Serie TV > Jessica Jones
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Autore: MusicAddicted    05/02/2021    10 recensioni
Prendete due serie TV, shakeratele fra loro, trovate un punto d’incontro, stravolgete tutto lo stravolgibile… ed ecco che otterrete questa storia.
Crowley ha una delle sue brillanti idee e la propone ad Aziraphale.
E se Jessica e Kevin avessero ottenuto i loro poteri in tutto un altro modo? Se fosse un altro il loro primo incontro?
Forse stavolta tutto fra loro potrà essere più romantico, forse.
Degli Ineffabili Maritini invece… che ve lo dico a fare?
E in tutto questo che ne sarà dell’Anticristo?
La fine del mondo si eviterà?
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Altri, Jessica Jones, Kilgrave, Trish Walker
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Buona notte fonda… non aggiorno da ehmm l’anno scorso, possibile? ^^’
Arrghh
grazie a tutte/i come sempre, per il vostro supporto meraviglioso.


ineffably-inevitable-cover


 

Capitolo IX: Building something


                  New York, Four Seasons Hotel, 57 East 57th Street, 21 May 2006

 

“Okay, ora usciamo e andiamo a dirglielo.” decide Jessica, alzandosi dal letto.

“Ma non dovevamo fregarcene del parere di tutti?” protesta Kevin, che in quel letto vorrebbe rimanerci molto più a lungo. Con lei.


“Appunto. Prima che possiamo fottercene di quello che pensano, qualcosa lo devono pur pensare!” specifica lei, con aria furbetta. “Muoviti, su.”

Kevin avrà anche il dono del controllo mentale, ma fra i due è lei quella che davvero comanda.

“Però non accetto salti per i tetti con te che mi prendi in braccio!” chiarisce lui.

“E niente gente random alla quale ordini di darci un passaggio. Chiamiamo un taxi, come fanno le persone normali.” negozia lei, arrivando a un compromesso.


                     New York, Hell’s Kitchen, 485 West 46th Street, 21 May 2006

 

Una volta arrivati a destinazione, Jessica apre la porta del suo appartamento senza troppe cerimonie e trova un angelo e un demone semivestiti sul proprio divano, uno sopra l’altro.

“Avete trovato un modo più divertente di fare i vostri report?” li canzona Kevin.

Aziraphale sobbalza, colto di sorpresa.

“Oh… cazzo!” si lascia scappare per l’agitazione. “Ti ho fatto una predica infinita su quanto dovessi tenerti alla larga dalla tua Nemesi e io, che dovrei darti il buon esempio, mi faccio trovare qui, sul tuo divano, per giunta, mentre…” inizia a parlare a raffica, prima che Crowley, lo blocchi, tirandolo più  sé.

“Guardali bene, angelo. Vedi forse shock nei loro occhi? Li vedi davvero così sorpresi? Certo che no, loro lo sapevano già, prima di noi!” gli fa notare Crowley, molto più rilassato, nonostante sia a torso nudo, mentre Aziraphale dalla fretta di coprirsi infila la camicia al contrario, coi bottoni sulla schiena.

“Esatto, lo sappiamo. Possiamo anche aggiungere ‘Alla buon’ora!’” spiega Jessica.

Aziraphale sembra tranquillizzarsi, mentre con un piccolo miracolo si riveste correttamente.

“Lo sapevate prima di noi? Quindi non potevate dircelo?” borbotta l’angelo.

 

“Dopo sei millenni, un mese in più, un mese in meno, che vi cambiava?” fa spallucce Kevin.

“Non ha tutti i torti il mio assistito e poi, angelo, ci dovevamo arrivare da soli.” lo stringe a sé Crowley, senza che il biondo abbia da ridire.

“Quanto al mio divano, nessun problema; anzi, per quel che mi riguarda, nel giro di qualche mese potrete avere anche tutto l’appartamento, se lo volete,” li avvisa Jessica, stringendosi a Kevin prima del grande annuncio. “Io e Kevin ci amiamo e andremo a vivere insieme!”

“E non ce ne importa un accidenti se voi non approvate!” le dà manforte Kevin.

“Ma è meraviglioso!” si rallegra l’angelo, avendo l’ennesima conferma di quanto la loro sia una relazione seria e stabile.

