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Autore: evelyn80    05/02/2021    4 recensioni
Evelyn Knight è una ragazza diciassettenne appena trasferitasi a Phoenix. I suoi genitori, per lavoro, hanno viaggiato in lungo e in largo per tutti gli Stati Uniti e lei non è mai riuscita a farsi delle vere amicizie, perché ogni volta che iniziava a entrare in confidenza con qualcuno era costretta a ripartire al seguito dei suoi.
Iscrittasi alla 4^C della Millennium High School, prova subito molta simpatia e fiducia per Kim Winternight, sua compagna di banco, con la quale instaurerà uno splendido rapporto di amicizia.
Tra gli studenti della sua classe si trovano anche i componenti di due complessi che aspirano al prestigioso titolo di “band della scuola”, a cui spetterà l'onore di suonare al Gran Ballo di fine anno: i “The Big Thing” e i “The Real Thing”.
Non mancherà quindi la competizione tra i due gruppi, unita a momenti divertenti e alle classiche cotte da liceali.
Genere: Comico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Questa storia nasce da un progetto molto particolare, che ha preso forma nella mia mente e che, quando l'ho proposto a Kim Winternight, lei ha subito accolto con grandissimo entusiasmo.
Si tratta di un ModernAU in cui alcuni nostri OC (qualcuno dei quali ispirato alle vere mogli dei musicisti e da noi stesse), e i membri dei Chicago, dei Faith No More e dei System of a Down sono studenti nella stessa classe, più precisamente la 4^C della Millenium High School di Phoenix, in Arizona. Per esigenze di trama, abbiamo utilizzato un modello di scuola italiano, quindi completamente diverso da quello americano in cui gli studenti a ogni cambio dell'ora si spostano di aula in aula per seguire le varie materie, introducendo un tipo di classe sperimentale dato che molti studenti sono di origine europea. Ovviamente i vari personaggi non hanno tutti la stessa età nella realtà, ma noi ci siamo divertite a mettere insieme questa classe un po' strampalata, di cui questo è l'elenco in ordine alfabetico, scritto da Kim:

1. Carmelinda Benedetti (mia OC)
2. Michael Andrew Bordin (FNM)
3. Roswell Cristopher Bottum III (FNM)
4. Peter Paul Cetera (Chicago)
5. John Dolmayan (SOAD)
6. Jacklynn Goudie (OC ispirata alla moglie di Walter Parazaider)
7. William David Gould (FNM)
8. Merilee Ann Hague (OC ispirata alla moglie di Mike Bordin)
9. Terrence Alan Kath (Chicago)
10. Evelyn Knight (io in versione OC)
11. Robert William Lamm (Chicago)
12. Lee David Loughnane (Chicago)
13. Courtney Michelle Love (che interpreta se stessa)
14. Daron Vartan Malakian (SOAD)
15. James Blanco Martin (FNM)
16. Diane Nini (OC ispirata alla moglie di Peter Cetera)
17. James Carter Pankow (Chicago)
18. Walter Parazaider (Chicago)
19. Michael Allan Patton (FNM)
20. Greta Rossellini (OC di Kim, concessami in comodato d'uso)
21. Daniel Peter Seraphine (Chicago)
22. Kim Winternight (Kim in versione OC)
23. Kirsten Zucker (OC ispirata alla moglie di Mike Patton)
A questo link potete trovare un'immagine della disposizione dei banchi realizzata da Kim:
https://funkyimg.com/i/3aztN.png

 

Per quanto riguarda i professori, abbiamo scelto di usare i componenti dei Queen, i rimanenti dei SOAD e James Guercio, primo produttore dei Chicago.
La particolarità di questa long sarà che io e Kim scriveremo un capitolo a testa, ognuna dal proprio punto di vista: quindi si formeranno due raccolte, una sul mio profilo e una sul suo, che avranno lo stesso titolo, ovvero “Gli sfigati della 4^C” accompagnato da un sottotitolo per ogni nuovo capitolo.
Ogni capitolo sarà scritto indipendentemente l'una dall'altra: abbiamo concordato insieme soltanto la composizione della classe e le linee generali, poi ognuna coglierà “la palla al balzo” e scriverà il seguito in base a ciò che ci dirà il nostro estro sul momento. Ed è proprio questo il bello del nostro progetto folle: la trama si svilupperà nelle nostre menti mano a mano che scriveremo. Non è una storia scritta a quattro mani, ognuna di noi non sa cosa tirerà fuori l'altra dal cilindro e dovrà adattarsi di conseguenza.
All'inizio di ogni capitolo metteremo una sorta di “riassunto delle puntate precedenti”, in cui racconteremo a grandi linee cosa è successo nel capitolo precedente.
Questo è ciò che abbiamo concordato in partenza e da cui si svilupperà la trama: i Chicago e i Faith No More, in questo AU, non esistono, ma abbiamo creato, con le stesse formazioni, due nuove band: i Chicago saranno i “The Big Thing” (che poi è il primo nome dei Chicago anche nella realtà), mentre i FNM saranno i “The Real Thing” (titolo di un loro album di grande successo, il primo con Mike Patton come cantante).
Queste due band alle prime armi concorrono entrambe al titolo di band della scuola, cui spetterà il privilegio di suonare al Gran Ballo di fine anno. La storia ruoterà attorno a questa competizione, il tutto condito da episodi divertenti e da cotte e amori giovanili in puro stile sit-com (o almeno si spera).
Speriamo di potervi intrattenere piacevolmente con questo nostro delirio!
Buona lettura!

