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Autore: G_G_B    02/02/2021    1 recensioni
"Cara Padfoot, spero che tu stia bene..."
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: Remus/Sirius
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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X, il 1/4/xxxx
 
Cara F.,
spero che tu stia bene. Qui le giornate sembrano ingrigirsi andando avanti, comincia pure a fare freddo. Capisco che “marzo è pazzo” e “non esistono più le mezze stagioni”, però che cavolo. Sebbene mi veda e senta con i ragazzi con il pc, mi sento solo. So che tu, più di chiunque altro, capirai. E' strano, sentirsi isolati dal mondo e allo stesso tempo sapere che qualcuno, da totalmente un'altra parte, sta pensando le tue stesse identiche cose, senza però avere la certezza di trovare un suo simile. Lo so, un po' complicato come pensiero.

Sono giorni che sento la noia invadermi, e un po' di stress da "animale in gabbia", spero di resistere. Questa quarantena sembra non finire mai: mia sorella sperimenta giorno per giorno la “palestra a casa”, anche se non so quanto le stia fruttando. Mamma ha preso questa situazione per mettersi a sperimentare in cucina, con torte, dolci, ecc. e mio padre cerca anche lui di impegnarsi in qualche maniera ma lo vedo molto nervoso, anche in lui vedo questo animale ingabbiato che non può muoversi liberamente. Capisco solo adesso che effetto fa a certi animali essere bloccati dentro sbarre di ferro, invece che stare in libertà con i loro simili.

E poi ci sono io. Che dire? Ci sono sere in cui mi sento debole, e giornate in cui non riesco a muovermi attivamente: mi alzo tardi, nonostante la sveglia puntata sempre per le 8, e le 8 e cinque, e le 8 e dieci e le 8 e un quarto. Cerco le ciabatte, le indosso, vado ad aprire la tenda a un immenso grigio che si staglia d'innanzi a me. Arranco verso la cucina in cerca di caffè, lo trovo, mi verso la prima, bevo, faccio il bis, bevo, e se ho ancora noia bevo ancora, il mio cuore ringrazia. Torno in camera, mi cambio, mi rimetto la solita tuta, la solita maglia e la solita felpa. Sistemo camera, apro un po' le finestre per far cambiare aria e chiudo perché sento freddo. E poi, a piacere, in ordine sparso, senza una durata predeterminata: apparentemente sembra che faccia 700 cose diverse, ma in realtà la mia routine è "Attività al computer indeterminata": scrivo poco e distrattamente, ascolto musica sempre in maniera distratta e gioco a un manageriale sportivo che è lento quasi come la mia vita (Sì, sempre su quel computer che mi chiedo come faccia ancora a girare senza aver deciso di sabotarsi da sè).

Alcune volte suono la chitarra, ma non dura tanto. Il tempo di fare le stesse 3/4 canzoni, a volte 5 e poi mi secco e la riposo. A meno che non c'è mia sorella che mi prega di insegnarle qualcosa, ma non ho la pazienza che avevi tu quando lo facevamo insieme. Ho provato anche a fare qualche esercizio fisico, per 'buttare giù un po' di pancia', anche se mi peso e sono nella norma, ho persino iniziato Friends (iniziata la seconda stagione da poco). Mi guardo allo specchio e noto sempre le stesse occhiaie che ormai chiamo di tu, per quanto tempo le ho addosso, i segni sulla fronte che potrebbero rimandare a una setta di monaci shaolin ma in realtà è solo acne. Mi dicono che è genetico.

Cerco di essere me stesso ma prendo sberle in faccia: come a dirmi “smettila di vivere nelle favole, “sei troppo immaturo,cresci,cambia. Mi sento spento, senza spinta, “isolato”, e inadeguato ed è quello che Tu-Sai-Cosa vorrebbe. Io cerco di rimanere me stesso, quello che si apre con tutti, quello che conosci e che ho sempre cercato di essere. Però sembra che ogni volta, la vita arrivi a dirmi un sonoro 'No'. E io, che non conosco altro modo di essere, ritento. E ritento. E ritento. Come uno che vorrebbe raggiungere la Luna solamente saltando, dicendosi “Magari se salto più in alto ci arrivo”.

F., sono questi i momenti che fanno pesare la tua assenza. Certo, ho R. con cui parlo molto spesso, e mi tengo in contatto anche con i ragazzi, per quanto siamo dispersi nel mondo, ma sono questi i momenti in cui mi mancano le tue parole, il tuo viso, il tuo sorriso, quell'espressione che avevi solo tu, sempre convinta che le cose, prima a poi, si aggiustano. E alle volte, ti confesso, ripenso a qualche vecchio ricordo, lo lascio fluire e mi metto a ridere, un po' come a dire "Quanto ci sembrava enormi le cose 6 anni fa, e quanto adesso le consideriamo banali".

So che è irritante sentirselo dire, ma sta' lontano dai guai.
Stammi bene.
 
Tuo,
Lunastorta


*Angolo di chi scrive*
Ogni riferimento ai personaggi menzionati è liberamente ispirato ad essi, ma non è riferito a loro. Cioè, non sono loro, ma chi si scrive usa questi nomignoli.
   
 
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