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Autore: Tabhita_Sakamaki_Taby    11/02/2021    1 recensioni
Anni dopo la sconfitta di Naraku tutto sembra tranquillo per Inuyasha e i suoi amici, ma un giorno si presenta Sesshomaru con una misteriosa pergamena e il ricordo di un passato sconvolgerà le loro vite, malgrado non sia l'unico problema della squadra di Inuyasha, anche il cuore vuole la sua parte. Chi è il misterioso demone ritratto? Che segreto nasconde? Quali sono i suoi obbiettivi? Riusciranno i nostri eroi a venirne a capo?
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Nuovo personaggio, Rin, Sesshoumaru | Coppie: Inuyasha/Kagome, Rin/Sesshoumaru
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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5 anni dopo ....

"Inuyasha prendi!".
"Arrivo Choi".
  
I due piccoli hanyō [1] giocavano tra loro nel giardino del palazzo, felici di poter godere di qualche attimo di libertà, difatti potevano uscire molto di rado dalle loro stanze, a causa della loro natura demoniaca. I bambini correvano felici sull'erba, indossando abiti semplici, fatti con la veste del cane di fuoco, appartenuta a loro padre. Inuyasha aveva occhi ambra e capelli completamente bianchi, mentre la piccola Inuchoi aveva i capelli neri, come le orecchie, se non per una lunga ciocca bianca. Gli occhi erano eterocromatici, uno azzurro e uno ambra, ma nonostante le differenze fisiche entrambi erano due bambini vispi e allegri, e in questo erano proprio fratelli come soleva ripetere la madre. I due mezzodemoni non avevano mai avuto problemi nel palazzo, poiché la maggior parte dei servitori li aveva accettati di buon grado. 

Quel giorno la principessa Izayoi era seduta sul porticato del palazzo che dava sul giardino interno con un ventaglio vicino al volto, mentre i piccoli giocavano con una palla di cuoio. Inuyasha passò la palla a Inuchoi, lei fece per prenderla ma si fermò quando avvertì dei passi avvicinarsi e guardò verso le stanze che si intravedevano dalla porta a scorrimento.

"Cosa c'è?" chiese un piccolo Inuyasha guardando la sorella, con i suoi grandi occhi ambra, curiosamente. "E' lui..." annusò l'aria, quell'odore di complotto e malvagità, "E non è solo...questa sensazione non mi piace, andiamo vicino alla mamma", il bambino annuì e corsero vicino alla madre, prima che la guardia del palazzo, Takemaru Setzuna, e alcuni dei suoi uomini con indosso l'armatura da battaglia, li raggiunsero. La principessa li guardò, alzandosi mentre accarezzava la testa dei figli come per tranquillizzarli.

"Mio buon Takemaru che accade?"
"Principessa Izayoi" ,si inchinarono lui e i due uomini al suo seguito, "perdonateci, ma non possiamo accettare che i demoni facciano tutto questo...hanno completamente soggiogato il vostro fragile cuore..." l'uomo guardò i due hanyō con chiaro disprezzo, ricevendo un'occhiataccia da parte di entrambi i piccoli, "e loro ne sono la prova...vi prego, non odiatemi".

 Si alzò e prima che i bambini potessero capire che cosa stava succedendo la spada di Takemaru trapassò la madre, che cadde a terra con un gemito.

Inuchoi gridò: "NOOOOOOOOOO MAMMA!"

Il piccolo Inuyasha si buttò sul suo corpo iniziando a piangere disperatamente, colpito dagli spasmi dello shock e della paura,

"Mamma, mamma, rispondimi...RISPONDIMI!!!".
"Uccideteli, dopo di loro toccherà al padre". 

 le guardie che lo accompagnavano fecero per eseguire l'ordine, ma una presenza demoniaca si espanse improvvisamente,  pietrificandoli prima che potessero fare un' altro passo verso i bambini.

