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Autore: bijouxer92    12/02/2021    0 recensioni
Rossana è tutto e niente. Sta aspettando il solito autobus tenendo le cuffie spente. Non vuole ascoltare delle melodie vuole concentrare i pensieri sulle persone, che, solo quando credono di non essere sentite sono autentiche. Sono le 9.30 e la città è sonnolenta ma si prepara a sopraffarti con il suo caos . Ogni momento è dilatato; è come assistere ad una scena a ralenti. Tutto nuovo e tutto uguale allo stesso tempo . Routine . Noia . La parola che uccide ogni desiderio. Rossana non poteva immaginare che se avesse potuto sarebbe tornata esattamente a quel momento per vivere quella noia, quella sicurezza . Cosa può farci rimpiangere la noia ?
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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IL RISCHIO DELLA CONOSCENZA

“La persona più pericolosa è quella che ha paura della propria ombra”.
(Philip K. Dick)
La giornata pareva infinita, ore interminabili di tortura quotidiana. La cosa terribile è che aveva 3 ore consecutive di filosofia con la professoressa Gregoracci. Qualsiasi tentativo di sottrarsi alle sue spiegazioni o domande era inutile . Era una sorta di mostro mitologico, un giano bifronte con occhi anche dietro la testa. L’aula con lei diventava un Panopticon, una sorta di prigione in cui il carceriere poteva vedere tutti i comportamenti. Vabbè tortura non proprio, le parole dei professori rimandavano la  mente di Rossana a  problemi metafisici, allontanandola dalle preoccupazioni quotidiane.
Tornata a casa fu subito intercettata dalla madre che aveva notato da tempo che qualcosa non andava. Rossana approfittò  dell’occasione per dare voce ai propri dubbi . Titubante si rivolse alla madre “ Non dormo molto bene in questo periodo e i miei pensieri si focalizzano su immagini strane e mi ronza in testa continuamente un suono ,  una melodia …forse di un carillon’’ . A Rossana non sfuggì il nervosismo della madre, che deglutì e con le mani conserte cercò di tranquillizzarla “ Beh, sarà un po' di stress per l’approssimarsi della maturità , non preoccuparti posso comprarti qualcosa per dormire’’
“Stress per la maturità a settembre ??’’ “Insomma, che vuoi che ti dica? Sei sempre attaccata a quel maledetto mp3, sarà una di quelle stupide canzoni che ascolti…. comunque io non so cosa ti passi per la mente onestamente, non ho presente nessun carillon, ora devo scappare”.
La madre si fiondò letteralmente alla porta lasciando Rossana sconcertata e con più domande di prima “Cosa è appena successo ?? Da quello che noto potrei avere ereditato da lei la mia pazzia, si spiegherebbe tutto…’’

Dopo aver visto programmi insulsi alla tv e aver ascoltato qualche canzone con il suo “maledetto mp3’’, come suoleva definirlo la madre, la ragazza decise di fare una passeggiata. Era sempre stata pigra e non aveva mai creduto al detto “mens sana in corpore sano’’ ma dato che la mente ormai era irrecuperabile poteva almeno far qualcosa per i rotoli di ciccia  che spuntavano imperterriti dalla felpa. “Il nero smagrisce, non mettere vestiti troppo larghi dicevano’’. Il risultato era che al posto di sembrare un salame sgargiante, era vestita come un salame scaduto.
Era ormai il tramonto o meglio quella che per Rossana era l’ora di cena , considerato che le sue giornate erano scandite dai vari pasti della giornata e dai gossip che le raccontavano le amiche. Nonostante fosse affascinata dai colori caldi del cielo e dal senso di pace settembrino decise di tornare a casa.

Una volta a casa notò uno spiraglio di luce uscire dalla stanza della madre. Stava per bussare ma si fermò, sentendola piangere. Riuscì a vedere che era raggomitolata su se stessa. In realtà era in una posizione quasi fetale, tutta arrovellata come se fosse un bozzolo. Gli occhi avevano un’espressione che a tratti era di incoscienza a tratti spiritata. Teneva accanto al grembo un oggetto rettangolare, arpionandolo, come se fosse un tesoro.

Rossana Si sporse per vedere meglio e per un attimo le si mozzò il respirò. Si trattava di  un carillon. La tentazione di entrare e chiarire era forte ma non aveva il coraggio   affrontarla in questa situazione inoltre fu bloccata da ciò che vide successivamente. La donna si alzò di getto, si mise ai piedi del letto con le mani giunte come se si apprestasse a pregare, emise un suono quasi impercettibile che Rossana percepì lo stesso “ Perdonami” .
 
  
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