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Autore: Andrea Micky    03/02/2021    0 recensioni
[https://it.wikipedia.org/wiki/Editoriale_Metro]
Protagonista di questa storia é Bongo, il gorilla ghiotto di banane, adottato dalla mitica Nonna Abelarda, con l'intento di civilizzarlo.
BONGO and relative characters created by TIBERIO COLANTUONI
NONNA ABELARDA created by GIAN BATTISTA CARPI
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Bongo cerca lavoro
by Andrea Micky

Acquattato nella sua capanna sull’albero, Bongo teneva d’occhio Nonna Abelarda, che stava rientrando in casa, con le borse della spesa tra le braccia.
“Slurp! La nonna ha comprato le banane della Piquita, la mia marca preferita” penso il gorilla, notando un grosso casco di banane, ognuna delle quali decorata con un bollino azzurro, recante il logo della celebre marca.

Ma la vecchia Abelarda stava con i sensi all’erta e intimò severamente “Non provarci nemmeno, Bongo. Hai già avuto la tua banana quotidiana”.
“Il solito misero stuzzichino, che non basta di certo a saziarmi” brontolò indispettito il gorilla.
“La regola é un frutto al giorno. E se non ti va bene, comprati da solo le banane” gli rispose Abelarda.
“É proprio quello che farò: mi troverò un lavoro e con i soldi dello stipendio, mi comprerò tutte le banane che voglio” dichiarò Bongo, saltando giù dal suo albero.
E mentre osservava il gorilla allontanarsi, Abelarda pensò “Perfetto. Quando avrà un lavoro che lo terrà impegnato, Bongo non trascorrerà più tutto il suo tempo pensando alle banane”. 

Bongo aveva appena cominciato la sua ricerca di un lavoro, quando una conversazione proveniente dalla casa di alcuni suoi vicini, la famiglia Rossi, attirò la sua attenzione.
“E adesso come faccio? Ho un impegno improrogabile con le mie amiche, ma la baby sitter a cui mi rivolgo di solito é impegnata e non so a chi affidare Marco e Giuditta” stava dicendo la Signora Rossi.
“Se vuole, posso pensarci io ai suoi figli” si offrì Bongo.
“Grazie, Bongo. Ti pagherò dieci dollari per la tua gentilezza” promise la Signora Rossi, prima di andare ad aprirgli la porta.
“Dieci dollari non sono una grossa cifra, ma per il momento mi basteranno” pensò il gorilla, che già pregustava le banane che avrebbe acquistato con il suo compenso.

Una volta entrato in casa, Bongo ricevette dalla Signora Rossi gli ultimi ragguagli.
“Stai molto attento, Bongo. I miei figli sono piuttosto irrequieti e sarà bene non perderli mai di vista” avvertì la donna, mentre usciva.
“Stia tranquilla. Saprò gestirli senza problemi” assicurò lui.
Dopo di che, il gorilla si recò al piano di sopra, nella camera dei bambini, che lo accolsero con una raffica di frecce.
“Augh! Il viso pallido ha sconfinato nel nostro territorio” disse il piccolo Matteo, vestito da indiano.
“Già. Ma adesso sarà punito come merita” sentenziò la piccola Giuditta, vestita da indiano come il fratello.
“Voi non farete un bel niente” replicò Bongo, avanzando minacciosamente verso i due bambini.
Ma con un movimento lesto, Matteo lanciò un pattino a rotelle sotto il piede di Bongo, facendolo cadere a terra, dando così il tempo a lui e a sua sorella di correre fuori dalla camera.
“Se quei due mocciosi vogliono la guerra, l’avranno” ringhiò il gorilla, mentre si rialzava in piedi.

