Film > Star Wars
Segui la storia  |       
Autore: Ellery    31/01/2021    4 recensioni
Il Generale Hux scova un gatto a bordo del suo Star Destroyer, ma non sa assolutamente come prendersene cura. Chiedere aiuto a Kylo Ren potrebbe non essere così geniale, come idea...
{Personaggi principali: Kylo Ren, Armitage Hux, Millicent, Un po' tutti}
Che ci faceva un gatto sulla più potente nave del Primo Ordine? Apparteneva a qualcuno degli addetti oppure era semplicemente un clandestino? Ma in quel caso… come avrebbe potuto salire indisturbato e gironzolare tanto a lungo da finire in un condotto per la spazzatura? Non ne aveva idea, ma avrebbe risolto più tardi quegli interrogativi. La priorità ora era salvare il felino dall’aria tutt’altro che amichevole.
«Non ti faccio niente» promise, cacciandosi il tablet tra i denti e allungando la destra nel tentativo di raggiungere la creatura «Vie-nhi» biascicò.

[La ff prende spunto dal famoso twitter di Pablo Hidalgo , secondo cui Hux ha una gatta di nome Millicent; è ambientata subito dopo la fine di Ep. VII]
Genere: Avventura, Comico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Ben Solo/Kylo Ren, Capitano Phasma, Generale Hux, Kylo Ren, Poe Dameron
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
39. Epilogo


Sei mesi dopo
 
 
Hux si rigirò la penna tra le dita, meditando se la punta della bic fosse sufficientemente affilata per cavare un occhio a quel bamboccio che gli sedeva accanto.

«Posso assicurarti che l’Oscillatore Termico funziona adeguatamente ed è un punto centrale nella costruzione del satellite» snocciolò, prima che l’irritante voce nasale lo interrompesse di nuovo.

«Secondo i miei calcoli, quell’affare è completamente inutile. Appesantirà soltanto la struttura.»

«Non so se hai visto i progetti, ma…»

«Oh, certo che li ho visti. Ribadisco ciò che ho affermato allora: l’Oscillatore è una colossale idiozia. Falsa la precisione dell’intera strumentazione. Non riusciremmo a colpire un pianeta, figuriamoci obiettivi più sensibili come persone o città.»

Ne ho distrutti cinque, brutto idiota… e tutti contemporaneamente.

«Non sono d’accordo. Ho personalmente sperimentato l’efficacia di un modello simile. Funzionerà, ti dico.»

«Mh, personalmente sperimentato, signor Hux? Dove hai studiato ingegneria, per curiosità?»

«All’Accademia di Arkanis»

«Mh, mai sentita. Io sono stato a Stanford.»

Si rammaricò di non avere altro che una penna a sfera tra le mani. Avrebbe pagato per riavere il proprio blaster o almeno il pugnale nascosto nella manica. Sarebbe stato divertente piantargli un coltello in fronte e osservare il cervello spargersi per tutto il tavolo.

Venne distratto da quei pensieri solo quando un insistente bussare scosse la soglia della sala riunioni. Un giovane receptionist fece capolino oltre l’uscio, scusandosi per l’interruzione:
«Il signor Hux è atteso in sala comunicazioni. C’è una chiamata per lei­» riferì sommariamente.

Hux colse l’occasione al volo, sbrigandosi a sgusciare fuori dalla stanza e a seguire il segretario. Questi lo condusse davanti ad un imponente terminale. Gli consegnò un paio di cuffie col microfono prima di lasciarlo solo.

«Amh… pronto?» borbottò l’ex-generale, osservando lo schermo davanti a sé accendersi. Non riuscì a trattenere un sorriso quando scorse il volto familiare del Leader Supremo «Mitaka!» esclamò, ricevendo in cambio un cenno allegro «Come stai? Non mi aspettavo di rivederti tanto presto!»

«Io sto bene signore, e lei?»

«Umh, non mi lamento… beh, a parte l’aver appena finito di discutere con un perfetto idiota di nome Craig… crede di saperne più di me sugli Oscillatori Termici, pff..! Ah, ma lui ha studiato a Stanford» cantilenò con disprezzo, sbuffando poco dopo «A parte questo, tutto a posto.»

«Mastro Ren?»

«Oh, anche lui… anzi, lui sicuramente se la cava meglio di me, tanto per cambiare. Piove sempre sul bagnato, come dicono da queste parti.»

«Perché?»