“Io non vi ostacolo di certo, ma scordati che io e il mio angelo veniamo a vivere in questa catapecchia!” borbotta Crowley, rimettendosi la T-shirt nera.

“Che snob del cazzo che sei, a Kevin piace qui!” rimbrotta Jessica.

“No, amore, chiariamo una cosa, mi può piacere chi ci vive dentro, ma Crowley ha ragione, la tua casa è una catapecchia!”

“Oh beh, certo , tu sei Mr. Four-Seasons, se non altro capisco perchè lui ti abbia scelto come suo assistito: siete due snob del cazzo, identici!” bercia lei, per poi guardare l’angelo. “Zira, almeno a te qui piace, vero?”

“Beh, mia cara, qualche miracolino per ristrutturare certi punti aiuterebbe…”

“Mi avete chiarito benissimo il concetto: ho a che fare con tre snob del cazzo!” sbotta la Detective, spingendoli tutti e tre verso l’uscita. “Fuori dalla mia catapecchia, grazie!” sbatte loro la porta in faccia.

“Anche io?” protesta Kevin dall’altro lato della porta, ad alta voce per farsi sentire.

“Soprattutto tu!” precisa lei allo stesso modo, indispettita.


“Qualcuno me lo spiega esattamente cos’è successo? Due minuti fa eravamo felici, innamorati e ora mi ha cacciato nella maledetta cuccia del cane?” borbotta il persuasore. "Aspetta un attimo... ma noi nemmeno ce l'abbiamo un cane! Le piaceranno i cani? Forse posso sistemare le cose comprandogliene uno?"

"Per favore, vorresti chiudere quella ... benedetta boccaccia?" si lamenta Crowley, stanco delle sue paranoie.

"A dire il vero, non ho mai chiesto a Jessica riguardo ai cani... non so aiutarti, ragazzo, mi dispiace..." si morde le labbra Aziraphale, guardando Kevin, prima di guadagnarsi un'occhiataccia da Crowley.

"Perdonami, caro, niente più questione cani." gli assicura.

"Sarà meglio. I cani non potrebbero mai aiutarti. Benvenuto in una relazione seria, amico mio!" avvolge un braccio attorno alle spalle di Kevin. "Regola uno: mentire, sempre, se si tratta di far felice il tuo partner, tipo quando Azi mi invita a bere nella sua libreria con tutti quei libri noiosi e polverosi e io fingo sia il luogo più bello del mondo…” gli racconta, ma si ricorda troppo tardi che il suddetto partner sia ancora lì con loro.


Il biondo ora sfoggia un’espressione identica all’ultima che hanno visto in volto alla sua assistita.

“Libri noiosi e polverosi eh?” ripete Aziraphale, rabbioso.

“Ma no, angelo, era solo un esempio,” si arrampica sugli specchi Crowley. “Non dovevamo coccolarci per tutta la notte?”

“Credo che mi coccolerò un noioso e polveroso libro!” controbatte indignato il biondo, svanendo con uno schiocco di dita.

“Un po’ permalose queste forze del Bene eh?”  sdrammatizza Kevin.

“Tra un bicchiere di vino rosso e l’altro troveremo il modo di farci perdonare,” propone Crowley mentre si allontanano. "E no, non sarà comprando uno stupido cane!" lo anticipa.

“Okay, sono dell'umore per una notevole quantità d'alcol," approva il suo assistito. "Del resto sia tu, sia io, abbiamo molto da festeggiare!”

 

         New York, 389 Upper East side 89th Street, 22 May 2006

 

“Tu e Kevin cosa?” teme di non aver capito bene Trish.

O meglio, teme di aver capito benissimo.

Quando la sorella le ha detto che si sarebbe presentata da lei con grosse novità non si aspettava certo così grosse.

“Kevin e io ci amiamo, vogliamo passare insieme quanto più tempo possibile e quindi andremo a convivere,” ripete Jessica, con tutta la calma possibile, malcelata però da una profonda gioia che traspare dai suoi occhi.

“Te l’ha comandato lui?” azzarda Trish.

