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Autore: Ksyl    09/02/2021    4 recensioni
La storia prende spunto dalla fine della 8x08, ma le cose non sono andate esattamente come nel telefilm.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kate Beckett, Richard Castle
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Ho deciso di ripubblicare qui alcune mie vecchie fanfiction, partendo da questa. Non so come, quando, con che scadenze, ma immagino che sarà una cosa molto veloce, mi limiterò a rileggere i capitoli e correggere eventuali refusi, nessun altro cambiamento. Grazie se la rileggerete, a me è rimasta particolarmente nel cuore.

Buona serata, Silvia.


 

1


 

"Non è così semplice".


Kate spalancò gli occhi al suono di quelle parole. Secche, stentoree. Le aveva sognate? Non lo sapeva. Era piombata in un sonno nebuloso e denso non appena aveva raggiunto il letto, come se fosse stata tirata una tenda pesante. Non ricordava di essersi spogliata. Eppure lo aveva fatto. O quale fosse stato il suo ultimo pensiero, prima di cedere alla stanchezza.
Il cuore le batteva all'impazzata. Respirò a fondo, più di una volta, per calmarsi.
Non riusciva a smettere di rivedere ancora e ancora la scena della sera prima nella sua mente. Un infinito replay. Le era sembrato che si fosse svolta al rallentatore, come se lei fosse stata sott'acqua.
Si era precipitata da lui convinta di aver trovato la soluzione che quadrasse il cerchio. Anzi, come sempre, l'aveva trovata lui.
Fingere la separazione. Perché non ci aveva pensato? Sarebbero stati insieme e lui sarebbe stato al sicuro. Avrebbero vinto tutti.
Non aveva fatto i conti con tutto il resto. Quel resto che aveva letto nei suoi occhi, increduli e feriti.
Come hai potuto farmi questo.
Come ho potuto farlo a me stessa.

Decise di alzarsi, la cappa nera di sconforto non si era ancora dissolta. Si rassegnò all'idea che non se ne sarebbe andata tanto presto. Si erano lasciati così. Lei era ammutolita e lui aveva lasciato che le sue parole scivolassero tra loro come bolle di sapone pronte a scoppiare. Lei aveva insistito. Lui aveva capito.
Aveva detto di aver capito. Ma non l'aveva abbracciata, non le aveva detto che andava tutto bene e lei invece aveva bisogno che lo dicesse. Perché quando lo faceva le cose andavano bene davvero.

Non sembrava però che volesse chiuderla fuori per sempre. Dalla sua vita o dalla sua casa. Ed era in quella terra di nessuno che si trovava adesso lei, Kate Beckett, stimata capitana di distretto e donna nel pieno del caos che si era rubato la sua vita.
Aveva sempre temuto che lui la mettesse alla porta. Non aveva realizzato quanto forte sarebbe stato lo schiaffo in faccia quando ci sarebbe finita davvero, fuori dalla porta. Non era pronta, anche se aveva cercato di prepararsi, a non leggere nei suoi occhi l'unica risposta che contasse davvero: che lui l'amava. Sempre.
Non l'aveva forse sempre amata? Non si era crogiolata nella certezza che il suo amore fosse l'unica cosa ferma della sua vita? L'unica cosa che la teneva in piedi, anche quando le sembrava di cadere, e cadere, come in quei sogni che la facevano svegliare urlando?
Non che non l'amasse. Glielo aveva detto. "Ti amo sempre, Kate".
Ma si era protetto. Da lei. Per la prima volta aveva dovuto farlo. Aveva chiesto tempo. Lui. Non riusciva a mettere insieme le due cose nella stessa frase.
Aveva capito che si era imposto di tenerla lontana. Non tanto lontana. Solo quanto bastava per farle sentire l'odore della paura. Sapeva di muffa e terra umida.

Si mosse agitata nel letto. Era troppo presto per alzarsi, ma non sarebbe potuta rimanere sdraiata ancora a lungo. Aveva caldo. Scalciò le lenzuola lontano. Fissò il soffitto. Si impose di pensare agli impegni della giornata. Allungò una mano per cercare il telefono nella parte di letto che non sarebbe dovuta essere vuota.
Lo schermo la fissò silenzioso e ostile. Nessuna telefonata. Non l'avrebbe chiamata. Non potevano sentirsi. Era stata lei a dirglielo e, questa volta, lui aveva capito il motivo. Aveva sperato che non le avrebbe dato retta. Si trastullò con l'idea che l'avesse seguita e che, da un momento all'altro, avrebbe bussato alla porta.
Sarebbe stato sbagliato per così tanti motivi. E giusto, per tanti altri.

...

Si mosse per casa raccogliendo i vestiti lasciati sul pavimento la sera prima. Non era casa. Era un anonimo appartamento in affitto che aveva odiato dal primo giorno. Mobili squadrati e vuoti. Colori pastello. Stampe da poco prezzo alle pareti. Nessun soprammobile. Era funzionale e scarno, proprio come la sua vita senza di lui.
Prese qualcosa dall'armadio semivuoto. Qualcosa che mascherasse il suo tumulto interiore. Non aveva idea di quello che avrebbe fatto. Parlargli di nuovo? Aspettare che si facesse vivo lui? Fare finta di niente? Com'era dannatamente possibile farlo, dopo quello che era successo? Eppure, doveva farlo. Aveva obblighi, doveri, tutti segnati con cura nella sua agenda.

Fece un sospiro teatrale, prima di infilarsi la giacca a uscire per affrontare l'ennesima giornata lontana da Castle. Ogni giorno era stato più faticoso del precedente. Oggi pesava come un macigno.
Si fermò a prendere un caffè, il solito, nel chiosco all'aperto vicino al distretto. Non aveva fatto colazione, un'abitudine che aveva perso quando aveva lasciato il loft.
Salutò con un sorriso tirato il barista che conosceva a memoria la sua ordinazione e che la ricambiò con un cenno del capo. Qualche minuto dopo le posò davanti il suo caffè da portar via. Veloce e affidabile. Proprio come piaceva a lei. Qualcosa di stabile nella sua vita.

Lasciò una banconota, prese il contenitore con un mano e rimase stupefatta a fissare un foglietto ripiegato disegnare una parabola per aria e cadere a terra, proprio davanti ai suoi piedi. Si voltò a guardare il ragazzo dei caffè. L'aveva sempre considerato così. Niente di più. Non immaginava certo che le avrebbe passato biglietti segreti. Era un suo ammiratore? Ci mancava solo questa, lui doveva appena aver finito il liceo. Ma lei non frequentava banchi scolastici da molto tempo. Ed era sposata!

Lui la fissò con aria innocente, rispondendo alla sua muta domanda con una scrollata di spalle. No, il messaggio non veniva da lui. E Kate aveva capito chi era il mittente misterioso. D'improvviso la giornata le sembrò molto più luminosa e il cielo si tinse di un'intensa sfumatura di blu.


 

   
 
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