 

 

 

Gli sfigati della 4^C – Facciamo l'appello

 

 

 

 

Ed eccomi qua, costretta a cambiare scuola per l'ennesima volta. Ormai ho perso il conto di quante volte sia successo negli ultimi anni. Il fatto è che i miei genitori si spostano moltissimo per lavoro e non abbiamo fatto altro che girare per tutti gli Stati Uniti da quando ne ho memoria.
Adesso siamo approdati a Phoenix, e io spero davvero con tutto il cuore che questa sia la nostra ultima destinazione, perché sinceramente sono stufa di dover cambiare amicizie ogni volta, proprio nel momento in cui sto cominciando a entrare in confidenza con qualcuno.
La classe in cui sono stata iscritta, la 4^C della Millennium High School, è la più eterogenea che abbia mai visto finora. Oltre a me – Evelyn Knight – ci sono altre otto ragazze e quattordici ragazzi, tutti provenienti dalle più disparate parti del mondo, oltre che dagli Stati Uniti: Italia, Polonia, Croazia. Un paio di loro, addirittura, sono originari del Libano e dell'Armenia. E proprio per questo, la classe segue un sistema scolastico totalmente diverso da quello solito americano, cui finora sono stata abituata, per rendere più facile l'integrazione: invece di essere noi studenti a doverci spostare da un'aula all'altra al cambio dell'ora, sono i professori che si alternano alla cattedra in base alle materie dell'orario, come avviene nelle scuole europee.
Mi fa molto piacere trovare tutta questa varietà di caratteri e personalità, anche se di solito io non sono un tipo molto espansivo e non riesco mai a fare amicizia con molta gente, perché ogni volta che ci trasferiamo in una nuova città sono già col pensiero al momento in cui ce ne andremo di nuovo.
Come mio solito, mi sono seduta nella prima fila di banchi, proprio davanti alla lavagna. Non è che lo faccia perché sono una secchiona: non mi considero tale, anche se i miei voti a scuola non sono poi malaccio, soprattutto considerando quanto frammentari siano stati i miei studi finora. Semplicemente soffro di miopia, e se mi mettessi nelle file dietro non riuscirei a vedere bene la lavagna.
La mia compagna di banco, una ragazza molto simpatica che si chiama Kim Winternight, ha il mio stesso problema. Tutte e due portiamo gli occhiali e, cosa alquanto buffa, ci somigliamo moltissimo fisicamente. Entrambe abbiamo gli occhi marroni e i capelli castani, lunghi fino a metà schiena; siamo più o meno alte uguali e abbiamo persino la stessa taglia. Una volta ho sentito dire che ognuno di noi ha almeno sette sosia sparsi per il mondo, e io comincio a credere di averne trovato uno, in Kim.
Ho avuto modo di dare solo una rapida occhiata agli altri compagni, ma siccome sono una tipa piuttosto curiosa e con molto spirito di osservazione, sono già riuscita a farmi un'idea su ognuno di loro.
Le ragazze mi sembrano tutte tipe simpatiche e con la testa sulle spalle.
Dietro di noi sono sedute Jacklynn Goudie e Diane Nini. Mi hanno accolto bene entrambe, e Jackie mi ha confidato subito che suo fratello si chiama Jack e che per questo lei odia il suo nome.
Ci sono poi Greta Rossellini e Carmelinda Benedetti, due studentesse di Milano che si sono trasferite in Arizona lo scorso anno. Erano migliori amiche già prima di lasciare l'Italia, e sono sedute in seconda fila, nel banco centrale.
Merilee Hague e Kirsten Zucker, invece, sono sedute dalla parte opposta dell'aula, sempre in seconda fila. Non ho ancora avuto modo di parlarci molto, ma entrambe hanno il viso sorridente e solare, e credo proprio che non avrò problemi a rapportarmi con loro.
