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Autore: SHUN DI ANDROMEDA    12/02/2021    1 recensioni
[Crossover 9-1-1/9-1-1 Lone Star] [Traduzione dall'inglese]
Buck e Eddie sono sposati.
Un giorno, Buck e Christopher scompaiono e, una settimana dopo, due persone vengono ritrovate dalla 126 di Austin in un magazzino dato alle fiamme e miracolosamente illesi.
Due squadre si stanno per incontrare.
Genere: Hurt/Comfort, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Christopher Diaz
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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AUTORE: SHUN DI ANDROMEDA

TITOLO: Coming back to you all

FANDOM: 9-1-1 & 9-1-1 Lone Star

GENERE: Sentimentale, Hurt/Comfort

PERSONAGGI: 118, 126, Eddie Diaz, Evan Buckley

RATING: Verde

COMING BACK TO YOU ALL

 

"AFD, siamo qui per aiutarvi!"

Fu una voce davvero familiare a spingere Buck ad aprire gli occhi, esausti; una luce accecante li colpì ma il tocco gentile sulla spalla e un volto conosciuto calmarono l'uomo ferito, che stringeva il corpo afflosciato del bambino al suo fianco.

"AFD, la polizia ha preso in custodia i vostri rapitori, i paramedici stanno arrivando e... Evan?!"

Buck sorrise debolmente quando T.K. Strand lo guardò con un cipiglio confuso e sorpreso: "Ciao, amico... grazie per essere qui... Potresti per favore portare mio figlio fuori da questo buco? È stata una lunga settimana…” biascicò l’uomo.

"T.K., cosa sta succedendo?"

La voce di Owen fu un balsamo per l'anima di Buck mentre il vecchio Strand entrava nel magazzino quasi completamente bruciato: "Non lo sappiamo, Cap. Sembra che T.K. conosca la vittima.” disse Judd prima di rivolgersi di nuovo verso T.K, "Ragazzo, dobbiamo portarli fuori in fretta, non sono sicuro di quanto questo posto possa resistere prima di crollare.”

Owen raggiunse Marjan e la sua torcia e finalmente vide i lineamenti esausti di Evan Buckley: "Figliolo,

sei un disastro. Sono sicuro che Bobby non fosse d'accordo con questo viaggio in Texas.” disse infine il capitano prima di ripescare la radio dalla cintura, "126 a Centro di Controllo, contattate Los Angelese e comunicate che abbiamo qualcuno che potrebbero riconoscere come uno di loro.”

La voce di Grace riempì la stanza carbonizzata: "Capitano Strand?"

"Abbiamo trovato due vittime che hanno bisogno di assistenza medica, conosco uno di loro, Grace. Evan Buckley della caserma 118 di Los Angeles, e un bambino.”

"Christopher... è mio figlio..." sussurrò Evan mentre la sua presa sul corpo del bambino diventava più forte: "Christopher Diaz-Buckley- Owen... La famiglia di mio marito vive a El Paso, potreste contattarli, per favore...?"

"Non appena vi porteremo entrambi fuori da questo posto. T.K., Marjan, aiutate il ragazzo, Judd ed io ci prenderemo cura di Evan. Mateo, Paul, andate per primi.”

Facendo attenzione alle evidenti ferite che Buck aveva praticamente ovunque sul corpo, Judd lo sollevò

e si mise il braccio del giovane dietro il collo; Owen fece lo stesso con l’altro braccio.

Accanto a loro, Marjan aiutò T.K. con Christopher che stava ancora dormendo e presto si misero in cammino, con Mateo e Paul ad occuparsi delle torce; fu una marcia straziante, lenta e angosciante, a causa dei lividi e delle ferite di Evan, ma raggiunsero l'esterno e l'aria fredda della notte, che odorava di benzina e di natura selvaggia.

