Anime & Manga > Kuroko no Basket
Ricorda la storia  |      
Autore: dontworryabout_me    03/02/2021    1 recensioni
Appena dopo le semifinali della Winter Cup, Aomine aspetta Kuroko fuori dallo stadio per passare un po' di tempo con lui.
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Daiki Aomine, Tetsuya Kuroko
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Shimmering Neon Lights



“Tetsu”
Kuroko sobbalzò, stupito dalla presenza di Aomine. Si fermò per un istante, lasciando andare avanti gli altri membri della Seirin. Kagami gli lanciò un’occhiata da sopra la spalla, ma quando notò il campione della Too tirò dritto.
“Aomine-kun” Kuroko fece un leggero cenno con la testa, una pallida imitazione di un inchino. Sapeva bene che non ce n’era bisogno, conosceva Daiki da molto tempo, ma quel rispetto reverenziale non era dovuto alla poca confidenza. Aomine era un fuoriclasse, il giocatore migliore che Kuroko avesse mai visto, sentiva di doverglielo.
“Così ora sei in finale, eh?” rimaneva appoggiato con la schiena al muro, con il suo solito atteggiamento disinteressato. Ma, da quando la Seirin aveva battuto l’accademia Too, Kuroko aveva notato un leggero miglioramento nel suo carattere. Come se lo avesse risvegliato dal sonno profondo che ormai lo caratterizzava da anni. Ha dormito troppo a lungo sul suo trono, era ora, aveva pensato Kuroko con una certa soddisfazione. Anche se la sua felicità era data più dal vedere il vecchio amico di nuovo appassionato al basket, più che dalla vittoria effettiva.
“Già” rispose.
“Sempre di poche parole.” Aomine accennò un sorriso. Solo un’ombra che gli attraversò il volto per una frazione di secondo, per poi andarsene veloce com’era arrivata. “Vieni, Tetsu” Aomine infilò le mani in tasca, iniziando a camminare verso la strada principale.
“Non torni con Momoi-san?” Kuroko lo seguì senza protestare, ma la domanda gli venne spontanea. Sapeva bene di piacere a Momoi, ma lei e Aomine erano sempre attaccati. O meglio, era lei ad attaccarsi al ragazzo. Gli sembrava strano non vederla da nessuna parte.
Daiki sbuffò. “Le ho detto di andare a casa da sola, perché avevo un impegno”. Kuroko non fece altre domande, nonostante rimase colpito dal fatto che avesse mandato via Momoi, sua amica da una vita intera, per passare del tempo con lui. Nascose un sorriso, poi si affrettò per tenere il passo di Aomine.
 
“Sei stato veramente bravo” Aomine rallentò, fermandosi di fronte all’insegna al neon di un supermercato aperto ventiquattr’ore. Kuroko spalancò di colpo i grandi occhi azzurri. Aomine gli aveva appena fatto un complimento?
“G-grazie” balbettò Tetsuya, alzando lo sguardo verso l’amico, e si rese conto che, nonostante fosse abituato ad osservare attentamente le persone, non aveva mai guardato davvero Aomine. Si perse per alcuni istanti ad ammirare le luci colorate che danzavano sulla pelle abbronzata, mentre lui se ne stava con il mento alto e gli occhi rivolti verso il nulla a pensare chissà cosa. “Non diventarmi cerimonioso adesso. Dico solo la verità” allungò la mano verso di lui, scompigliandogli i capelli chiari. Kuroko distolse lo sguardo, concentrandosi altrove. Gli era mancato il vero Aomine. Non quello con cui aveva avuto a che fare nell’ultimo periodo. Quello era solo lo spettro di ciò che era una volta.
Aomine infilò due monete nel distributore automatico di fronte al supermercato, poi consegnò a Kuroko una lattina di energy drink. Gliela gettò tra le mani come se stesse passando un pallone da basket, che Kuroko afferrò al volo senza esitazione.
“Sei distrutto, si vede lontano un chilometro”
“Grazie”
Aomine alzò gli occhi al cielo con finta noia, prima di circondare le spalle dell’amico con le sue lunghe braccia.  
Aomine-kun!
Lasciò andare la schiena contro il suo petto, prendendo un lungo sorso dalla lattina. Prima accetti di battere il pugno e poi questo? Sei veramente tornato in te, Aomine-kun?
“Continui a essere grande come un moscerino” disse Aomine, stringendo a sé Kuroko, in quel gesto che una volta era la normalità, ma ora aveva tutto un altro sapore. “Non sarà Murasakibara a schiacciarti. Sarò io nella prossima partita, contaci”
Anni prima sarebbero rimasti così a guardare una partita, sul fondo degli spalti, commentando il modo di giocare degli altri ragazzi. Daiki avrebbe puntato il dito contro uno o l’altro giocatore “il numero sette è troppo lento, idiota! Non riuscirai mai a oltrepassarlo in quel modo”, poi sarebbe scoppiato in una sonora risata di superiorità, e avrebbe appoggiato il mento sopra la testa di Kuroko, incurante della sua opinione in merito.
Era passato tanto di quel tempo che Kuroko pensava di essersi dimenticato cosa si provasse a stare tra le braccia di Aomine, in quel modo del tutto particolare. Eppure, ora era come se tutto quel tempo non fosse mai passato, nonostante non stessero guardando una partita di basket, ma il semplice luccichio delle luci di Tokyo.
“Mi sei mancato, Aomine-kun” Kuroko fece vagare sognante lo sguardo tra tutte quelle luci, dalle insegne al neon ai fari delle auto che sfrecciavano sulla strada. Sentì Daiki trattenere il respiro, e per un attimo percepì la sua stretta farsi più salda, mozzandogli il fiato. Appoggiò il mento sopra la sua testa, ma puntò gli occhi su di lui, facendo scivolare il volto leggermente verso il basso, invece che imitare Kuroko e ammirare le luci notturne. I suoi capelli chiari gli sfiorarono le labbra, e anche se l’amico non parve accorgersene, Aomine sapeva che non era così. Sospirò, e la percezione di Kuroko che la sua stretta fosse più salda diventò una certezza. Daiki lo strinse a sé con tutta la forza che aveva dentro, con la stessa passione con cui avevano iniziato a giocare a basket, insieme.
“Dici sempre cose senza senso, Tetsu”
   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Kuroko no Basket / Vai alla pagina dell'autore: dontworryabout_me