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Autore: Ghostclimber    04/02/2021    2 recensioni
Dino si chiede se a Hibari davvero importi qualcosa di lui.
Anche il resto del mondo se lo chiede.
D18, accenni 5927
Genere: Hurt/Comfort, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Dino Cavallone, Kyoya Hibari, Superbi Squalo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Allora, Dino, questa meraviglia del tuo uomo? Diserta anche questa festa?- Dino si sforzò di sorridere come se lo trovasse buffissimo.

-Ahah, Elena, cara, te l'ho detto. Non ama le folle.- rispose. Per la verità, stava cominciando a comprendere Hibari. Era almeno la ventesima persona che gli faceva la stessa dannatissima domanda, tanto che ormai aveva la tentazione di chiedere al prossimo di chi fosse il compleanno che si festeggiava.

Perché lui ricordava che fosse il proprio, ma evidentemente doveva essere passato qualche mese senza che se ne accorgesse ed era arrivato maggio: per questo tutti gli chiedevano di Hibari, perché è strano che il festeggiato manchi al proprio party di compleanno.

-Scusa, ti devo lasciare.- aggiunse con un sorriso educato, troncando un parere non richiesto e decisamente scortese sul fatto che questo fantomatico uomo avrebbe dovuto fare un passo verso Dino, partecipare agli eventi, mostrarsi e fare un po' di public relations.

Seh, come no.

Le public relations di Hibari Kyoya si sarebbero risolte con un sacco di gente all'ospedale, non necessariamente in reparti dedicati ai vivi, e un sacco di moduli da compilare, forse una guerra tra famiglie, magari una retata.

Dino attraversò la sala dei ricevimenti fingendo di avere una destinazione, in caso Elena lo stesse seguendo con gli occhi, e per grazia divina intravide Squalo.

-Ehi, Squalo!- salutò.

-Haneuma. Buon compleanno.- rispose lui. Dino attese, poi tentò: -Grazie?

-VOI, togliti il palo dal culo, che cazzo hai?

-Non mi chiedi dov'è Kyoya?- domandò Dino.

-Se è una domanda trabocchetto e la risposta non è “molto lontano da questo assembramento” ti avviso, non ci tengo a saperlo.- ribatté Squalo, inarcando un lato della bocca in un ghigno.

-Ti prego, puoi starmi addosso per il resto della serata?

-VOI, ma sei serio? Si può sapere che hai?

-Ho che nessuno, e ripeto nessuno, mi ha mai visto in pubblico con Kyoya. Stanno cominciando tutti a pensare che dico cazzate, e onestamente comincio a pensarlo anch'io.

-Ma sei scemo? Credi che ti permetterebbe di stargli addosso se non...

-Che cazzo ne so, Squalo? Lo dicevi anche tu che sono un bel buco da sco...- Squalo schiaffò la mano sulla bocca di Dino e gli strinse le guance in una morsa: -Usciamo. Imbecille.- Dino lo seguì sul terrazzo, e poi in giardino.

-Senti.- disse Squalo, poi prese un bel respiro, -Prima di tutto, sai benissimo che non era solo quello. Secondo, non conosco Hibari poi così bene, ma non mi sembra il tipo da stare con qualcuno solo perché gli piace farci sesso.

-Non lo so, Squalo...- Dino lanciò il bicchiere dove capitava e si appoggiò ad un albero: -Non so più niente. Vorrei...

-Ah, merda, Haneuma.- disse Squalo. Dino stava deglutendo rapidamente, un segno chiarissimo ed inequivocabile che di lì a poco... e infatti scoppiò a piangere. Squalo lo abbracciò rudemente e gli batté delle imbarazzate pacche sulle spalle.

-Dai, cazzo, non fare così.

-Non mi ha neanche fatto gli auguri!- singhiozzò Dino, -Mi risponde ai messaggi, quindi è vivo, ma niente auguri. E gli avevo detto della festa di oggi apposta per ricordarglielo!- Dino spinse via Squalo, che indietreggiò e infilò una mano in tasca.

-Ho chiesto a Tsuna se sapeva dove fosse, mi ha guardato con pietà! E ci credo, il suo fidanzato se manca un anniversario va a fustigarsi per mezz'ora come un cazzo di elfo domestico! Ci credi che festeggiano l'anniversario del primo bacio, del primo bacio con la lingua e del primo bacio con annesso palpeggiamento?

-VOI, ho nostalgia di un minuto fa quando non sapevo questa troiata.

-Tu come fai con Xanxus? Come lo sopporti?

-Ecco...- nicchiò Squalo, -Abitudine, suppongo.- mentì. Rivelare a Dino che Xanxus non mancava mai il loro anniversario, il suo compleanno e neanche l'anniversario della prima volta che avevano fatto sesso sarebbe stato controproducente. Per fortuna, il buio lo aiutò a coprire il volto.

-Senti. Ci sarà sicuramente una spiegazione. Magari che ne sai, si è detto che stavolta sarebbe venuto, poi gli è salito il nervoso o che so io e si è dimenticato che era oggi.

