Giochi di Ruolo > Eldarya
Ricorda la storia  |      
Autore: elesti    31/01/2021    0 recensioni
// Spoiler: ambientato durante Eldarya New Era, alcuni riferimenti all'episodio 3 //
Semplicemente, si era arresa.
Perché continuare a sforzarsi, quando lei non era abbastanza?
Quando per quanto lei ci provasse, tutto era troppo.
7 anni erano troppi.
Lei sinceramente, non riusciva a colmare il divario, le differenze, le troppe nuove situazioni e informazioni.
Ha smesso di provarci.
Voleva solo aiutare di nuovo Eldarya e sperare di svanire come la prima volta.
Solo che questa volta avrebbe sperato di non uscire più dal cristallo.
Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Erika, Nevra
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Aveva finito il suo pasto da un pezzo, ma non si muoveva. 

 

Davanti a lei, il tavolo con sopra un piatto ormai privo di tutto ciò che era commestibile del pasto creato da Karuto, apparecchiato solo per lei, nell'immensa e rumorosa mensa. 

Che sia chiaro, aveva voglia di rimanere sola, oggi, come in fin dei conti le numerose precedenti giornate. Tralasciando l'allenamento con  Jamon ovviamente, non oserebbe mai saltare un allenamento con lui. 

 Proprio oggi sembrava la giornata più opportuna, visto che non ci furono alcuna missione o compito o richiesta da svolgere. 

 Aveva declinato gli inviti di ogni genere: di andare in biblioteca; nella fucina; di partecipare alla serata che puntualmente Karen e gli altri organizzavano in questo periodo della settimana. Tutte pero con una certa difficoltà. 

 Come da copione, quando si decideva di voler stare da soli tutto il mondo era contrario e ti avrebbe trovato anche nel miglior nascondiglio. 

Ma eccola qui, finalmente a fine cena, a poche ore ormai dalle imminenti braccia di morfeo, che avrebbero finalmente concluso la giornata. 

 Ma lei non si muoveva. Osservava, semmai. 

Sinceramente, era meglio? Rimanere ad osservare, senza intromettersi e creare il probabile nuovo problema. Perché lo aveva realizzato qualche mesi fa, che sin da dopo il suo risveglio, ovvero più di 5 mesi fa, aveva solo combinato disastri. 

Alcuni finiti bene, che addirittura avevano portato avanti le indagini su ciò che stava accadendo ad Eldarya e si cosa minacciava la pace di questo mondo che ormai definiva come la sua casa. Ma alcuni decisamente finiti male, dove la portavano sempre ad un prossimo litigio con qualcuno o le insinuavano dubbi in sé stessa. 

 Bastava guardare i tavoli intorno per elencare i più eclatanti. Il rapporto teso con Chrome e Karenn. Differenze di pensiero con Huang Chu. Gli episodi di sfiducia che aveva dimostrato verso Huang Hua. Le continue visite all'infermeria di Ewelein. La relazione abbastanza tesa con Mathieu. Il rapporto inesistenze con Leiftan(strano come anni rinchiusi insieme non abbiamo giovato tra loro eh?) 

 Ma sopra alla classifica del peggio del peggio? 

Non era nemmeno il tacito consenso di esistenza verso Lance, con il quale ogni tanto, alla fine, doveva conversare, odiando ogni qualvolta capiva perché ormai era degno di fiducia nell'essere attuale Capitano Dell'ossidiana. Oppure che pian piano lo stava perdonando, in ricordo di Valkyon. 

Oh no, il peggio era vedere le numerose compagnie femminili condividere il tavolo con Nevra. Il vederlo così interessato a loro. Conversare con loro. Ridere con loro. Quando con lei, ogni scusa era lecita per discutere per tutti i mesi in sui era tornata. 

 Ma fortunatamente, solo per i primi, perché per quelli trascorsi dopo non ce la fece più. 

 Non ce la faceva più a sentire il peso dei 7 anni in cui ha riposato e il mondo è andato avanti senza di lei e Leiftan. 

Non ce la faceva più a invidiare la decisione presa dell'amico Daemon/Aengel. 

Non ce la faceva più ad irritarsi ogni qualvolta che si sentiva chiamare "eroina". 

Non ce la faceva più a non avere un rifugio dove scappare nel luogo che poteva definire casa. Perché nemmeno l'albero di ciliegio ormai poteva essere la sua via di fuga, senza che la presenza di quelle dannate statue la opprimesse. 

