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Autore: SidV    01/02/2021    1 recensioni
Non sono capace di innamorarmi. Lo so bene.
Anche se, all'epoca, non riuscii a farne a meno.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Kaede Rukawa, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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CAPITOLO 8 

 

 

- quando li trovo io li scanno, lo giuro! - dichiaro a gran voce, allungando il passo lungo il corridoio deserto del palazzetto dello sport. Abbiamo l’autobus scolastico che attende fuori da ormai dieci minuti ma della nuova e fiammante coppia di idioti non c’è traccia da nessuna parte e nessuno sembra neppure averli visti. 

- magari si sogno imboscati in qualche sgabuzzino… 

Ryota cammina affianco a me, le mani incrociate dietro la testa e ha pure il coraggio di ridersela.

- a fare che? Se fosse così ce ne saremmo accorti dalla pozza di sangue che ci sarebbe fuori. No, te lo dico io: quelli lo fanno apposta per farmi indiavolare. 

- sei diventata una complottista Harukina adorata?

Credo di emettere letteralmente un ringhio in risposta ma lui continua ridersela come se niente fosse. L’ho già detto che non mi è per niente di aiuto e che come capitano dovrebbe essere decisamente più severo di così? Dovrò fargli l’ennesimo discorsetto o qui mi farò venire una cistite a forza di essere l’unica adulta qui dentro. 

Svoltiamo l’ennesimo angolo insieme ma, mentre sono ancora assorta nei miei per nulla ottimistici pensieri, lui mi blocca per un braccio, impedendomi di proseguire. Sto per inveirgli contro qualsiasi cosa tra cui non c’è tempo da perdere con i tuoi giochetti che metabolizzo l’immagine che mi si palesa davanti, a una decina di metri da noi. 

Quanto meno posso esclude la possibilità che i due scomparsi si siano fatti fuori, a meno che quello che stanno facendo non sia cercare di soffocarsi a vicenda a furia di baciarsi. Perché quello che sta succedendo qui è tutto forchè un bacio casto o un banale scambio di salive. Questi si stanno letteralmente mangiando. Sento le guance diventare propora mentre non riesco proprio a distogliere lo sguardo da quello che dovrebbe essere un momento privato ma gli occhi mi si sono incollati sul modo che hanno di tenersi stretti uno all’altra, come se si lasciassero potrebbero precipitare nel vuoto, come se la loro unica salvezza fosse nelle labbra dell’altro. 

- trovati - biascica Ryota, stordito almeno quanto me - che facciamo? Andiamo via?

Vorrei farlo, dico davvero. Vorrei scappare via per quanto sono in imbarazzo ma il dovere ha come sempre la priorità per me e trattengo Miyagi con me, cercando supporto morale. Sto ancora pensando a che parole usare per interromperli quando vedo la mano di Kaede scendere lungo la schiena di Izumi fino a infilarsi sotto la corta gonna della divisa e poggiarsi, sono sicura, non molto delicatamente sulla sua natica. 

- ragazzi! - sbotto, poco candidamente ma sto letteralmente morendo di vergogna - dobbiamo andare via!

Izumi scatta in piedi in mezzo secondo, come un gatto spaventato e si volta nella nostra direzione con gli occhi spalancati e il respiro corto. Ha gli abiti spiegazzati, i capelli completamente arruffati e sembra essersi resa conto solo ora di che cosa stia accadendo intorno a lei. 

- Ayako… - sussurra, per poi riprendere contegno e parlare con la voce più innocente del mondo - che succede? Avevi bisogno?

Ora le salto alla giugulare e la mordo, lo giuro su mia madre. 

- veramente vi staremmo aspettando da un po’, sarebbe ora di rientrare per questo vi stavamo cercando - Ryota se la sorride sornione e io, per la prima volta, sono felice che lui sia una persona così comprensiva, perché personalmente stavo per fare un vero casino - chiediamo comunque scusa per l’interruzione… 

- oh! - esclama la rossa, assumendo uno sguardo annoiato e distaccato a dir poco magistrale - potevate dirlo subito. Cosa stiamo aspettando allora? Su, fate strada. 

Mentre parla comincia già a muovere qualche passo verso di noi e, se non fosse per un leggerissimo tremolio che vedo nelle sue ginocchia, potrei anche pensare di essermi immaginata tutto quanto. Una attrice consumata, Meryl Streep levati a dir poco. 

Kaede, al contrario, non ha ancora fatto una piega e neppure emesso un verso, sta ancora seduto sul pavimento con lo sguardo più ombroso che gli abbia mai visto in faccia che punta alla schiena di Izumi in modo talmente intenso che quasi mi meraviglio che lei non stia prendendo fuoco all’istante. Finalmente però, dopo pochi secondi anche lui pare svegliarsi dal suo stato di trance e cerca di rialzarsi in piedi, facendo leva a terra con le mani. Stiamo tutti per andare all’autobus finalmente quando sento provenire dalla sua direzione quello che è decisamente un forte verso di dolore. 

