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Autore: IndianaJones25    12/02/2021    2 recensioni
È una luminosa e calda giornata estiva di fine Ottocento quando, in una casa di Princeton, nel New Jersey, nasce l’unico figlio del professor Henry Jones Sr. e di sua moglie Anna.
Nel corso dei venticinque anni successivi, il giovane Junior vivrà esperienze indimenticabili e incontrerà persone straordinarie, in un viaggio di formazione che, tappa dopo tappa, lo porterà a diventare Indiana Jones, l’uomo con frusta e cappello, il più celebre archeologo del mondo…
Genere: Avventura, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Abner Ravenwood, Henry Jones, Sr., Henry Walton Jones Jr., Marion Ravenwood, René Emile Belloq
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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XII.
MOAB, UTAH, GIUGNO 1914

   Da quando aveva perduto sua madre, Indy avvertiva molto forte l’assenza di una figura femminile accanto a lui. Un’assenza che, con l’avanzare dell’adolescenza, si stava facendo sentire anche in una maniera differente, molto marcata. Il tempo aveva mitigato il dolore, ma questo non toglieva che si sentisse ancora parecchio solo. Era cresciuto con due donne al suo fianco: la madre e miss Seymour. Ora nessuna delle due era più vicina a lui, e questo gli stava insegnando quanto fosse fondamentale, per un ragazzo, avere sempre presente una donna su cui fare continuo affidamento. Era una lontananza non soltanto emotiva, ma anche fisica.
   A dire il vero sentiva pure la mancanza di un uomo adulto e saggio che lo guidasse e gli desse saggi consigli, ma quello era un altro discorso che non voleva in nessun modo affrontare. Anzi, più suo padre si allontanava da lui, chiudendosi in se stesso, e più se ne compiaceva, perché sentiva che il suo crescente rancore nei suoi confronti era più che giustificato.
   Per sua fortuna, aveva scoperto di poter ovviare un po’ a quei vuoti della sua vita nella casa di Joe Anderson, un allevatore della zona, che possedeva un ranch a qualche chilometro di distanza dal centro abitato di Moab. Quando non era a scuola o nel cortile di casa ad allenarsi con la frusta - aveva scoperto da un paio d’anni che gli piaceva maneggiare quell’arnese e, da allora, non aveva più smesso - lo si poteva senza dubbio trovare nella proprietà di Anderson.
   Indy, pressoché instancabile, si divertiva parecchio ad aiutarlo a rigovernare il bestiame, a tenere pulite le stalle e ad innaffiare i grandi orti, seminati principalmente a mais. Il gioviale proprietario lo aveva preso in simpatia e, oltre a invitarlo spesso a cena, gli versava anche un piccolo stipendio in cambio dei suoi servigi.
   L’unico inconveniente di quel lavoro erano i numerosi serpenti che si nascondevano nei posti più impensati; un tempo li avrebbe scansati senza curarsene, ma da quando era caduto in quella dannata vasca piena di rettili, due anni prima, il solo pensiero di imbattersi in un viscido serpente strisciante e con la lingua saettante e biforcuta lo faceva rabbrividire. Una volta, scostando una pietra, si era trovato faccia a faccia persino con un velenosissimo serpente a sonagli. L’orrore lo aveva paralizzato e gli aveva portato via ogni stilla di calore dal corpo. Per sua fortuna, Indiana era nei paraggi e, con vero sprezzo del pericolo, si era avventato abbaiando e digrignando i denti contro il pericoloso crotalo, mettendolo in fuga.
   A parte i serpenti, però, lavorare per Joe Anderson lo svagava e gli faceva dimenticare la pesante situazione domestica in cui si trovava immerso ogni giorno. Joe era un buon uomo, per quanto avesse modi rozzi e ruvidi, che gli dava molti consigli, e la signora Anderson lo trattava sempre bene, alla stregua di una figlio: con loro era un po’ come avere di nuovo quella famiglia che aveva perduto. Ma la cosa che, in assoluto, più gli piaceva, era essere osservato di continuo dalle tre figlie di Joe, specialmente dalla più giovane.
   Le tre ragazze - Sue, Mary e Caroline - erano più grandi di Indy di alcuni anni; la più piccola delle sorelle, infatti, era Caroline, che aveva diciotto anni. Mentre con le altre due - già prossime al matrimonio - il ragazzo intratteneva un rapporto piuttosto distaccato, per quanto cordiale, con Caroline, libera come l’aria, non si faceva alcun riguardo, specialmente perché lei sembrava incoraggiarlo, senza mostrarsi in nessun modo pudica. Sguardi lascivi, abbracci veloci, pacche un po’ troppo impertinenti, erano all’ordine del giorno per loro due, quando nessuno li osservava.