Con cautela, Judd mise il proprio assistito su una barella e Michelle iniziò efficientemente ad esaminarlo mentre il resto della squadra assisteva Marjan e T.K. con Christopher: "Soffre di paralisi cerebrale... Potrebbe essere un po' disorientato..." sussurrò Buckley alla donna sopra di lui.

Michelle annuì: "Non preoccuparti, è in buone mani... Owen, dovresti chiamare qualcuno, no?” disse lei prima di voltarsi verso il suo collega capitano, "L'ho sentito alla radio, devi chiamare El Paso. Lasciaci lavorare. Ho bisogno di spazio.”

Owen era in dubbio ma comprese che aveva del lavoro da fare e che anche Michelle lo aveva, perciò si fece da parte con le mani alzate: "Ok, ok... chiamo El Paso e spero che mi mettano in contatto con la famiglia.” concesse il Capitano Strand mentre si avviava verso la camionetta più vicina, dove si era spostata anche la sua squadra; T.K era pallido e Marjan e Mateo cercavano di tirarlo su di morale.

Quando il membro più giovane della squadra vide il capitano, cercò di sorridere un po': "Il ragazzo sta bene, Capitano. Solo lividi e stanchezza, ma vivrà. Come sta il padre?"

"Credo bene. Michelle mi ha mandato via. T.K., dobbiamo chiamare El Paso, il marito di Buck ha famiglia lì."

"Chiederò a Carlos di chiamarli. Devo andare con Evan... Non se la cava bene da solo, papà, lo conosci.”

"Un altro ex fidanzato?" chiese Paul con espressione dubbiosa.

"No... Evan Buckley è di Los Angeles, T.K. l'ha incontrato durante una settimana di addestramento congiunto a cui ha partecipato prima di che noi venissimo qui, quando eravamo ancora a New York. Il suo capitano e lui sono stati con noi per una settimana e Evan e T.K hanno legato molto. Bobby Nash, il suo capitano, è un brav'uomo e da come interagivano tra loro… Sono sicuro che reputi Evan come un figlio... Devo chiamare anche loro, se Grace non riesce a trovare la caserma..."

"Chiamo mia moglie, ci pensiamo noi, Cap.”. Judd fermò Owen con un gesto: "Buckley ha detto che è stata una lunga settimana... La loro famiglia deve essere spaventata e preoccupata se sono stati nelle mani di quei pezzi di merda per così tanto tempo.”

"Grazie Cowboy... Per favore porta gli altri a casa, io accompagnerò Buck e Christopher all'ospedale con T.K. e Bobby Nash può chiamarmi lì.”

"Ricevuto, Cap."

"Vi aspettiamo in caserma".

"Vi preparo qualcosa da mangiare".

"Grazie, ragazzi. Papà, dobbiamo andare."

§§§

"Carlos, grazie per essere qui".

"Non c’è problema, Tigre. Tu o la 126 siete feriti?"

"No, per niente. Ma abbiamo bisogno di un favore.”

Carlos e T.K. sedevano fianco a fianco nella sala d'attesa vuota dove gli Strand stavano aspettando notizie su Evan e suo figlio; l'alba stava per spuntare ma non c'erano altri aggiornamenti oltre al primo e vago "Stanno bene".

"Si tratta dei due che avete salvato ieri sera? Paul mi ha chiamato ed era... preoccupato. Mi ha detto

che il padre è un tuo amico, giusto?"

"Sì... Buck... Buck ed io eravamo nella stessa squadra durante una settimana di addestramento congiunto a NY alcuni anni fa, il suo capitano e mio padre erano in un'altra. Siamo diventati amici e mi ha invitato al suo matrimonio, ma è stato subito dopo la sparatoria, così... non ho potuto essere lì, ma ho mandato un regalo..."

T.K. ricordava quei giorni a NY, ricordava quando il suo nuovo amico gli aveva mostrato un mucchio di foto con quel ragazzo carino, quello che poi sarebbe diventato suo marito, si ricordò di quando aveva ricevuto l'invito al matrimonio e  ricordò anche la lunga e sentita telefonata che si erano scambiati quando T.K. aveva dovuto rifiutare.

