Canto nell’enigma
«Avete affrontato le vostre
paure e i vostri ricordi più dolorosi, avete praticato incantesimi avanzati. Questa
prova sarà diversa. Non ci saranno vie prestabilite, dovrete creare la vostra e
dovrete farlo in fretta. Nessun manuale potrà garantirvi la vittoria». Il
presentatore fa una pausa, poi riprende la spiegazione.
I tre campioni sosterranno la
prova finale contemporaneamente, sfidandosi in una sorta di percorso a ostacoli
tutto da scoprire. Il punto di partenza è tra le serre e la foresta, la prima
tappa sulla sponda del Lago Nero. Un’indicazione decisamente generica,
ma non certo lasciata al caso: il primo ostacolo dev’essere proprio trovarla
nel limite di tempo.
Appena viene dato il via, Lucie
Flamel – campionessa di Beauxbatons – scatta in direzione del castello. Thomas Zaubermann
impiega qualche secondo di più a decidersi, poi parte verso il lago. Luna resta
ferma dov’è: riflette. Pensare di perlustrare a piedi il perimetro del lago in
due ore non è realistico. In più, è probabile ci sia più di una meta,
altrimenti il percorso si muterebbe in un duello indiscriminato per
aggiudicarsi l’accesso.
Eleva lo sguardo, come
distratta: la sua prima soluzione è volare. Le viene in mente la prima
prova di Harry al Torneo di quattro anni prima, le sue destrezze sulla Firebolt.
Sorride al ricordo, ma abbassa lo sguardo per puntarlo verso la foresta. Lei
non è Harry, non ha mai amato volare su scopa.
Inizia a muoversi, ma
improvvisamente una serie di trilli acuti le perfora le orecchie e la spinge a
coprirle d’istinto. Individua presto la fonte del rumore: ha calpestato delle
piante di Stridiosporo. Indietreggia d’un passo, ma le lamentele non cessano;
lentamente, punta la bacchetta. «Diffindo!»
Soddisfatta dal ristorato
silenzio, torna ad avanzare più cauta: nota vari esemplari di Stridiosporo
sparsi sul prato e fa in modo d’evitarli tutti. Si ferma solo al margine della
foresta. Le è venuta un’idea e non esita a metterla in pratica: si punge il
dito con la bacchetta, poi mormora un incantesimo per amplificare l’odore del
suo sangue. Non passano molti minuti prima che una figura familiare emerga
dalla foresta. Luna si avvicina e carezza una criniera nera.
Sorvolando il Lago Nero è
semplice individuare tre costruzioni anomale in punti diversi della riva, così
come lo è notare che non è sola in aria: scorge Lucie scendere in picchiata
verso una delle mete. Sussurra al Thestral la destinazione e si stringe alla
creatura, chiedendosi che cosa l’aspetti.
Il cavallo alato atterra ad
alcuni metri di distanza dalla strana costruzione. Ora che le è
davanti, distingue una sorta di serra. Accanto alla porta, che è chiusa,
risalta un trespolo su cui poggia un uccello dall’acceso piumaggio arancione.
Luna lo riconosce: è uno Fwooper.
Tra lei e la serra ci sono altri
Stridiospori; provvede subito ad aprirsi un passaggio, stavolta, e raggiunge la
porta. Lo Fwooper non reagisce, punta su di lei i grandi occhi ma non emette
suono. Dev’essere già silenziato: si chiede perché sia lì, se sia una
coincidenza che gli ostacoli incontrati fino a quel momento siano una pianta e
una creatura legati al suono. Il canto dello Fwooper, lo sa bene, ascoltato a
lungo porta alla pazzia – una volta ne ha discusso con Rolf Scamander, un suo
compagno di Casa.
Torna a concentrarsi sulla
porta, che non riesce ad aprire spingendo. «Alohomora» pronuncia sulla
maniglia, ma l’incantesimo non sortisce alcun effetto. I vetri della “serra”
sono oscurati, è impossibile discernere l’interno.
Si guarda intorno, in cerca di
un indizio, e nota solo allora un altro tipo di pianta intorno al trespolo.
Riconosce presto la Belladonna dalle bacche nere e lucide e dai bei fiori
violacei, e si chiede perché sia lì. Belladonna e Fwooper… non è
un’associazione inedita. Chiude gli occhi, richiamando un ricordo – una
ricetta. Le bacche di Belladonna e le piume di Fwooper sono ingredienti
dell’estratto di follia.
