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Autore: _SbuffodiNuvola_    04/02/2021    0 recensioni
“Mafuyu singhiozzò e una lacrima gli bagnò la guancia. Ritsuka gli prese il viso con le mani, asciugando la pelle morbida con il pollice. Ringraziò che fosse buio abbastanza da nascondere il colore del suo viso, che sentiva più caldo del solito.
-Andrà tutto bene. -lo rassicurò con un sorriso.”
One shot ambientata nel capitolo 23 (volume 5) del manga.
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Mafuyu Satō, Ritsuka Uenoyama
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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-Quell’orologio... è uguale a quello che c’era a casa di Yuki. 

Ritsuka era scattato a sedere sul materasso. Mafuyu aveva detto quella frase senza preavviso, al buio della stanza del chitarrista, che in quel momento non aveva idea di cosa fare.

Mafuyu era il primo per lui, ma lui non lo era per Mafuyu e se ne dimenticava spesso. Non aveva mai conosciuto Yuki, non sapeva come fosse andata esattamente tra lui e Mafuyu e non aveva neanche il coraggio di chiedere qualcosa al diretto interessato. Sapeva solo che dopo un litigio Yuki si era suicidato e Mafuyu si era ritrovato con la sua chitarra tra le mani quasi fosse stata una maledizione.

A volte gli sembrava che Mafuyu lo facesse apposta a metterlo in difficoltà in quel modo, come se si fosse divertito a vederlo nella confusione più totale. Però una vocina nella sua testa gli ripeteva che non era così e non era colpa di nessuno se Mafuyu non era bravo a esprimere i suoi pensieri e spesso diceva cose che non voleva.

Ritsuka fece la cosa che gli sembrò più facile da fare: si alzò dal materasso e strinse Mafuyu a sé, sedendosi con lui sul futon. Aveva visto la sua espressione e, purtroppo, la conosceva bene. In quei mesi l’aveva vista spesso: Mafuyu faceva così quando stava per piangere.

-Accidenti a te! -esclamò in un sussurro. Non voleva che i suoi genitori o Yayoi si svegliassero o che scoprissero di lui e Mafuyu così. Era importante che fossero loro a rivelarlo, al momento giusto.

-Scusa... -disse Mafuyu. Ritsuka poteva sentirlo tremare leggermente tra le sue braccia. 

Al live era rimasto stupito di quanta solitudine e sofferenza nascondesse quel ragazzo dentro di sé. Non credeva potesse essere così forte e fragile allo stesso momento.

-Ho detto una cosa... strana... -continuò il cantante.

-Non è questo il problema! -lo interruppe il chitarrista. -Non so molto del tuo passato...

E appena lo disse si sentì uno schifo. 

Non era bravo a capire la gente, figuriamoci un ragazzo così misterioso come Mafuyu! Non sapere niente di lui era un problema perché non era mai in grado di capire cosa gli passasse per la testa. Nonostante questo si sentiva in dovere di consolarlo, di fargli capire che lui era lì e che non se ne sarebbe andato via. Non lo avrebbe lasciato solo.

-... Ma quando siamo insieme, non metterti a piangere come se fossi da solo! 

Appoggiò la fronte sulla spalla esile di Mafuyu e lo strinse di più a sé. L’altro sussultò e Ritsuka temette di aver detto qualcosa di sbagliato. Aveva sempre paura di sembrare arrabbiato quando non lo era. Decisamente non era bravo con le parole.

Poi avvertì le mani di Mafuyu sfiorargli la schiena, provocandogli un brivido lungo tutta la spina dorsale. Il cantante lo stava abbracciando, titubante. 

Non si comportavano mai da fidanzati, perché erano spesso in pubblico o c’era il rischio che occhi indiscreti li vedessero... perciò erano più impacciati e rigidi del normale. Per Ritsuka poi era una novità: era la sua prima relazione e non sapeva mai cosa fare. Certo, aveva imparato a mantenere la calma per non farsi scoprire (se no Haruki lo avrebbe mangiato vivo), nessuno sospettava nulla... ma era tutto così nuovo per lui.

-Scusa. -disse ancora Mafuyu. La voce gli tremava, come dopo il loro primo live insieme, mentre lo ringraziava con le lacrime agli occhi.

-Non scusarti. -fece Ritsuka. Era circondato dal profumo del giovane cantante e la testa gli girava. Era così piacevole stare abbracciato a Mafuyu. Avrebbe dovuto abbracciarlo più spesso.

-È che io... Yuki è stato il mio primo... e io... -cercò di spiegare il cantante con voce rotta. -Io non so cosa... come...

Ritsuka alzò il viso per guardarlo negli occhi, che teneva bassi. Gli mise una mano sotto il mento, alzandolo con un’audacia che non gli apparteneva.

-Tu sei il primo per me, Mafuyu. -gli disse, imbarazzato. -E ne so meno di te in fatto di relazioni. Però voglio che tu ti fidi di me. Io sono qui e non devi aver paura.

Mafuyu singhiozzò e una lacrima gli bagnò la guancia. Ritsuka gli prese il viso con le mani, asciugando la pelle morbida con il pollice. Ringraziò che fosse buio abbastanza da nascondere il colore del suo viso, che sentiva più caldo del solito.

-Andrà tutto bene. -lo rassicurò con un sorriso. Mafuyu tirò su col naso, prendendo una delle mani di Ritsuka con la sua, ma senza spostarla dalla sua guancia. Chiuse gli occhi e fece dei respiri profondi.