“Cosa? No, cazzo, Trish, sono nel pieno delle mie facoltà, lui ha promesso di non usare il suo potere su di me, come non lo farà su di te. Sarà anche l’aiutante del Male, ma prima di tutto è un uomo di parola.”

“La sola differenza è che con le sue parole lui fa danni.” controbatte pungente la speaker.

“Trish!” la ammonisce la detective.

“E va bene, va bene. È solo che mi sembra stiate correndo un po’ troppo…” borbotta la sorella.

“Lo vedi che sei un’ipocrita del cazzo?” la interrompe Jessica, ai ferri corti. “Quando pensavi che uscissi solo con un Dottore, senza poteri paranormali di mezzo, ti auguravi di vedermi con l’anello al dito già dal primo appuntamento!” la mette in difficoltà lei.

“Hai ragione, Jess, ti chiedo scusa… è che non mi fido di lui. Se è il prescelto di un demone, qualcosa vorrà pur dire.”

“Questo è perché non conosci il demone!” ridacchia la mora, ora più tranquilla.

“E non ci tengo.”

“Dovresti, ora che fa coppia fissa con il nostro Zira, che è al settimo cielo.” lo informa l’altra. “Quanto a me e Kevin, nonostante andremo a vivere insieme, al momento non lo voglio vedere. Ha detto che casa mia è una catapecchia.” riferisce Jessica, ancora furente al ricordo.

Segue un lungo minuto di imbarazzante silenzio.

“Non dici niente, Trish?” la sprona la mora.

“Beh, Jess, casa tua un po catapecchia lo è.”

“Bene a quanto pare sono circondata da snob del cazzo!” brontola Jessica, andandosene e sbattendo a porta, ma non abbastanza forte da causare un reale danno.

- Ok, casa mia è un cesso, ma solo io posso permettermi di dirlo!-

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                      New York, Maspeth, 455 74th Street, 22 Aug 2006

Ci sono voluti giusto un paio di giorni per ripristinare la pace fra le due coppie, con tanta buona volontà e ancor più inventiva, ma trovare casa per i due innamorati ha richiesto un po’ più tempo.

Tuttavia, verso la fine dell’estate di quell’anno, Kevin e Jessica possono considerarsi i fieri e soddisfatti proprietari di un’adorabile villetta nel Queens, a circa venti minuti di macchina da Hell's Kitchen e da Manhattan in generale.
La villetta è su due piani, alterna parti in legno ad altre in roccia.
Un piccolo recinto bianco delimita il porticato, c’è un vasto prato e anche un piccolo spazio adibito a orticello, semmai un giorno volessero crearne uno, ma né Kevin, né Jessica sembrano avere il pollice verde.

Una volta ultimati i traslochi, Trish è stata la prima a far loro visita, dato che è la più vicina.
Va anche detto che per tutto il tempo si è mantenuta il più possibile vicino a Jessica, evitando di rimanere sola con Kevin, per quanto ospitale si potesse essere dimostrato.

Dopo la loro breve esperienza da turisti, Crowley e Aziraphale hanno fatto ritorno a Londra, occupandosi dei report mensili, dove a volte ha primeggiato Kevin, altre volte Jessica.

L’equilibrio fra Male e Bene si è mantenuto intatto, così com’è giusto che sia.

 

In vista dell’inaugurazione della nuova casa dei loro protetti, l’angelo e il demone, più innamorati che mai, si sono concessi un’altra breve vacanza per andarli a trovare.

Jessica e Kevin li attendono direttamente sul porticato.

“Venite, che vi mostro tutta la casa!” li invita Jessica, entusiasta, una perfetta padrona di casa.

E ora nessuno può più azzardarsi a dirle che casa sua sia una catapecchia.

Più le due creature soprannaturali si avvicinano e più Jessica nota che uno dei due ha in mano qualcosa.

“Crowley, che carino da parte tua portarci una piantina,” gli sorride Jessica.

“Huh? No, ma quale regalo, questa è mia, l’ho portata con me, così se mi annoio la sgrido e passo il tempo.” spiega scontroso il demone.

Jessica guarda verso Kevin in cerca di risposte, ma lo psicologo senza nemmeno ricorrere al linguaggio verbale le fa capire che è meglio che non faccia domande a riguardo.