Una volta uscito dalla camera dei bambini, Bongo s’imbatté in Giuditta, che si mise a fargli le boccacce.
“Non mi prendi, stupido scimmione” lo schernì la bambina, prima di correre via.
Infuriato, Bongo si lanciò all’inseguimento, ma Giuditta gettò per terra delle puntine da disegno, che il gorilla calpestò con i suoi piedi scalzi.
“Ahi! Ohi!” si lamentò Bongo, mentre saltellava in preda al dolore.
Approfittando della situazione, Matteo attaccò Bongo alle spalle, infilandogli nei calzoni dei mortaretti accesi, i quali, una volta esplosi, fecero fare al gorilla un volo di parecchi metri, che si concluse con un brusco atterraggio.
A quel punto, Matteo e Giuditta non dovettero fare altro che dare il colpo di grazia a Bongo, tirandogli sulla testa un grosso vaso, che mise definitivamente KO l’improvvisato baby sitter.
“E adesso, che facciamo?” domandò Giuditta al fratello.
“Si segue il tipico rituale indiano” le rispose lui, sogghignando.

Quando la Signora Rossi rincasò, trovò il soggiorno completamente sottosopra, mentre i suoi figli danzavano intorno a Bongo, saldamente legato ad un attaccapanni.
“Santo cielo! Ma che é successo qui?” domandò la Signora Rossi, mettendosi le mani nei capelli.
“I suoi figli si sono rivelati superiori alle mie forze” spiegò Bongo, arrossendo leggermente.
“Fuori da casa mia, maledetto scimmione! E non farti rivedere mai più!” urlò infuriata la Signora Rossi, brandendo un ombrello, con il chiaro intento di usarlo come arma contundente.
Senza farselo ripetere, Bongo corse immediatamente fuori da Casa Rossi, portandosi dietro l’attaccapanni a cui era ancora legato.
“Ciao Bongo. Torna a trovarci presto” lo salutarono Matteo e Giuditta, agitando le mani.
“Me ne guarderò bene” replicò lui, aumentando la distanza che lo separava dalle piccole pesti.

La ricerca di un lavoro condusse Bongo in centro, dove, davanti ad un ristorante, il gorilla notò un avviso, con su scritto CERCASI CAMERIERE.
“Questa può essere una buona occasione” pensò Bongo.
E così, pochi minuti dopo, indossando uno smoking in cui era entrato per miracolo, Bongo si mise a servire i clienti del ristorante, dimostrandosi all’altezza del compito.

Un paio d’ore dopo l’assunzione di Bongo, nel ristorante entrò un signore dall’aspetto rubicondo, che venne accolto dal direttore in persona.
“Oh, Ingegnere De’ Pecunis. Le faccio portare il solito?” gli domandò il direttore, facendo un solenne inchino.
“No, grazie. Sto seguendo una dieta molto rigida e prenderò solo un paio di banane” rispose il cliente.
“Capisco. Bongo, porta un paio di banane all’ingegnere” ordinò il direttore al suo nuovo dipendente.
Ubbidendo all’ordine ricevuto, Bongo si diresse verso il tavolo della frutta; ma quando si accorse che le banane sul tavolo erano di marca Piquita, il nostro eroe dimenticò ogni professionalità e si avventò sui frutti gialli, divorandoli a ritmo frenetico.
“Ma che indecenza” si lamentarono alcuni clienti, di fronte alla scena.
“Sei licenziato!” urlò il direttore a Bongo.
Quest’ultimo non se la prese e corse via veloce come il vento, portando con sé le banane che non aveva ancora mangiato.
“Anche se mi hanno licenziato, non é andata troppo male” pensò il gorilla, mentre si allontanava dal ristorante.

Di nuovo in cerca di un lavoro, Bongo capitò nei pressi del mercato generale ortofrutticolo, dove venne avvicinato da uno sconosciuto.
“Tu mi sembri un tipo robusto. Ti va di guadagnare qualche dollaro aiutandoci con le cassette da caricare?” domandò lo sconosciuto.
“Eccome” rispose Bongo.
Il lavoro non si rivelò faticoso, in quanto le cassette da spostare contenevano frutta e ortaggi, che Bongo caricò senza problemi sui furgoni dei compratori.
“Stavolta é fatta davvero” pensò Bongo, convinto di aver finalmente trovato un lavoro stabile.