 Quindi a cominciato a smettere di lottare per quello che, secondo la sua percezione, aveva prima di risvegliarsi mesi fa. 

 Ha smesso di fingere che quei 7 dannati anni non fossero cosi dannosi. Perché lo erano. 

 Gli avevano portato via amicizie, relazioni, episodi, avventure e l'amore. 

 Non incolpava nessuno, se non il tempo. 

Non era colpa loro se erano andati avanti. Che i suoi amici erano cresciuti, che altri erano partiti e altri rimasti. 

Che la guardia scintillante sia cosi cambiata, ovviamente in modo positivo, ma cosi troppo repentino per lei. 

Che quella che era la sua camera da letto fosse stata riciclata per utilizzi più consoni. 

Che la citta doveva essere riscostruita dalle macerie, e che si sentiva in obbligo di dedicare qualcosa a coloro pensavano, i cittadini, fossero i loro salvatori. 

Che la persona che amava, ama, e amerà forse per tutta la sia vita, sia andata avanti. Perché, di nuovo, anche se per lei sembrava solo ieri che si svegliassero nella loro camera, nel loro letto, prima della grande battaglia, per lui erano soltanto lontani ricordi. 

 Quindi, l'unica soluzione, era solo, spegnersi. 

Con tutti, nessuno escluso 

Continuare le indagini. Aiutare a salvare Eldarya. Di nuovo. 

 Delle volte, sperava, sognava, che alla fine di tutto, potesse tornare dentro il cristallo. E rimanerci, questa volta. 

 Non erano poche le occasioni, la sera soprattutto quando nessuno poteva vederla, che entrasse la sala del cristallo, si sedesse davanti a lui e basta. Si potrebbe dire che era il suo nuovo rifugio, ma non era cosi, se ogni volta sperava che il cristallo la inghiottisse. 

Inoltre era la stessa stanza che le revocava i peggior ricordi. 

 Furono le occhiate al tavolo dei ragazzi a distrarla dai suoi pensieri. Chrome l'aveva leggermente indicata, con nonchalance, forse per chiedere ai propri compagni di tentare ad invitarla di nuovo. 

 Quindi fu repentina e veloce nel prendere il proprio piatto e posate, lasciarli insieme al gruppo degli altri consumatori e fuggire via dalla mensa. 

 Forse davvero doveva entrare nella guardia dell'ombra per quanto furtiva stava diventando pur di evitare tutti. 

 Sapeva che non sarebbe bastato rintanarsi nella propria stanza. Allora vi avvio fuori dal QG, supero il rifugio, l'albero di ciliegio, i giardini, tutto pur di raggiungere l'esterno delle mura. Una volta la tana dell'albero pure era un buon nascondiglio, ma ormai aveva scartato pure lui. Troppo scontato, troppo visibile. 

 Finché non aveva scoperto forse l'unico posto in cui sembrava necessario notare quanti fosse cambiato. La spiaggia. 

Stessi scogli, stessi massi, stesse scale ripide, stesso panorama. 

Si, l'erba mostrava segni di cambiamento, ma accettabili. 

Si sedette vicino allo scoglio in mezzo alla spiaggia, testimone di molti avvenimenti, forse i più importanti. 

 Rimase , seduta, tranquilla, ad osservare ogni minima reazione del mare di fronte a lei. 

 Pur essendo un luogo cosi intrinseco di ricordi belli o meno, riusciva a nascondersi da tutti i problemi. O cosi pensava. Delle volte il mattino seguente si svegliava con gli occhi rossi, e siccome quelle notti dormiva si e no un ora, non erano le mura della sua camera ad essere testimoni delle sue lacrime. 

 Forse era l'unico posto sul serio dove si sentisse al sicuro? Li, da sola, al freddo, dove si impregnavano dell'odore salmastro la pelle, i vestiti, i capelli e anima. 

 Non si cambiava nemmeno i vestiti quando veniva qui prima di andare a dormire pur di non perdere quell'odore di sicurezza che questo luogo le procurava. 

 A destarla di nuovo in quella serata fu il rumore di passi provenire dalle scale per accedere alla spiaggia. 

 Di certo era il suo seifaunValkyon. 

Non era riuscita a trovargli un nome migliore, ma non potevano esserci dopo aver visto i suoi occhi cosi simili al suo prezioso amico. Forse l'unico a cui 7 anni or sono era riuscito a dare un addio adeguato, in un certo senso. 