«Beh, vedi… all’inizio ero molto felice. Avevo ottenuto un lavoro di grande responsabilità, indubbiamente migliore di quello di Ren. Meglio qualificato, meglio retribuito, alle dipendenze statali. Insomma, per farla breve… il governo locale era interessato a Starkiller e mi ha chiesto una consulenza per…»

«Non la starà ricostruendo, vero? Ci aveva promesso che sarebbe stato lontano dai guai!»

«Infatti! No, cioè… sì. Insomma,  giuro che non è stata una mia idea. È tutto perfettamente legale o quasi. È un progetto supportato dallo Stato. Comunque, non sarà proprio la stessa cosa: la faremo su scala ridotta e con obiettivi molto più contenuti. Niente pianeti da far saltare.»

Sentì Mitaka sospirare pesantemente nel ricevitore:
«Per cosa la userete?»

«Mh… città immagino. Persone, se riesco ad ottenere una buona precisione.»

«Fingerò di non aver sentito, generale. Tornando a Ren…»

«Oh, sì! Dicevo, lui all’inizio ha trovato lavoro soltanto come commesso in un negozio d’abbigliamento. Immagina il mio divertimento: il potete cavaliere di Ren costretto a piegare magliette e camicie. Non che a lui dispiacesse, anzi…era piuttosto soddisfatto. Non fosse che… circa un paio di mesi fa, si presenta in negozio un signore anziano e ben vestito. Ha espresso interesse per i pantaloni a vita alta di Ren e.. beh, sai come è fatto, no? Ha attaccato una filippica sulla praticità ed eleganza di quegli obbrobri» una pausa e un mesto ciondolare del capo «Ebbene, il signore in questione era un certo Giorgio Armani, uno dei massimi stilisti conosciuti. Non ci crederai, ma era talmente affascinato dai pantaloni a vita alta, che ha proposto a Ren di lanciare una sua linea di moda.»

«Mi sta dicendo che… Mastro Ren è diventato uno stilista?»

«Già. Guadagna il triplo di me, gira tra sartorie, fiere di settore, passerelle. Ha avuto successo ed ora tutti bramano di poter comprare almeno un paio dei famigerati pantaloni Solo. È la storia più vecchia del mondo, Mitaka…» sospirò «Io mi spacco la schiena e lui è famoso.»

«Se posso permettermi, signore… sono felice per Mastro Ren, in realtà. Temevo che l’assenza della Forza avrebbe finito col logorarlo.»

«No, al contrario. È pieno di risorse, accidenti a lui. Anche se devo ammettere che i nostri rapporti si sono distesi ultimamente. Non riesce più a strangolarmi col pensiero, quindi… lo ritengo un buon inizio» sogghignò, prima di chiedere «Tu, invece? Novità?»

«Ne ho qualcuna, sì…» il sorriso di Mitaka si addolcì nuovamente «Prima di tutto, il Finalizer funziona perfettamente. Phasma ha solo trasformato la sua camera in un centro fitness, ma tanto c’era da  aspettarselo…»

«Accidenti a lei, spero che finisca schiacciata in un compattatore di rifiuti!»

«Non dica così. Phasma sta bene e anche Unamo. Sono tutte assorte dai loro nuovi doveri e mi hanno chiesto di salutarla. Il programma Stormtrooper è ripartito alla grande: abbiamo ottenuto delle ottime adesioni, da quando è su base volontaria. Organa sta ricostruendo la Repubblica e il Primo Ordine avrà ovviamente il suo seggio in senato. Abbiamo deciso di collaborare e sta funzionando, lo ammetto. Sembra che ci sia finalmente pace nella galassia.»

«Bene, praticamente mi hai chiamato per sbattermi in faccia i tuoi successi, Mitaka?» sogghignò, stringendosi poi nelle spalle «A parte questo, sono felice che tu sia riuscito a fare tanto. Pryde è ancora vivo?»

«Certamente! Avevamo deciso di abbandonarlo su un pianeta dell’Orlo Esterno, si ricorda? Ebbene, è diventato una persona squisita. L’esilio lo ha completamente trasformato: ha comprato una fattoria ed ora si dedica completamente all’agricoltura e all’allevamento. Ha trovato moglie anche lui: una signora della sua età molto simpatica, che credo abbia smussato parecchio il suo carattere burbero. Ci mandano regolarmente cesti di frutta e verdura. Ogni tanto andiamo a trovarlo.»

«Quindi anche la vita di Pryde è più interessante della mia, bene. Rose come sta?»

«Stavo per arrivarci signore. Rose è incinta.»

«Che cosa?! Ma… come? Quando?» non riuscì a trattenere uno sguardo di disapprovazione «Mitaka! Voglio sperare tu lo abbia fatto almeno dopo il matrimonio, vero? Non avrai… prima delle nozze?!»