Ryota è da lui per primo, colto da un improvviso spirito da crocerossina, che si tiene il polso destro con l’altra mano e ha una smorfia poco rassicurante in faccia, quella che ho già visto molte volte sulle facce di giocatori infortunati. Mi avvicino a mia volta, dovendo praticamente sradicargli il braccio per poter dare una controllata. è leggermente gonfio e se provo a muoverlo Kaede non può fare fare a meno di sobbalzare, nonostante il mostro di orgoglio che è. Cerco il suo sguardo, seria come non mai. 

- dobbiamo andare a farlo vedere in ospedale. Non ha un bell’aspetto. 

Lui regge il mio guardo e, se la notizia l’ha scalfito, non ne dà alcuna dimostrazione. Ma io lo so che è terrorizzato. Lo so che sete dolore, lo so che capisce da solo la gravità della cosa, lo so che teme seriamente per la stagione sportiva. Come so che impedire a lui di giocare sarebbe come privarlo di un arto.

- andiamo a chiamare un taxi, vieni che ti accompagno io in ospedale - dice Ryota e mi accorgo di ritrovarmi a sorridergli pensando che alla fin fine è davvero un bravo capitano e che dovrei cominciare essere un po’ più comprensiva nei suoi confronti quando, solo ora, mi ricordo della presenza di Izumi alle mie spalle.

Non ha mosso un muscolo dalla posizione che aveva prima, la schiena dritta e le braccia a penzoloni lunghi i fianchi. Però fissa quello che dovrebbe essere il suo ragazzo con un paio di occhi talmente grandi e offuscati che mi spaventa. 

 

Quando, parecchie ore dopo, io e Rukawa usciamo dal pronto soccorso il cielo è già buio da parecchio tempo e i miei occhi si stanno per chiudere facendomi camminare più o meno come uno zombie. Sbadiglio sonoramente, stiracchiandomi alzando le braccia il più possibile e non mi sembra vero di tornare a respirare l’aria fresca dopo tutto quel tempo sulle sedie più scomode del mondo e quell’odore atroce di naftalina classico degli ospedali. Il mio compagno di squadra non emette un suono e comincerei anche a pensare che sia diventato muto, se non fosse per quello scontroso grazie detto al medico quando lo ha dimesso dopo le raccomandazioni del caso. 

- beh dai una slogatura non è poi cosi grave, no? Sempre meglio che una frattura. 

Credo di sentire una specie di “sgrunt” provenire da lui, ma farebbe troppo cartone animato. Spero davvero non pensi di cavarsela con questa specie di suoni onomatopeici con me perché ormai dovrebbe saperlo che non sono uno che demorde. 

- alla fine ti ha dato solo un mese e mezzo di stop. Poteva andare peggio! Avrai qualche problema al massimo a lavarti e nello scrivere visto che è la tua mano buona. Beh, per non parlare di come farai a farti le se…

- taci Miyagi! - mi sbraita finalmente in faccia - sono troppo stanco per le tue cazzate!

Gli sorrido di rimando - dovresti essere più grato al tuo capitano per tutta la pena che si è dato per te invece di reagire così, sai? Non sei per niente gentile - sbuffa e sono tentato di scoppiargli a ridere in faccia - io, che mi sono così tanto preoccupato per te. Io, che ti ho portato qui alla velocità della luce. Io, che non me la sono sentita di lasciarti solo nonostante non rientri nei miei incarichi. Io, che ho pagato il taxi. Io, che ho pianto per te. Io, che sto cercando semplicemente di consolarti. Io, che dovrò anche comunicare alla squadra la terrible notizia. Io, che… 

- ma che diavolo vuoi da me?

Mi appoggio alla sua spalla, senza smettere un attimo di ghignare - i dettagli.

Inarca un sopracciglio - cosa?

- come hai fatto a farti male? Durante la partita stavi benissimo, sotto le docce non avevi nulla. Poi sparisci per mezz’ora e ti ritrovo a rotolarti sul pavimento con la signorina Sakuragi. Non riesco proprio a capire come hai fatto a slogarti un polso… certo, a meno che a forza di cercare di infiare le mani da tutte le parti tu non abbia fatto una mossa un po’ troppo azzardata. 

- ma che mani e mani… - brontola e, Cristo, vorrei davvero aver fotografato tutto quanto per poterlo ricattare a vita. Che poi, uno spettacolo semplicemente esemplare, grazie a lui posso confermare che Izumi indossa mutandine di pizzo e non sembra essere per niente una che si imbarazza per qualche toccatina. Ero lì lì per chiedere ad Ayakuccia se volesse provare a imitarli ma mi pareva già abbastanza tesa. Lei, al contrario, è decisamente timida e impacciata con queste cose. Assolutamente adorabile.   