 Ed era davvero lui, quando volse gli occhi verso il famiglio ormai cresciuto. Il problema è che non era solo. Non sapeva come reagire alla presenza "dell'intruso'", ma si trattenne, per lo meno, dal rintanarsi nello scoglio. 

 Perché il motivo peggiore per cui si spaventava e che l'aveva spinta ad arrendersi, era quando parlava con gli altri e capiva ancor di più che erano cambiati e non riusciva a sopportarlo. 

 Soprattutto se il soggetto era quello che sembrava aver avuto più cambiamenti di tutti. 

 Che la stava fissando con i suoi occhi color lavanda. 

 In un silenzio che sembrava voler rompere. 

 << Sai... Questa era proprio l'ultima spiaggia che mi era rimasta per capire dove ti nascondevi in queste serate. >> 

 Forse doveva succedere prima o poi. 

Non sarebbe riuscita a trattenersi davanti a loro ancora a lungo. 

Ma crollare perché il Nevra attuale le stava facendo una pessima battuta che nella sua testa aveva sovrapposto la figura di un ormai passato Nevra? Era troppo anche per lei. 

  

Quindi crollo , davanti a lui, immobile come un animale davanti a dei fari accesi, in lacrime copiose e silenziose. 

 Subito Valkion le si accoccolo vicino, tetando di distrarla, o farla riprendere. Ogni tanto guardando la sua padrona e l'altro essere  con loro in cerca di aiuto. Ma l'altro era immobile, peggio di quando l'aveva intravista prima di decidersi di scendere finalmente le scale e raggiungerla. 

Ma quando ormai non sapeva come reagire, il famiglio accuccio la testa sopra le gambe della padrona e attese. 

 << Per quale motivo ti sei...?? >> provo a indicarla Nevra, con quello che poteva sembrare panico? Poteva dimostrarlo anche senza esprimere nulla sul viso (al massimo le sopracciglia crucciate) e rimanere composto? Poi come il famiglio, aspetto. 

 << Non... Non fare battute. >> la senti sospirare, senza vederla nemmeno ricomporsi. Vedendola che lasciava che le lacrime le bagnassero il viso come se nulla fosse. << Solo... Non farlo. >> 

 Ormai una qualsiasi espressione da lui era deducibile solo grazie alle sopracciglia quasi, come per esempio la loro posizione scettica. 

<< Da che non ne facevo affatto, ora ti lamenti che le faccio? >> 

 << Non facciamo nemmeno questo>> sospiro di nuovo lei. 

 << Cosa ora?! Domande sul tuo comportamento?! Stai diventando un totale no su tutto come->> venne interrotto. 

 << non voglio più litigare >> 

 Nevra tacque. Si videro le sopracciglia assumere molte posizioni. Dimostrando la quasi confusione di lui su cosa provare. 

Alla fine pero, come il famiglio, attese, questa volta per davvero. E analizzo la situazione, mentre aspettava che le cascate dei suoi occhi cessassero. Trattenne l'avvicinarsi a lei e asciugargli il viso come avrebbe fatto un tempo. Come la testa gli aveva detto di fare non appena quel pianto era iniziato, ma che aveva deciso di non fare. 

Il peggio era come più la guardasse, più sembrava catapultarlo al passato. Perché era la stessa ai suoi occhi. Forse era questo a irritarlo ogni volta. Non solo vedere Leiftan ma anche lei cosi? Cosi intoccata dal tempo, cosi rumorosa (per i primi mesi almeno?) quando apprendeva nuove notizie vecchie per lui, così... Come i suoi ricordi la ricordavano? 

Ma la nuova rabbia che le suscitava? Oh era totalmente diversa. Vederla si, partecipe alle missioni, indagini, al QG...ma spenta. 

Che non reagiva nemmeno ai suoi litigi contro Leiftan se non per farli smettere. La frustrazione nell'averla vista sottomettersi alla presenza di Lance in meno di due settimane. (sia o non, per via di quella repentina missione avvenuta dopo che lei aveva scoperto che Lance era vivo). 

 Al comportarsi come un soldato senza espressioni e emozioni come lui. Ma senza i 7 anni di esperienza. Senza tutto quello che aveva passato lui, ma bastandole si e no due mesi in questa nuova realtà. Senza lottare di più, come quando nemmeno la prima settimana in assoluto in questo mondo urlava a squarcia gola per tutto il QG di voler un materasso decente. 

Eccola, è tornata la rabbia che in questi mesi non riusciva ad attenuare. 

