Hurt

Il lutto si posa sulla Regina come una patina di polvere. Le drappeggia le spalle come uno scialle, rende affilati i delicati lineamenti e le indurisce il sorriso un po' meno sincero.

Oscar studia la sua figura altera passeggiare accanto a lei nei giardini. Ha congedato le sue dame e questo rende l'aria un po' meno pesante e un po' più solenne.

"Parlava di voi" la voce della Regina é quasi atona, ma se si sforza, Oscar può scorgere una nota di disperazione. "Mio figlio" continua anche se non sono necessari chiarimenti. "Parlava di voi. Diceva di volervi incontrare, di voler cavalcare ancora con voi".

È un'affermazione a cui non è necessario rispondere: Maria Antonietta vuole solo parlare con qualcuno che sappia ascoltare, qualcuno che sappia capire.

"Vi voleva bene..."

"E io ne volevo a lui".

La Regina si volta a guardarla attraverso il velo delle lacrime che scivolano lente lungo le guance.

Oscar la guarda in silenzio, le labbra strette e la mano all'elsa della spada mentre il rumore del suo respiro sembra rimbombare nel silenzio afoso di quella nuova estate. Aspetta.

Aspetta che la Regina dischiuda le labbra e che al posto delle parole esca un singhiozzo, e poi un altro e un altro ancora.

Aspetta di vederla muovere qualche passo barcollante per stendere la mano e sorreggerla.

Aspetta di averla tra le braccia, di essere l'appiglio per cui è tanto disperata.

Aspetta che smetta di piangere, che si liberi del dolore che le fa tremare le ossa e le rende rossi e gonfi i bei occhi chiari.

"Grazie, Madamigella".

Oscar aspetta che smetta di tremare prima di sciogliere la presa e fare qualche passo indietro. Si limita ad annuire mentre sulla lingua bruciano pungenti le parole di una ramanzina su come cose simili non debbano accadere e lei non debba perdere il controllo e praticamente tutto ciò che le aveva detto una vita fa, quando i nemici peggiori erano la Contessa du Barry e il Conte d'Orleans.

"Possiamo andare, ora Madamigella. Mia figlia mi attende"

"Ma certo, Maestà".