“E comunque, io non sono affatto carino!” precisa Crowley, rabbioso.

“Oh sì certo, e dell’anatra con l’ala ferita che hai soccorso e miracolato l’altro giorno che mi dici?” lo mette in difficoltà Aziraphale.

“Angelo!” protesta il rosso, che ha pur sempre una reputazione da mantenere.

Non dirà mai che l’ha chiamata Jay McDuck e che la tiene nella serra del suo appartamento, dove ha fatto apparire un laghetto artificiale, in attesa di farla tornare al suo ambiente naturale, o, forse com’è più probabile, di trovarle compagnia e tenerle entrambe, futuri anatroccoli compresi.

“Però le buone maniere innanzitutto, non siamo venuti a mani vuote!” annuncia festoso l’angelo.

Quando arrivano alla cucina, davanti al grosso frigorifero a due ante Aziraphale rivela il loro regalo.

“Le abbiamo fatte fare su misura, da un artigiano Terrestre eh, non miracolate,” spiega Crowley, mentre Aziraphale espone ciò di cui stanno parlando.

“Proprio così, ogni volta che le userete penserete a noi!” sorride il biondo, finendo di attaccare al frigorifero il set di calamite che hanno portato. 

Nell'ordine sono una a forma di angioletto, una a forma di diavoletto, seguono quelle che raffigurano una pila di libri, un vaso con una pianta, una macchina d’epoca di fine degli anni Venti, un registratore di cassa vintage, una tazza di tè e un bicchiere di vino rosso.

“Ma sono fichissime!” approva Jessica. “Io credo che userò sempre questa!” aggiunge, staccando dal frigorifero quella col bicchiere di vino rosso.

“Io preferisco il tè,” ammette Kevin, da buon Inglese.

“E qui ci scatta sempre il dubbio che forse abbiamo invertito la scelta dei nostri protetti…” borbotta Aziraphale.

“Però quella della macchina mi fa venire in mente che ne vorrei una così anch’io,”

“Ma se nemmeno guidi!” lo interrompe Jessica.

“Non è un buon motivo per non averne una. Prima o poi seguo l’esempio del mio mentore e ‘convinco’ un ricco proprietario a cedermi la sua.” sogghigna Kevin e tutti hanno capito cosa intende con ‘convincere’.

“Eh no, Azi, ti confermo che abbiamo scelto benissimo!” ridacchia Crowley, stringendolo a sé.

Il tour della casa prosegue e arrivano al salotto, dove l’elemento che spicca di più è un grosso quadro, che non è un dipinto, quanto una foto incorniciata di Jessica e Kevin.

Kevin nota il tacito interesse di Crowley e Aziraphale e si improvvisa cicerone.

 

“L’idea di base era fare una di quelle foto seduti composti, tipo quelle perfette che trovi all’interno delle cornici quando le compri. Avevo impostato l’autoscatto, eravamo in posa, solo che negli ultimi secondi, Jessica si è impossessata del telecomando, mentre guardavo il finale di una partita di rugby, proprio l’ultimo touchdown. Di riflesso mi sono gettato su lei, che ha allontanato ancora di più il telecomando e rideva spensierata. Ed è in quel momento che è stata scattata la foto.”

“Esatto, quindi anziché una foto finta da gufi impagliati col sorriso di plastica che voleva Mr. Controllo è uscita questa immagine così viva e spontanea e anche a lui alla fine è piaciuta così tanto che l’ha stampata e messa lì.” spiega soddisfatta  la detective.


“Voi non ce l’avete una foto di voi due insieme incorniciata a casa vostra?” domanda Kevin.

“Noi non ce l’abbiamo nemmeno una casa nostra.” sospira Aziraphale infelice, con Crowley che lo abbraccia.

“Sapete, alla mia gente, così come alla sue gente, non farebbe piacere sapere che noi due… fraternizziamo.” spiega il demone.

“Proprio così, e se anche ci amiamo lo dobbiamo fare con prudenza, perché nessuno sospetti niente. Vivere insieme sarebbe come mettere un’insegna al neon per farci scoprire.” precisa l’angelo.

Kevin e Jessica li guardano con qualcosa che si avvicina molto alla commiserazione, in cerca delle parole giuste da dire, che però non arrivano.