Dopo un po’, sopraggiunse un furgone bianco, che parcheggiò nella zona di scarico dove Bongo lavorava.
“Novellino, carica delle cassette di banane Piquita su quel furgone” ordinò il capo spedizioniere a Bongo, indicando il veicolo appena arrivato.
Con passo esitante, il gorilla si avvicinò alle cassette da caricare, mentre il suo desiderio di mangiarne il contenuto aumentava sempre di più; ma all’ultimo secondo, l’istinto di conservazione ebbe la meglio e Bongo intrecciò le sue zampe fra loro, in modo da non riuscire a muoversi.
“Stavolta, devo trattenermi. Se perdo anche questo lavoro, chissà quando ne troverò un altro. E fino ad allora, mi dovrò accontentare della misera banana quotidiana di Nonna Abelarda” rifletté il gorilla, ormai in preda ai fremiti.

“Che stai facendo?” chiese il capo spedizioniere a Bongo, vedendolo in quella strana posizione.
“Sto cercando di trattenermi, per non mangiare le banane da consegnare” rispose il gorilla, fremendo sempre di più.
Udendo quella risposta, il capo spedizioniere fece per dire qualcosa, salvo poi zittirsi e prendere una delle cassette di banane, che l’uomo mise davanti a Bongo, dicendogli “Mangia pure”.
Piacevolmente sorpreso, il gorilla si avventò sulla cassetta delle banane e ne divorò il contenuto in pochi secondi.

Nel momento stesso in cui Bongo finì di mangiare, i portelli posteriori del furgone bianco si spalancarono, rivelando che al suo interno c’erano i membri di una troupe cinematografica.
“Perfetto!” disse un uomo che sembrava il capo del gruppo.
“E voi chi siete?” domandò sorpreso Bongo.
“Io sono il famoso regista Pasotti e sono stato ingaggiato dalla Piquita per realizzare uno spot pubblicitario” gli rispose l’uomo.
“Lui e la sua troupe erano venuti qui per prendere le banane da usare durante le riprese, ma quando Pasotti ha come ti comportavi, ha pensato d’ingaggiarti” spiegò il capo spedizioniere.
“Esatto. Quando realizzo le mie opere, cerco sempre di essere realista e la tua spontaneità é quello che mi serve per lo spot che devo girare” spiegò il regista.
“Quindi, se ho capito bene, lei vorrebbe assumermi per girare uno spot in cui si mangiano delle banane?” domandò speranzoso Bongo.
“Esatto” confermò Pasotti.
“Yahoo! Accetto volentieri” esultò Bongo, in preda all’euforia.

Comodamente seduta in poltrona, Nonna Abelarda era intenta a leggere un libro, quando vide Bongo tornare.
“Ciao, Bongo. Com’é andata la tua ricerca di un lavoro?” domandò la vecchietta.
“Benissimo. Ho trovato un lavoro meraviglioso e ben retribuito” le rispose il gorilla.
“Buon per te. E a quanto ammonta la tua retribuzione?” volle sapere Abelarda.

In quel momento, davanti a casa di Abelarda si fermò un tir, da cui alcuni uomini scaricarono una mezza dozzina di grosse casse.
“Questa é la mia retribuzione” rispose orgogliosamente Bongo.
“Eh? Che significa?” domandò confusa Abelarda.
“Semplice: ho trovato lavoro come testimonial della Piquita e visto che ho chiesto di essere pagato in natura, i dirigenti della ditta mi hanno fatto pervenire una fornitura di banane che dovrebbe bastarmi per i prossimi mesi” spiegò Bongo.
“Oh, no!” si lamentò Abelarda, dandosi una pacca sulla fronte.

FINE

   
 
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