L'unica per cui ho sentito subito una forte antipatia, a pelle, è Courtney Love. Che poi, magari, è solo una mia sensazione ed è la ragazza più buona e simpatica di questo mondo; ma se è vero che è la prima impressione quella che conta, beh, quella che lei mi ha lasciato non è stata certo delle migliori. Sarò anche all'antica, ma a me le tipe che si truccano come un pagliaccio e si mettono le lenti a contatto gialle con le pupille a fessura come i gatti non è che ispirino molta fiducia.
Per quanto riguarda i maschi, ho già capito che, come al solito, si possono suddividere principalmente in due gruppi: gli scalmanati e gli addormentati. E ognuno dei due gruppi è ben assortito, direi.
Del primo, fanno decisamente parte Terry Kath e Danny Seraphine. Non appena Guercio, il prof di Matematica, è entrato in classe alla prima ora, stamattina, la prima cosa che ha fatto è stato strapparli dall'ultimo banco dove si erano seduti e portarli in prima fila, davanti alla cattedra.
«Così potrò tenervi d'occhio!», gli ha detto, puntando indice e medio della mano destra prima verso le proprie pupille e poi verso di loro.
Hanno sbuffato entrambi, ma poi si sono guardati di sottecchi e si sono messi a sghignazzare. Anche se proprio non capisco come faccia Terry a vederci, visto che ha la frangetta talmente lunga che gli copre completamente gli occhi.
Poi ci sono Mike Patton e Bill Gould. Anche loro sono seduti proprio in fondo alla classe, e quando il prof Guercio ha richiamato gli altri due per mandarli al primo banco, ho visto che si sono messi a ridere. Secondo me ci dev'essere una forte rivalità tra queste due coppie di casinisti.
Un'altra accoppiata veramente ben assortita è quella formata da Robert Lamm e Mike Bordin. Sono entrambi magri come un chiodo ma mentre il primo è alto come una sequoia, al confronto il secondo pare un bonsai. Un po' come Terry e Danny del resto, solo che Terry, oltre a essere molto più alto, è anche molto più grosso di Danny. Mike ha lunghissimi capelli rasta che mi fanno invidia da morire, mentre invece Robert sulla testa ha una specie di cespuglio scomposto che lo fa somigliare un po', così alto e dinoccolato come si ritrova, a Shaggy di Scooby-Doo.
Del gruppo degli addormentati, invece, fanno decisamente parte Lee Loughnane, Walter Parazaider e Jim Martin. I primi due sono seduti nello stesso banco, proprio davanti a Mike e Bill. Sono entrambi alti e allampanati, e non hanno lo sguardo molto sveglio, soprattutto Lee. La stessa cosa si può dire per Jim. Lui addirittura è da solo nel banco. Non appena è entrato in classe si è messo seduto, si è accostato con la schiena contro il muro ed ha appoggiato la testa sulla mano, come se facesse persino fatica a tenerla dritta.
Nell'ultimo banco della fila di mezzo sono seduti John Dolmayan e Daron Malakian, i due ragazzi originari del Medio Oriente. Il primo è una sorta di gigante taciturno e dallo sguardo cupo, mentre il secondo dà l'impressione di essere un darkettone, con i capelli lunghi e gli occhi bistrati di nero.
Infine, ci sono Peter Cetera, James Pankow e Roddy Bottum. Il primo ha un bel caschetto di capelli biondi. Sarebbe anche carino, se non se li toccasse in continuazione guardandosi nella fotocamera del cellulare per controllare che siano sempre a posto. James, invece, è un tipo palestrato. Non è Mister Universo, certo, ma ha dei discreti bicipiti e un sorriso molto accattivante. Roddy, invece, è l'unico maschio seduto al banco con una ragazza, con Courtney per la precisione. Da come stanno sempre con la testa accostata a parlottare direi che il loro è un rapporto molto stretto. Quindi i casi sono due: o Roddy è innamorato di lei oppure è gay, perché un ragazzo etero non potrà mai essere il migliore amico di una ragazza senza un secondo fine.