Perché lui la conosceva. 

Perché lui lo sapeva. 

Perché lei era nata per battibeccare. 

Per ottenere ciò che riteneva giusto avere. 

Informazioni. 

Rispetto. 

Ammirazione. 

Lealtà. 

Sentimenti. 

 << Che cosa sei. >> sputo, avvicinandosi a lei rispetto ai 8 metri occhio e croce che li separavano. 

 << ... Un Aengel?  >> La vide perplessa. Finalmente, una pseudo emozione. 

 << Non ti ho chiesto che faeries sei. Ma che cosa sei. E ora rispondi.  >> 

 Forse aveva capito le intenzioni? Forse lo aveva spaventato? Fatto sta che aveva visto il famiglio di lei alzarsi e allontanarsi da loro. 

In più, da Erika riuscì finalmente ad ottenere qualcosa di vero, anche se per pochi secondi. Una leggera fiamma negli occhi di lei. L'aveva vista anche se subito era scomparsa. 

 << Non sono un oggetto, Nevra.  >> 

 << Non si direbbe. Sbaglio o non fai altro che eseguire missioni? Sbaglio o non parli con nessuno?! Sbaglio o ti svegli, alleni, esegui gli ordini e poi ripeti?! >> ormai era a due piedi da lei << SBAGLIO O SEI SOLO UN SOLDATINO VUOTO NELLE MANI DELLA GUARDIA?!  >> 

 << Vorrai dire che sono come te?! è questo che vuoi che ti risponda?!  >> riecco quella fiamma. Da cosi vicino e non appena si era alzata per tenerle testa la riusciva vedere chiaramente. Cosi piccola e fioca e lucida per via di quei occhi reduci dal pianto. 

 << Non paragonarmi a te!! Io almeno qualcosa la provo! REAGISCO!! 

 << FELICE CHE TU POSSA REAGIRE A QUALCOSA! NON L'AVREI MAI DETTO CHE LITIGARE FOSSE UN MODO PER TE DI REAGIRE >> 

 << SEMPRE MEGLIO CHE ESSERE VUOTI COME L'INTERNO DI UN CERCHIO DI FUNGHI CHE NON PORTERANNO MAI A NULLA >> 

 << NON HO MAI CHIESTO DI ESSERE QUI!  >> 

 << OH INTENDI COSI SCIOCCA DA ATTRAVERSARE UN PORTALE SENZA ACCORGERSENE?!  >> 

 << NON HO MAI->> non la fece nemmeno finire. 

 << DI RIMANERE NELLA GUARDIA DI NUOVO DI TUA SCELTA? COSA ILLUMINAMI ERIKA!! >> 

 << NON HO MAI CHIESTO DI RISVEGLIARMI DAL QUEL DANNATO CRISTALLO!!  >> 

 Dopo un sonoro "slap" tutto tacque di nuovo. 

Rotto dal mare. Rotto dallo scrosciare degli scogli. Rotto dal leggero gemito del famiglio. Rotto dai respiri trattenuti dei due. 

Rotto da  Nevra con occhi quasi fuori dalle orbite, che osservavano la guancia pulsante e rossa di lei, dalla pelle nivea, immobile con il viso bloccato dopo il colpo. 

 Rotto dallo spostamento della sabbia sotto i passi trascinati di lei, che indietreggiando, trovo come unica forte rimasta per rimanere in piedi, lo scoglio dietro di lei. Sempre lei che aveva abbassato lo sguardo. E ha cominciato respirare. E ispirare. E respirare di nuovo. E di nuovo. 

 RipresosiNevra riconobbe l'attacco di panico. Agi. 

 << Erika. ERIKA! Respira con me! Segui il mio respiro! >> Gli prese le mani e le poggio al proprio petto << Lo puoi fare Erika, si, respira con me, insieme a me. Ispira-  >> gonfio più che poté il petto d'aria << - ed espira. >> lo sgonfio 

 La vide resistere, combatterlo, continuare a iperventilare.  Provo un altro approccio. 

 Avvicino il viso al suo orecchio, verso dove la guancia pulsava, per farsi avvertire meglio della propria presenza. 

<< Respira per me. Erika fallo per me. Rimani qui a respirare con me. Ti prego Erika. Senti i miei respiri. >> sussurrò. 

 La vide reagire. Seguirlo. Rilassarsi. Finalmente. 

