Anime & Manga > Kenshiro / Hokuto no Ken
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Autore: Fiore di Giada    04/02/2021    1 recensioni
[9/6/2004]
In questa fic, da ragazzina, esprimevo il mio desiderio di sognare di fare cosacce (scritte malissimo) col figo di turno, in questo caso Shin.
Uno Shin depresso e sofferente, perché Julia non lo amava.
Ovviamente, il tutto è descritto male, ci sono metafore balzane, che io stessa ora odio (il "fiore di loto" per indicare le pudenda femminili... Ma che cosa?), c'è una certa incomprensione di dinamiche di consenso e presenza di elementi classici europei, che sono molto legati al contesto giapponese di Hokuto no Ken. Ah, e il mio OC è supergnocco.
Ma di questo non mi pento. Penso che abbiamo il diritto di sognare di essere più fighi e più bravi nelle nostre storie. L'importante è farlo bene, cosa che qui non è uscita.
Ho lasciato anche il commento iniziale (col mio vecchio nickname) per fare capire, tanto per cambiare, quanto amassi Julia e la volessi fuori dai piedi.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Shin
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Prefazione:non so come definire questa storia. Diciamo che è nata dall'amore che provo per Shin (peccato che sia innamorato di me Nd Julia Peccato che tu ora stia per andartene Big Bang Attack!! Nd Sirya che polverizza Julia con il colpo di Vegeta) diciamo che non ha assolutamente senso. Va beh, sta a voi giudicare.
CERCANDO UN'ILLUSIONE