- Quindi? - insisto - come hai fatto?

Mi fissa come per sfidarmi per qualche attimo prima di decidere che sarà meglio rispondere, conscio del fatto che comunque non gli darei tregua - è inciampata.

- chi?

- Izumi. 

- dove?

- sulle scale.

- come?

Praticamente ringhia - ha messo male un piede ed è finita per cadere. 

- piuttosto distratta come mossa…

- stavamo discutendo. 

- ah ecco, come al solito - annuisco con convinzione e mi sento un po’ il detective Conan - quindi tu ti saresti lanciato in suo soccorso come un vero principe azzurro e l’hai tratta in salvo sacrificando valorosamente la tua mano?

- gia. 

Gli scarico sulla schiena la pacca più forte che sono in grado di dare, in segno di approvazione - ma i miei complimenti Rukawa! Un vero cavaliere! 

- ma vaffanculo!

Tossisce un paio di volte, probabilmente ancora per la botta di prima ma non mi fa per nulla tenerezza e voglio sapere molto di più di così. Che poi, dovrei provare pena per uno che oggi ha limonato duro con una delle ragazze più belle che io abbia mai visto?

Appoggio una mano sotto il mento, assumendo la classica posa del pensatore - quindi fammi capire. Sakuragi cade come un polla per le scale e il gelido Rukawa senza alcuna remora la salva facendosi male. Lui, quello del classico “io odio tutti”. Piuttosto significativo come gesto per quella che è la tua ragazza solo per una scommessa persa. 

Finalmente assume una espressione umana, quella dello stupore, come se solo ora si rendesse conto di quello che ha realmente fatto. Perché si, lui l’ha salvata e non ha esitato a farsi male per lei. Il medico diceva che il suo polso si è slogato perché provato da uno sforzo eccessivo. Quindi ne deduco che abbia fatto leva sulla mano per evitare che lei sbattesse la testa violentemente a terra. Un gesto che avrebbe fatto perdere la testa a tutte le eroine e lettrici di un qualsiasi manga. 

- ho solo agito d’istinto - minimizza lui.

- certo, capisco. Hai agito d’istinto anche quando le hai ficcato la lingua in gola?

Ecco, ora impallidisce se possibile più del solito. Ora boccheggia. Ora grugnisce. Ora si guarda intorno cercando una via di fuga. L’indomabile e glaciale Kaede Rukawa è decisamente messo all’angolo e io non mi sono mai divertito tanto. 

So che vorrebbe mandarmi a cagare, dirmi di farmi gli affari miei e potrebbe anche farlo. Voglio dire, questi a tutti gli effetti non sono proprio cose che mi riguardano ma credo si senta in dovere di darmi una spiegazione perché oggi l’ho portato qui. Certo, sempre che ce l’abbia una spiegazione per i suoi gesti e, da come fissa il vuoto, sembra proprio brancolare nell’incertezza più totale. 

- se ti può essere d’aiuto io credo di sapere perché hai fatto quello che hai fatto. 

Lui continua a non guardarmi, mantenendo lo sguardo alzato verso il cielo a fissare chissà, mentre io non lo perdo di vista. Infatti non mi sfugge l’inarcarsi di un sopracciglio, cosa che mi motiva a continuare - tu tieni a lei. Izumi ti piace. Per questo l’hai aiutata. Si, sicuramente ti sei mosso d’istinto e di sicuro non hai neanche avuto il tempo di pensarci troppo su. Ma questa non può essere una scusa per come vi stavate baciando quando vi abbiamo trovati. Oddio, non che io sia il massimo intenditore di baci o di cose del genere… ma era palese che lo desideravate. Si vedeva che eravate arrabbiati, che eravate anche spaventati da qualcosa… ma principalmente si vedeva che avreste ucciso piuttosto che interrompervi. Non so cosa passi per la testolina di Izumi e non lo voglio neanche sapere. Quella ragazza mi fa una paura tremenda. Ma tu sei un maschio e hai diciassette anni. Hai dei bisogni… delle cose che non riesci in alcun modo a regolare o a venirci a patti. E, per quanto lei sia un personaggio socialmente discutibile, è anche irrimediabilmente bella e tu non sei affatto cieco. 

Rukawa si muove, toccandosi la doccia che gli serra il polso con la mano buona, tirando un profondo sospiro - la fai davvero semplice, tu. 

Sorrido, ma questa volta davvero, come quando sto cercando di spiegare qualcosa ai miei fratelli più piccoli - perché, non lo è?

 

 

 

  
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