
«Certo che lo è!» Shoyo lo colpì con un cuscino, diede così inizio ad una lotta di piume e risate in cui, in poco tempo, rimase coinvolta anche la bambina.
Tobio scoppiò a ridere e si lasciò torturare un po’ prima di contrattaccare e fermare Shoyo per i polsi.
«Con te farò meglio i conti stanotte, da soli».


Angolo autrice: Oya, Oya, Oya!
Eccomi con una raccolta che doveva essere pubblicata a Dicembre, ed è cominciata che è quasi Febbraio, oya!
Mi dispiace annunciarvi che gli aggiornamenti non saranno regolari, purtroppo la sessione mi terrà impegnata fino a metà Marzo (Oddio, sono all'ultimo anno e la cosa mi fa troppa impressione, aiuto).
Sono schifosamente indietro anche con le recensioni, non vogliatemene, giuro che passerò.
Vi ringrazio tantissimo per essere arrivati fin qui e aver letto le mie storie <3 spero di avervi strappato un sorriso!

A prestissimo, un bacino a tutti ^-^

P.s. mi sono appassionata a My Hero Academia, aiutissimo, vorrei scrivere una valanga di storie ma ho troppa paura del fandom AHAHAHA credo che rimarranno sul mio pc, ma sono tipo innamoratissima di Todoroki *^* Aiutoooo<3
   
 
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Haikyu!! / Vai alla pagina dell'autore: SkyDream