 

"Non preoccuparti, amico... ci sono passato anche io... Chiamami quando starai meglio e ti manderò un biglietto aereo per venirci a trovare. Chris ti adorerà, un altro zio!"

"Ehi, Buckley, non sono abbastanza vecchio per essere uno zio, un fratello maggiore forse!"

"Credici, Strand.”

 

"È un buon amico e voglio aiutarli. Ha detto che la famiglia di suo marito è a El Paso. Judd e Grace stanno cercando la loro famiglia a Los Angeles. Voglio essere qui per loro e comunque credo che preferiscano ricevere notizie dalla polizia piuttosto che da un vigile del fuoco, c'è un protocollo, anche se conosco una delle vittime.”

"Sì, non si dovrebbe mai chiamare la famiglia di una vittima.” sussurrò Carlos prima di tirare fuori una cartella dalla borsa che aveva con sé: "Michelle mi ha dato tutti i dettagli che aveva e li ho trovati. Helena e Ramon Diaz hanno un figlio, Edmundo, il quale è pompiere a Los Angeles, e un nipote di nome

Christopher. Quest’ultimo è stato adottato da un certo Evan Buckley, il marito di suo padre. Ho il loro numero di telefono proprio qui.” il poliziotto mostrò il cellulare che aveva in mano.

“A El Paso è abbastanza presto ma suppongo che vogliano essere avvisati al più presto se vogliono venire qui.”

"Ok, chiamali. Ma per favore, metti il vivavoce.”

§§§

"9-1-1, qual e' la sua emergenza?"

"Centrale di Controllo di Austin, sto cercando la caserma 118 di Los Angeles.”

"Parlate, Austin, c'è qualcosa in cui possiamo aiutarvi?"

"Grace Ryder di Austin, i nostri Vigili del Fuoco, la squadra della caserma 126, ha soccorso due vittime la scorsa notte e una di loro è un vigile del fuoco della caserma 118 del Dipartimento dei Vigili del Fuoco di Los Angeles, ho bisogno di parlare con il capitano Robert Nash il prima possibile.”

"Josh Russo, vi prego, ditemi che avete trovato Buck, sua sorella è la mia migliore amica.”

"Sì, e anche suo figlio. Stanno bene e il capitano della 126 è con loro. Ho bisogno di parlare con il

Capitano Nash per aggiornare anche lui.”

"Ti metto in contatto con il loro sistema, Grace. Resta in attesa. E grazie."

“…”

"Robert Nash, caserma 118."

"Capitano Nash? Mi chiamo Grace Ryder, della Centrale di Controllo di Austin."

"Come posso aiutarti, Grace? L’operatore della nostra Centrale era… agitato."

"Una delle nostre squadre ha salvato uno dei suoi uomini, capitano. Ora è al General, ma mi hanno detto che sta bene.”

"Uno di... vuoi dire Buck?! Buck è ad Austin?"

"Sì, è stato salvato da un magazzino con suo figlio, stiamo cercando di contattare alcuni parenti che dovrebbero avere a El Paso ma Owen Strand ha detto che avreste apprezzato la notizia.”

"Chiamo subito il capitano Strand... la mia squadra è impegnat in una chiamata.”

"Vi serve il suo numero di telefono? L'ha cambiato l'anno scorso.”

"Grazie... Sono scomparsi lunedì; non riesco a immaginare..."

"Va tutto bene, capitano Nash. Stanno bene. Mio marito era sul posto, mi ha detto che suo figlio voleva

chiamarla personalmente, ma i paramedici volevano portarlo al General perché erano preoccupati per l'ipotermia e la disidratazione".

"E Christopher?"

"Christopher dormiva durante il salvataggio, ma era in condizioni molto migliori di... Buck, giusto?"