Inuchoi aveva gli occhi arrossati, la pupilla verticale ristretta, la mascella contratta snudava le zanne, il viso decorato da dai segni violacei. Tutto il suo corpo era contratto da una misteriosa tensione che, nonostante il suo fisico minuto, la rendeva minacciosa. La sua rabbia era qualcosa di indefinibile e terrificante, come quando su un campo di battaglia, i combattimenti cessano all'improvviso e tutto sembra tranquillo, ma in realtà una minaccia presente e oscura striscia silenziosamente intaccando lo spirito degli uomini, è ciò che le guardie e Takemaru stesso provarono in quel momento di fronte alla mezzodemone, l'angoscia di sapere che il nemico attaccherà, ma non quando lo farà. 

Inuchoi si era trasformata, non era lei, non del tutto, non si controllava era in preda alle proprie emozioni che spingevano prepotentemente la sua parte più inumana ad agire. Con voce innaturale disse:
"Si fidava.... vi aveva affidato la sua vita....il suo regno... e voi.... l'avete uccisa... solo perché...NOI SIAMO DEMONI!" nelle sue unghie fluì l'energia demoniaca mentre parlava e le sue zanne aumentarono di misura, "Non ve lo perdono..IO non ve lo perdonerò.... mai!" balzò sulle guardie, alzando la mano, colpendole così violentemente con una sola artigliata che queste caddero a terra in un istante, ma non le bastava, si avvinghiò al collo dei mal capitati tranciandoglielo di netto, sporcandosi di sangue e provando una sensazione estasiante.

"Inuchoi ..." Si voltò guardando il gemello che stringeva la madre morta e con viso terrorizzato, terrorizzato da lei, ma Inuchoi non si rese conto della cosa e disse accompagnata da versi animaleschi e dal fiatone: "Resta con lei" prima di seguire l'odore di Takemaru, che nel frattempo si era dato alla fuga.

Tutta quella energia demoniaca incontrollata aveva attirato l'attenzione di due daiyokai ma se uno corse subito verso la fonte di essa, l'altro sembrò quasi perplesso a sentire un'anima così simile alla propria. 

La piccola non si preoccupava ne delle altre guardie ne dei servitori, non erano loro il suo obbiettivo voleva solo vedere quell'uomo morto. La sua velocità superiore ad un umano la rendeva un'ombra indefinita che schizza attraverso i corridoi sconsando violentemente chiunque incrociasse nel suo cammino, seguì il tanfo di quell'uomo arrivando fino all'ingresso del palazzo. Una volta lì trovò ad attenderla un vero e proprio esercito, che iniziò a scoccare frecce nella speranza di colpirla, ma la hanyō scattò schivando tutti i dardi diretti a lei puntando dritto verso Takemaru, posto dietro alle file di soldati, non si credeva capace di essere così veloce, ma la sua ragione era ormai annebbiata dalla sua furia, cominciò ad uccidere chiunque si mettesse sulla sua strada, senza fermarsi, senza rallentare, senza guardare in faccia nessuno. I corpi dei soldati cadavano uno ad uno, i suoi artigli creavano distruzione e morte dovunque, cosa che le faceva provare uno strano piacere e un'energia mai provata. 

Inu no Taisho seguì la scia demoniaca creata dalla figlia, trasformandosi in un enorme demone cane, chiedendosi cosa fosse successo per far impazzire sua figlia in quel modo? E perché non sentiva la presenza di Inuyasha? Che Inuchoi gli avesse fatto qualcosa? No impossibile, lei stravedeva per suo fratello, non avrebbe potuto? o forse sì? forse era troppo tardi.

Arrivò al palazzo della moglie e quello che gli si palesò davanti allo sguardo lo lasciò sconvolto... sua figlia, di appena 5 anni, sporca di sangue e fuori controllo, che si accaniva sul il corpo morto di Takemaru Setzuna. 

Inuchoi aveva spesso condiviso con il padre le strane sensazioni che provava in presenza di Takemaru, ma lui irresponsabilmente aveva sempre cercato di sminuire i sospetti della figlia, mentre lei aveva ragione ma anche se tutto era reale cosa aveva scatenato quella forza nella sua bambina. Scese dal tetto del palazzo andando verso la mezzodemone.


