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Autore: delfigen    30/01/2021    0 recensioni
E se l'agnello fosse il leone? Se Bella fosse una potente strega? Come reagirebbero i Cullen nel scoprire un mondo a loro ignoto? Le minacce che incombono a quale mondo appartengono?
Genere: Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Coppie: Bella/Edward
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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Ciao a tutti, vi ringrazio per i commenti e messaggi sono sempre stra utili. Fino a qui la storia non si distacca molto da Twilight, ma presto Edward capirà che neanche Bella è una semplice umana.  Spero che questo nuovo capitolo vi piaccia.
Buona lettura!



Quella notte non dormì molto. Le parole di Hermione, continuavano a girarmi per la testa. Ero preoccupata per Charlie, ovviamente. Saperlo armato solo di una pistola, in una cittadina con 7 vampiri e una strega mi agitava.
 Non sapevo cosa fare. Pensai di avvisare il MACUSA della loro presenza, ma subito ci ripensai, sicuramente qualche strano ufficio, teneva traccia degli spostamenti e degli attacchi da parte di vampiri.
Quella mattina  approfittai che Charlie fosse a lavoro, per fare le pulizie di casa e cucinare. La giornata passo velocemente, così la sera scrissi una lettera a Reneè raccontandole della scuola babbana, ma evitando accuratamente il discorso Cullen.
Durante la notte nevicò lievemente così, il lunedi mattina, mentre tutti a scuola erano elettrizzati per la prima nevicata dell’anno, il mio umore si fece ancora più nero del solito.
 Non odiavo la neve come pensava Mike Newton, è solo che mi riportava a ricordi passati. 
Ricordi di regali di natale scartati nella sala comune dei grifondoro, caramelle comprate a Hogsmeade e burrobirre bollenti.
Entrai di corsa in mensa, schivando per un soffio una palla di neve lanciata da Tayler, quando per forza dell’abitudine, diedi un’occhiata al loro tavolo. Rimasi di stucco. Erano in 5. 
L’ansia mi assalì, mi ricordavo fin troppo bene le occhiate cariche d’odio che Edward mi aveva tirato la settimana precedente e il solo pensiero di dover passare l’ora di biologia accanto a lui mi agitava.
Arrivata nella classe di biologia, mi accorsi con sollievo che il mio banco era vuoto.
Sapevo che Cullen sarebbe arrivato da li a qualche minuto,  ma il fatto di potermi sedere e riordinare le idee - prima che un vampiro mi guardasse tutta l’ora come se avessi la lebbra-  mi traquilizzò.
Iniziai a scarabocchiare il quaderno, quando lo senti chiaramente sedersi accanto a me. Rimasi concentrata sul disegno, non volevo incrociare il suo sguardo carico di disgusto misto d’odio.
Quando la sua voce bassa e melodiosa mi distrasse -ciao- disse.
Mi voltai a guardarlo sbalordita - mi chiamo Edward Culllen, La settimana scorsa non ho avuto occasione di presentarmi. Tu devi essere Bella Swan- aggiunse.
 Ero sotto schock la sua voce era così vellutata e anche con i capelli spettinati e bagnati sembrava un modello. Per qualche secondo mi dimenticai persino di avere un killer assetato di sangue di fronte a me. Quando mi ripresi mi ricordai il motivo per cui non c’eravamo presentati la settimana precedente, il mio scazzo si manifestò palesemente sul mio volto.
Sembrò confuso dalla mia reazione-  preferisci che ti chiami Isabella?-
- No, Bella va bene - risposi.
La lezione cominciò, era un lavoro di coppia. Dovevamo analizzare dei vetrini e riconoscere le  varie fasi della mitosi di cipolla. 
Un compito piuttosto semplice , l’avevo già fatto con embrioni di corogene con Piton ,al terzo anno. Ogni fase della veniva affiancata ad una pozione differente. Noi usavamo la magia per ingrandirli ed esaminali, ma non sarà poi cosi diverso con un microscopio. Poi  senza Piton che ti gira intorno sicuramente sarà più semplice.
-Prima le  donne- disse indicando il microscopio, ma vedendo la mia esperessione da disagiata aggiunse - se vuoi faccio io-
-No, faccio io - risposi, esaminai i vetrino rispondendo subito con sicurezza -profase-
-Ti dispiace se do un’occhiata?- chiese lui, mentre rimuovevo il vetrino dal microscopio mi tocco la mano, che  allontanai subito di scatto.
le sue dita erano fredde come il ghiaccio. La cosa non mi doveva scioccare  poi così tanto, in fondo era morto, ma quando mi aveva toccato, avevo sentito come una leggera scossa elettrica percorrermi per tutto il corpo.
-Scusa- mormorò, ritirando la mano.
 Diede un’occhiata veloce al vetrino, -profase - concordò.