   Forse, agli occhi di altri uomini, Caroline sarebbe apparsa poco più che una ragazzina, nemmeno troppo bella e aggraziata. Di certo, non la si sarebbe potuta definire tale, con quella sua pelle cotta dal sole, il fisico grossolano, le ginocchia e i gomiti perennemente graffiati e sbucciati, i capelli raccolti a casaccio sotto il cappellone di paglia e i modi ruvidi della contadina abituata a maneggiare attrezzi e a gettare cibo ai tacchini; ma ai suoi sguardi di adolescente, nel cui corpo gli ormoni impazziti esplodevano con l’allegria e il vigore dei fuochi artificiali, appariva come una bellissima donna già completamente formata, una vera e propria dea in terra che rivolgeva a lui tutte le sue attenzioni. E lei, a sua volta, non nascondeva di provare un certo interesse verso quel ragazzino che lavorava sodo e che, di sovente, si toglieva la camicia per sudare di meno, mostrando un fisico asciutto e già abbastanza muscoloso, che per lei non era niente male.
   Nella tarda mattinata di un afoso giorno di inizio estate, mentre si stava sciacquando il volto accaldato e impolverato a un abbeveratoio, Indy si sentì improvvisamente toccare la spalla nuda da una mano che, seppur callosa, riusciva ad apparire morbida e delicata. Si voltò di scatto e si trovò davanti agli occhi il viso sorridente e arrossato di Caroline.
   Erano soli al ranch, perché Joe era andato a vendere delle bestie al mercato accompagnato dal suo lavorante, mentre le altre due sorelle, insieme alla madre, si erano recate in visita ai loro futuri suoceri.
   «Come sei bello» mormorò Caroline, accarezzandolo sul petto sudato e disegnandogli ghirigori con le dita sul ventre piatto. «Bello e bollente…»
   Indy aveva la gola secca e il respiro affannato, ma si rese immediatamente conto che, quelle condizioni, non c’entravano nulla con il sole alto nel cielo tinto di cobalto e con l’aria immobile. Si lasciò toccare per qualche istante e poi, istintivamente, sentì il desiderio di fare altrettanto con il corpo di lei. Mille sensazioni lo invasero e lo stomaco gli si contorse quando lei slacciò il bottone che chiudeva il colletto del lungo abito a fiorellini per permettergli di infilare la mano sotto la stoffa, contro cui premeva il suo ampio e florido seno.
   Fu come esplorare un mondo sconosciuto e nuovo, di inenarrabile bellezza. Gli tornarono fugacemente alla memoria le parole dell’Arciduca d’Austria, che anni prima lo aveva messo in guardia contro le donne. Lo mandò volentieri al diavolo, e che ci restasse pure secco per un colpo di pistola, impiccione che non era altro.
   Senza chiedere il permesso, che lei comunque gli concesse con uno sguardo incoraggiante, cominciò a tastare e a palpare il seno di Caroline. Era la sensazione più bella che avesse mai provato prima. Era tenero e vellutato come nessun’altra cosa che gli fosse mai capitato di toccare; ed era caldo, più caldo del sole di mezzo giugno che picchiava sopra le loro teste. E, ciò nonostante, gli provocava i brividi, che gli scorrevano lungo la spina dorsale facendolo fremere.
   Eppure, migliore ancora di quello fu sentire le loro bocche che, spinte dall’istinto e dal desiderio, si univano in un bacio, appassionato per quanto goffo, mentre le loro lingue si intrecciavano e iniziavano a combattere un’epica battaglia personale.
   «Sei… sei meravigliosa…» riuscì a dirle, staccandosi per un istante dalle sue labbra.
   Per tutta risposta, lei tornò di nuovo all’assalto, toccandolo con ancora maggiore vigore. La sua mano scese oltre la cintura e si insinuò all’interno dei suoi pantaloni, frugando senza pudore. Indy mugolò qualcosa di indefinibile persino alle sue orecchie, ma non si lasciò prendere in contropiede e reagì a sua volta toccando Caroline con ancora più audacia. Poi la ragazza lo prese per la mano e lo trascinò in fretta dentro casa, sollevando nuvolette di polvere rossiccia dal terreno riarso.
   Deglutendo a fatica, Indiana Jones la seguì, affacciandosi così a un mondo nuovo, ancora tutto da scoprire.
   
 
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