 << Sia lodato l'oracolo...continua a respirare con me Erika. >> le soffio all'orecchio, prima di affondare la testa nella sua spalla. << cosi. Bravissima.  >> 

 Quando la senti finalmente respirare normalmente, si rilasso per davvero. Ma non voleva abbandonare la sua posizione. Non voleva che lo vedesse cosi. Scomposto. Una figura che duramente aveva lottato di indossare. Anche se sua voce lo tradiva su come realmente si sentiva. 

 <<  Mi dispiace Erika. Non avrei dovuto, non so cosa mi è preso. Perdonami ti prego. Ti prego.  >> 

Eccolo di nuovo, a chiederle perdono. Perché sapeva per esperienza che l'avrebbe dilaniato se non l'avesse ricevuto. 

 Fu solo grazie al silenzio che li circondava poi se ne accorse, del mormorio di Erika. 

 << Come? >> 

 << Cosa devo fare >> lo disse d'un fiato, in fretta. 

 Confuso, si tiro indietro per guardarla. Forse era una delle poche volte che si percepiva cosa esprimeva per davvero, senza filtri, perché la vide continuare. 

 << Cosa devo fare qui Nevra, cosa posso fare. Cosa non posso fare. Come reagire. Se posso reagire. TI PREGO DIMMELO PERCHE IO NON LO SO PIU! >> 

 Non sapeva come risponderle, come ora quando ogni volta la vedeva piangere e non sapeva cosa fare per impedirlo 

 <<  Dire la mia sulla terra non serve. Matthew è piu aggiornato di me. Le mie strategie sono inutili, avete più esperienza militare di me. Non riesco a combattere, anche dopo tutti gli forzi di Jamon.O AD USARE I MIEI POTERI SENZA TE NELLE VICINANZE! Eldarya è andata avanti. Karen, Chrome Ewelein, Huang Hua, Tu siete andati avanti. LANCE È STATO PERDONATO. Leiftan ha deciso di redimersi. Cosa devo fare io?! Cosa posso fare io? SONO SOLO UN FANTASMA DEL PASSATO CHE NON RIESCE AD ANDARE AVANTI ED ADEGUARSI.  >> più la sentiva parlare, più la sentiva le mani di lei afferrarle la maglia. Tirarla. Tenerla all'interno dei suoi pugni. Riusciva più a sentire cosa stava facendo che capire come risponderle.  << NESSUNO DI VOI MERITA... merita... Me. Che io mi avvicini a voi. Come un parassita. Non vi merito... Nessuno di voi Nevra... 

 << Erika. Chi ti ha fatto mettere in testa quest'idea. Hai discusso con Lance?? Non essere ridicola non sei un parassita. Nemmeno un peso. Se no perché Huang Hua e tutti noi ti avremmo chie->> 

 << Nevra. Non ti ho chiesto questo. >> 

 Era la serata del tacere, a quanto pare. La cosa più snervante? È che era lui di solito a zittire con le parole gli altri, non il contrario 

 << Io.... Vi ho arrecato solo dolore. Il mio essere qui ha arrecato dolore, dopo i primi 5 minuti di scoperta che hey, guardate, il cristallo mi ha sputato fuori, che bello rivederti Erika. >> 

 La serata si concluse li. In tutti i sensi. Perché pochi istanti dopo sorse il sole, di nuovo con loro die come testimoni. 

Con una differenza. Che Erika fece notare. 

 << Triste come abbia ragione. Non trovi? La nostra prima alba è stata cosi... Bella, chiara, chiara n le nuvole a riparare da freddo neo cielo, mentre ero riuscita a evocare una piccola sfera di luce nelle mie mani. Avevi davanti a te una Erika sana. Mentre adesso, ti ritrovi con un Erika rotta, con un'alba rossa e con nessuna nuvola che ci ripari dal freddo imminente che nemmeno il sole riuscirà a farci passare. >> 

 Detto questo sparirono lei e il seifuan, lasciarono il vampiro lì da solo, mentre la seguiva con l'occhio finché ne era capace dalla sia posizione. Con il sole rosso che sorgeva alle sue spalle. 

 

 

 

 

 

Note Autore: 

Da quando ho iniziato la "serie" 'new era', sto provando sentimenti contrastanti, il giocare l'episodio 3 mi ha ulteriormente ispirata a questo. Non voglio dire altro. Se non che non sono ancora sicura ci sarà un seguito e un grande grazie per aver voluto leggere questa ff. 

Con affetto, EleSti 

   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Giochi di Ruolo > Eldarya / Vai alla pagina dell'autore: elesti