“Tu che sai cos’è un’insegna al neon?” lo prende in giro Crowley, ma è solo per sdrammatizzare.

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    Paradise, Fifth Heaven , 22 Aug 2006

 

L’arcangelo Michael finisce di parlare con un angelo inferiore per gerarchia e non appena si allontana, accertandosi che non la guardi nessuno, estrae il suo smartphone di ultimissima generazione, ultrapiatto, color nuvola.

Non deve attendere molto perché il destinatario della sua chiamata risponda.

“Che vuoi, piumato?” ringhia la voce cavernosa di Ligur al quinto squillo.

“Tsk, tsk, voi demoni dovreste fare un corso accelerato di buone maniere, trattare così il tuo informatore preferito…” finge di rimproverarlo l’arcangelo.

“Sei il mio unico informatore!”

“Un motivo in più per essere il preferito, ti pare?”

“Non ho tempo per i vostri giochetti celesti, vieni al dunque!” la esorta il demone.

“Pare che il vostro inviato sulla Terra e il nostro si frequentino molto più spesso di quello che richiedano i loro i compiti,” esordisce Michael.

“Un demone e un angelo che… fraternizzano? Eeew, al solo pensiero vomito!”

“Non dirlo a me, ma c’è dell’altro… Ti ricordi quel loro piano strampalato di trovarsi degli aiutanti speciali?”

“Me lo ricordo eccome, qui all’Inferno non si parla di altro che dei report che ci arrivano, quello che si è scelto Crowley sa il fatto suo!”

“Anche la protetta di Aziraphale è in gamba, ma non è questo il punto!”

“Allora dimmelo tu, arcangioletta…”

“È appunto quello che stavo per fare… e non mi chiamare così!” si stizzisce lei. “Pare proprio che questi aiutanti speciali si siano incontrati…”

“E si sono uccisi a vicenda? Peccato, mi piacevano quei report…” brontola Ligur.

“La smetti di interrompermi? Altro che farsi la guerra, quei due si sono innamorati e ora vivono insieme!”

“Che cosa? Quei due sono una delusione, tali e quali a chi li ha scelti…” scuote la testa il demone, con aria schifata.

“Sì lo so, è davvero disdicevole, ma tutto sommato la cosa può giocare a nostro favore: da quell’amore potrebbe nascere qualcosa di molto speciale, un figlio che in sé racchiude un po’ di Paradiso e un po’ di Inferno, il candidato perfetto per l’Armageddon.” gli fa notare Michael.

“Ooooh, a questo non avevo pensato!”

“La cosa non mi sorprende, voi demoni non pensate mai!”

“Hey!”

“Io ho già informato il mio capo e ho pensato che anche al tuo la cosa potesse interessare…”

“Oh sì, avrò l’attenzione completa di Belzebù quando glielo racconterò.” afferma Ligur.

“Io comunque non ti ho detto nulla. E per il lavoro sporco, mi aspetto che ci pensiate voi…” chiude la chiamata Michael.

“Oh sì, noi quaggiù siamo bravissimi col lavoro sporco!” sogghigna il demone, mettendo via il cellulare.

 

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                          New York, Maspeth, 455 74th Street, 10 Sept 2006

“Tantissimi auguri al trentenne più affascinante che io conosca!” trilla allegra Jessica, assalendo il suo partner ancora dormiente, sotto le lenzuola.

Il fatto di averla a cavalcioni su di sé, solo con addosso uno striminzito completo intimo nero, mentre lo bacia per ogni dove, per il festeggiato costituisce sicuramente un piacevole risveglio.

“Grazie, amore, ma… come lo sapevi? Non te l'ho mai detto… oh, avrai chiesto un miracolo ad Aziraphale di sicuro!” cerca di far mente locale lui.

“Oh, ti prego, sono una brillante detective, non credi che non sia stata in grado di controllare la tua carta d'identità in più di un'occasione?” sorride furbetta lei. “Sul serio ti fai chiamare Dottor Killgrave?” lo sbeffeggia.

“Certo che sì,  è quello il mio, nome, Signorina ficcanaso!” ribatte lui, ribaltando i ruoli e ponendosi sopra di lei.