-Già.- bisbigliò Dino, poi si strinse il petto con una mano: -Ma fa male. Un male cane.

-Voi, vieni qui.- lo chiamò Squalo, allargando le braccia. Al dito portava l'Anello della Pioggia. Lo strinse a sé e lasciò che le Fiamme lo calmassero poco a poco, poi disse: -Rientriamo? Altrimenti la gente comincerà a dire cazzate su di noi.

-Ci manca solo quello.- ribatté Dino, mesto, e lo seguì verso l'interno della villa.

 

Che Rokudo Mukuro fosse dannato.

Dannato in eterno.

Una di quelle cose dove sei intrappolato e i demoni ti divorano per l'eternità.

Amico un paio di palle.

Hibari Kyoya strinse con una presa spasmodica l'oggetto che aveva in mano e ricordò.

 

-Oya, oya. Chiedi il mio aiuto?- domandò Mukuro, sedendosi su una poltrona cadente.

-Sei l'unico stronzo abbastanza disonesto da farlo.- ribatté Hibari, senza cedere di un millimetro di fronte a quel palese tentativo di metterlo in imbarazzo.

-Kufufu...- sogghignò Mukuro, poi disse: -Solo perché sei tu, Hibari Kyoya.- in pochi secondi, il suo aspetto fisico ebbe un cambiamento repentino. Si abbassò di qualche centimetro e perse la figura longilinea a favore di un petto più ampio e braccia muscolose. I capelli si schiarirono e si sollevarono in onde morbide, poi Mukuro aprì gli occhi: il sinistro era color dell'ambra.

La voce di Dino Cavallone uscì dalle sue labbra: -Ma te l'immagini, Romario? Arriva a sorpresa alla fine della festa con un mazzo di rose e un regalo e facciamo l'amore tutta la notte!- l'immagine di Dino sobbalzò, e Mukuro riprese le proprie sembianze.

-Tutto qui?- chiese Hibari, deluso.

-Sì. Il ragazzo si accontenta di poco, vedo.- Mukuro sogghignò: -Non che avessi mai avuto dubbi a riguardo, visto che sta con te.

-Fai poco lo spiritoso, mago da strapazzo. Hai visto tutto quello che c'è nella sua testa?

-No, e non chiedermi altro. Sono disonesto, ma non fino al punto di rigirare tutti i sassi della mente del tuo fidanzato solo perché non sai cosa regalargli per il compleanno.

-Wao. Hai accettato senza battere ciglio e ora la brutta persona sono io. Complimenti.- senza aggiungere né un'altra parola né un grazie, Hibari Kyoya si alzò e se ne andò.

 

Doveva ammettere che la mancanza di auguri era stata una sua mancanza.

Aveva pensato che una sorpresa, per essere tale, doveva essere totale, e si era astenuto dal farglieli. E invece, rieccolo a dosare male l'espressione dei propri sentimenti.

E temeva proprio che Dino stesse cominciando a pensare che forse non ne valeva la pena, almeno a giudicare dai discorsi che gli aveva sentito fare con Squalo.

Quei due, inspiegabilmente, erano amici per la pelle, quindi Hibari poteva essere certo che Dino fosse stato del tutto sincero.

Ma dal suo angolo nascosto, lui aveva percepito di più: aveva percepito la sensazione che quella fosse l'ultima volta che Dino si piegava ad andare incontro alle sue esigenze.

Non aveva tutti i torti a prendere posizione.

 

Dino ignorò il breve trambusto vicino alla porta: Bianchi era di umore vivace, quella sera, e si era già “inavvertitamente” tolta la maschera che le copriva il viso di fronte a Gokudera al solo scopo di farlo cadere in preda al mal di stomaco.

I Cavallone avevano cercato di farla desistere, ma invano: non avevano saputo controbattere alla sua argomentazione sul fatto che non facesse schifo dal momento che era solo dolore, e che Gokudera non si metteva a vomitare o roba simile.

-Fatelo passare, che cosa diavolo state aspettando?- tuonò Romario, e Dino distolse gli occhi da Bluebell, che stava graziando tutti con un abominevole balletto scoordinato al centro della pista. Si chiese in maniera molto vaga perché mai continuasse a invitare ancora i Gesso, poi da molti dei presenti si alzò un verso corale di stupore.

Dino si fece strada tra la folla, chiedendosi cosa fosse successo, se Squalo avesse sfilettato qualcuno, o magari Gokudera si era sentito male per davvero e aveva cominciato a vomitare come la bambina del film L'Esorcista. Ma no, non sentiva versi schifati.

La folla si aprì di fronte a lui, permettendogli di vedere la persona che stava entrando dalla porta.

Hibari Kyoya.

Dino si immobilizzò e lo attese, quasi al centro della sala; sapeva che per Hibari sarebbe stato meglio incontrarsi in un luogo meno affollato, come ad esempio l'angolo del pianoforte, ma temeva che se avesse staccato i piedi da terra sarebbe caduto come una pera matura.