Continuammo così, a ricontrollare il vetrino che l’alto aveva appena esaminato correttamente e finimmo prima di tutta la classe. 
Iniziai a scarabocchiare il lato di un foglio, cercando di non guardarlo, la sua innaturale bellezza era da mozzare il fiato. Ma non riuscì un granchè nel mio intento e quando mi girai a guardarlo ma lui era già li con un espressione frustrata a fissarmi. Mi senti a disagio ma non i pericolo stranamente. 
Improvvisamente i suoi occhi mi colpirono. erano di un bellissimo color dorato, sembravano oro fuso. La cosa mi stupì perchè mi ricordavo bene gli occhi della scorsa settimana erano neri. Non badai molto al cambio di colore, dando per scontato che usasse lenti a contatto per mascherare il  rosso reale.
-Peccato per la neve  eh?- aggiunse improvvisamente dopo un po’.
 - Non direi- risposi
-Il freddo non ti piace? - chiese.
- e nemmeno l’umido- aggiunsi sinceramente. 
Mi scrutò attentamente. Era tutto così strano, lui era strano, pensai che si sentisse in obbligo a parlare con me, assurdo. Come se io mi sforzassi a fare una conversazione con una fetta di pizza. Non aveva senso.
-Ma allora perchè sei venuta a Forks? Londra a confronto sembra i Caraibi- aggiunse con un leggera risatina. Nessuno me l’aveva mai chiesto in maniera cosi diretta.
-è ....una storia complicata- cercai  tagliare corto.
-Penso di poterla capire- insistette.
Cosa ne poteva sapere lui di perdere un fratello, di un mondo che è cambiato all’improvviso, di una madre cosi lacerata dal dolore da non essere più in lei. Reneè era forte, le volevo bene, e apprezzavo i suoi sforzi nel aiutare a ricostruire, ma non era più in lei.
Lo guardai dritto negli occhi dorati e profondi, - mia madre si è risposata- dissi senza pensarci.
-Non sembra così complicato- ribatte lui con fare comprensivo. Una fitta al cuore mi assali al ricordo del corpo di Phil, freddo dentro una bara con Reneè che si dispera ed io che abbraccio Cole tremante e singhiozzante
 -E lui non ti piace-dedusse Edward con tono dolce, riportandomi al presente.
-No Phil è un tipo ok- le parole mi uscirono di nuovo da sole senza che potessi fermarle. Non so perchè ma quel suo modo gentile, comprensivo e quei occhi dorati mi tranquillizzavano. Tutte le mie difese si abbassarono. 
-Perchè non sei rimasta con loro?- incalzo lui curioso, con lo sguardo fisso su di me.
 Altre immagini mi passarono davanti agli occhi: Bellatrix che colpiva Cole, i festeggiamenti per la morte di Voldemort per le strade, la gioia accompagnata alle grida di dolore dei genitori che venivano avvisati dal ministero della perdita del proprio figlio, i funerali, il breve ritorno a Pohinix , Reneè irriconoscibile.
-Perchè ti dovrebbe interessare ?- chiesi irritata.
- Questa è una domanda molto sensata- borbotto quasi tra se e se.
Una scintilla di curiosità si riaccese in me, ma dopo qualche secondo di silenzio, sospirai irritata dalla sua mancata risposta e mi girai a guardare fisso di fronte a me.
-Ti do fastidio?- sembrava divertito.
Mi voltai e senza pensare risposi di nuovo con la verità - Non esattamente. Sono io stessa che mi do fastidio. Il mio volto è così facile da leggere... Mia madre dice sempre che sono un libro aperto- mi scapò un sorriso.
 Ero accanto ad un vampiro, il peggior assassino al mondo e io mi stavo preoccupando che lui potesse capire quanto fossi fragile in quel momento.
- Al contrario per me tu sei molto difficile da leggere- sembrava sincero e sconfortato.
-Devi essere un bravo lettore allora- con tutte le prede che aveva ammagliato sicuramente lo era.
-Di solito si - disse illuminandosi in un gran sorriso perfetto e bianchissimo. Se voleva spaventarmi non ci era riuscito, ci voleva ben altro per spaventarmi.
Finalmente suonò la campanella e dopo un’ora di tortura in palestra anche la giornata scolastica terminò.
 Ero impaziente di tornare a casa, cosi una volta dento al mio pick up accesi il riscaldamento, guardai intorno a me per controllare che non ci fossero altre auto per potermi immettere nella strada, quando notai la sagoma bianca di Edward, appoggiato alla sua volvo che mi fissava. Mi distrasse per una frazione di secondo, così invece di mettere la prima misi la retromarcia, per poco non tamponavo l’auto dietro.
Rossa come un pomodoro dalla vergogna, feci un respiro misi la prima e partì.
Passando accanto alla volvo con la coda dell’ occhio vidi Edward cullen ridere di gusto. 
Maledetto sposta babbani. ODIO GUIDARE 

 

   
 
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