Si tratta di un indizio, o di
una coincidenza? Non sa dirlo.
Ripassa tra sé le parole con cui
è stata introdotta la prova. La risposta non si trova in un manuale:
vogliono che pensiamo fuori dagli schemi. D’un tratto, sa come deve – vuole
– agire. È un’idea che i suoi amici riterrebbero folle, ma è anche qualcosa che
ha già immaginato di fare. Sorride, agitando la bacchetta verso lo Fwooper.
«Un
giorno vorrei ascoltare il canto di uno Fwooper; dev’essere incantevole».
Rolf
scuote la testa ridendo. «Magari ascoltarlo ti rinsavirebbe, chissà…»
«Finite incantatem».
In un istante, l’uccello inizia
a cantare. Luna sorride: aveva ragione lei, è incantevole.
Quasi in contemporanea, avverte
uno scatto e la porta si apre. Muove un passo all’interno della costruzione, ma
prima di scoprire ciò che l’attende si volta e silenzia nuovamente lo Fwooper.
È un canto bellissimo, ma conosce i rischi del prolungarne l'ascolto; è curiosa, non incosciente.
Qualcosa le sfiora un piede. Tornando
a concentrarsi sull’interno, accende la bacchetta e distingue così, nella
semi-oscurità, lunghi tentacoli ondeggianti. Li scruta pensierosa; sembra quasi…
ma non può essere. Il Tranello del Diavolo è suscettibile alla luce, ma il suo Lumos
non ha provocato alcuna reazione nella pianta ai suoi piedi. Deglutisce, poi con
decisione s’incammina sui tentacoli verdeggianti. Questi rimangono passivi,
senza cercare di strangolarla, il che le conferma che si tratta di un innocuo
Frullobulbo.
Davanti a lei, su un mobiletto, spicca
una piccola chiave. L’afferra: avverte uno strappo, il mondo ruota e si ritrova
in uno spiazzo erboso. Impiega qualche secondo a riabituarsi alla luce, poi la vede.
La Coppa Tremaghi scintilla su
un piedistallo a pochi metri da lei.
Scatta in avanti, chiedendosi un
ultimo sforzo; quanto tempo è passato dall’inizio della prova? Non saprebbe
dirlo. Raggiunge il trofeo e si ferma, studia il suo riflesso. Ha i capelli
scompigliati e lo sguardo acceso. Appare fiera.
Luna ripensa alle prove
affrontate fino a quel momento e si chiede se ne sia valsa la pena. Sorride, mormorando
un sì.
Avverte un rumore alle sue
spalle, probabilmente l’arrivo di un altro campione. Non esita oltre.
Tutto si ferma, voci entusiaste
spezzano il silenzio.
Ha vinto il Torneo Tremaghi.
NdA
Credo che queste note saranno un
po’ lunghe.
Innanzitutto, grazie per aver
letto!
Questa prova mi ha messa in
difficoltà, perché richiedeva di inventare almeno due ostacoli, vietando
l’uso di un Labirinto. In pratica, ho dovuto costruirla da zero e la difficoltà
maggiore credo sia stata proprio questa – insieme al limite di parole, che mi ha
fatta un po’ delirare alla fine. In questo caso infatti la prova è “corale”, e
io mi sono divertita a immaginare – finalmente – gli avversari di Luna in
questo ipotetico Torneo: le limitazioni però (il punto di vista di Luna, il
limite di parole) mi hanno impedito di mostrarli se non molto fugacemente, il
che è anche giusto, però un po’ mi è dispiaciuto. Soprattutto mi sarebbe piaciuto
evidenziare le differenze di ragionamento tra Luna e gli altri (che immagino molto
più riluttanti a de-silenziare un uccello che fa impazzire chi ascolta, per dirne
una). Ma non importa. Vi lascio qualche informazione random: Lucie Flamel è una
discendente di Nicholas e Peronella Flamel, molto versata nell’alchimia e in
grado di vedere i Thestral perché ha visto morire i due
seicentosessantacinquenni. Thomas Zaubermann [Zauber=magico, Mann=uomo],
invece, non può vedere i Thestral. È un ragazzo riservato e molto studioso (inizialmente
avevo inserito un suo mini-momento di panico nel sentire che “nessun manuale
garantirà la vittoria”, ma ho dovuto sacrificarlo).