«No, signore. Mi conosce, sa che sono vecchio stile. L’ho corteggiata, ci siamo sposati e poi abbiamo deciso di avere un bambino. Comunque, non si preoccupi… Rose non era la prima volta che faceva certe cose.»

«Che?! Ma… insomma, cioè vuoi direi che l’aveva già… prima del matrimonio?»

«Sì…»

«Ah, beh… capisco. Diamine, Mitaka… come siamo arrivati a parlare delle esperienze sessuali di tua moglie?»

«In effetti, le stavo dicendo che aspetta un bambino. Ora, se femmina vorremmo chiamarla Paige, come sua sorella.»

«Se fosse maschio?»

«Beh… avevamo pensato ad Armitage…»

«Come me?» sentì le lacrime pizzicargli gli occhi. Non poteva credere a tanta lealtà e amore: Mitaka avrebbe chiamato suo figlio come lui? Aveva sempre disprezzato quel nome, ma… forse, per una volta, avrebbe potuto imparare ad apprezzarlo. Si fregò il viso con una manica, cercando di nascondere la commozione «è una cosa così bel…»

«…ma poi abbiamo deciso che come nome non ci piaceva, quindi abbiamo optato per Enric.»

«Come…»

«…Pryde, già! Che ne dice?»

«Che vorrei buttarmi sotto a un treno, Mitaka.»
 
 
***
 

La nuova abitazione sorgeva lungo la costa, direttamente affacciata sulle immense acque dell’oceano. All’inizio, gestire il sole era stato un problema per Hux, ma alla fine si era abituato. Aveva comprato in offerta un quantitativo esagerato di protezione cinquanta, grazie alla quale era riuscito a non tingersi costantemente di rosso, come un gambero ben grigliato. La casa si sviluppava su due piani ed era completa di un modesto giardino. Una strada sterrata la collegava al paese più vicino: un insediamento piuttosto isolato, abitato principalmente da famiglie di pescatori abbastanza schive e introverse. Un villaggio carino, dove le persone amavano farsi i fatti propri e la discrezione era all’ordine del giorno; un posto perfetto dove nascondere due criminali galattici.

Hux infilò il vialetto, dopo essersi fatto accompagnare da un agente CIA di turno. Non era ancora riuscito a prendere quella maledetta patente, a differenza di Ren: lo bocciavano sempre sul parcheggio a esse! Come se fosse una manovra importante, poi…

Il pickup di Ren era parcheggiato in fondo alla strada, segno che l’ex-cavaliere era in casa. Hux pulì velocemente la suola sullo zerbino, girando poi la chiave per superare l’ingresso.

«Sono arrivato…» sospirò, lasciando cadere la ventiquattrore accanto all’uscio e liberandosi in fretta del cappotto.

Osservò l’ambiente circostante: al centro del salotto, il tavolo era finemente apparecchiato. Ren aveva preso il servizio bello dalla credenza, scegliendo dei piatti di porcellana finissima decorati con motivi floreali. Anche le posate erano nuove, così come i due calici ripieni di vino ambrato.

«Ben tornato!» una voce giunse dalla cucina. Kylo Ren fece capolino poco dopo: indossava un grembiule macchiato di sugo, che fortunatamente proteggeva i suoi amati pantaloni a vita alta e il petto nudo.

«Non puoi coprirti, dannazione? Siamo a gennaio!» Ma Ren non fece cenno d’aver sentito. Al contrario, gli infilò tra le mani una busta «Che cos’è?»

«Il motivo per cui stiamo festeggiando.»

Hux aprì l’involucro, abbassando lo sguardo su una coppia di biglietti aerei. Il volo segnava come destinazione Milano. Aggrottò la fronte, sempre più perplesso.

«Milano?»

«Esatto! Parteciperò alle sfilate della Settimana della Moda come stilista emergente! Non è fantastico? Giorgio… beh, Armani… ha detto che è arrivato il momento di presentare la collezione Solo sulle passerelle milanesi. Sono emozionatissimo.»

«Amh… sono felice per te Ren. Cioè, no… in realtà ti invidio e ti odio, perché la tua vita è fantastica e io devo lottare quotidianamente con un idiota di nome Craig, ma… beh, è un grande traguardo per te, non posso negarlo. In tutto questo, io che c’entro?»

«Beh, vieni con me!»

«Ma… il progetto Starkiller

«Ho già chiamato io, mi hanno detto che puoi prenderti un paio di settimane di vacanza.»  Ren saltellò su un piede solo, visibilmente soddisfatto «Non sei contento?»