"Cattivo... Cattivo....CATTIVO.... LEI SI FIDAVA DI TE.... E TU L'HAI UCCISA!" era questo che urlava l' hanyō in lacrime con voce disperata e rabbiosa. Il padre non capì ma si trasformò nella sua forma umanoide e le mise una mano sugli occhi afferrandole i polsi per fermarla, dolcemente ma con decisione, e dopo qualche minuto di resistenza, a poco a poco la bambina si calmò cominciando a piangere.

"Basta adesso Inuchoi... è tutto finito" disse prendendola in braccio e lei si nascose nel petto di suo padre, abbassando le orecchie. L'aura demoniaca che il daiyokai emanava la portò a tranquillizzarsi un pochino, anche se non era tornata totalmente lucida.
"L'ha uccisa...ha ucciso nostra madre.... non c'è più" disse singhiozzando, 
"Loro..dovevano morire...Devono morire....Devono morire.... TUTTI!" sentenziò con rabbia la piccola.
"No, no Inuchoi... ora ci penso io.... non serve odiare, non porta da nessuna parte" entrarono nel palazzo e raggiunsero Inuyasha, in lacrime accoccolato contro il corpo della madre. Il padre si avvicinò, "Inuyasha" lui si voltò e corse ad abbracciare una gamba del padre tremando di paura.  Il generale prese il secondo bambino in braccio e lo strinse dolcemente.

"Adesso basta piangere piccoli guerrieri, ci penso io, la mamma starà bene" li appoggiò a terra prima di prendere Tenseiga, la spada capace di salvare 100 anime. La spada emise una palpitazione che mostrò gli spettri del mondo dei morti intorno al corpo di Izayoi.

"Che-che cosa sono ...!?" chiese Inuchoi nascondendosi dietro il padre, Inu no Taisho guardò la figlia, "Vedi gli spettri dell'aldilà?" la bambina annuì "E sono brutti", commentò stringendo il gemello che non capiva. Il daiyōkai si sbarazzò degli spettri, poi si chinò sollevando leggermente il corpo di Izayoi, che riprese conoscenza con un gemito, prima di guardare il marito.

"Sei tu amor mio", 
"Siamo qui Izayoi, stai tranquilla" disse il demone sorreggendola. 

I bambini urlarono di felicità, prima di abbracciare la madre che li strinse al petto. Inu no Taisho guardò verso la boscaglia, sentendo una presenza demoniaca familiare, infatti incrociò lo sguardo con suo figlio Sesshomaru, che guardava la scena da lontano con volto statico rotto tuttavia da un lieve accenno di sorpresa. Il demone si avvicinò al figlio dopo essersi assicurato che la famiglia stesse bene.

"Hai percepito anche tu tua sorella" disse Inu no Taisho una volta che ebbe raggiunto Sesshomaru. Il giovane daiyokai annuì guardando i bambini, 

"Quindi sono loro... i miei fratelli?" chiese.
"Sì...perché non entri? Vorrebbero tanto conoscerti".

Sesshomaru rimase davvero sorpreso da tale proposta,
"Sanno che esisto?",
"Certo, siete tutti miei figli e vorrei che andaste d'accordo, anche se so di chiederti molto", rispose il demone maggiore.

Il figlio non rispose, continuando a guardare i bambini, incrociando lo sguardo di Inuyasha che lo salutò con la mano.

"Capisco, ma è meglio che vada... dovrai spiegare un po' di cose alla piccola hanyō" e così, da come era apparso, Sesshomaru sparì nel bosco.

Inu no Taisho sospirò tornando verso il palazzo, a occuparsi della resurrezione delle anime salvabili, mentre Izayoi chiese ai servitori occuparsi dei morti.

"Izayoi è meglio che vai a riposare, sarai stanca" commentò Inu no Taisho, la donna annuì guardando dolcemente una domestica che andò subito a preparare il bagno, nel mentre Inuchoi si era allontanata mettendosi in un angolo guardando con orrore le sue mani ancora sporche di sangue.

"Sono stata io?" chiese con voce bassa, spezzata dal pianto,
"Io ho fatto male a tutte quelle persone?" gli eventi, le sensazioni, erano ancora vivi in lei, il sapore metallico del sangue che rendeva una piccola parte di lei bramosa di ottenerne ancora, l'adrenalina che le percorreva il corpo, le urla di dolore e paura degli uomini, che cadevano per mano sua, la disperazione per aver visto l'uccisione della madre, la paura di perdere anche suo fratello per mano degli umani.