Passando agli ostacoli, invece. Dovendo
inventare più di un ostacolo senza poter utilizzare un Labirinto, una sorta di
miscuglio tra un percorso a ostacoli e una caccia al tesoro è stata l’unica scelta
che ho ritenuto possibile praticamente da subito. Nella seconda prova i
campioni hanno affrontato un Dissennatore (magia avanzata in una situazione di elevata
difficoltà), quindi ho ritenuto credibile che a venir testate stavolta fossero acume
e abilità strategica. In questo senso la prova è, nel suo complesso, l’enigma
a cui alludo nel titolo (titolo che cerca di richiamare alla lontana i
titoli delle due flash precedenti, ma fare di meglio senza allontanarsi troppo
dal contenuto si è rivelato oltre le mie capacità).
Uno dei primi elementi che ho
stabilito è che sarebbe stato necessario volare; Lucie avrebbe cavalcato una
scopa, Luna invece un Thestral (non ho resistito).
Poi ho pensato allo Fwooper con
la prospettiva inversa: non bisogna silenziarlo, come di norma, ma l’opposto (e
il suo canto apre una porta).
Su questi elementi, vagliando
varie altre ipotesi, ho elaborato un po’ tutto.
Per rendere necessario volare (o
altro) ho sfruttato l’enormità del Lago Nero, aggiungendo il tempo limite come “indizio”
per scoraggiare dal pensare di cavarsela a piedi.
Gli Stridiospori sono, come
dovrebbe essersi capito, piante che trillano e producono rumore se urtate; non
sono un vero e proprio ostacolo, o comunque non uno molto difficile da
superare, ma li ho inseriti più come “disturbo”. L’idea era inserire nella
mente dei partecipanti che il rumore fosse un ostacolo da evitare, associazione
che sarebbe stata istintivamente estesa allo Fwooper (in aggiunta alle proprie
conoscenze sul canto dell’uccello). Un ostacolo psicologico, quindi, in
un certo senso; volto a confondere e rinforzare il secondo vero e proprio
ostacolo, la porta chiusa con lo Fwooper accanto.
Peculiarità di Luna a parte, gli
indizi che servisse essere un po’ folli c’erano; la Belladonna associata
allo Fwooper [l’essenza di follia esiste davvero, nel mondo di HP, è l’argomento
di una lezione di Pozioni nel gioco Hogwarts Mystery. Se ne conosce l’effetto, “fa
prendere decisioni irrazionali”, ma purtroppo per me non gli ingredienti,
perciò ho inventato. Ho scelto la Belladonna perché ho trovato come suo altro
nome “ciliegia della pazzia”; le piume di Fwooper invece, che non mi risulta
siano un ingrediente da Pozioni, mi sono sembrate calzanti dati gli effetti di
un ascolto prolungato del suo canto], ma anche già il discorso d’introduzione
alla prova poteva indirizzare un po’ in questo senso.
Il Frullobulbo da non confondere
con il Tranello del Diavolo: ho deciso che mi piaceva più giocare sull’equivoco
che non impiegare davvero il Tranello (che avevo comunque considerato). Equivoco
canonico al contrario: nel quinto libro una guaritrice del San Mungo consegna
un Tranello del Diavolo in vaso al convalescente Bode, segnandone la condanna,
avendolo scambiato per un innocuo Frullobulbo. Anche qui, la prova non sta nel
saper affrontare una minaccia ma nel saperla riconoscere – ho immaginato Lucie
cadere nell’equivoco e utilizzare Incendio per neutralizzare il Tranello,
attivando così una “trappola” che riempie la serra di fumo (e fiamme da lei
evocate).
Attraversata la serra, la prova
è praticamente conclusa: la chiave-Passaporta conduce alla Coppa. Avrebbe
potuto essere necessario affrontare gli altri campioni, se si fosse arrivati
tutti insieme o quasi, ma Luna è stata particolarmente rapida e può raggiungere
la Coppa in tranquillità.
Sinceramente su questa shot ho
più di un dubbio, ma devo dire che ideare gli ostacoli mi ha divertita, alla
fine. Spero che leggerla sia stato piacevole, al di là di tutto.
In merito al contest, Luna è
riuscita ad arrivare tra i tre finalisti (!) – a prescindere da quale sarà il
risultato finale, è stata davvero una bella esperienza.
Un saluto a tutti!
Mari