“Non per me, sei solo Kevin.” lo bacia lei, rimanendo sotto di lui, ben consapevole di un certo risveglio mattutino in lui.

“Oh beh dal momento che sono già sveglio…” sorride malizioso lui, facendole sentire ulteriormente la sua presenza.

Ma Jessica ha altri piani.

“Appunto, dal momento che sei sveglio, possiamo pensare al tuo regalo.” sgattaiola fuori dal letto lei, aspettando che lui faccia altrettanto.

“Il mio regalo?” domanda lui intrigato.

“Esatto, che compleanno è senza regalo? Solo che non è qualcosa che posso incartare ed è qualcosa che coinvolgerà entrambi,” gli anticipa lei.

“Huh, se mi dici così sono solo ancora più curioso!”

“Allora corri a farti la doccia, io l’ho già fatta, così per le undici dovremmo arrivare a Manhattan, il tuo regalo ci aspetta lì!” lo istruisce lei.

 

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                    New York, Manhattan,  235 W 18th Street, 10 Sept 2006 

“Un negozio di tatuaggi?” commenta Kevin scettico, dopo che, su indicazione di Jessica, il taxi li ha lasciati davanti al Manhattan Tattoos LLC.

“Non un tattoo shop qualsiasi, il migliore della città. Trish mi ha detto che tutti i VIP vengono a farseli fare qui.”

“Beh, mi piace esser trattato da VIP.” sorride lui.

“Trish conosce il proprietario e mi ha fatto un prezzo di favore, quindi non fare il cagasotto che si tira indietro, perché non mi rimborsano!” precisa Jessica.

“Quando sull’Empire State Building ti ho regalato quel ciondolo non mi sembra di averti detto ‘Fattelo piacere perché al negozio non accettano cambi’!” controbatte lui. “E comunque, non è vero, da me lo avrebbero accettato.”sogghigna. “ E sentiamo, cosa vuoi che mi faccia tatuare? Un teschio, un serpente o…”

“Una data. La nostra data: 5 Aprile 2006. Il nostro primissimo incontro. L’inizio di noi. Lo faremo entrambi e puoi scegliere dove, anche se io penso lo farò all’altezza del cuore,” confessa lei.

“E questa sarebbe la detective dura, tutta d’un pezzo?” la guarda lui, sorpreso, abbracciandola.

“Decido io con chi aprirmi,” mormora lei, abbandonandosi tra le sue braccia.

“Il cuore come zona mi piace. Okay, mio Prode Cavaliere, facciamo questa pazzia!” acconsente lui.

“Dopo di te, Principessa in pericolo!” lo sprona lei, mentre percorrono la breve siepe che li separa dalla porta dello studio.

“Meno male che non vuoi che mi tatui quello!” si consola Kevin.


All’incirca un’ora dopo, quando escono, i due innamorati sono fieri delle loro scritte all’altezza del pettorale sinistro per Kevin, lungo la curva del seno sinistro per Jessica.

“Mi aspettavo un’improvvisata da parte di Crowley e quindi anche Zira, invece… niente…” commenta Jessica, mentre attendono il taxi.

“Lo credo bene, Crowley nemmeno lo sa che è il mio compleanno, non parliamo mai di queste cose troppo umane per lui. Lui infatti non ce l’ha,” le spiega Kevin.

“E allora? Nemmeno Zira ce l’ha, ma gli piacciono troppo queste cose e allora se ne è inventato uno, così io e Trish lo festeggiamo,” gli racconta Jessica.

“Sul serio?”

“Sì, all’inizio aveva deciso il 25 Dicembre, poi gli sembrava troppo importante come data  e ha optato per un più blando 25 Novembre.”

“Dovrò dirlo a Crowley, anche se è fasullo non è un buon motivo per scordarsi il suo compleanno!” pondera il persuasore.


Una volta rientrati in casa, appena giungono in salotto, Kevin lo trova diverso da come l’hanno lasciato.

Non c’è più il loro quadro, nemmeno il televisore, i divani sono coperti da teli, così come i mobili e ci sono dei lenzuoli stesi a terra

“Ma cosa….”