"Grazie per l'aggiornamento, Grace. Davvero. Chiamerò Strand e spero di parlare presto con il mio ragazzo.”

"Prego. Il suo numero di telefono personale è..."

§§§

"Casa Diaz, chi parla?"

"Señora Diaz, mi chiamo Carlos Reyes, del dipartimento di polizia di Austin. Sono spiacente di chiamarla a quest'ora assurda, ma ho una notizia importante da comunicarvi."

"Per favore... non mi dica..."

"Señora, no se preocupe. Sì, hanno salvato suo genero e suo nipote, ma stanno bene. Sono al General Hospital e saranno qui per tutto il giorno, stiamo cercando di contattare anche suo figlio ma, nel frattempo, se lei e suo marito volete venire qui..."

"Gracias, mijo, gracias... Prenderemo il primo volo e saremo lì prima di mezzogiorno... è possibile parlare con Buck... ?"

"Il dottore sta ancora facendo degli esami, ma sta bene. Christopher dorme. Ma posso riferire un messaggio, se ne ha uno."

"Solo... digli che mamma Helena sta arrivando.”

"Lo farò, di sicuro.”

"Gracias... RAMON! RAMON!"

§§§

"Strand, non sai quanto sono felice di sentirti in questo momento.”

"Lo so, Nash, lo so. Cos'è successo? Quel ragazzo era a pezzi e non ho potuto chiedergli nulla.”

“In realtà non lo sappiamo. Buck avrebbe dovuto lasciare Chris a scuola lunedì mattina ma non sono mai arrivati. Abbiamo trovato la macchina due giorni dopo, completamente bruciata. Abbiamo ricevuto una lettera ieri... Diceva che erano..."

"Stanno bene, Bobby, te lo posso assicurare. Mio figlio è all'ospedale con loro, sai quanto T.K. voglia bene a al tuo ragazzo, sono come fratelli.”

"Ne ha passate tante, il nostro Buck. Aspetta, la squadra è tornata... EDDIE! EDDIE! NEL MIO UFFICIO, ORA!"

Strand sentì del movimento in sottofondo e poi una voce maschile e rauca parlò al telefono: "Pronto?"

"Parlo con Edmundo Diaz? Sono il capitano Strand di Austin. Non c'è modo di dirlo meglio, quindi sarò breve. Abbiamo trovato suo marito e suo figlio, sono vivi e vegeti e i suoi genitori sono stati già avvisati, saranno qui in mattinata".

"Eddie, se vuoi svenire, fallo sul divano, per favore. Oppure, puoi cambiarti, prendere la borsa che sono sicuro Hen e Chimney stanno preparando in questo momento e aspettare che io ti accompagni all'aeroporto.”

"P-prima devo chiedere..."

"Vi chiamo appena si svegliano.”

§§§

Con Carlos al seguito, Helena e Ramon Diaz attraversarono l'ingresso visitatori dell'Austin General Hospital con un’espressione ansiosa stampata sui loro volti; il giovane poliziotto si era presentato alla sala arrivi per accompagnarli all'ospedale, risparmiando loro la fatica di trovare un taxi o un'auto a noleggio.

"Seguitemi. T.K., la persona che è rimasta con loro mi ha detto che sono svegli.”

Ramon strinse con forza la mano della moglie ed entrambi seguirono Carlos lungo il corridoio, l'intero ospedale era tranquillo e il sole splendeva attraverso le finestre: una giornata splendida, davvero.

La porta davanti alla quale si fermarono era l'ultima ed era aperta: sul letto, potevano vedere Christopher- avvolto in un camice d'ospedale troppo grande - rannicchiato contro suo padre, il quale sembrava essere in condizioni peggiori, e entrambi erano sorvegliati da un giovane pompiere dai capelli neri ancora in uniforme.

Helena ebbe un sussulto e si coprì la bocca con una mano, i suoi occhi erano pieni di lacrime.

