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Autore: Arkady    01/02/2021    2 recensioni
Dal capitolo 4:
- Stai bene? - Mi chiede
- Non. Farlo. Mai. Più!! - Riesco a dirgli con voce strozzata, tra un colpo di tosse e un altro.
- Come hai fatto a bere? Non dirmi che sei una di quelle che deve tapparsi il naso con la mano? -
- Mi hai preso completamente alla sprovvista, mi sono pietrificata! –
Troppo tardi penso che, detta così, può sembrare che io abbia paura. Cosa, ovviamente, falsa! Che sia chiaro!
- Se avessi saputo che avevi paura, non ti avrei fatto questo scherzo. –
Ecco, appunto.
- Io non ho paura! - dico, in perfetto stile bimba di quattro anni.
- Si, certo che no. - mi risponde accondiscendente.
Genere: Demenziale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Epilogo

 
Mio padre scende dall’auto, poi viene ad aprirmi la portiera e allunga la mano per aiutarmi a fare altrettanto.
Scendendo, il sole quasi mi acceca. È pieno di gente, ma io non sono in grado di riconoscere nessuno.
Mia madre mi sistema il vestito, ma Ambra quasi la caccia via, dichiarando che quello è il suo ruolo, allora lei (mia madre) ripiega a sistemare la cravatta a Fabrizio.
Solo quando Ambra è pienamente soddisfatta, ci dà il premesso di entrare.
Quando i miei occhi finalmente mettono a fuoco il cambio di luci da fuori in piena battuta di sole, alla penombra della sala, i miei occhi corrono a lui.
A Lorenzo.
Lorenzo che mi aspetta all’altare.
Accanto a lui, Enrico si sporge per un’ultima sistemata al fiore appuntato sulla giacca dello sposo, poi mi sorride e mi fa l’occhiolino.
Tutto questo lo registro solo vagamente, perché non riesco a distogliere lo sguardo dalla luce che vedo negli occhi del mio futuro marito.
Mio padre mi stringe un po’ il braccio, facendomi capire che dobbiamo iniziare a camminare, e dopo aver lasciato fare a lui il primo passo, lo seguo e percorriamo la navata, in mezzo ad un mare di sorrisi.
Mi bacia sulla fronte, poi stringe la mano a Lorenzo ed infine esce di scena.
Lorenzo tende il braccio verso di me, io gli prendo la mano ed insieme facciamo l’ultimo passo.
 
A poco più di 13 anni dal nostro primo bacio, ci scambiamo il primo da marito e moglie, mentre i nostri familiari ed i nostri amici ci sommergono di riso e coriandoli, felici esattamente come lo siamo noi due.
 
 
 
 
 
---
Eccoci dunque alla fine.
La fine di questa storia, non di quella reale.
A giugno di quest’anno saranno passati tre anni dal nostro matrimonio, e sedici anni dal famoso messaggio che ha dato il via a tutto.
Che dire… beh la storia non è completamente originale, l’ho farcita con qualche avvenimento che non è mai accaduto, per riempire i vuoti di memoria, in mancanza di ricordi attendibili.
Sono contenta che nel 2007 io abbia iniziato a scrivere questa storia, probabilmente ora ricorderei molte meno cose di com’è nata.
Davvero, leggendo la prima stesura, ho chiesto conferma a mio marito che alcune cose fossero andate davvero così, perché non me le ricordavo affatto.
Spero non si noti troppo dove ho voluto revisionare a fondo e dove ci sono andata più leggera.
Non volevo stravolgere del tutto il mio lavoro iniziale di ventenne, limitandomi a correggere gli errori, ma in alcuni punti mi sono fatta prendere la mano.
Giusto per la cronaca, la frase “il mio culo da 7 e mezzo” viene tutt’ora utilizzata, di tanto in tanto.
 
Alcuni amici negli anni li abbiamo persi, e ne abbiamo trovati di nuovi.
Ambra è stata la mia testimone di nozze. Ed Enrico quello di mio marito.
Tutt’ora li vediamo ad ogni occasione possibile.
Con Luca e Laura (che nella vita reale è arrivata qualche anno dopo e che si sono sposati nel 2014) ci sentiamo ancora spesso e ci vediamo almeno quattro volte l’anno (per i compleanni), nonostante non abitiamo più vicino e bisogna faticosamente incastrare i nostri impegni lavorativi e familiari (in questi tempi di Covid facciamo aperitivi in video conferenza, ed in effetti ci vediamo più di prima).
Greta è stata la prima che ho perso di vista. Attualmente è sposata con Mattia, lo stesso ragazzo con il quale si è messa ed è sparita quindici anni fa. Ci ha allontanate tutte, contattandoci solo se le serviva qualcosa.
Ci ho sofferto molto per questo, perché era davvero diventata la mia migliore amica.
Però ho anche capito che se cambiava migliore amica ogni due/tre anni, cosa che è continuata a succedere anche dopo, forse un motivo c’è. Abbiamo addirittura formato un club “ex migliori amiche che Greta ora odia”.
Valeria ed io abbiamo continuato ad uscire insieme per lungo tempo. Ma poi ci siamo perse anche noi.
Non ho mai sopportato Serena ed onestamente ritrovarmela ogni volta che si usciva insieme ad un certo punto mi ha stufato. Prima abbiamo diradato le uscite, poi circa cinque anni fa io sono andata a convivere e Valeria si è fidanzata con l’attuale compagno, nonché padre di sua figlia.
Abbiamo provato ad incastrare i nostri impegni, provando a riavvicinarci in più di un’occasione, però purtroppo quello che c’era un tempo lo abbiamo perso crescendo.
Anche Serena da poco è diventata madre, e devo ammettere che le rare volte che la incontro ora, trovo piacevole scambiare un due chiacchiere con lei.
Francesco e la sua Laura si sono sposati, se non erro nel 2013. Sono andata al loro matrimonio e li ho invitati al mio, a cui però loro non hanno potuto partecipare perché per lavoro erano all’estero.
Adesso, da diversi anni, vivono in Francia, e qualche volta io e Francesco ci commentiamo vicendevolmente i post su Facebook.
Non mi sono mai tolta la curiosità di conoscere la verità. Sapere cioè se quel fantomatico interesse all’epoca fosse o meno reciproco. Ormai non è più importante, ma ogni tanto ci penso e quasi quasi glielo vorrei chiedere.
Così, giusto per chiudere il cerchio.
 
Tutto sommato mi ritengo fortunata, ormai è sempre più raro che le storie nate tra i banchi di scuola sopravvivano poi alla “vita reale”.
Dalla nostra io ed il mio “Lorenzo” (che non è il suo vero nome, come Eleonora non è il mio, né ho usato i nomi reali per tutti gli altri personaggi) abbiamo il fatto che cerchiamo sempre di chiarirci, quando litighiamo.
Perché litighiamo. Litighiamo a volte più spesso a volte più sporadicamente.
A volte per stupidaggini, a volte per cose più serie.
A volte sono litigate leggere, altre più pesanti.
Però quello che poi le appiana è il venirsi incontro. Ammettere di avere torto, o di aver sbagliato.
 
Spero che tutti voi che siete arrivati a leggere fino qui possiate un giorno trovare la persona giusta.
Ma quello sarà solo il primo passo. Poi bisognerà lottare per costruire insieme qualcosa che duri.
Qualcosa che regga tutto lo schifo che c’è fuori.
Ve lo auguro di tutto cuore.
 
Arkady
   
 
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