“Lascia che ti spieghi, mentre eravamo via, ho lasciato le mie chiavi a Trish e le ho chiesto di sistemare la sala, per la seconda parte del mio regalo.” rivela lei.

 

“C’è una seconda parte?” domanda lui, stupito, mentre lei si assenta per tornare qualche minuto dopo con un carrello carico di secchielli di vernice.
E sono tutti viola. Ogni possibile tipo di gradazione.

 

“Rimaniamo sempre in tema ‘colore sulla pelle’, solo che stavolta è lavabile,” lo informa lei, allestendo tutti i colori, prima di spogliarsi e rimanere solo con gli slippini, con la pellicola che copre la piccola porzione di pelle tatuata che brilla sul suo corpo.

“Oh, Jess, questo è un regalo ancora più bello,” mormora lui, cominciando a spogliarsi.

“Anche perché sai che in qualsiasi altro giorno dell’anno se tu provassi a farmi una cosa simile ti farei ingoiare la vernice!” lancia quella velata minaccia lei, adagiandosi sul lenzuolo. “Coraggio, sono la tua tela, sbizzarrisciti, mi puoi pitturare anche i capelli.”

Kevin, ormai rimasto solo coi boxer sorride e prende  uno dei pennelli più piccoli, lo intinge in un viola così scuro da sembrare nero e comincia la sua opera.

Jessica sorride per il solletico che quel pennello fa ai suoi capezzoli, il punto da cui Kevin ha deciso di partire.
Un seno il pittore improvvisato decide di colorarlo di malva, stavolta usando un pennello più grande per l’altro sceglie il pervinca, risparmiando solo la zona appena tatuata..
I movimenti sono delicati, tanto che per Jessica quell’attività è prettamente piacevole.
Incoraggiato dalle sue reazioni, Kevin riprende il pennellino piccolo, stavolta intigendolo di un color sangria con cui disegna dei ghirigori, simili a spirali sulle parti dove ha appena passato i due colori precedenti.

Per l’ombelico sceglie il color orchidea, attorno al quale disegna un fiore.

Per i suoi capelli sa già che non avrà tutta quella pazienza, intinge direttamente le mani nel secchiello color magenta e accarezza quelle morbide onde corvine, striandole con quel tono così acceso.

Quelle mani ancora sporche di colore le posa direttamente sul volto della ragazza, baciandola, ha aspettato pure troppo per farlo.

La stringe a sé, incurante che il colore non sia ancora asciugato, sporcando così anche la sua pelle finora intonsa.

Jessica gli si struscia contro appositamente, prima di capire che a quel gioco può partecipare anche lei,

Intinge una mano nel secchiello a lei più vicino, quello color iris.

Senza smettere di baciarlo, gli accarezza una guancia, poi scende giù fino al collo e i pettorali, poi gli ruba il pennello che ha ancora in mano lui e gli abbozza un cuore sul fianco destro.

Kevin si separa da lei, ma solo per prendere un altro pennello, piccolo, lo intinge nel color uva e poi torna dalla sua ragazza, sfilandole le mutandine, disegnando una farfalla a entrambi i lati del suo inguine.

Jessica risponde prendendo un pennello medio. Lo intinge nel color melanzana, traccia una linea lungo tutto il suo ventre sporcando anche il bordo dei boxer grigi che poi abbassa, lasciando che coli un po’ di quel colore sul suo membro che comincia a domandare attenzioni.

Con un calcio ben mirato, Jessica rovescia in un colpo solo sia il violetto che l’ametista, che si riversano sul lenzuolo in un miscuglio di sfumature.

Si sdraia in mezzo a quella macchia estesa e Kevin è subito sopra di lei.

Si baciano ridacchianti, rotolandosi senza sosta, in un ribaltamento continuo di ruoli, fino a che il desiderio di Kevin di possederla diventa insostenibile.

“Aspettami qui, mi pulisco le mani e recupero un profilattico…” si alza lui ma Jessica lo ferma subito.

“No.”

“No?” la guarda confuso lui.

“Kevin, ti amo così tanto e voglio costruire qualcosa con te… e se cominciassimo adesso?” mormora lei, tirandolo nuovamente a sé.