«Io… emh… sì, beh, una pausa non mi farà male. L’ultima volta che sono andato in ferie neppure me la ricordo. Sarà stato alla fine dell’accademia, sicuramente…»

Ben Solo lo lasciò, tornando verso la cucina con un allegro canticchiare. Hux decise di concentrarsi sul prossimo da farsi: c’erano così tante cose di cui occuparsi prima della partenza. Milano, Italia. Chissà come era, come posto… aveva, ovviamente, letto un po’ di informazioni sui vari Paesi del mondo, ma non si era soffermato su alcuna città nello specifico. Tuttavia, un collega non era forse andato in Italia l’estate precedente? Aveva detto d’essersi trovato bene: clima mite, persone accoglienti, cibo fantastico. Inutile dire che questo aspetto bastò a convincerlo a prendere parte al viaggio: avrebbe assaggiato nuove prelibatezze e magari avrebbe potuto partecipare a qualche corso di cucina. Chissà, magari avrebbe incontrato qualche chef rinomato, che lo avrebbe assunto nel proprio ristorante come esperto in frittate. Sorrise a quell’idea, cullandosi nelle fantasie. Sarebbe potuta esser una svolta, già… forse accompagnare Ren non era poi un piano così malvagio. E mentre era in Italia, forse avrebbe anche potuto studiare qualche piccola modifica per Starkiller: dopo tutto, moltissimi artisti e scienziati avevano lì i loro natali; doveva essere un posto davvero ispirante! Sarebbe stato perfetto per lavorare in pace, lontano da Craig e dalla sua boria. Annuì soddisfatto: sì, una vacanza gli avrebbe fatto bene.

Ignorò la tavola imbandita e si diresse a passo spedito verso la camera.

«Non vieni a mangiare?» chiese la voce di Ren dalla cucina.

«Non ora! Ho da fare!»

«Che cosa? Cosa c’è di più importante dello stufato di broccoletti e…oh, a proposito! Sai che Milano non è lontana da Bruxelles? Potremmo fermarci a prendere i cavoletti.»

«Non…non adesso, Ren! Mi devo preparare per domani sera.»

«Perché? Cosa facciamo domani sera?»

Hux si concesse un leggero ghigno:
«Quello che facciamo tutte le sere Ren» esclamò, affacciandosi sull’uscio soltanto per rimarcare «Tentare di conquistare il mondo!»
 

 

 
 FINE
 

Angolino: è la prima volta che termino una long!
è davvero finita, sì. Questo era l’ultimo capitolo. Un viaggio che è durato poco più di un anno, con i suoi alti e bassi. Questa storia era iniziata come una one-shot, un piccolo spaccato nato dal twitter su Millicent. Mi ero semplicemente ripromessa di scrivere una ff divertente su come Hux potesse aver trovato il gatto.
Poi, dopo il capitolo uno… mi son decisa a scriverne un secondo e poi un terzo. Avevo pensato sarebbe stata una mini long di cinque-sei capitoli al massimo… una cosina carina sulle disavventure feline di Hux. Poi, poi… a un certo punto, mi è venuta in mente una trama. Si è costruita pian piano, arricchendosi spesso da sola: piccole idee, spunti pescati qui e là e rimodellati perché si adattassero al contesto. I titoli dei capitoli sono tutti presi dai dialoghi interni: mi piaceva l'idea che fossero i disgraziati personaggi ad aprire ciascun capitolo (naturalmente, l'epilogo è l'unica eccezione).
Alla fine, questo è il risultato. Vi ho rotto i boccini per un anno e trentanove capitoli. Oggi metto un punto e scrivo la parola Fine a questa storia. Vi lascio in sospeso, con Hux che sogna di conquistare il mondo a colpi di frittate… e Ren che cercherà di spopolare sulle passerelle milanesi.
I miei ringraziamenti vanno a voi, che avete letto fin qui e seguito tutto con pazienza.
In particolare, ringrazio: Maria e la sua passione per Kylo Ren. White Dahlia, ZoeLightstar, AMYpond88, Afaneia e Vale_Balz. Grazie per il vostro sostegno e per la costanza con cui avete seguito questa storia. Grazie per i consigli, per le recensioni, per avermi supportata nella scrittura. Questo ultimo capitolo è per voi, per ringraziarvi davvero di tutto.

Ps.Potrebbe esserci un sequel, sì… qualche idea che mi frulla in testa c’è, devo solo costruire una trama e mettermi a scrivere. Non credo che Hux ne sarà felice, ma tanto a nessuno importa della sua opinione XD
 
Un abbraccio
 
E’ry

 
  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Star Wars / Vai alla pagina dell'autore: Ellery