Ramon sorrise, ma era chiaramente sopraffatto anche lui, notò Carlos.

Un momento dopo, gli occhi di Buck si incrociarono con quelli di Ramon, e i due uomini si scambiarono un sorriso: "Ehi, piccolo, Nonna e Nonno sono qui." sentirono Buck sussurrare a Chris.

Helena entrò nella stanza e si gettò sul letto, abbracciando i due con tutta la propria forza mentre Ramon chiudeva la porta dietro di loro.

"Grazie per l'aiuto, agente Reyes."

"Lieto di essere stato d'aiuto, pompiere Strand.”

Mentre sua moglie stava ancora abbracciando i due ragazzi, Ramon si tolse gli occhiali e procedette a pulirli

con un lembo del maglione: "Non siamo riusciti a contattare nostro figlio, suppongo che stia venendo qui, giusto?"

T.K. annuì: "Il capitano Nash e vostro figlio sono stati avvisati dal mio capitano, mi ha assicurato che dovrebbero essere qui in poche ore. Carlos... L'agente Reyes qui sarà anche il loro accompagnatore.”

L'agente roteò gli occhi ma annuì.

"È stata una lunga settimana... Sono contento che la nostra famiglia si stia finalmente riunendo.” ammise Ramon: "Ma perché? Non riesco a capire, non siamo ricchi e anche Eddie ed Evan... non rientriamo nello schema classico del rapimento.”

"Non sappiamo ancora niente.” Si accigliò Carlos: "I rapitori che abbiamo arrestato ieri sera non hanno ancora detto nulla. Abbiamo solo bisogno di più tempo. Possiamo solo ipotizzare una sorta di vendetta? Tuttavia, questo è il nostro lavoro, si prenda cura della sua famiglia, signor Diaz, hanno bisogno di lei.”

"Lo farò..."

§§§

Due ore e mezza dopo, Carlos era con T.K. nell'atrio dell'ospedale, intenti a scortare due stanchissimi vigili del fuoco di Los Angeles dall'aeroporto: amava il suo lavoro, davvero, ma di solito non era così emotivamente drenante.

"Quando abbiamo lasciato l'ospedale per venire a prendervi, la signora Diaz si stava occupando di loro.” spiegò T.K.: "Christopher è così carino, amico. E Buck lo adora così tanto che potrebbe uccidere per lui.”

"Sì... Quel grosso Labrador... ucciderebbe per nostro figlio. Non riesco..."

Eddie si fermò di botto in mezzo al corridoio, a pochi passi dalla stanza giusta: "Non riesco a capire perché... Non hanno fatto nulla di male per essere rapiti e... Ci hanno detto che eranovmorti; ho pensato che mio marito e mio figlio fossero morti senza salutarli... E ancora non so… Non so perché!" gridò l'uomo più anziano prima di dare un calcio al muro, "Pensavo di averli persi senza un motivo..."

"Non ci hai persi, Eddie.”

Le braccia di Buck circondarono il corpo di Eddie quando suo marito, zoppicando un po', lo raggiunse.

Entrambi caddero sul pavimento, mentre Helena portava il nipote che si divincolava, seppur debolmente, per raggiungere il padre.

"Maldito cabron..." La voce di Eddie era rauca: "Avevo tanta paura..."

Buck scosse la testa: "Ho protetto nostro figlio, Eddie, abbiamo tentato il più possibile di rimanere vivi, volevamo tornare a casa..."

"Siete entrambi a casa... e io troverò quei bastardi..."

"Non è importante, adesso... sono solo contento che stiamo bene..."

"Tornerete entrambi a casa il più presto possibile, tutta la famiglia ci sta aspettando.”

Dopo qualche minuto, entrambi gli uomini accolsero Chris tra le loro braccia.

Era stata una settimana lunga e straziante ma erano di nuovo insieme e nient'altro aveva importanza.

   
 
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