Si affacciò alla finestra. La città sotto di lui si estendeva nell'Occhio del diavolo a perdita d'occhio, avvolta dalle ultime luci del sole, che si apprestava a compiere il giro che avrebbe portato dopo qualche minuto all'approssimarsi della Sera e al regno della Luna.
Sospirò. Quella città era la Croce del Sud. Era la sua città.....
La capitale del suo impero...
Un impero conquistato a caro prezzo...
Migliaia di persone innocenti erano morte e migliaia erano state ridotte in schiavitù...
Ma neanche lui era rimasto immune a quel prezzo.
Sentiva le sue mani sporche di sangue. Il sangue di migliaia di uomini, donne e bambini morti a causa sua......
E nelle orecchie udiva ancora i loro gemiti. Gli sembravano tuoni... E rimbombavano con la stessa intensità, come appunto i tuoni durante un temporale...
E tutto questo per lei...
Julia...
Solo per lei aveva tradito la sua amicizia per Kenshiro, solo per lei aveva deciso di indossare una maschera da tiranno spietato sul cuore.
Solo per lei...
Desiderava che lei vivesse da regina...
Desiderava avere un po' dell'amore che lei provava per Kenshiro...
Ma non era servito a nulla.
Lei non lo amava......
E mai lo avrebbe amato, malgrado tutte le sue attenzioni e le sue premure...
E ogni volta che la guardava mentre suonava l'arpa sentiva una dolorosa sofferenza trafiggergli il cuore...
Era così bella... Eppure così lontana... E i suoi occhi tristi gli ricordavano ancora una volta il peso delle vittime del suo impero.....
– Julia… – mormorò Shin rientrando nel palazzo e allontanandosi dalla sala del trono. Voleva solo dimenticare... Dimenticare il suo dolore...
Ad un tratto una melodia lo scosse dalle sue meditazioni. Era una melodia triste e sembrava quasi accarezzare la sua sofferenza.
-Proviene dall'harem. Ma chi starà suonando?- si domandò incuriosito il giovane guerriero di Nanto.
A passi svelti si recò nel suo harem.
Era un'ampia, ma sobria stanza. V'erano molte donne, tutte giovani e bellissime. Sacerdotesse dell'amore, donne con cui cercava di dimenticare l'amore disperato che nutriva per Julia. Meretrici di una dea letale e sensuale, Afrodite, signora dell'amore e della bellezza.
Alcune stavano dipingendo, alcune ricamando, due leggendo e una suonando.
Vedendo il giovane le donne si inchinarono, pronte a trasformarsi in meretrici sensuali, in dispensatrici di illusioni.
Un mezzo sorriso sfiorò le labbra del giovane combattente.
– Andate. – ordinò pacatamente Shin.
Le donna accennarono un inchino e si allontanarono.
– Tu vieni con me. Porta anche la tua lira.-ordinò rivolgendosi alla ragazza che stava suonando.
Insieme i due uscirono dall'harem e si recarono nelle stanze private del giovane re, stanze grandi, ma sobriamente arredate.
Per un po' Shin fissò la ragazza.
Era una giovane di ventun anni, alta, snella, flessuosa, con lunghi capelli neri e occhi azzurri. Come lei... Julia... La donna che tanto amava...
-Come ti chiami? – domandò poi cercando di scacciare, almeno per qualche istante, il pensiero di Julia dalla sua mente.
– Mirya, mio signore… – rispose la ragazza.
– Mirya... Suona per me. – mormorò poi il ragazzo.
– Capisco signore. Lei è alla ricerca di un'illusione... Vuole dimenticare l'amore che prova per Julia. – rispose la ragazza.
Cosa? Come aveva fatto a capire cosa cercasse? Quale dono misterioso aveva quella ragazza dagli occhi azzurri come zaffiri?
-Signore, le meretrici dell'amore devono capire cosa desidera un uomo. Devono capire se desidera solo divertirsi o se è alla ricerca di un amore che non c'è.-rispose con un semplice sorriso la ragazza e, immediatamente, iniziò a suonare la sua lira. Una melodia dolcissima si sparse nell'aria, simile a quella che Orfeo cantò nell'Ade per incantare gli spietati sergenti dell'Oltretomba e convincerli a restituire la sua amata Euridice.
– Grazie Mirya. Grazie a te per un istante ho creduto di essere felice. Per un istante ho creduto di aver dimenticato.Sei una persona speciale. – mormorò Shin.
– Se vuole l'illusione continua. – sussurrò la ragazza. Felino sguardo da pantera, seduzione allo stato puro, venata da una innocenza limpida come l'acqua di fonte.
Shin per un po' rimase immobile. Era la prima volta che una donna si proponeva a lui in questo modo. Lui era sempre stato un seduttore... Ma l'unica donna che avesse mai amato, Julia, non lo amava... Avrebbe desiderato anche solo un po' ricevere lo stesso amore che, seppur illusoriamente, Mirya gli stava dando... Ma non lo avrebbe avuto...
– Fammi dimenticare Julia, almeno per un po'. – chiese.
Un mezzo sorriso sfiorò le labbra di Mirya che, immediatamente, prese tra le mani il viso di Shin e posò le sue labbra sulle sue. Un lieve bacio che ben presto divenne più impetuoso e passionale.
Dopo un po' la ragazza si staccò da Shin e, con mani abili, gli sfilò l'elegante casacca viola che indossava e iniziò a carezzargli con abili movimenti l'ampio torace, godendo dei soffocati gemiti di piacere che uscivano dalla bocca del giovane guerriero. Certo, l'amore di Shin per Julia non sarebbe mai mutato, ma per una notte anche lei avrebbe avuto un'illusione. L'illusione di ricevere amore da Shin. Un amore che mai avrebbe potuto avere...
Perchè lei era innamorata di Shin. Lo amava davvero tanto... Si era innamorata di lui fin dal primo momento in cui l'aveva visto... Ed il suo, lo sapeva, era un amore impossibile... Perchè lei era una sacerdotessa di Venere, una dispensatrice di illusioni... E le dispensatrici di illusioni non devono mai innamorarsi! Mai! Alle dispensatrici di illusioni non è concesso di provare amore. Loro dovevano solo usare l'amore. Perchè l'amore è potere...
Ad un tratto sentì la mano destra bloccata da una forte, ma gentile presa.
Era stato Shin a bloccarla.
Aveva preso la sua mano e aveva iniziato a baciarla. Lenti baci sulle sue dita affusolate.
Poi l'aveva attirata a sè contro il suo petto e le aveva dato un bacio sulle labbra, poi sul collo, lasciando lente scie di lava infuocata che fecero inarcare il collo di Mirya.
Poi le aveva abbassato la leggera veste di seta che indossava, rimanendo piacevolmente impressionato dallo splendore del corpo della giovane. Spalle splendide, curve, ma dolcemente forti e un seno che sembrava fatto di alabastro.
– Sei una ragazza molto attraente. – mormorò fissandola con i suoi splendidi occhi viola.
– Una dispensatrice di illusioni deve essere bella. – rispose Mirya semplicemente, prendendo per mano il giovane guerriero e costringendolo a stendersi su un gigantesco letto protetto da un baldacchino viola.
Iniziò a baciarlo sul collo. Lenti baci simili a carezze di fuoco che fecero fremere il combattente di Nanto.
Poi abbandonò il viso e iniziò a baciarlo sul petto ampio e possente, anche se snello, godendo dei soffocati gemiti del giovane. Maliarda etera... Sacerdotessa di amore dal profumo di lussuria...
Poi iniziò a spogliarlo, lentamente, senza che lui facesse nulla per impedirlo. Anzi, godeva nel sentire quel corpo sinuoso sopra il suo... Godeva nel sentire quelle mani gentili sul corpo... Sentiva quelle mani ovunque. Sul suo torace... Sul suo addome... Sulla sua virilità...
Gli procuravano un piacere immenso. Un piacere dolcissimo...
Un sorriso divertito comparve sul volto di Shin.
Bloccò le mani di Mirya e la costrinse dolcemente a stendersi sotto di sè.
– Perchè? – chiese la ragazza.
-Per ringraziarti. Mi hai reso felice, anche se solo per un istante.-rispose il guerriero.
Per un po' la fissò.
Poi, con un gesto lento, le tolse la veste mettendo in evidenza un ventre piatto, gambe lunghe e snelle che sembravano di marmo.
Iniziò a baciarle i seni. Prima uno e poi l'altro, godendo della morbida setosità della pelle della ragazza.
Poi li succhiò.. Lentamente, dolcemente. E si inebriò dei gemiti di Mirya, che chinò la testa, come incapace di sopportare un piacere troppo intenso.
Immediatamente le sue labbra scesero sul suo addome. Baci, baci e ancora baci. Poi arrivarono alla sua femminilità. Lenti baci su quel fiore di loto che si apriva.
Dopo un po', sempre con la stessa dolcezza, le allargò le lunghe gambe ed entrò in lei. Prima lentamente, poi con più forza. Insieme raggiunsero l'estasi. E insieme raggiunsero l'illusione, illusione di un amore che sarebbe durato una notte soltanto.

FINE



   
 
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