Ma Hibari non protestò.

Camminò lentamente verso di lui, con in mano quello che sembrava un mazzo di rose rosse.

Quando furono l'uno di fronte all'altro, Hibari disse a bassa voce: -Buon compleanno, Dino.

-Kyoya...

-Scusa il ritardo.- Hibari tese le braccia e appoggiò il mazzo di fiori tra le braccia di Dino, che lo fissò attonito.

Hibari si avvicinò di un altro mezzo passo e sfiorò il gomito di Dino: -Dimmi qualcosa.- sussurrò.

-Kyoya... io...- Dino lasciò cadere il mazzo di fiori e gettò le braccia al collo di Hibari.

-Ti stai rendendo ridicolo, Dino.- protestò lui.

-Lo so, ma sono così contento! Ti amo, Kyoya!- Dino si prese un bacio, poi un altro e un altro ancora, fin quando Hibari non gli mollò un pizzicotto sul fianco per farlo smettere.

-Ti aspetto in camera tua quando qui è finito?- chiese Hibari sottovoce. Non c'era pericolo che qualcuno li sentisse: dopo l'iniziale silenzio di tomba, tutti i presenti si erano messi a confabulare e spettegolare e nessuno stava realmente badando a loro.

-Cos'è successo, sono in paradiso?- scherzò Dino con un enorme sorriso.

-È successo che volevo aspettare la fine della festa, ma mi sembravi sconvolto.

-Cristo. Eri in giardino?- chiese Dino, tornando serio.

-Sì. Dino, io...- Hibari si scostò e disse: -Ci vediamo dopo di sopra.

-Va bene, Kyoya. Grazie.- Hibari si allontanò.

 

Bastava poco.

Davvero poco.

Aveva ragione Mukuro, per far felice Dino non ci voleva quasi nulla.

Hibari si tolse giacca e cravatta, fece una lunga doccia calda, si asciugò e si accomodò nel letto di Dino, coperto solo da una sua vecchissima maglietta con una battuta sciocca in italiano.

Dopo mezz'oretta, Dino lo raggiunse; non lo guardò nemmeno, disse: -Dammi il tempo di una doccia, cazzo quanto odio questo vizio di baciare la gente sulle guance!- e sparì in bagno.

Quando riemerse, saltò subito sul letto di fianco a Hibari, che si lasciò baciare. Dino cercò la sua mano per intrecciare le dita e si scostò quando invece trovò altro.

Hibari non riuscì a guardarlo in faccia: rimase con gli occhi fissi sull'anello che gli aveva appena infilato al dito e chiese: -Ti decidi a sposarmi oppure no, Cavallo Pazzo?

-Era ora che ti decidessi a chiedermelo, Kyoya.- rispose Dino, facendo il sostenuto, -Sai che stavo aspettando te.

-Lo so. Ed è il motivo per cui te l'ho chiesto.

-Perché cerco di evitare che tu mi morda a morte?

-Perché è ora che tu capisca che non mi devi aspettare per forza, io ci sono comunque.

-Kyoya...

-Allora?

-Sì, cazzo, sì che ti sposo!- Dino si mise a cavalcioni di Hibari e ricominciò a baciarlo. Hibari lo strinse a sé e cercò di fargli capire tutto ciò che non riusciva a dire: che lo amava, che gli dispiaceva di averlo fatto soffrire per un errore di valutazione, che erano mesi che si portava dietro quell'anello e non trovava le palle di darglielo, che avrebbe voluto essere più socievole per amor suo ma che, dannazione, proprio non ce la faceva.

 

E Dino comprese, dalla stretta delle mani di Hibari sulla schiena, tutto ciò che il suo compagno avrebbe voluto dirgli.

Mentre si sdraiava sulla schiena, ribaltando le posizioni, sospirò: -Ti amo, Kyoya.- e allargò le gambe in attesa di essere sfiorato e poi penetrato dalle sue dita.

Non aveva mai ricevuto una risposta a quella frase e nemmeno se l'aspettava: Hibari era uno che preferiva dimostrare i sentimenti con le proprie azioni piuttosto che mettersi a cianciare d'amore, e il suo apparire alla festa era la dichiarazione più grande del mondo, per lui.

-Ti amo anch'io, Dino.- disse Hibari, prima di chinarsi nuovamente su di lui.

 

 

 

 

 

 

Ciaossu!

Eccomi a pubblicare in corner una fic banalissima e da diabete per il compleanno del mio amatissimo Dino Cavallone!

Doveva essere molto più lunga e più angst, ma ho passato la mattina a rendermi conto di essere innamorata di Skull mentre pulivo le fughe delle piastrelle con uno spazzolino da denti (non quello che uso di solito, sia chiaro) e il pomeriggio a delirare su certi due OC insieme ad arashinosora5927 e WOAH quanto cazzo passa in fretta il tempo quando ti diverti.

Spero vi piaccia, otanjoubi omedetou, Dino san!

XOXO

 
   
 
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