Ritsuka lo osservò, non osando ritrarre la mano. Gli accarezzò il viso con l’altra, aiutandolo a tranquillizzarsi. Quel comportamento non era decisamente da lui. Mafuyu era in grado di cambiarlo fino a quel punto?

Rimasero così per un po’, fino a quando Mafuyu riaprì gli occhi e fece un piccolo sorriso che fece risvegliare i piccoli Uenoyama che vivevano nella testa di Ritsuka. Quando lo guardava così si sentiva sempre leggero. 

-Meglio? -chiese il chitarrista. Mafuyu annuì e solo in quel momento Ritsuka abbassò la mano, intrecciando le dita con quelle dell’altro. Guardò l’orologio, che segnava mezzanotte e quaranta minuti. 

-Adesso dormiamo. È tardi. -disse poi. Il cantante fece di nuovo sì con la testa e Ritsuka gli lasciò la mano, alzandosi per tornare a letto. Non avrebbe voluto farlo, il corpo di Mafuyu aveva un calore confortevole e ci sarebbe rimasto abbracciato a vita, se avesse potuto. Ma non potevano.  

Prima che potesse sdraiarsi, però, Mafuyu lo fermò, prendendolo per la maglietta.

-D-Dormi con me. -non era una domanda. Era un ordine, timido, ma era un ordine.

Il chitarrista si sentì andare letteralmente a fuoco. Dove voleva andare a parare Mafuyu? Niente di sconveniente, giusto? Solo dormire insieme, nello stesso futon, sotto le stesse coperte.

-Sicuro? -chiese Uenoyama sperando che la sua voce non tremasse.

-Per favore. -disse solo.

Ecco che lo faceva di nuovo. Lo stava implorando con quegli occhioni da cucciolo di pomerania abbandonato. Uno spettacolo a cui Ritsuka faceva fatica a resistere.

Prese un bel respiro per calmare il battito del cuore, poi prese il suo cuscino.

-Fammi spazio. -disse. Mafuyu gli sorrise, ma lui, più imbarazzato che mai, non aveva il coraggio di guardarlo in faccia.

Mise il cuscino accanto a quello di Mafuyu e si sdraiò supino con un braccio sotto la testa. Poi notò che il cantante non si era mosso di un centimetro e lo osservava. 

-Allora? -domandò.

-Cosa?

-Mi hai chiesto di dormire con te, no? -sorrise. -Come fai a dormire se te ne stai lì, seduto così? 

Mafuyu rise, piano per non fare rumore, e, prendendo la coperta con la mano, si mise sdraiato accanto a Ritsuka, coprendo entrambi con le lenzuola. 

-Buonanotte. -disse.

Uenoyama si voltò su un fianco, per guardarlo in viso. Gli sorrise di nuovo.

-Buonanotte.

Prima che potesse anche solo chiudere gli occhi, Mafuyu si allungò e lo baciò sulle labbra, mandandolo una volta per tutte sulle nuvole. 

 

 

 

La mattina seguente fu Mafuyu a svegliarsi per primo. La prima cosa che vide fu il viso di Ritsuka, ancora addormentato, proprio di fronte al proprio. Controllò l’ora, ma era ancora presto per il suono della sveglia, perciò tornò a guardare Ritsuka dormire. Aveva un’espressione rilassata, la bocca leggermente aperta e i capelli spettinati... più del solito. Mafuyu non l’aveva mai osservato così da vicino. Lo trovò adorabile.

Quando un ciuffo di capelli gli finì sugli occhi, facendogli, a quanto pareva, il solletico, Ritsuka cambiò espressione. Sembrava infastidito, infatti Mafuyu lo vide storcere il naso.

Ridacchiò piano, poi, cercando di non svegliarlo, gli spostò i capelli dal viso. Il chitarrista riassunse la stessa espressione rilassata di poco prima, facendo un piccolo sorriso che il cantante interpretò come un “grazie”.

-Di niente. -sussurrò divertito. Ritsuka borbottò qualcosa di incomprensibile, facendolo ridere.

Quando dormiva sembrava un’altra persona. Non aveva quel cipiglio arrabbiato e non si imbarazzava per lo sguardo d Mafuyu su di sé. 

Mafuyu gli diede un bacio sulla guancia (era bello poterlo fare) e Ritsuka cambiò posizione, mettendosi supino.

-Ma... fuyu... -borbottò girando la testa dalla parte opposta al cantante, che ridacchiò ancora. Forse poteva aggiungere “stuzzicare Uenoyama mentre dorme” alla lista delle cose divertenti che aveva provato a fare nella sua vita.

Ma decise che per quel giorno bastava così. Si strinse a Ritsuka, poggiando il viso sulla sua spalla. Il sonno lo assalì nuovamente, mentre il profumo del suo nuovo amore lo circondava.

Ritsuka Uenoyama lo aveva salvato e non lo avrebbe mai ringraziato abbastanza.






*angolo autrice*
Salve a tutti!
Questa è la mia prima one shot a tema Given e ho deciso di scriverla rileggendo la scena fra Uenoyama e Mafuyu nel quinto volume, scena che aspettavo di vedere animata nel film e invece no 😞
Il titolo è preso dalla canzone che Mafuyu canta nel film e considerando che si riferisce anche a lui e Ritsuka ho pensato fosse carino fare così...
Spero vi sia piaciuta!

   
 
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