“Intendi…”

Kevin è così su di giri da non riuscire a completare la frase, ma Jessica non ha bisogno che lui la completi.

“Intendo, sì.” lo rassicura lei. “Io mi sento pronta.”

“Per l’inferno maledetto, Jessica! Tu che mi dici che vuoi un figlio da me? Oh, amore mio, è questo il regalo più bello che tu potessi farmi!” le sorride, prima di darsi un gran da fare con lei.
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              New York, Maspeth, 455 74th Street, 23 October 2006

 

Jessica è alle prese con delle ricerche per una sua indagine, ma questo non le impedisce di vedere rincasare Kevin.

Soprattutto perché sta tenendo in braccio qualcosa di decisamente voluminoso.

“E quello cos’è?” lo interroga perplessa, additando l’enorme peluche che quasi gli copre il volto.

“Questo dici? L’ho vinto alle giostre.” replica lui, in procinto di salire le scale, ma lei gli si para davanti.

“Come, scusa?”

“Ero fuori che passeggiavo e … lo sai che non molto lontano da qui c’è un luna park? C’erano questi peluche giganti bellissimi e … ho provato a vincerne uno.”

“Tu non l’hai vinto.” sentenzia lei.

“Ti dico di sì!”

“Kevin Killgrave Thompson, ho visto come giochi a freccette, hai una mira che fa cagare, quindi lo so che non puoi averlo vinto!” si impunta lei, con le mani sui fianchi. “Non regolarmente.”

“Oh beh, non ho mai detto di averlo vinto regolarmente, solo che l’ho vinto… e il giostraio è convinto che la mia mira sia stata eccellente!” sogghigna furbetto il persuasore.

“Killgrave!” lo rimbecca Jessica.

“Ma l'hai vista?” si gioca la carta della tenerezza lui, mostrandole il musetto dell pantera nera gigante che ha vinto “Così forte e sinuosa, mi ricorda te. E nostro figlio si merita qualcosa che gli ricordi Mammina.”

“Awww, quanto sei dolce, ma è ancora presto. Per il momento non c’è nessun bambino ancora, lo sai…” gli ricorda lei.

“Però abbiamo già una stanza per il bambino, meglio non perdere tempo, no?” la bacia lui sulla punta del naso.

“Allora servirà anche qualcosa che gli ricordi Paparino… vanitoso come sei, un pavone viola sarà perfetto!”

TBC

 

Io voglio quelle calamite.

Io voglio quella foto incorniciata.

Io voglio anche quei due peluche.

Okay, la smetto … ma se questo capitolo è uscito come è uscito incolpate la challenge del superfluo ^^’

 

A proposito, i prompt usati erano:
prompt 1 calamita sul frigo (okay ho usato più calamite, sorry)
prompt 29 quadro in salotto
prompt 52 peluche gigante vinto alle giostre

Quanto al compleanno di Kevin, dopo quello che ha fatto lui a Maggio per Jessica mi sembrava doveroso che lei ricambiasse… e spero vi siano piaciute le idee che ha avuto Jess, io di sicuro mi sono divertita un mondo a scriverle.
 

Ah, che lui sia nato il 10 Settembre ormai è un mio headcanon indiscusso… è la giornata mondiale della prevenzione al suicidio, esiste un paradosso più grande? XD
 

E secondo me è canon che Azi per sentirsi più in sintonia con gli umani si inventi un compleanno XD

Prima che pensiate che Jessica sia solo una dura, nella seconda stagione c’è un (bellissimo) episodio sul suo passato, in particolare sulla convivenza con un suo ex e lì ha momenti in cui è davvero dolcina <3

Sempre nella seconda stagione, a un certo punto fa l’amore con un pittore e in un’occasione rovescia la vernice sul pavimento… ed è vernice violaaaaa… Jess, che cerchi di dire? <3

Quindi davvero, lei le cose tenerelle le fa, solo non con chi dico io :’( … ecco perché esistono le fanfic <3

Cominciate a intravvedere qualche minaccia all’orizzonte?

Spero vi continui a piacere, dovranno succedere ancora molte cose (alcune saranno davvero difficili da scrivere, ma per il momento posso ancora non pensarci, almeno per un po’... )

Buonanotte, è tardino <3
   
 
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