 


Durante l'intervallo, Terry e Danny si sono avvicinati al mio banco. In quel momento ero sola, perché Kim era andata a comprare la colazione. Terry si è messo seduto accanto a me, mentre Danny si è appollaiato su un angolo del banco.
«Dalla faccia, direi che tu sei una a cui piace la buona musica», mi ha apostrofato il primo, scuotendo la testa per togliersi la frangetta dagli occhi.
Mi sono stretta nelle spalle e lui ha continuato: «Allora, ti consiglio di votare per il nostro complesso, quando ci saranno le selezioni per scegliere la band ufficiale della scuola. Quella che suonerà al ballo di fine anno, tanto per intenderci».
Io sono rimasta a fissarlo in silenzio, riuscendo a malapena a vedergli le iridi, nascoste com'erano sotto quella cascata di capelli, e Terry è andato avanti a blaterare.
«Il nostro gruppo si chiama The Big Thing, e facciamo musica jazz e soft rock. Siamo io, Danny, Bobby, Peter, Wally, Jimmy e Lee», e mentre pronunciava i nomi ha indicato i vari ragazzi col dito. «Allora ricordati: The Big Thing. Mi raccomando!».
«Non dargli retta!», ha esclamato un'altra voce dietro di me. Mi sono voltata di scatto e mi sono ritrovata davanti agli occhi Bill, lo sguardo puntato sulla mia faccia.
«La nostra band è la migliore, e sarà quella che dovrai votare alle selezioni. Noi ci chiamiamo The Real Thing e facciamo rock crossover, influenzato da rap, metal e altra roba. Ovvero la vera musica».
Ho inarcato le sopracciglia: davvero avevano chiamato i due gruppi con nomi così simili? Come si poteva essere più idioti? Gli altri studenti avrebbero potuto confondersi!
Ma non ho fatto in tempo a esprimere le mie perplessità, perché Danny è sceso dal banco come una furia e si è piazzato davanti a Bill, fissandolo con lo sguardo più minaccioso che gli riuscisse fare. Peccato, però, che il doversi essere alzato sulla punta dei piedi per poter almeno arrivargli al mento non contribuisse molto a renderlo credibile.
«Cosa vorresti dire?», ha sibilato, con gli occhi ridotti a due fessure.
Io credevo che Bill gli avrebbe mollato un manrovescio così forte che lo avrebbe mandato lungo disteso sul pavimento, invece è scoppiato a ridere, imitato da Terry.
«Dai, Danny, lo sai che scherzo! Anche voi fate ottima musica, ma la competizione è competizione», ha risposto, stringendosi nelle spalle.
«Ma, scusate», ho detto, prendendo la parola per la prima volta. «Non vi siete accorti che i nomi dei vostri complessi sono praticamente identici? Un po' di fantasia in più non avrebbe guastato affatto, secondo me».
«No, c'è una bella differenza», ha replicato Terry. «Loro sono Real perché, come avrai capito, sono convinti di fare vera musica. Noi siamo Big perché, modestamente... abbiamo delle doti nascoste».
L'ho fissato a pupille sgranate e lui ha scosso la testa per l'ennesima volta, liberando gli occhi dalla frangetta, poi ha ammiccato con le sopracciglia, inarcandole più volte.
Bill, ancora in piedi dietro di me, è scoppiato di nuovo a ridere.
«Ma sta' zitto!», ha esclamato battendo una pacca sulla spalla di Terry. «Qui dentro, se c'è qualcuno di... grosso... sono io!».
Avrei voluto ribattere che, in quanto a fisico, anche John Dolmayan non era affatto messo malaccio, ma poi ho capito che stavano parlando del loro attributo, e così ho deciso di lasciar perdere per non essere costretta a doverli offendere entrambi nel profondo.
Anche perché poi, Terry si è alzato in piedi e ha subito replicato: «Smettila di vantarti! Non sai che chi si loda s'imbroda? Sono io quello più dotato!».
«Senti senti... E ora chi è che s'imbroda?», ha ribattuto Bill, e i due ragazzi si sono allontanati insieme, sempre continuando a discutere su chi fosse più stallone dell'altro.
Danny ha alzato gli occhi al cielo. «Ora ci manca solo che prendano il righello e si mettano a misurarselo!», ha esclamato scuotendo la testa e facendomi scoppiare a ridere. «A proposito, com'è che ti chiami, dolcezza?», mi ha chiesto poi, mettendosi seduto al posto di Kim.
«Evelyn Knight».
«Che bel nome», ha risposto con tono sognante. «Da dove vieni?».
«Sono nata a Chicago, ma i miei genitori girano gli Stati Uniti per lavoro e quindi ci spostiamo di continuo. Ho praticamente vissuto in tutti gli stati».
«Perfino in Alaska?».
«Sì, Anchorage è stata la nostra ultima residenza prima di approdare qui a Phoenix», ho spiegato con un sorriso.