"No! Non posso essere stata io.... non ero io, non ero io!" si passò le mani tra i capelli scoppiando a piangere terrorizzata.

Il padre la raggiunse abbracciandola e stringendola dolcemente a sè,
"Lo so, lo so Inuchoi, lo so che non eri tu, tu sei gentile e buona, era la tua parte demoniaca a creare quel caos non tu, non sentirti in colpa, il vero colpevole sono io dovevo immaginare che prima o poi si sarebbe mostrata la vostra parte demoniaca, ma non credevo così presto."

Inuchoi si fece piccola piccola tra le braccia del padre, sentire quelle parole non la aiutava più di tanto, in quegli attimi la sua ragione era completamente sparita lasciando il controllo al mostro nascosto in lei e se fosse accaduto di nuovo? E si fosse accanita verso qualcuno della sua famiglia? E se avesse ucciso sua madre? O suo fratello? Cosa avrebbe potuto fare?

"Inuchoi ascolta, non devi aver paura di ciò che sei, il demone fa parte del tuo equilibrio e devi imparare a dominarlo per mantenere l'equilibrio in te, è una battaglia che ognuno vive in sé" disse il demone maggiore facendo intendere alla figlia che quel discorso toccava anche lui.

"E come dovrei fare? che vuol dire che fa parte di me? Vuol dire che io sono un mostro? " chiese nella sua impaura.
"No, Inuchoi, no nessuno è un mostro di nascita, sono le tue scelte e le tue azioni a decidere che cosa sei, se un demone guidato dall'amore, dalla guerra, dalla famiglia, dalla luce o dall'oscurità, guarda Inuchoi" il daiyōkai iniziò a disegnare la sfera dei quattro spiriti e chiese alla figlia.

"Sai cos'è?", 
"La sfera dei quattro spiriti" rispose la hanyō asciugandosi le lacrime
"Esatto, la sfera che dentro di sé possiede l'equilibro degli spiriti della terra, dell'acqua, dell'aria e del fuoco, ma possiede anche il perfetto equilibrio di luce e oscurità" la bambina annuì, facendo intendere che seguiva il discorso.

"Questa sfera è dentro ognuno di noi, ed è nostro dovere mantenerne l'equilibrio trovando il nostro posto nel mondo".
"E come possiamo trovarlo?" Chiese la mezzodemone con voce calma ma intrinseca di tristezza
"Viaggiando, studiando, addestrandoci per imparare a governare questi poteri che possediamo sia fisici che spirituali, seguendo degli ideali in cui crediamo, ma soprattutto avendo qualcuno accanto, qualcuno a cui teniamo." Il guerriero si fermò come se ragionasse su qualcosa prima di aggiungere: "Inuchoi, speravo di chiederti più avanti di farmi questa promessa, ma visto quello accaduto devo chiedertelo ora".

Il padre era insicuro, domandare questo alla figlia significava segnarla per sempre, ma col mondo fuori e con i suoi nemici che si facevano sempre più forti doveva assicurarsi che la sua famiglia sarebbe potuta sopravvivere anche senza di lui. Prese così la quarta delle sue spade, completa di fodero decorato con su inciso il nome "Toisinga" poggiandola a terra guardando la figlia.

"Inuchoi promettimi che imparerai a usare Toisinga, la spada del regno dei demoni, l'arma capace di annientare i nemici, curare gli amici e sopratutto, allungare la vita di 100 umani con un sol colpo, per proteggere la tua famiglia e i più deboli."

La bambina non aveva capito veramente il discorso del padre, ma se le chiedeva una cosa del genere significava che si fidava di lei e che doveva mostrare il proprio potenziale, così annuì poggiando la sua mano accanto quella del padre, su Toisinga, e aggiunse.

"Te lo prometto papà".

 

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Note:

[1]  Hanyō: Termine giapponese utilizzato per intendere esseri soprannaturali che sono un ibrido tra umani e demoni. Nella storia con questo termine si intende o Inuchoi o Inuyasha.

 

   
 
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