Danny ha appoggiato il gomito sul banco e poi la faccia sulla mano, fissandomi con sguardo languido. Non so come ho fatto a non mettermi a ridere, perché stava facendo palesemente il frolloccone senza averne le doti. Per carità, io non sono certo Charlize Theron, anzi, mi sono sempre ritenuta bruttina e insignificante, ma anche Danny mica scherza con quella faccia da topo che si ritrova.
In quel momento è tornata Kim, che non appena lo ha visto fissarmi con lo sguardo da pesce lesso lo ha scacciato con un gesto della mano, come si farebbe con una mosca.
«Stai attenta, non fidarti di Danny», mi ha detto chinando la testa verso di me, non appena il ragazzo si è allontanato. «Lui ci prova con tutte, ma proprio con tutte!».
Ho riso. «Sì, me ne sono accorta. Ma non preoccuparti, non è proprio il mio tipo!».
Kim ha accostato ancor di più il viso al mio, parlando in tono cospiratorio. «A proposito di questo... ti sei guardata attorno? C'è qualcuno che ti stimola particolarmente gli ormoni?».
Mi sono data un'occhiata in giro prima di rispondere. «Beh, Peter è carino, ma mi pare troppo fissato con i suoi capelli». E, infatti, anche in quel momento il ragazzo biondo se li stava sistemando fissandosi nel telefonino.
«Non per niente lo chiamano Belli Capelli», ha riso Kim, facendo sghignazzare pure me.
«A te, invece, chi piace?», le ho chiesto, visto che eravamo in argomento. Anche se ci siamo conosciute da pochissimo, ho sentito subito una forte affinità con lei, e credo che potremo diventare buone amiche. Sempre se resterò abbastanza a lungo, ovviamente.
Lei ha sospirato, e ha ammiccato con il mento in direzione di uno dei banchi nell'ultima fila.
«John non è carino da impazzire?».
Non ho commentato, perché sinceramente John Dolmayan non è propriamente il mio tipo, ma i gusti sono gusti, e io rispetto i suoi.
«Comunque», ha ripreso subito Kim, «a parte Terry che ha una cotta per Jackie e Roddy che è in fissa per Patton, tutti gli altri sono liberi. Anche se credo che a Puffy piaccia Merilee».
«Allora avevo ragione, Roddy è gay», ho commentato, spiegandole come ero giunta a quella conclusione, per poi chiederle: «Ma chi è Puffy? Sembra il nome di un gatto».
Lei è esplosa di nuovo in una sonora risata.
«Puffy è Mike Bordin», ha risposto indicando il ragazzo, che in quel momento aveva la testa poggiata sulle braccia incrociate sul banco e sembrava intento a schiacciare un pisolino. «Mentre invece Robert lo chiamiamo Skinny Boy, perché è magro come un chiodo».
«Figurati che stamattina, non appena l'ho visto, dentro di me l'ho paragonato a Shaggy di Scooby-Doo», ho commentato.
«E poi c'è Gipsy, che sarebbe Wally. Alcuni lo chiamano così perché la sua famiglia ha origini zingare, e lui si vanta sempre di avere una specie di sesto senso datogli dal suo sangue gitano, come lo chiama lui», ha concluso Kim ammiccando verso il ragazzo in questione, che in quel momento stava attraversando la stanza dondolando sulle sue lunghissime gambe.
«Beh, certo che anche voi a soprannomi siete messi bene. Anch'io ne ho uno. Ad Anchorage mi chiamavano Ice Woman», ho commentato prendendo un morso del mio panino.
«Perché?».
«Perché non ho mai stretto amicizia con nessuno, nemmeno con la mia compagna di banco. Tanto, sapevo che prima o poi me ne sarei andata».
Kim ha annuito, poi ha aggiunto con un sorriso: «Spero che non succeda! Sai, mi sei proprio simpatica!».
«Quando non c'eri, Terry è venuto a dirmi di votare per il suo complesso, quando ci sarà il concorso per scegliere la band ufficiale della scuola», le ho raccontato poi dopo qualche minuto di silenzio in cui abbiamo consumato la nostra colazione. «E Bill si è subito intromesso e mi ha chiesto di votare invece per lui».
Kim ha alzato gli occhi al cielo. «Oh, no! Ricominciamo già con questa storia?! Non sai lo scorso anno quanto hanno rotto le palle, con quei dannati gruppi. Quando hanno scoperto di aver perso non sai che cagnara hanno fatto, tutti insieme! Comunque», ha aggiunto pulendosi le mani con un tovagliolino di carta, «i The Real Thing non sono malaccio. A me piace un sacco la loro musica. Vedrai che, tra qualche giorno, entrambe le band inizieranno a provare nel doposcuola. Potremmo venire ad ascoltarli, se ti va!».
Ho annuito subito, entusiasta. Sento che questo sarà un anno fantastico!

  
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